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Il Comitato Direttivo Centrale

 

Rileva come anche nella proposta di legge finanziaria per l’anno 2003 non sia previsto alcuno stanziamento per la perequazione del trattamento retributivo dei magistrati ordinari, nonostante gli impegni più volte presi e sempre disattesi dal Ministro della Giustizia e dallo stesso Presidente del  Consiglio dei Ministri;

 

Esprime invece il proprio apprezzamento per l’emendamento presentato al disegno di legge sull’ordinamento giudiziario che tende a consentire la istituzione dell’ufficio del giudice;

 

Osserva che le stesse previsioni del DPEF che parlavano di un aumento ai giovani magistrati vengono disattese;

 

Conferma l’assoluta necessità affinché in tempi brevi venga riconosciuto un adeguato aumento in particolare ai magistrati all’inizio della carriera, in quanto il trattamento economico attualmente riservato a tali magistrati, spesso destinati a sedi lontane e difficili, è del tutto insufficiente e perché è necessario che i migliori giovani laureati abbiano una incoraggiante prospettiva economica che li determini all’accesso in magistratura;

 

Conferma la totale ed assoluta contrarietà a stipendi differenziati, legati a specifiche funzioni, che sarebbe del tutto contrastante con il principio di pari dignità di tutte le funzioni giurisdizionali e che aprirebbe inammissibili divisioni e rincorse all’interno della magistratura;

 

Conferma l’assoluta necessità di non pregiudicare il trattamento economico delle colleghe in maternità nel periodo di astensione obbligatoria, cui attualmente non viene corrisposta l’indennità di funzione;

 

Ribadisce la necessità di giungere in tempi brevi alla perequazione delle retribuzioni delle magistrature ed alla ridefinizione dell’aumento periodico triennale, il quale deve essere commisurato non solo ai parametri previsti dai contratti collettivi, ma anche a quelli delle componenti accessorie e variabili e dei contratti individuali del livello dirigenziale, con particolare attenzione a quelli del Ministero della Giustizia;

 

Dà mandato alla Giunta perché rappresenti in tutte le sedi istituzionali l’assoluta contrarietà alla prospettazione di indennità accessorie per funzioni e la necessità di:

-          un’effettiva perequazione di tutte le magistrature;

-          una ridefinizione dell’aumento periodico triennale parametrato all’effettiva retribuzione integrale, anche dei dirigenti con contratto individuale;

-          un immediato adeguamento delle retribuzioni degli uditori giudiziari e dei magistrati di tribunale;

-          riconoscere alle colleghe la piena retribuzione  nel periodo di astensione obbligatoria.

 

Ribadisce che per questi obbiettivi, funzionali alla tutela della dignità della magistratura italiana, l’A.N.M. rimane impegnata secondo il deliberato del 20 aprile scorso.

Dà, quindi, mandato alla Giunta di adottare tutte gli opportuni interventi al riguardo, anche mediante iniziative a livello locale e nazionale, volte a manifestare all’opinione pubblica le ragioni dell’azione della magistratura associata.

 

Roma, 19 ottobre 2002

 

Approvato con 5 voti astenuti (M.I.)