Associazione Nazionale
Magistrati
Libro bianco sul disservizio
giustizia
Inaugurazione anno giudiziario
17 gennaio 2004
«Giustizia
più efficiente e indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini»
Le
cerimonie di inaugurazione dellanno giudiziario intervengono questanno mentre
il Senato è alle prese con la riforma dellordinamento. Molteplici sono le
manifestazione della crisi, ma il problema centrale della nostra giustizia è e
rimane quello della durata eccessiva dei processi, come ha sottolineato più volte
il Presidente Ciampi. Nella stessa linea si è posta la relazione del P.G. della
Cassazione Favara: La giustizia
è in crisi soprattutto a causa della sua
scarsa efficienza e della durata eccessiva dei processi. Ma non si tratta un
fenomeno naturale ineluttabile ed imperscrutabile, non è un problema irresolubile. Se i
tempi della giustizia civile rimangono troppo lunghi, i dati dimostrano che opportune
riforme legislative accompagnate dallimpegno dei magistrati e di tutti gli operatori
di giustizia hanno consentito di invertire la tendenza ed ormai da qualche anno si sta
recuperando larretrato e non se ne crea di nuovo poiché i procedimenti esauriti
superano le sopravvenienze. Rimane più grave la situazione del penale, anche se vi è
almeno un aspetto positivo: la accentuata riduzione del numero dei detenuti in
custodia cautelare rispetto ai definitivi;opportunamente il PG Favara ha
indicato la esigenza di riforme che, senza incidere in alcun modo sulle garanzie,
intervengano su alcuni punti cruciali. Si tratta di
introdurre meccanismi di selezione,
di natura normativa o organizzativa e di esercitare un più rigoroso controllo sulla ammissibilità dei ricorsi;
senza meccanismi di selezione, che esistono per tutte le altre Corti supreme, è
impossibile restituire alla Corte di Cassazione il suo ruolo di nomofilachia. Si tratta di
intervenire sulla prescrizione, poiché lattuale regime crea un circolo
vizioso: la prospettiva della prescrizione invoglia a tattiche dilatorie. La
prescrizione in corso di procedimento deve tornare ad essere evento del tutto eccezionale.
Lavvocatura non può eludere questo punto essenziale.
E indubbio che il difensore ha il dovere professionale di indicare al suo cliente la
prospettiva della prescrizione, ma il legislatore deve intervenire per rompere il circolo
vizioso, affinché vi sia non
difesa dal processo, ma difesa nel processo.
Se dunque è necessario intervenire sul processo, tuttavia il PG Favara giustamente
richiama la magistratura ad assumere una cultura della responsabilità, per
quanto riguarda landamento e i risultati del servizio giudiziario. E
un appello che la lANM fa proprio. Siamo coscienti che non tutti i magistrati sono
pienamente allaltezza del loro difficile compito,
invitiamo tutti i colleghi ad impegnarsi sempre di più in qualità e
quantità di decisioni di giustizia. Ma abbiamo il dovere
di dire senza attenuazioni, abbiamo il dovere di gridare dai tetti
che, nonostante limpegno e labnegazione quotidiani della stragrande maggioranza dei magistrati italiani,
nella attuale situazione non è possibile rendere un servizio giustizia di qualità.
Non poteva mancare nella relazione del P.G. un riferimento, che è stato posto in termini
molto netti, alle polemiche, spesso aspre, che hanno preso a spunto anche
determinate vicende giudiziarie per muovere accuse allintera magistratura e al
sistema nel suo insieme. Tali polemiche si sono poi fortunatamente stemperate, grazie
anche allatteggiamento pacato e responsabile dei magistrati e alla giusta
valutazione che ne ha fatto lopinione pubblica. E un autorevole
riconoscimento che il problema non è quello, come spesso si dice, di abbassare i toni da
entrambe le parti, perché gli attacchi sono stati a senso unico.
Il PG ha dato atto della forte apprensione suscitata tra i magistrati
dalla proposta governativa di riforma dellordinamento giudiziario e ha posto alcune
questioni di fondo.
Precludere al giudice, o limitare, come da qualche parte si è proposto, la
facoltà di interpretare la legge è antistorico
Il ripristino della carriera attraverso il meccanismo dei concorsi incontra non solo la
critica , secondo taluno corporativa dellAnm, ma anche quella del secondo
magistrato dItalia (oltre che, lo rammentiamo del Csm, della sezione Anm Cassazione
e del gruppo consultivo della Cassazione). Eventuali strutture gerarchiche di
stampo burocratico non sarebbero coerenti con i principi costituzionali ed è assai dubbio
che risultino adeguate allo scopo perseguito.
Sulla questione della posizione ordinamentale del Pm , il PG Favara si esprime per
una più chiara separazione delle funzioni, nel rispetto tuttavia dellindipendenza
dellordine giudiziario aggiungendo che Il passaggio dalluna
allaltra funzione necessita tuttavia di una disciplina più rigorosa e puntuale,
volta ad evitare (e il C.S.M. si è già mostrato sensibile sul punto) che il mutamento di
ruolo processuale nella stessa sede possa incidere negativamente anche nella
percezione esterna sulla credibilità della funzione e sullimmagine dimparzialità.
Va evitato, peraltro, che leccessiva estensione delle preclusioni mini leffettiva
comunanza culturale di tutti gli appartenenti alla magistratura.
Si tratta di posizioni sulle quali vi è piena consonanza da parte dellAnm, che da
un anno e mezzo, accanto alle valutazioni critiche sulla proposta governativa di riforma
dellordinamento giudiziario, ha avanzato proposte in positivo in particolare sulla
questione fondamentale per la qualità della giustizia, della valutazione della
professionalità dei magistrati, portandole alla attenzione del Ministro, degli operatori
della giustizia, degli studiosi di diritto e della opinione pubblica.
In questi ultimi mesi lAnm, proseguendo nella linea di confronto e di dialogo
costantemente tenuta, ha rappresentato in pubbliche assemblee ed in incontri con tutte le forze politiche e i gruppi parlamentari le
proprie osservazioni e proposte sul testo approvato dalla Commissione giustizia del
Senato.
Il Senato, allesito di una trattazione rapidissima e con tempi contingentati, ha
approvato, con modificazioni del tutto marginali, aspetti fondamentali della proposta di
legge ed in particolare il sistema dei concorsi e la separazione dellaccesso per
giudici e pm; alla ripresa dei lavori parlamentari il Senato dovrà affrontare il nodo
fondamentale dellassetto del Pm e del sistema disciplinare.
Allesito dellincontro del 14 gennaio con il Ministro Castelli, lAnm deve
prendere atto, con estremo rammarico e con accentuato allarme, di un atteggiamento di
totale chiusura da parte del Ministro della Giustizia, che non ha preso e non intende
prendere in considerazione alcuna le nostre proposte e le nostre osservazioni. Il Senato
si appresta a varare un sistema che non è
idoneo ad assicurare né una migliore funzionalità ed efficienza del servizio-giustizia
né una magistratura professionalmente più qualificata. Al contrario si darebbe vita ad una organizzazione giudiziaria
assurda ed ingestibile, incapace di rispondere in tempi ragionevoli alle domande di
giustizia della collettività.
Riforma dellordinamento giudiziario e problemi della efficienza del servizio sono
oggi al centro dellattenzione generale in questa giornata inaugurale dellanno
giudiziario 2004. LAssociazione Nazionale Magistrati avrà un importante ulteriore
momento di valutazione ed approfondimento nel XXVII Congresso Nazionale che si terrà a
Venezia dal 5 all8 febbraio 2004 sul tema: Giustizia più efficiente e
Indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini.
Il comitato direttivo centrale , convocato al termine del congresso, adotterà le
decisioni necessarie.
Sin dora nelle pagine che seguono proponiamo un libro bianco sulle
disfunzioni nel servizio giustizia. Non si tratta di un documento completo e esaustivo, ma
della tappa iniziale di una rilevazione che vogliamo condurre in modo approfondito nel
corso di questo anno 2004. La situazione che già emerge desta la massima preoccupazione.
Il testo costituisce una sintesi redatta sulla base delle relazioni che ci sono pervenute
dalle sezioni e sottosezioni dellAnm; siamo grati ai colleghi per i loro preziosi
contributi.
LIBRO BIANCO SUL DISSERVIZIO GIUSTIZIA
Sezione della
Corte di cassazione
Corte suprema di cassazione.
Prima presidenza
Prot. n. 1357/03/SG Roma 5 dicembre 2003
Oggetto: Riduzione dei fondi per la Biblioteca della Corte
Al Signor Primo Presidente Aggiunto
Ai Signori Presidenti titolari delle sezioni civili e penali
Al Signor Direttore dellufficio del massimario e del ruolo
e p.c. Al Signor Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione
SEDE
Ricordo che nelle sedute del Gruppo Consultivo presso la Prima Presidenza, tenutesi
nei giorni 16 e 20 ottobre 2003, fu fatto presente che i fondi destinati alla Biblioteca
dei magistrati della Corte non erano sufficienti neppure a garantire il rinnovo degli
abbonamenti alle principali riviste giuridiche.
Il gruppo rilevò che appariva opportuna e necessaria la prosecuzione degli abbonamenti,
richiedendo se del caso e quale estrema ratio un contributo volontario ai
Magistrati della Corte. Chiunque volesse aderire a tale iniziativa potrà farlo dando un
contributo individuale del tutto volontario presso il Segretariato Generale della
Presidenza.
Prego voler comunicare la presente a tutti i magistrati delle rispettive sezioni od
uffici.
Il Primo Presidente
(Nicola Marvulli)
Nemmeno la più fervida
fantasia avrebbe potuto immaginare la circolare sopra trascritta, che organizza una colletta
nella Corte Suprema Cassazione per lacquisto delle riviste giuridiche.
Nel discorso tenuto in occasione dellinaugurazione dello scorso anno giudiziario, il
Ministro della giustizia ha espresso limpegno di restituire ai servizi della
Giustizia efficacia ed efficienza, precisando che questultimo termine significa non
acritico e mero stanziamento di sempre maggiori risorse, ma loro utilizzo
ottimale, eliminazione di sprechi, economicità di gestione. Nella linea secondo cui ogni Ministro
deve essere imprenditore del proprio ministero, il Ministro ha annunciato ladozione
di migliori strumenti di programmazione e controllo di gestione economica e finanziaria,
volti anche a conferire una maggiore elasticità nella contabilità del Ministero. E
stato poi riferito che le recenti leggi di bilancio hanno ulteriormente aumentato gli
stanziamenti per lamministrazione della giustizia - sicché le risorse dedicate a
tale settore dovrebbero ormai essere allineate alle medie degli altri paesi europei -
prevedendo anche lassunzione di nuovo personale amministrativo.
Ad un anno di distanza ed in occasione dellinaugurazione dellanno giudiziario
2004, si deve prendere atto che nulla è
cambiato.
Basta, al riguardo, evidenziare come la insufficienza
degli accreditamenti per le spese dufficio e simili già decurtate nel
2003 in alcuni casi del 50 per cento rispetto allanno precedente ed ulteriormente
decurtate con la Finanziaria 2004 - stia determinando il blocco della manutenzione e dellaggiornamento
del sistema informatico su cui si basa in
gran parte la funzionalità operativa della Corte, sia per quanto riguarda le
registrazioni che per quanto riguarda lorganizzazione delle udienze: si è già
progressivamente determinato un consistente arretrato
nelle registrazioni dei procedimenti presso la cancelleria centrale penale ed è prevedibile un conseguente rapido deperimento
dei livelli di funzionalità del servizio, da cui non potranno che derivare ritardi nella
trattazione dei ricorsi ed anche prescrizioni di reati e scarcerazioni per decorrenza dei
termini di soggetti potenzialmente pericolosi. Ai magistrati della Corte mancano circa
150 Personal computer e 150 stampanti, più volte richiesti dal Primo Presidente in
sostituzione delle macchine ormai obsolete e non più in grado di supportare
efficacemente il loro lavoro. Gravemente insufficienti ed ormai già esaurite risultano
anche essere le somme accreditate per luso e la manutenzione di fotocopiatrici, fax
e stampanti, e non dovrebbe essere necessario sottolineare quali paralizzanti effetti può
determinare in un ufficio giudiziario il venir meno di tali strumenti. Anche la rilegatura
delle sentenze dovrà tra poco essere bloccata per mancanza di fondi, il che ci pare
rappresentare un suggello simbolicamente assai significativo, se solo ci si soffermi a
riflettere sul valore e il significato delle sentenze della Corte Suprema di una grande
democrazia occidentale.
Sono state ridimensionate anche le somme a
disposizione per la ristrutturazione del palazzo di Piazza Cavour: lavori diretti al
recupero di locali, particolarmente necessari in un edificio in cui vi è, tra laltro,
una grave carenza di ambienti da destinare a studio
per i magistrati. I Consiglieri della Corte di cassazione, come è noto, non hanno in
dotazione, di regola, neppure una propria scrivania, mentre in questo pur faraonico
palazzo mancano sale di studio, di consultazione e di colloquio riservate ai magistrati.
In alcuni ambienti sono comparsi i topi, mentre nei bagni è scomparsa la carta igienica.
Gli ascensori sono spesso bloccati, mentre il degrado delle scalinate rappresenta un serio
pericolo per lincolumità fisica degli utenti.
La
situazione complessiva sopra descritta rappresenta una ulteriore ennesima ed esasperante
difficoltà a celebrare i processi, a scrivere le sentenze, a studiare i precedenti
ed a svolgere ricerche. Il blocco dell'assunzione del personale amministrativo infine
impone ai magistrati di sobbarcarsi incombenze non proprie e li condanna ad un modo di
lavorare privo di razionalità e di decoro.
SEZIONE DI BARI
Il 9 aprile 2003 è stato improvvisamente sospeso con effetto
immediato il servizio di stenotipia e trascrizione atti previsto dallart.51
disp. Att. C.P.P. per mancanza di fondi.
Lo stanziamento sul capitolo di spesa 1461 pari a 214.037,44 per il Tribunale di
Bari di gran lunga inferiore al richiesto- si è rivelato insufficiente ed esaurito
dopo 3 mesi.
A fronte delle documentate richieste inoltrate dalla Corte di Appello di Bari, il
Ministero della Giustizia, con nota del 31 marzo 2003 considerata la notoria e
cronica carenza di fondi sul capitolo1461 ha raccomandato a tutti gli Uffici di contenere
al massimo la spesa relativa al servizio di verbalizzazione delle udienze penali;
ha quindi allo stato assegnato allintero distretto della Corte di Appello - che
comprende oltre agli uffici della corte anche i Tribunali di Bari, Foggia, Lucera, Trani e
Minorenni un quarto della somma richiesta per lanno 2003.
Con ulteriore nota del 1° aprile 2003 il Ministero, ribadendo ancora una volta la
cronica carenza di fondi, ha peraltro fatto sapere che a quella somma stanziata, già di
per sé insufficiente, doveva attingersi
anche per il pagamento delle fatture relative allanno 2002, aventi
ad oggetto lo stesso servizio, rimaste insoddisfatte per carenza di fondi.
Questa improvvisa decisione del Ministero ha fatto sì che a fine marzo fossero già
esaurite le disponibilità finanziarie per poter fruire della stenotipia e
conseguentemente il Presidente del Tribunale di Bari ha sospeso immediatamente il
servizio.
Il servizio è rimasto sospeso sino alla fine di giugno.
Per il secondo semestre del 2003 analoga interruzione del servizio si è avuta a metà
ottobre del 2003 sino a quando a seguito dellincontro avuto da questa Giunta
ANM con lonorevole Vietti e del suo interessamento il Ministero non ha
provveduto allassegnazione della ulteriore somma di 200.000 che ha consentito
di riprendere il servizio fino alla fine dellanno.
I
magistrati del Distretto hanno continuare a tenere le udienze nel rispetto delle procedure
previste dal codice: con verbale manuale redatto dal cancelliere di udienza e
fonoregistrazione.
I verbali delle udienze penali sono stati scritti a mano
dal cancelliere di udienza, sotto dettatura del presidente che ovviamente interrompeva continuamente lescussione del teste o lesame
dellimputato o quantaltro avviene in udienza.
Le conseguenze sono disastrose!
La verbalizzazione riassuntiva limita le garanzie difensive in quanto non è
ontologicamente idonea a registrare ogni passaggio anche nelle sue sfumature pur talvolta
essenziali delle dichiarazioni rese in udienza.
La durata delle udienze e conseguentemente dei processi sarà sempre più irragionevole,
in contrasto con il principio sancito dal novellato art.111 Costituzione per ovviare alle
ormai innumerevoli condanne dello Stato italiano in sede internazionale proprio per la
lunghezza dei processi.
Inoltre lamministrazione giudiziaria non è dotata di personale tecnico idoneo a
mettere in funzione le apparecchiature per la riproduzione fonografica che pur la legge
impone di effettuare quando manchi la stenotipia.
Tutto ciò sta ovviamente creando problemi soprattutto nei processi più delicati - al
collegiale ed in Corte di Assise- dove non si riesce oggettivamente a rispettare le
programmazioni effettuate: ad es. invece dei 13 programmati si è riusciti a sentire
soltanto 4 testimoni e gli altri sono stati rimandati a casa. Si sono create situazioni
paradossali: una udienza è stata interrotta alle ore 13 nel corso della
deposizione di un teste venuto da Milano, costretto a ritornare in una udienza successiva
- perché al cancelliere di udienza è venuto un crampo al braccio perché era il quarto
giorno di fila che era costretto a scrivere i verbali riassuntivi.
Lo stesso cancelliere di udienza deve chiamare i testimoni e curare che stiano appartati
perché molti uffici non hanno l'ufficiale giudiziario (quello della Corte di Assise è
morto un anno fa e non è stato più sostituito).
Addetto alla fonoregistrazione è - in ossequio alle indicazioni del ministero - personale
giudiziario che lascia vuote le cancellerie.
I presidenti dei tribunali non hanno ovviamente i soldi per procedere alla trascrizione
della fonoregistrazione, né vi è personale giudiziario in grado di procedervi -
contrariamente a quanto indicato dal Ministero.
Questa situazione ha determinato un notevole rallentamento nella celebrazione dei
dibattimenti penali, con conseguenze gravissime nei numerosi maxiprocessi per criminalità
mafiosa in corso nel distretto. In molti procedimenti si è pervenuti alla scarcerazione
per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare di imputati poi condannati
con sentenza di primo grado anche allergastolo per omicidi di mafia.
Anche gli avvocati nei vari circondari del Distretto hanno proclamato lastensione
dalle udienze per protesta per la sospensione del servizio.
Mancano gli ufficiali giudiziari e molte udienze si svolgono senza la sua presenza:
per la chiamata degli imputati e dei testimoni ci si avvale della collaborazione dellassistente
di udienza o di agenti della polizia penitenziaria presenti in aula. Notevoli sono le
difficoltà per la citazione dei testimoni, anche perché a dibattimento non ci si può
più avvalere della polizia giudiziaria per le notifiche.
I davvero esigui fondi assegnati per le spese di ufficio
pari per il Tribunale di Bari a soli 35.000 per il primo semestre 2003 a fronte di
una richiesta di 170.000 non ha consentito lacquisto di beni di primaria
importanza per la vita dellufficio come i codici per le camere di consiglio dei
magistrati; le microcassette necessarie per la registrazione degli interrogatori
effettuati dai Pubblici Ministeri, imposta dalla legge per la validità dellatto; la
carta per le cancellerie, con il paradosso registrato nella cancelleria della Sezione
lavoro per cui le etichette adesive necessarie per la registrazione dei ricorsi sono state
messe a disposizione dai difensori dei ricorrenti.
Da ultimo è esplosa la situazione della Sezione lavoro del Tribunale di Bari,
presso la quale alla fine del 2003 erano pendenti circa 80.000 procedimenti, equamente
ripartiti tra gli 11 giudici più il Presidente attualmente assegnati sulla carta alla
Sezione (nella realtà lavorano in 9). Innumerevoli sono stati i ricorsi per la legge
Pinto instaurati da parti che hanno visto la
loro causa durare anche oltre i dieci anni; sono stati così sottoposti a procedimento
disciplinare per negligenza!!!! magistrati che oltre a tenere un numero
elevato di udienze - 3 settimanali hanno scritto circa 2000 (duemila) sentenze pro
capite ogni anno. Anzi, le sentenze depositate dai giudici della sezione sono tante che la
cancelleria non riesce a reggere il passo e, nonostante il rafforzamento operato nella cancelleria pubblicazione sentenze con
ulteriori 3 unità, la pubblicazione delle sentenze è ferma al 21 luglio 2003: vi sono
cioè centinaia di sentenze materialmente accatastate sul pavimento della cancelleria che
non sono pubblicate. Tra quelle sentenze vi sono anche reintegre nei posti di lavoro!
A fronte numero delle cause di lavoro che era ovvio prevedere in crescita a seguito
dellattribuzione di competenza nelle controversie del Pubblico Impiego lorganico
della Sezione è fermo al 1969.
In una tale situazione si è tuttavia dovuto attingere anche alla Sezione lavoro per far
fronte alle emergenze di altri uffici quali il G.I.P. - a seguito delle polemiche sorte
per la giacenza per lungo tempo di richieste di applicazione di misure cautelari - e il
Tribunale del riesame, costantemente sotto pressione per lesiguità dei magistrati
ed il notevole carico di lavoro. Né era possibile attingere dalle due sezioni penali per
il contestuale impiego di giudici delle dette sezioni in Corte di Assise per far fronte
alle incompatibilità dellunico collegio di cui è composta la Corte.
Sin dal 1998 il Presidente della Corte di Appello di Bari aveva evidenziato la situazione
di emergenza del Tribunale chiedendo la revisione della pianta organica risalente ad oltre
un ventennio fa, ma lunica risposta concreta che si è vista sin ora è stata una
ispezione ministeriale successiva alla guerra di mala che nel giro di circa due mesi ha
visto per le strade della città oltre dieci morti, tra cui un ignaro ragazzino di 15 anni
che, dopo la scuola, lavorava la sera presso una pizzeria.
SEZIONE BRESCIA
La situazione dellamministrazione della giustizia nel distretto
della Corte di Appello di Brescia risente in modo particolarmente pesante dellormai
cronica e da sempre irrisolta sproporzione tra la popolazione delle province che fanno
capo al distretto medesimo (Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona) e lalta densità
industriale che caratterizza almeno due di esse (Brescia e Bergamo, che rappresentano uno
dei più importanti poli industriali del Paese) e
le dotazioni di organici degli uffici. Questa situazione si riflette, negativamente in
termini di efficienza e di celerità nella celebrazione dei processi, sia nel campo civile
traducendosi in unevidente fattore di diseconomia nel tessuto produttivo della zona,
sia nel campo penale tenendo conto che larea bresciana bergamasca rappresenta
uno dei distretti del nord Italia dove, tradizionalmente, è più avvertito il peso della
criminalità.
Eloquente è il caso del Tribunale di Brescia che
tra i 165 tribunali italiani si colloca al quinto posto per popolazione e scende oltre il
decimo quanto al numero di dipendenti amministrativi; questi sono in numero di 164 che
sono nulla rispetto ai 296 dipendenti di Catania o ai 414 dipendenti di Palermo, provincia
che per numero di abitanti viene immediatamente dopo Brescia. Analoga carenza di organico
si evidenzia nella magistratura, dato che sempre a Brescia esiste un giudice ogni 18 mila
abitanti (per un totale di 59 giudici), quando a Catania (che per numero di abitanti è il
decimo tribunale italiano) un ufficio con 110 magistrati garantisce una toga ogni 8 mila
abitanti. Il risultato è che presso il Tribunale di Brescia, nel settore penale, proprio
per queste deficienze, non si riescono ancora ad avvertire i benefici che, in termini di
riduzione della durata dei processi, avrebbe dovuto portare lintroduzione del
giudice monocratico; nel settore civile, dove ogni istruttore è gravato di circa 900
1000 cause, difficilmente una causa dura meno di tre anni e un vero e proprio
problema è costituito da circa 8.000 cause che sono pendenti davanti al Tribunale da
oltre il triennio che, come noto, rappresenta il limite fisiologico di durata secondo i
criteri che si vanno affermando in relazione al diritto alla ragionevole durata del
processo.
E significativo peraltro che, sempre presso il Tribunale di Brescia, vi siano 726
cause ogni 100 mila abitanti che esprimono una domanda di giustizia inferiore dell11%
rispetto alla media nazionale; questo dato appare quantomeno strano in una zona
economicamente forte e molto attiva in campo imprenditoriale. Fondato è il sospetto che
su queste percentuali abbia inciso e tuttora incida la tradizionale insufficienza delle
strutture giudiziarie bresciane e la conseguente disaffezione dellutenza.
Si segnala nel distretto
il caso grave della perdurante e forte carenza di organico degli ufficiali giudiziari
di Bergamo (su un organico di 32 persone di
registra una presenza effettiva di 14), che ha comportato notevoli problemi nella
notifica di atti di numerosi processi penali. LUfficio Unico Notificazioni assolve
ad un carico di lavoro che al 31.1.2003 si attestava su circa 200.000 notifiche e 42.000
esecuzioni.
Più in generale, nel distretto merita di essere adeguatamente segnalata la vicenda che ha
interessato la Procura della Repubblica di Bergamo.
Il posto vacante di Procuratore della Repubblica è in pratica scoperto dal giugno 2001 a
causa della strenua opposizione manifestata dal Ministro alla nomina, deliberata dal CSM,
di Adriano Galizzi. Risale al 25 ottobre 2002 la nota con la quale lOn. Castelli si
rifiutò dopo avere negato il concerto di controfirmare il decreto di nomina
conseguente alla deliberazione consiliare risalente allestate precedente. E
stato necessario che il CSM sollevasse conflitto di attribuzione contro il Ministro
davanti alla Corte Costituzionale perché il caso avesse un positivo sbocco. E la Corte
con la recente sentenza del 18 dicembre scorso ha finalmente negato la legittimità del
comportamento del Ministro escludendo che questi abbia in generale un potere di sindacato
intrinseco o, tantomeno, di riesame sul contenuto degli apprezzamenti e delle scelte
discrezionali del Consiglio nella specie, deve
escludersi che da parte del CSM sia mancata una attività di concertazione, o che nel
comportamento dello stesso possa ravvisarsi una mancanza di leale collaborazione
essendo
stati svolti approfondimenti e verifiche, con completa attività istruttoria, essendo
state compiute valutazioni motivate in ordine alle ragioni addotte dal Ministro, ed
essendo trascorso un periodo di tempo di gran lunga superiore ad ogni ragionevole
aspettativa, tenuto conto della durata della vacanza del posto diterrivo da coprire, senza
che sia stata raggiunta una soluzione comune
..non spetta al Ministro della Giustizia
non dare corso alla controfirma del decreto del Presidente della Repubblica di
conferimento di ufficio direttivo sulla base di deliberazione del CSM, quando, nonostante
sia stata svolta una adeguata attività di concertazione ispirata al principio di leale
collaborazione, non si sia convenuto tra CSM e Ministro, in tempi ragionevoli, sulla
relativa proposta.
Nel mentre si saluta la positiva conclusione della vicenda, non si può fare a meno di
evidenziare come il braccio di ferro che avrebbe potuto benissimo essere
evitato solo che si fossero, con un minimo di attenzione, studiati gli stessi precedenti
della Corte Costituzionale (sentenza n. 379/1992 e n. 142/1973 e 168/1968) ha avuto il
deleterio risultato di lasciare scoperto per quasi tre anni un posto di assoluto rilievo
quale è quello del Procuratore della Repubblica.
SEZIONE DI CAGLIARI
Il 12.11.2003 è stata inviata dalla Delta Communications s.r.l.
incaricata della fornitura del servizio di
stenotipia in questa sede con una nota nella quale si sottolinea la mancanza di
fondi per il pagamento delle fatture relative al periodo settembre-dicembre del 2003 (euro
131.447,93 fino al 13 novembre, euro 115.000,00 per la previsione fino a dicembre). Ciò
comporta un notevole disagio per la ditta, acuito dal fatto che i fondi relativi al
corrente anno, qualora non venissero tempestivamente assegnati, non potrebbero essere
utilizzati prima del giugno 2004. Del resto le fatture relative al nuovo anno saranno
onorate, nel rispetto dei tempi tecnici, non prima del mese di aprile 2004. In sostanza,
il periodo di scopertura sarebbe davvero molto lungo, con innegabili ripercussioni
negative per la società che, non potendo contare sulla remunerazione prevista
contrattualmente, non potrebbe proseguire il servizio.
La società cura la verbalizzazione delle udienze penali in forma stenotipica
computerizzata presso il Tribunale di Cagliari e le sezioni distaccate di Carbonia,
Iglesias e Sanluri, il Tribunale di Lanusei e il Tribunale per i Minorenni; alloccorrenza,
anche presso la Corte dappello. Svolge una media di 10 udienze giornaliere con 14
dipendenti stenotipiste, 2 tecnici audio, 2 collaboratori. Verbalizza dai 30 ai 54
processi al giorno per il Tribunale di Cagliari, da 25 a 35 al giorno per il Tribunale di
Lanusei e dai 5 ai 7 al giorno per il Tribunale per i Minorenni. Mantiene costantemente
allestite tutte le aule dudienza con proprie attrezzature di registrazione digitale
e informatiche, per consentire lo svolgimento di udienze convocate anche allultimo
minuto. Fornisce il verbale in bozza simultanea consultabile in udienza immediatamente e
consegna il verbale definitivo entro le 24 dal termine delludienza. E dotata
anche di un sistema di videoconferenza installato al Tribunale di Lanusei per svolgere il
servizio in caso di udienze non previste, data la difficoltà di raggiungere la sede,
notoriamente collegata malissimo al capoluogo.
Analoghe ad altri distretti le ulteriori
disfunsioni aggravate dalla persistente esistenza di Tribunali troppo piccoli per
poter funzionare, con le incompatibilità incrociate che richiedono continue applicazioni
da altre sedi.
Rimane priva di giustificazione la mancata istituzione in Corte d'appello di una sezione
lavoro, unitamente alla riduzione disposta per i giudici del lavoro in primo grado,
nonostante l'aumento delle competenze e dei carichi.
La situazione fatiscente delledilizia costringe a lavorare nel palazzo di
giustizia per metà senza riscaldamento per "inconvenienti tecnici" che si
protrarranno per tutto l'inverno e senza poter usare mezzi alternativi di riscaldamento
(stufette) perché la potenza complessiva dellimpianto elettrico non lo consente.
SEZIONE DI CALTANISSETTA
La Corte di Appello è afflitta dalla cronica vacanza dei
posti in organico; problema che, inevitabilmente, si ripercuote negativamente sul
funzionamento degli altri uffici.
Attualmente, infatti, sono scoperti un posto di presidente di sezione (su quattro) e sei
posti di consigliere (su dieci), per una complessiva scopertura del 44,44 % dellorganico
con il quale dovrebbe farsi fronte allefficiente funzionamento di una
sezione civile (che si occupa anche delle controversie di lavoro), di due sezioni penali e
di una sezione di Corte di Assise di Appello.
Peraltro, tale problema - oltre a determinare la riduzione delle udienze settimanali, laumento
della durata dei processi, delle pendenze (con il rischio di incorrere della prescrizione)
e dei casi di incompatibilità ha comportato la necessaria e sistematica
applicazione dei giudici del Tribunale (già frequentemente applicati al Tribunale di
Sorveglianza, a quello per i minorenni, oltre che gravati da un eccessivo carico di
lavoro), con i conseguenti negativi effetti sul primo grado.
Non può, inoltre, essere sottovalutata la assoluta inidoneità delle strutture a
disposizione: si pensi alla mancanza di aule di udienza, a causa della quale i giudici
del settore civile sono costretti a tenere le udienze nelle proprie stanze, molto spesso
sfornite di impianti di condizionamento o, ancora, alla mancanza di aule di udienza dotate
di camera di consiglio.
La carenza del personale amministrativo è certamente da individuare come unaltra
delle principali cause delle disfunzioni che si verificano nella vita giudiziaria nissena;
anche in tale contesto sono, peraltro, frequenti le applicazioni, che determinano, a loro
volta, vacanze e disagi negli uffici di provenienza.
Sono ricorrenti i casi di udienze che non possono avere regolare inizio e svolgimento per
mancanza del personale addetto, o di rilevanti servizi di cancelleria inevitabilmente
trascurati per le medesime ragioni.
Il noto taglio dei fondi, inoltre, ha
determinato ulteriori effetti negativi: non è, ad esempio, possibile utilizzare listituto
dello straordinario, al punto che è quasi impensabile sperare di avvalersi del lavoro
degli impiegati negli orari pomeridiani.
A tutto ciò si aggiunga che le autovetture a disposizione degli uffici sono poche
ed assolutamente obsolete e che quelle blindate sono insufficienti per fare
fronte alle necessità dei magistrati sottoposti a protezione, i quali devono spesso
recarsi fuori sede per le proprie attività di indagine e per raggiungere i vari Tribunali
del distretto ove vengono celebrati i processi di competenza della D.D.A..
Ancora, nel 2003, i contratti con il personale che si occupava
della gestione del servizio CED attraverso il quale era possibile laccesso al
sistema SIDDA SIDNA, nel quale sono immagazzinati i dati più importanti relativi
agli esiti delle attività investigative in materia di criminalità organizzata - non
sono stati rinnovati per carenza di fondi, così sottraendo un insostituibile
patrimonio di conoscenze a coloro che, tra mille difficoltà, sono quotidianamente
impegnati nella attività di contrasto alle organizzazioni di tipo mafioso.
Infine, per le già esposte ragioni, non è agevole lacquisto di materiale di
aggiornamento (libri, riviste, codici); anche tale circostanza va certamente a
discapito di un migliore rendimento del servizio giustizia offerto ai cittadini.
SEZIONE DI FIRENZE
Gravissime carenze di personale amministrativo; secondo dati
aggiornati all1.10.03 (ma non sostanzialmente mutati), mancano 50 unità di
personale amministrativo su una pianta organica di 281 unità (17,7 %), in quanto vi sono
37 carenze di organico, 12 applicazioni passive (dipendenti del Tribunale
applicati in altri uffici) e 1 distacco sindacale (situazione solo in parte mitigata da 2
applicazioni attive e 8 unità di ex lavoratori socialmente utili).
Le mancanze di personale amministrativo sono
ancora più devastanti in considerazione della logistica dellufficio, che opera su quattro
sedi (San Firenze, San Martino, Riesame, Aula bunker). In particolare, il movimento di
fascicoli tra San Firenze e San Martino è estremamente complicato per lesiguo
numero di commessi, con conseguenti disservizi e ritardi.
Non si è ancora in condizione di utilizzare completamente i sistemi di gestione informatica
dei procedimenti, sia civili che penali, in parte per le difficoltà tecniche connesse
alla dislocazione dellufficio in più edifici separati, e in parte perché le
deficienze di personale amministrativo non hanno consentito di completare larchiviazione
informatica dei procedimenti pendenti.
Molti giudici delle sezioni penali non hanno una loro stanza e, quando non sono in
udienza, lavorano necessariamente a casa o dividendosi lo spazio nelle stanze destinate
alle camere di consiglio.
Per quanto riguarda la Procura della Repubblica di Firenze un grave motivo di disservizio è dato dalle diverse
sedi: quella della ex Procura presso il Tribunale e quella della ex Procura presso la
Pretura Circondariale, distanti tra loro e non facilmente raggiungibili stante il
traffico cittadino (il Palazzo di Giustizia, che avrebbe dovuto essere pronto questanno,
è a poco più delle fondamenta).
Anche qui si lamentano:
- gravissime carenze di personale amministrativo su una pianta organica di 173, la
copertura è ad oggi di 145 (in particolare, mancano 3 Direttori di cancelleria, 13
Cancellieri C2, 11 Operatori Giudiziari B3; 10 Operatori giudiziari part time;
5 Ausiliari ecc.);
- la mancanza di personale ausiliario aumenta le difficoltà sia per il trasferimento
dei fascicoli alle varie sedi del Tribunale, sia al Giudice di Pace, e rende
problematica la tenuta dellarchivio (che si trova in parte in Viale Lavagnini
e in parte a Prato);
- sempre per carenza di personale, la registrazione delle iscrizioni a Registro
Generale subisce ritardi che, in certi periodi dellanno, divengono
intollerabili (liscrizione a mod.21 ha conosciuto recentemente ritardi di circa 20
giorni, e quella a mod.44 ritardi di oltre due mesi). Si cerca di migliorare, in qualche
modo, la situazione;
-la riduzione degli stanziamenti ministeriali per le spese ordinarie di giustizia
(carta, cancelleria, computer, stampanti, gestione automezzi, servizio postale, ecc.)
provoca disservizi e lentezze, e pone lufficio sul limite della
sopravvivenza.
Ultimo segnale, in proposito, è la circolare n.11401 del 27.11.03, ove gli uffici
vengono invitati a limitare luso del fax e quello della posta raccomandata,
assicurata o prioritaria, utilizzando, per il resto, soltanto la posta elettronica.
SEZIONE DI GENOVA
Tre i principali fattori di maggiore disfunzione e disorganizzazione.
Mancata copertura di posti vacanti di magistrati e
riduzioni del personale amministrativo e/o delle ore lavorative.
- La mancata copertura di un posto vacante allufficio GIP-GUP comporta seri
problemi anche per linsostenibile e irrazionale sistema delle incompatibilità, per
la celebrazione di udienze preliminari e riti alternativi, per i quali si sta cominciando
a ricorrere a supplenze con giudici del dibattimento; tali problemi potrebbero diventare
deflagranti con la prevedibile prossima richiesta di rinvio a giudizio di grossi
procedimenti legati ai fatti del G8 e che potrebbero anche determinare limpossibilità
di formare un collegio giudicante predeterminato per legge.
- In diversi uffici sono previste riduzioni del personale amministrativo in relazione al
passaggio di diversi lavoratori dal part-time al tempo pieno; stante limpossibilità,
in molti casi, di mantenere i predetti lavoratori nello stesso ufficio in cui prestavano
la loro attività, essendo già coperti i posti destinati ai dipendenti a tempo pieno, si
verifica spesso la perdita secca di personale da parte dellufficio interessato senza
alcuna possibilità di rimpiazzo (per es., allufficio GIP/GUP saranno prossimamente
trasferiti tre soggetti con gravi problemi per il funzionamento di quellufficio).
Nel tribunale del lavoro la prossima riduzione di quattro unità del personale
amministrativo, per la quale è già stata preannunciata la mancata copertura comporterà
la necessaria riduzione delle udienze da quattro a due per settimana, oltre allimpossibilità
di celebrare udienze pomeridiane.
In diversi uffici è stato già ampiamente superato il monte ore previsto per il lavoro
straordinario, per cui è stato disposto con ordine di servizio emanato presso la Procura
della Repubblica il divieto di prestare ulteriore attività lavorativa straordinaria,
salvo ricorrano ridottissime e motivate
esigenze eccezionali. Ciò comporterà spesso limpossibilità di prosecuzione delle
udienze nelle ore pomeridiane.
La cronica carenza di ufficiali giudiziari durante lo svolgimento delle udienze
pubbliche, soprattutto monocratiche, rende addirittura non dignitosa la chiamata dei
testi, cui deve provvedere ora il segretario di udienza, ora il difensore, ora il teste
già sentito. In proposito è stato proposto di attivare quantomeno un sistema di chiamata
dei testi analogo a quello in uso presso uffici pubblici abitualmente frequentati dal
pubblico.
Nel capitolo della carenza di personale può anche farsi cenno alla assenza di forza
pubblica nei pressi delle aule di udienza durante lo svolgimento delle udienze
pubbliche; sono già stati segnalati numerosi episodi di persone che danno in
escandescenze, se non di veri e propri atti minatori perpetrati anche nei confronti dei
giudici.
Riduzione delle disponibilità finanziarie degli uffici giudiziari
La riduzione delle risorse finanziarie messe a disposizione degli uffici giudiziari
per le spese correnti e per le trascrizioni delle registrazioni sta comportando vari
problemi:
il più grave è quello costituito dallimpossibilità o dalla grave difficoltà di
continuare a disporre le trascrizioni dei dibattimenti penali; da cui consegue
anche limpossibilità di procedere alla mera registrazione fonografica delle
istruttorie dibattimentali, per il rifiuto della ditta incaricata delle trascrizioni di
fornire il proprio personale al fine di procedere alla sola registrazione, senza
trascrizione delle udienze, stante limpossibilità contrattuale di essere retribuita
per questa attività.
La riduzione delle disponibilità finanziarie per le spese correnti, poi, ha determinato
carenze nellacquisto di materiale di cancelleria (carta, penne, fotocopie,
post-it, evidenziatori, ricariche per stampanti ecc.), comprese le agende per lanno
2004 e di materiale di studio (codici, libri, riviste, cd-rom ecc.), nella riparazione o
sostituzione di macchinari guasti o vecchi (fotocopiatrici, computer, stampanti,
apparecchi di registrazione, auto di servizio ecc.), nel rinnovo di arredamenti ormai
usurati e talvolta pericolosi.
Carenze igienico-ambientali e di sicurezza del lavoro.
Le condizioni ambientali di lavoro sono spesso disagevoli, ora per il caldo (mancanza
di impianti di condizionamento dellaria nel periodo estivo), ora per il freddo
(proprio in questi giorni limpianto di riscaldamento è rimasto spento non si sa per
quale ragione, determinando una obiettiva impossibilità di lavorare in ufficio per il
freddo intenso).
Il disagio è stato ulteriormente aggravato dai lavori in corso nel palazzo di giustizia
genovese, dapprima eseguiti senza alcun avviso al personale amministrativo e giudiziario
interessato dagli stessi, poi, comunque, senza alcun rispetto delle esigenze lavorative
dello stesso (rumori insostenibili nel corso delle udienze, polvere dappertutto ecc.).
L illuminazione delle aule di udienza è scarsissima e pone difficoltà per la
lettura degli atti a magistrati ed avvocati.
Ci sono anche carenze addebitabili al Comune quale ente cui compete la fornitura dei
servizi accessori, quali la mancanza di carta igienica, asciugamani e sapone nei bagni.
Sono stati segnalati, infine, grossi problemi per ladeguamento del palazzo di
giustizia alla normativa di sicurezza di cui alla L. n. 626/94.
SEZIONE DE LAQUILA
Perdura la forte carenza di organico
degli ufficiali giudiziari di Pescara, che ha comportato notevoli problemi nella
notifica di atti di numerosi processi penali (molti saltano per tale motivo; per diversi
mesi migliaia di decreti penali sono rimasti fermi senza essere notificati con inevitabili
ripercussioni sulla prescrizione dei reati).
SEZIONE DI LECCE
Pressanti sono le esigenze di adeguamento degli organici dei
magistrati e del personale di cancelleria e di potenziamento delle strutture e delle
dotazioni.
In particolare:
a) In Brindisi la necessità di aumento degli organici del personale di
cancelleria è stata dalla presidenza di quel Tribunale definita assoluta. La situazione è talmente
precaria, specie quanto ai cancellieri B/3, da determinare in taluni periodi inevitabili
disservizi nel settore penale ed in quello civile. La costante riduzione dello
stanziamento per il lavoro straordinario ha determinato laccumulo di un elevato
numero di ore di lavoro oltre quelle obbligatorie, difficilmente recuperabili con i riposi
compensativi a causa del ritmo serrato delle udienze e dellesiguità numerica degli
addetti. Occorre un cancelliere informatico C/1 che possa ottimizzare i risultati fin qui
raggiunti nel processo di informatizzazione ed un esperto interno per la manutenzione
degli apparecchi informatici. Occorrono un cancelliere C/1 contabile ed un cancelliere C/1
statistico, tenuto conto dei cresciuti adempimenti introdotti dal T.U. in materia di spese
di giustizia. Sono carenti autisti ed ausiliari.
b) In Taranto la situazione è di grave
allarme. Non è possibile assicurare la necessaria assistenza a tutti i giudici del lavoro se non prelevando il
personale da altri settori già gravati ed essenziali. I cancellieri B/3 sono del tutto
insufficienti e da tempi i giudici del settore civile tengono udienza con assistenza
saltuaria, se non fittizia. Il carico di lavoro nel settore penale, nonostante laltissima
produttività di quei giudici, è aumentato a dismisura, non fronteggiabile con le attuali
dotazioni. Mensilmente si tengono ben 480 udienze civili e penali. Forte è il disagio del
personale e le proteste sindacali rischiano anche di minare i rapporti interpersonali tra
dirigenti e personale subalterno oltre che di incidere negativamente sullefficienza
del servizio.
c) In Lecce lesistenza di ben sette sezioni distaccate oltre alla sede
centrale rende assai problematica la gestione delle risorse, traducendosi siffatto
reticolo giudiziario la cui corrispondenza alle effettive esigenze del territorio
andrebbe al più presto rivista- in uninevitabile dispersione di energie e
dotazioni, umane e materiali, che potrebbero certo essere utilizzate più proficuamente
ove distribuite in maniera più concentrata. Lorganico dei magistrati del Tribunale
è formalmente completo. Di fatto non svolgono le funzioni quattro dei cinquantanove
giudici a quellufficio assegnati ed il numero complessivo è comunque
sottodimensionato rispetto ai carichi di lavoro e, si ribadisce, alla necessità di
gestire sette sezioni distaccate. Manca il dirigente capo ed il personale di cancelleria
raggiunge lorganico pieno solo considerando il personale dellEnte Tabacchi
Italiano qui comandato per un anno, salvo proroga. I fondi per lacquisto di
testi, codici e personale di cancelleria sono cronicamente insufficienti. Il taglio
delle spese per linformatica ha inciso negativamente sulla dotazione strumentale
degli uffici e perfino sullacquisto del materiale c.d. di facile consumo. Mancano
auto di servizio (due sono state avviate alla rottamazione perché non catalitiche;
quelle blindate vetuste Fiat Croma- presentano gli strati di cristallo dei
parabrezza scollati tra loro compromettendone la visibilità e creando pericolo per chi le
guida e per chi vi è trasportato, oltre che per la circolazione tutta), fotocopiatrici,
aule di udienza in numero adeguato agli impegni quotidiani dei vari uffici
giudiziari e quelle esistenti sono gelide dinverno (per lassoluta
insufficienza dellimpianto di riscaldamento) e soffocanti lestate (per la
mancanza di climatizzazione).
SEZIONE MILANO
La commissione manutenzione del palazzo di giustizia il 13 gennaio
2004 ha deliberato di non tenere la cerimonia di
inaugurazione dell'anno giudiziario nell'aula magna del palazzo di giustizia,
ritenendo che le condizioni complessive dello stesso palazzo non garantissero
l'incolumità delle persone che vi accedono.
Era accaduto solo negli anni '80 che non fosse tenuta la cerimonia di inaugurazione, ma
quella volta la scelta era della magistratura, che intendeva protestare per le condizioni
di assoluta insicurezza dei magistrati impegnati nelle indagini e nei processi di
terrorismo. Oggi accade solo a Milano a causa delle condizioni del palazzo di giustizia
che non garantiscono la sicurezza di lavoratori e utenti.
La decisione segue alla serie degli accadimenti di seguito descritti:
Il 27 luglio 2003, nella tarda serata, a
seguito di eccezionali eventi atmosferici, è caduto un infisso della sala posta al X
piano della torre di deposito dellArchivio notarile, provocando danni a due
autovetture parcheggiate nel primo cortile di via Freguglia. Quegli eventi hanno
determinato anche la rottura dei vetri di 14 finestre. Il dirigente di quellufficio
ha attivato gli interventi diretti a ridurre le condizioni di rischio per le persone.
Nella prima decade di settembre 2003, un utente
del palazzo di giustizia ha segnalato al reparto Carabinieri del tribunale il distacco di
alcune lastre di marmo del rivestimento di una colonna posta in prossimità delle aule
della I e II sezione della Corte dassise e i carabinieri intervenuti hanno
constatato la caduta di frammenti di malta cementizia. Larea è stata transennata.
Il 9 ottobre 2003, alle ore 21:00, il
carabiniere in servizio presso la sezione del tribunale è stato avvisato da un cronista
giudiziario della rottura di alcune lastre di vetro di copertura che costituiscono il
lucernaio del III piano del palazzo di giustizia lato di via Freguglia. I Vigili del fuoco
intervenuti hanno constatato il distacco di parte dellintonaco della sovrastante
struttura in muratura, ricaduta sul sottostante lucernaio rovinando sul pianerottolo posto
a termine delle gradinate di vi Freguglia. Sono state rimosse le parti danneggiate ed è
stata transennata la zona interessata al crollo. Il 10 ottobre quellarea (tre rampe
di scale e sei mezzanini di accesso costituenti il corpo principale ed accessorio dello
scalone prospiciente lingresso di via Fregagli 1) è stata sequestrata dal P.M. di
Milano nellambito di un procedimento contro ignoti per il reato di crollo.
Il 14, 21 e 22 novembre lufficio tecnico
del Comune ha eseguito i lavori di rifacimento della pericolante controsoffittatura del
corridoio centrale lato via Manara
Il 17 novembre 2003, alle ore 11:00, al VI
piano del palazzo, nellatrio antistante lufficio di volontaria giurisdizione
si è distaccato dai supporti il battente di una finestra, cadendo allinterno delledificio
e colpendo al capo un utente che era appoggiato ad un leggio situato nella zona. Il medico
dellASL ha visitato la persona, accertando un trauma cranico non commotivo in sede
parietale occipitale destra.
Il 17 dicembre 2003, a seguito della
segnalazione del grave degrado della struttura metallica esterna prospiciente i locali
della Presidenza della Corte dappello, lato Corso di Vittoria, da parte dello stesso
Presidente, il P.M. di Milano, nellambito del procedimento sopra citato, ha disposto
il sequestro di quellarea.
Il 28 dicembre 2003, alle ore 20:20 si è verificato il distacco, da unaltezza
di circa 6 metri, di una lastra di marmo del rivestimento parietale prospiciente laula
dudienza della VII sezione penale del tribunale. I Vigili del fuoco intervenuti,
oltre a transennare larea, hanno provveduto a rimuovere una seconda lastra
pericolante. A seguito dellaccertamento tecnico è stato accertato che la lastra,
ancorché fissata con ganci metallici alla muratura, è precipitata con molta probabilità
in conseguenza della vetustà e per lossidazione dei ferri di ancoraggio. Lufficio
manutenzione del Comune e il Provveditorato alle OOPP della Lombardia hanno disposto il
fissaggio di tutte le lastre di marmo sconnesse poste a cornice dellingresso dellaula
della VII sezione penale e alla sostituzione dei vetri posti a margine del cortile della
statua con materiali vinilici e al risanamento dei ferramenti in ferro. Il 29 dicembre, il
P.M. di Milano, nellambito del procedimento sopra citato, ha disposto il sequestro
dellarea posta interessata ai lavori.
La soluzione adottata dalla commissione
manutenzione segnala la gravità di una situazione ormai intollerabile.
Questa soluzione segue alle innumerevoli denunce che la giunta milanese
dell'associazione ha presentato all'opinione pubblica negli ultimi due anni, nelle quali
sono state indicate:
le condizioni di degrado della struttura del palazzo i ripetuti crolli che in
questi mesi hanno interessato marmi, soffitti, lastroni di vetro in diverse aree del
palazzo (fortunatamente verificatisi in orari notturni);
la situazione di concreto pericolo derivante dalla vetustà della stessa;
le intollerabili temperature alle quali personale amministrativo, avvocati e magistrati
sono costretti ad operare nella stagione estiva.
Tali eventi hanno reso evidente che da tempo era necessario un intervento di verifica
complessiva delle condizioni di sicurezza del palazzo mentre la manutenzione è stata
limitata al ripristino degli innumerevoli eventi di crollo o distacco.
Ma le responsabilità non sono certo degli organi addetti alla manutenzione. Solo per una
verifica affidabile delle condizioni di sicurezza del palazzo sono necessari stanziamenti
nell'ordine dei milioni di euro che non sono
stati assicurati dal Ministro della Giustizia, né dal dirigente del dipartimento affari
generali del Ministero, neanche durante la visita-ispezione del Ministro Castelli dello
scorso 10 gennaio tale disponibilità di risorse è stata concretamente fornita, perché
il dirigente del dipartimento dellorganizzazione giudiziaria, anchegli
presente alla visita, non ha assicurato lo stanziamento dei fondi, ribadendo quanto
scritto nella sua nota del 9 gennaio, che confermava labituale
disponibilità di questo Ministero a fronteggiare con le risorse disponibili le future
urgenze.
La decisione di non tenere presso laula magna linaugurazione dellanno
giudiziario, potrebbe essere seguita da altre delibere ancora più gravi, esistendo il
rischio concreto che a Milano lattività
giudiziaria ordinaria sia sospesa perché le condizioni di degrado del palazzo di
giustizia non garantiscono lincolumità di lavoratori ed utenti del servizio.
Alla denuncia dello stato delledilizia nel palazzo milanese, segue quella, comune a
molti altri distretti, connessa ai tagli della Finanziaria che ha reso ancora più
allarmanti e gravi le carenze del personale amministrativo e l'indisponibilità di risorse materiale.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha denunciato che il
rapporto tra magistrati e amministrativi effettivamente in servizio è allincirca la
metà di quello di altri grandi uffici requirenti (secondo i dati indicati nel documento
sono presenti a Milano 2,15 amministrativi per 1 sostituto, mentre a Roma, Napoli, Palermo
e Torino il rapporto varia tra 4:1 e 6,5:1). Infatti lorganico del suddetto
personale amministrativo consta, a prescindere dalle qualifiche, di 435 unità, ma, come
si ricava dallallegato prospetto, le vacanze sono allo stato 94 e ben 123 sono
coloro che, per distacco, applicazione ad altri uffici, maternità, aspettative etc. non
prestano servizio presso lufficio o lo prestano in modo molto ridotto. Di fatto, dunque, manca lapporto alla Procura
del 50 % del personale amministrativo.
La situazione è analoga per gli uffici
giudicanti, in cui ugualmente il numero di impiegati amministrativi in servizio è del
tutto insufficiente a garantire ai giudici di svolgere con efficacia le funzioni
giudiziarie
Non basta: manca perfino il materiale di cancelleria, la carta per la stampa degli
atti, e addirittura il carburante delle autovetture di servizio, che i magistrati
devono anticipare, sperando nel successivo rimborso.
SEZIONE DI NAPOLI
A fronte di un originario disegno volto alla riunione di tutti gli
uffici giudiziari napoletani allinterno della cittadella giudiziaria del Centro
Direzionale di Napoli, continua a persistere una separatezza logistica tra settore
civile e settore penale del Tribunale di Napoli: contribuendo ad ingenerare confusione in
chiunque privato cittadino o rappresentante del ceto forense debba
accostarsi allufficio giudiziario
napoletano, facendo accrescere quella sensazione di incomprensibilità del pianeta giustizia che si registra in
molte componenti della società civile.
A ciò va, purtroppo, aggiunto che la situazione di
degrado delle diverse sedi giudiziarie che ospitano il Tribunale di Napoli ha
raggiunto livelli inimmaginabili.
E ormai notoria, quanto al settore civile, la situazione di invivibilità che
caratterizza da tempo gli edifici di Castel Capuano e Piazza San Francesco.
Detta situazione è stata documentata dalla Giunta distrettuale nel dossier fotografico
consegnato al rappresentante del Ministro della Giustizia in occasione della passata
cerimonia dinaugurazione dellanno giudiziario.
A Napoli non solo risultano assenti quelle minime condizioni di decoro e di sicurezza che
dovrebbero comunque accompagnare lesercizio dellattività giurisdizionale, ma
vige una situazione di evidente precarietà di
tutta una serie di servizi che dovrebbero essere garantiti in ogni luogo di lavoro
(tra i quali, a mero titolo esemplificativo, un adeguato ed efficiente impianto di
riscaldamento e dei decenti servizi igienici).
Frequentissimi sono, inoltre, i black out dellenergia elettrica a causa di impianti
fatiscenti, cui si è aggiunto, poi, per svariati mesi, anche la inutilizzabilità, in
Castel Capuano, dei servizi telefonici a seguito di un incendio della centralina
verificatasi mesi or sono (in proposito, vale la pena di sottolineare che il ripristino
del servizio è avvenuto non con il pur doveroso acquisto di una nuova centralina
telefonica in luogo di quella irreversibilmente danneggiata, ma soltanto grazie allespediente
di trasferire presso la sede di Castel Capuano la centralina delledificio di Piazza
S. Francesco, privata di parte di quelle linee telefoniche di cui poteva fruire in
passato).
Non si può tralasciare, infine, di evidenziare la diffusa precarietà strutturale degli
altri immobili testimoniata dallo sgombero, disposto ad horas dai Vigili del Fuoco
(a seguito dei noti eventi sismici dellottobre del 2002), dei locali siti al V piano
delledificio di piazza S. Francesco e dalla dichiarata inagibilità del fabbricato
di piazza E. De Nicola, già sede degli Ufficiali Giudiziari addetti alla Corte di Appello
di Napoli.
Merita, in ogni caso, particolare attenzione la situazione di estrema gravità in cui
versano gli uffici di Piazza San Francesco: il quadro fessurativo relativo alle lesioni
subite dalledificio, unitamente al pericoloso carico dincendio nei
locali dellarchivio (segnalato dai Vigili del Fuoco in occasione dellevento
sismico dellottobre 2002) ed alla pessima situazione igienico-sanitaria e di sistemazione degli uffici aule di
udienza, cancellerie, stanze per il personale amministrativo fanno delledificio
di Piazza S. Francesco una vera e propria pecora nera delledilizia
giudiziaria napoletana.
Sembra assurdo assistere al quotidiano utilizzo di uno stabile che presenta lesioni
strutturali così imponenti, e che avrebbero indotto qualsiasi datore di lavoro di
buon senso a sgombrare limmobile, per evitare inutili situazioni di pericolo.
Solo apparentemente la situazione del Nuovo Palazzo di Giustizia al Centro Direzionale di
Napoli si presenta migliore, in quanto una crescente inerzia nella gestione della
manutenzione di tale complesso immobiliare sta determinando uno stato di decadimento
difficilmente sanabile se non arrestato per tempo.
Rientrano, ormai, nella casistica giornalistica episodi singolari che non dovrebbero
verificarsi in edifici di così recente costruzione, quali, tra gli altri, frequenti
blocchi di alcune ascensori indispensabili per il raggiungimento degli uffici
ubicati nelle famose Torri, gocciolamento di acqua piovana nella cd. piazza coperta e
finanche nelle stanze destinate alle camere di consiglio.
A ciò devono aggiungersi i disagi arrecati, in un recente passato, dallo stato di
agitazione proclamato di recente dal personale addetto alla manutenzione degli edifici
giudiziari, che ha provocato, per alcuni giorni, il mancato funzionamento di quasi tutti
gli impianti a servizio tanto del Nuovo Palazzo di Giustizia che di Castel Capuano. Assenza di riscaldamento, limitatissima erogazione
dellenergia elettrica, impraticabilità degli ambienti privi di luce esterna come i
diffusissimi corridoi ed i servizi igienici, hanno costretto il Procuratore Generale
presso la Corte di Appello a vietare, opportunamente, lingresso del pubblico negli
uffici allocati nelle Torri del NPG per evidenti motivi di sicurezza (dagli ascensori si
usciva nei vari piani nel buio più assoluto); tutto ciò ha determinato ritardi nelle
udienze e persino, in alcuni casi, la sospensione della normale attività giudiziaria.
Tali disagi, gravissimi perché incidenti sul regolare svolgimento delle udienze sì da
provocare rinvii di processi, anche in materie particolarmente delicate come quelle di
criminalità organizzata, avrebbero certamente potuto essere evitati se solo il Ministero
della Giustizia, nonché lUfficio Speciale per la Manutenzione degli Uffici
Giudiziari, posto ormai alle dirette dipendenze del Dipartimento dellOrganizzazione
Giudiziaria del Ministero, avessero seguito più accuratamente ed assiduamente tutte le
fasi connesse alla definitiva stipula del contratto dappalto per la manutenzione
degli edifici giudiziari napoletani, come doverosamente si sarebbe dovuto fare attesa la
rilevante importanza delloggetto del medesimo.
Ma ciò che desta maggiore sconcerto, a fronte della grave realtà di complessivo
degrado e di evidenti carenze igienico-sanitarie delledilizia giudiziaria
napoletana, è il tenore delle dichiarazioni rese in prima persona dal Ministro della
Giustizia che, sollecitato a rendere chiarimenti in proposito in occasione di una
importante seduta del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, ha voluto
sostenere che il capoluogo campano gode di una efficiente cittadella giudiziaria, da
considerare un modello per lEuropa.
Preoccupanti difficoltà di carattere logistico sono avvertite anche in altri uffici
giudiziari del distretto.
Presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere,
la giurisdizione civile viene esercitata a livello domestico, nel senso che la
sede è allocata in un vero e proprio fabbricato per civili abitazioni anziché in un
edificio destinato ad un pubblico ufficio.
Problematica è, poi, la situazione del Tribunale
di Nola, dove gli insufficienti spazi assegnati agli uffici giudiziari sono
irrazionalmente divisi tra edifici a distanza notevole tra di loro e particolarmente
precaria si presenta la vivibilità della sede di Via Cimitile (sede dellufficio GIP
e della Sezione Lavoro) dove destate il calore rende insopportabile la presenza nel
fabbricato e di inverno si è costretti a lavori con il soprabito indosso.
Carenze sono state, inoltre, segnalate negli uffici del Tribunale di Torre Annunziata, dove di recente
le udienze preliminari sono state tenute negli studi dei singoli magistrati, con tutte le
consequenziali aberrazioni in termini di sicurezza.
La Giunta distrettuale, poi, in una recente visita agli uffici giudiziari di S. Angelo dei Lombardi, ha
potuto direttamente verificare come i locali uffici del Tribunale e della Procura della
Repubblica non siano serviti da alcun sistema di sicurezza: allingresso manca un metal detector, e non è previsto neanche un
controllo documentale del pubblico, sicché chiunque può entrare negli uffici senza
alcuna verifica; non è previsto inoltre un servizio di vigilanza negli orari notturni.
SOTTOSEZIONE DI ORISTANO
La Sez. distaccata di Sorgono accusa una forte carenza di personale
amministrativo, costituito attualmente da due cancellieri e un commesso. Occorrono
(quantomeno) un ufficiale giudiziario per le notifiche degli atti e un funzionario con il
compito e la responsabilità di dirigere l'ufficio.
Vi sono gravi carenze del più elementare materiale di cancelleria, telefoni ed i
computer in dotazione agli uffici non sono collegati a Internet ed alla rete ministeriale
intranet.
Non é stato realizzato l'inventario dei beni mobili, né sono state svolte le altre
procedure necessarie per lo smaltimento di mobili inutilizzabili e scarti d'archivio che
ingombrano i locali da tempo immemorabile, rendendo inutilizzabili un'aula d'udienza e
diversi uffici.
SEZIONE PALERMO
Urgente è la necessità di provvedere alla copertura degli organici e soprattutto al loro
adeguamento ai carichi di lavoro indotti dalla accresciuta complessità della realtà
sociale che determina un esponenziale ricorso alla giurisdizione e dalla presenza, in
tutto il territorio del distretto, di unagguerrita criminalità organizzata di tipo
mafioso.
In un distretto, quale quello di Palermo, fortemente caratterizzato dalla pervasiva
presenza della mafia, la difettosa amministrazione della Giustizia, venendo percepita dal
cittadino come una sorta d'incapacità dello Stato di assicurare una rapida, efficiente e
dunque effettiva e sicura tutela giurisdizionale, si traduce di fatto in una causa
accrescimento del potere e del consenso di Cosa Nostra.
Si rende, dunque, indilazionabile non solo la copertura dei posti vacanti ma il nuovo
dimensionamento degli organici considerando che il Distretto per fronteggiare la questione
mafia deve istruire e celebrare processi aventi dimensioni ponderose sia sotto il
profilo della qualità che del numero degli imputati detenuti, con conseguenze sullintera
struttura facili da immaginare.
La situazione è, peraltro, aggravata dai frequenti trasferimenti di magistrati disposti
senza contemporaneo rimpiazzo, che, specie negli uffici di modeste dimensioni, provocano
evidenti disfunzioni cui si aggiunge sovente nel penale lulteriore devastante
conseguenza dellannullamento dellattività dibattimentale compiuta ove le
parti non consentano alla sua utilizzazione innanzi allorgano giudicante
diversamente composto.
Lattuale generale disciplina delle incompatibilità rende, inoltre, sempre più
difficile costituire i collegi, specialmente per i reati più gravi, ed impone spesso la
necessità di trarre i componenti del collegi da più sezioni diverse di uno stesso
ufficio giudiziario, comportando così gravi inconvenienti per la funzionalità delle
sezioni di provenienza e forti ritardi nella definizione del processo.
Per effetto delle recenti modifiche in tema di giudizio abbreviato, si è assistito ad un
aumento del carico di lavoro del G.U.P. su cui sono venuti a gravare una serie di processi
spesso concernenti reati di competenza della Corte di Assise senza che, parallelamente, si
sia posto mano ad un potenziamento degli organici, che sono sottoposti ad uno sforzo
insostenibile.
In particolare, stridono palesemente con la crescente importanza e laggravio di
compiti che le recenti riforme processuali assegnano alla funzione giurisdizionale
preliminare, le attuali condizioni della sezione
G.I.P./G.U.P. del Tribunale di Palermo sia per la sproporzione tra il numero dei
magistrati in forza alla sezione e quelli (giustamente) assegnati alla locale Procura
della Repubblica sia per lassoluta inadeguatezza numerica del personale di
cancelleria rispetto allenorme mole di adempimenti che la trattazione degli affari
assegnati allufficio impone.
Pur trattando quotidianamente processi in cui è necessario il video-collegamento a
distanza lufficio, non disponendo di una propria aula dotata delle relative
strutture tecniche, è costretto a confrontarsi con difficoltà organizzative enormi per
conciliare la necessaria celerità con cui trattare delicati processi con imputati
detenuti, con la disponibilità dellapposita aula, gli impegni degli imputati in
altri processi e gli impegni dellufficio medesimo.
Per converso, la situazione del personale
amministrativo non appare diversa, essendo altrettanto evidente linadeguatezza
dellattuale organico rispetto allelevato numero di delicati adempimenti da
assolvere quotidianamente.
Analoghe considerazioni valgono per gli altri uffici giudiziari del distretto per il
costante, negativo rapporto tra la enorme mole di lavoro ed i mezzi offerti per celebrare
i processi in tempi rapidi: alla carenza e sottodimensionamento dellorganico della
magistratura si aggiunge anche quello del personale di cancelleria che, sia per lesiguo
numero di persone, che, specialmente, per la mancanza di mezzi finanziari (fondi per lo
straordinario) non è più in grado di assicurare il numero di udienze che sarebbe
necessario per concludere celermente i processi di maggiore rilievo.
La stessa carenza di adeguate dotazioni finanziarie
ha del tutto cancellato la possibilità di ricorrere ai contratti di diritto privato
per le trascrizioni dei verbali di udienza, esponendo i singoli magistrati, necessitati a
nominare i periti trascrittori per i singoli processi, a responsabilità contabile donde
la necessità di dovere spesso optare per la verbalizzazione sintetica, con conseguente
rallentamento dei tempi della udienza.
E triste evidenziare che molti magistrati si sono visti negare anche la carta per la
stampante o altri generi di cancelleria di prima necessità (carta, penne, spillatrici,
cartucce per le stampanti e quant'altro), senza dire che non ci sono soldi per lacquisto
di nuovi codici né disponibilità finanziarie per abbonamenti a riviste specializzate o
per l'acquisto di libri.
Le autovetture assegnate ai vari Uffici rischiano di fermarsi per mancanza di fondi per il
pagamento della benzina, delle riparazioni di cui continuamente necessitano, stante lassoluta
vetustà del parco macchine, degli straordinari dei pochi autisti giudiziari in servizio.
La progressiva riduzione del personale nelle segreterie
delle Procure, unitamente alla mancanza di fondi per lo straordinario, è una delle
causa dell'arretrato, se si considera le funzioni alle quali dovrebbe assolvere: iscrivere
i dati nel registro generale, aggiornare direttamente i registri, fascicolare,
indicizzare, inoltrare le deleghe, oltre a redigere una pluralità di atti nella vita
ordinaria del procedimento, e naturalmente fare migliaia di fotocopie.
Non sono presenti, da tempo, i dattilografi, incaricati anche del servizio fotocopie,
mentre in alcune Procure del Distretto si tenta di sopperire alla carenza dei commessi con
LSU (lavoratori socialmente utili) che sono impiegati per poche ore al giorno e dei quali
non è possibile verificare i precedenti penali.
Le fotocopiatrici sono un bene in via di estinzione; quelle che rimangono spesso
necessitano di costose riparazione alle quali non si può fare fronte per mancanza di
fondi: si opera quindi in condizioni di enorme disagio senza fascicolatore, senza la
possibilità di copie fronte - retro, fotocopiando solo a singole pagine anche quando, di
regola, necessitano migliaia e migliaia di copie.
E, purtroppo, un dato e una costante che anche la giurisdizione civile rappresenti
attualmente una risorsa insufficiente al bisogno: profondamente modificata da incisive
riforme, continua purtroppo ad essere caratterizzata da inefficienze e ritardi per
l'enorme sproporzione esistente tra il carico di lavoro e l'esiguo numero dei giudici e
dei loro ausiliari, gravati da un numero sempre crescente di incombenze.
Si assiste ancora allo spettacolo mortificante di un giudice senza cancelliere, in attesa
di ascoltare testimoni spaesati, sfiniti da lunghe attese, sommerso dalle carte ed
attorniato da avvocati impegnati nella faticosa ed umiliante ricerca di fascicoli e
controparti, tutti alle prese con verbali scritti a mano, con documenti che non si
trovano; di un giudice costretto, infine, a rinviare i processi di mesi o addirittura di
anni nonostante tratti centinaia di cause a settimana e scriva finanche cinquecento
sentenze allanno.
Il dato organizzativo - legato alla incongruenza delle risorse umane e materiale destinate
al settore - ha in pratica vanificato i benefici ipoteticamente ricollegabili alle
innovazioni ordinamentali e procedurali che hanno ridisegnato il sistema processuale
civile.
SEZIONE
PIEMONTE E VALLE DAOSTA
Le maggiori disfunzioni sono addebitabili alla scopertura dellorganico
del personale amministrativo pari al 12 % circa, a cui occorre aggiungere lulteriore
dato derivante dalla sottrazione ai 744 presenti di quelli in assenza temporanea per
malattia, aspettative varie, maternità e i, non pochi, che fanno orario part-time,
orizzontale e verticale).
Tale situazione ha comportato che dopo anni di estreme difficoltà logistiche per
aule insufficienti e magistrati in numero non adeguato, reso operativo il nuovo Palazzo di
Giustizia, da circa un anno si è dovuto limitare il numero delle udienze dibattimentali,
non più di 12 per settimana per sezione (le 4 sezioni dibattimentali penali sono
attualmente composte di 8 giudici ed un presidente) perché il personale amministrativo
non è in grado di reggerne, per tutti gli incombenti pre e post udienza, un numero
superiore, pena lincremento a dismisura di un arretrato che determina una
strozzatura tra I e II grado solo foriera di fissazioni tardive e prescrizioni.
Il risultato davvero paradossale è che nel
distretto di Torino ci sono aule e giudici
penali parzialmente inutilizzati a fronte di un arretrato di fascicoli che arriva
dalla Procura soprattutto per i processi monocratici a citazione diretta, che sta
letteralmente sommergendo le cancellerie delle diverse sezioni, facendo attendere i
cittadini (imputati, parte lese e testi) ed avvocati con buone prospettive, se il trend
continua, di finire prima o poi davanti a Strasburgo o in legge Pinto per irragionevole
durata del processo.
Analoga situazione di sofferenza viene evidenziata dalla sezione GIP-GUP, dove i tagli apportati negli
ultimi anni alla spesa destinata alla amministrazione della giustizia hanno comportato due
importanti conseguenze: il personale trasferito o cessato dal servizio da tempo non viene
sostituito e gli interventi di riparazione e/o sostituzione di materiale usurato oppure
inadeguato (armadi fax - impianti di audioregistrazione - sistemi di registrazione
portatili - fotocopiatrici insufficienti, assenza di locali da attrezzare per le audizioni
protette che vengono svolte allesterno con costi notevoli per lErario) non
sempre avviene con la necessaria tempestività. La produttività dei giudici rimane
attestata su livelli elevati, come dimostrano i dati statistici, e lineffettività
delle decisioni giudiziarie trova origine in queste disfunzioni, incolpevoli in quanto
determinate dalla carenza di risorse.
Grave anche la situazione dei pagamenti dei servizi di registrazione e trascrizione
udienze dibattimentali (appaltati per gli uffici di Torino a ditte private), che per i
soli uffici di Torino, é la seguente:
gli ultimi pagamenti eseguiti risalgono allaprile del 2003;
le ditte interessate vantano un credito, ad oggi, di circa 215.000,00.
Sono da tempo esauriti anche i fondi per comprare le cassette su cui registrare le udienze
e sino ad ora si é fatto fronte riciclando le cassette già usate, ma la cosa non può
durare allinfinito.
In molte aule gli apparecchi di registrazione sono obsoleti, subiscono
spesso inceppamenti e manca ogni seria e adeguata manutenzione.
Gli stessi operatori delle ditte provvedono come possono, col personale di assistenza alle
udienze, ad interventi di ripristino e piccola manutenzione, ovviamente senza essere per
ciò retribuiti.
La prospettiva a breve, se non vi saranno novità, é quella di sospendere il servizio o
limitarlo ulteriormente ai casi assolutamente imprescindibili.
SEZIONE DI ROMA
Gli uffici giudiziari di Roma hanno dimensioni mastodontiche
ed il Tribunale di Roma è il più grande dEuropa e forse del mondo.
Gli uffici sono dislocati in varie località della città, alcune sufficientemente
vicine, altre lontanissime tra loro:
Corte di Cassazione: a piazza Cavour.
Corte dAppello Civile: a via Rossetti. Di recente è stato consegnato un grosso
edificio nelle vicinanze, ma non è utilizzabile perché gli arredi non sono stati
acquistati per mancanza di fondi.
Corte dAppello penale: nelledificio B della città giudiziaria di Piazzale
Clodio.
Procura Generale della Corte dAppello: a Piazza Adriana.
Ufficio di Sorveglianza: a Piazza Adriana.
Tribunale Civile: in vari edifici di via Giulio Cesare e via Lepanto.
Tribunale Penale: dislocato in due diversi edifici, A e B della città giudiziaria di
Piazzale Clodio.
Sezione Lavoro: attualmente, a causa del crollo di alcuni controsoffitti, che hanno
procurato la sospensione di alcune udienze, magistrati addetti alla sezione tengono
udienza ospitati nelle stanze di altre sezioni con forte disagio di tutti.
Corti di Assise: dislocate a Piazzale dei Gladiatori (Foro Italico) ed a Rebibbia.
Giudici di Pace Civile: a via Teulada.
Giudici di Pace Penale: in via Lepanto.
La dislocazione degli uffici in tante zone spesso lontane tra loro, comporta comprensibili
disagi per tutti ed uno spreco enorme di energie.
I fascicoli vengono spostati di continuo da un edificio ad un altro e sovente da un
quartiere allaltro della città. Utenti e avvocati sono costretti a viaggiare da un
punto allaltro della città, attraversando le zone dal traffico più congestionato e
caratterizzate da una cronica mancanza di parcheggi.
Questa dispersione non è compensata da alcun vantaggio: nel tribunale civile di Roma
nessun magistrato può usufruire di una struttura tutta sua.
A nessun magistrato è assegnata una stanza tutta sua ed ognuno tiene udienza in stanze
che utilizza a rotazione con altri colleghi.
Nessuno ha una stanza dove poter studiare i fascicoli ed ognuno provvede da sé a
trasportare i fascicoli a casa propria per la redazione delle sentenze.
Nelle sezioni penali la situazione è analoga: i magistrati sono stipati persino in
tre in una stanza per studiare i fascicoli che, dato il numero e la quantità di
provvedimenti da adottare, non è assolutamente possibile trasportare ogni volta a casa.
Per la redazione delle sentenze, che richiederebbe concentrazione e tranquillità, tutti
trasportano da soli i fascicoli a casa.
Le aule di udienza sono lontane dalle stanze dei magistrati e vengono
utilizzate a turno da più magistrati, il che rende impossibile attrezzarle con codici,
testi di diritto, moduli, ecc. Tutti i magistrati del settore penale si sono muniti di
valigie a rotelle per trasportare in udienza codici, testi, moduli. Ogni mattina si
assiste al curioso viaggio da un edificio allaltro di magistrati che, con la toga al
braccio, raggiungono la propria aula trascinando la valigia con il kit di udienza personale.
A questo si aggiunga una cronica insufficienza di personale amministrativo.
Nel tribunale civile è impensabile che il magistrato, durante la sua udienza, possa
essere assistito da un addetto di cancelleria: egli aggiorna personalmente il ruolo,
estrae i fascicoli dal mucchio, verbalizza da solo, sovente con laiuto degli
avvocati.
Al penale sarebbe impossibile celebrare ludienza senza assistente; peraltro la
documentazione fonografica delle udienze (assolutamente indispensabile in un processo
basato sullesame diretto delle parti) è affidata a cooperative esterne che vengono
pagate con ritardi di mesi e mesi. Di recente il servizio di stenotipia , per
protesta contro le inadempienze del ministero, è stato per qualche tempo sospeso.
Per il trasporto dei fascicoli, di cui si è segnalata la mole incredibile di
movimentazioni, non cè personale a sufficienza. Capita spessissimo che la consegna
dei fascicoli alle aule venga effettuata non dai commessi addetti, ma da funzionari di
cancelleria se non dagli stessi magistrati.
Per questo servizio mancano le strutture più elementari: basti pensare che per il
trasporto dei fascicoli vengono utilizzati carrelli da supermercato che non si sa bene
come siano pervenuti nei vari uffici.
Linformatica, che potrebbe dare un enorme sollievo a tutte le procedure, non
riesce a decollare per cronica mancanza di personale in grado di aggiornare i data-base e
di dedicare tempo allapprendimento di programmi ed applicazioni. Il personale è
appena sufficiente ad affrontare lemergenza quotidiana ed ogni volta che si tenta di
introdurre innovazioni o sperimentazioni si pagano prezzi altissimi sul rendimento
immediato.
Nel penale la carenza di personale si fa particolarmente sentire alla fine del processo.
Tempi biblici per notificare la sentenza alle parti, lungaggini clamorose per consegnare i
fascicoli ai giudici delle impugnazioni, giacenze incredibili dopo il passaggio in
giudicato della sentenza che spesso porta alla prescrizione delle pene inflitte ed alla
mancata esazione delle sanzioni pecuniarie.
E evidente che si tratta di carenze tutte al di fuori della portata degli
interventi dei magistrati. I capi degli uffici hanno speso quasi tutte le loro energie
per affrontare le tremende carenze di mezzi e di personale, andando ben oltre i compiti
loro affidati, affrontando umilianti questue presso gli uffici ministeriali, nel tentativo
di dare un minimo di efficienza ad una struttura che soffre da tempo di paurose carenze di
risorse.
Allarmante a Roma, come si è accennato, è la questione relativa alla sicurezza ed
alla stabilità delledificio sito in Viale Giulio Cesare n. 54 ove operano i
magistrati della III sezione civile e della IV sezione lavoro del Tribunale.
Si tratta di edificio originariamente utilizzato come caserma e successivamente mutato
nelluso attuale; tale mutamento di destinazione duso, però, è stato di
recente oggetto di attenzione del Genio Civile che, nella primavera dellanno 2003,
ha effettuato un sopralluogo verificando lesistenza di problemi di staticità,
evidenziati da crepe comparse sui
muri delle stanze.
Vi è stata, di conseguenza, una raccomandazione finalizzata ad evitare che il
peso sia dei fascicoli sia del pubblico - che numerosissimo visita lufficio (basta
pensare alla consultazione dei fascicoli, allestrazione di copie di atti e
documenti, nonché di dispositivi e sentenze, allaffluenza nei giorni di udienza che
comporta lo stazionamento di decine e decine di persone in corridoi assai angusti , senza
sbocchi di aria) - avvenga con modalità tali da non comprometterne la stabilità.
Di qui alcune rivendicazioni delle cancellerie che, in particolare al I ed al II piano,
hanno ottenuto spazi ampi per una diversa distribuzione fisica dei fascicoli , sottraendo
aule alluso dei magistrati, costretti invero a tenere udienza in aule di
ridottissime dimensioni.
Durante il fine settimana del 1° novembre (fortunatamente durante i giorni
festivi di chiusura dellufficio) vi è stato il crollo del controsoffitto
sito nel corridoio sinistro del secondo piano, ove sono pure collocate alcune aule di
udienza e di lavoro.
In sostanza, vi è stata una enorme perdita di acqua dalla mansarda tale da provocare uninfiltrazione
attraverso il pavimento e poi lungo le pareti, sicché le piastrelle di cartongesso
collocate nel controsoffitto si sono gonfiate come spugne e poi disintegrate
cadendo a terra.
Il corridoio e le stanze sia di udienza che di cancelleria (alcune anche allagate, con
acqua sui fascicoli, sulle sentenze nonché sui computer) sono divenute inagibili, con la
conseguenza che le udienze - per i magistrati di tale lato delledificio sono
state sospese dal giorno 4 al giorno 8 Novembre.
Attualmente la situazione è la medesima, con la prospettiva di una sospensione delle
udienze per i lavori per almeno due mesi, con giudici itineranti, privi di
stanze per lo studio e di strumenti di lavoro, con aule di udienza da reperire non si sa
bene dove e quando.
Sollecitato dal Presidente del Tribunale, il Genio Civile ha provveduto al transennamento
ed alla chiusura temporanea di tutta lala sinistra delledificio,
a partire dal piano terreno fino allultimo piano.
I giudici della III e IV sezione che ivi alloggiavano sono stati atomizzati,
reperendo faticosamente aule presso altre sezioni del Tribunale Civile Ordinario nelledificio
in Via Lepanto . Sono aule fornite in
prestito e da restituire quanto prima, stante le doglianze dei colleghi che, a loro
volta, si sono dovuti trasferire. Dal 9 dicembre 2003,
dopo una sospensione delle udienze disposta dal Presidente del Tribunale e
proseguita per circa un mese, i magistrati sono andati a svolgere le loro funzioni provvisoriamente
in tali sedi, senza alcun supporto di cancelleria e con infiniti problemi di trasporto dei
fascicoli da un edificio ad un altro, affidato a facchini coordinati da un commesso della
sezione.
Le condizioni di lavoro risultano, allo stato, non solo faticose ma quasi impossibili
anche per chi è rimasto in V.le Giulio Cesare: non vi è più per alcun magistrato un
locale dignitoso ed adeguato dove studiare i fascicoli, essendo tutti privi di unaula
propria.
Ulteriore conseguenza è limpossibilità anche in termini di spazio di
avere a disposizione i fascicoli nelle dette aule, se non per il tempo strettamente
necessario per lo svolgimento delludienza: in tali condizioni non è possibile
studiare, effettuare ricerche e utilizzare i mezzi informatici (lì ove a disposizione e
se funzionanti) per preparare ludienza.
I magistrati, per lo più, si sono organizzati studiando nelle cancellerie al pomeriggio,
in assenza del personale amministrativo.
Non si conoscono, allo stato, i tempi di realizzazione dei lavori di adeguamento
dei locali alle condizioni di sicurezza imposte dalla legge: da notizie ufficiose si è
appreso lo stanziamento dei fondi per lesecuzione dei lavori che, attualmente, sono
limitati al puntellamento dei solai, senza, però, alcuna garanzia in ordine
al ripristino della situazione antecedente.
SEZIONE
DI SALERNO
Sussistono notevoli problemi concernenti la sicurezza degli
uffici giudiziari
Il problema concerne soprattutto il settore civile
del Tribunale di Salerno che è costretto a operare in strutture, anche esterne alla sede
centrale del Palazzo di Giustizia, apparenti del tutto inadeguate a garantire una decorosa
amministrazione della giustizia. Le condizioni di lavoro, pertanto, sono sicuramente
inaccettabili sia per il personale amministrativo, sia per il personale di Magistratura, e
comportano gravi problemi anche per gli avvocati e per gli utenti, in generale, del
Servizio Giustizia. La mancanza di adeguati impianti di riscaldamento e/o di
condizionamento e la carenza di adeguate aule di udienza, daltra parte,
costituiscono alcune delle tante spie di questa situazione di disagio.
Il tema delledilizia giudiziaria riveste, quindi, un carattere preminente
soprattutto per il settore civile del Tribunale di Salerno che opera in strutture
sicuramente non adatte al tipo di servizio che occorre fornire alla comunità. Non si
hanno, peraltro, allo stato notizie precise in ordine al corso dei lavori riguardanti la
costruzione della cittadella giudiziaria.
Altro gravissimo problema è costituito dal sottodimensionamento dellorganico di
Magistratura in particolare del Tribunale di
Salerno che incontra notevoli problemi nel garantire una adeguata copertura di tutti gli
Uffici. Non va taciuto, per il settore penale, che il Distretto di Salerno comprende aree
territoriali affette da gravissimi problemi di criminalità organizzata (Agro
Nocerino-sarnese, Piana del Sele). La litigiosità nel settore civile, peraltro, è
notevolissima e il carico di lavoro è sicuramente eccessivo rispetto al numero di
magistrati e alle unità di personale amministrativo disponibili.
La ristrettezza dellorganico pone, daltra
parte, gravi problemi anche in relazione alla organizzazione delle Sezioni Distaccate del
Tribunale di Salerno che sono ben cinque e talune anche di dimensioni notevoli (si pensi,
in particolare, alla Sezione Distaccata di Eboli).
I Tribunali siti fuori della sede del Distretto, daltra
parte, sono ugualmente afflitti da gravi problemi organizzativi anche connessi con la
ampiezza del territorio coperto.
SEZIONE DI VENEZIA
Nellarticolo apparso sul Il Sole 24 ore nordest del
7.11.2003 venivano evidenziate le notevoli carenze
d'organico degli uffici giudiziari del Veneto; in particolare, si contano 8 magistrati
ogni 100 mila abitanti in una regione tra le più dinamiche dItalia, che non ha
visto evolversi il sistema giudiziario in parallelo con la crescita economica, la quale ha
segnato inevitabilmente una più pressante domanda di giustizia. Nel 2002 la sezione
veneta dellANM ha redatto un libro bianco sulla giustizia nella regione ed il quadro
che emerge mostra poche luci e molte ombre. I disagi maggiori sono a Treviso
ed a Vicenza, due province che hanno visto uno sviluppo economico straordinario ed unevoluzione
parallela del contenzioso, senza che le strutture della giustizia tenessero il passo. Per
non parlare di Venezia, dove già la logistica, con la ripartizione tra centro storico e
terraferma, è un problema significativo.
Una situazione simile si riscontra considerando il personale amministrativo in
dotazione agli uffici giudiziari del Veneto, dove le scoperture di organico arrivano al
30-35%, con casi limite nei quali la stessa attività processuale è impedita dalle
assenze. E la Finanziaria 2004 ha confermato il blocco totale delle assunzioni.
Quanto alle spese materiali, i fondi 2003 si sono ben presto esauriti e da Venezia
è stata diramata una circolare che invita a ridurre le spese, dalla rendicontatone
stenotipica alla carta per fotocopie fino alla carta igienica.
Si segnalano inoltre le disfunzioni che da un anno si verificano in numerosi Tribunali
(Venezia, Treviso) ed anche in Corte d'Appello, per la mancata assistenza degli
ufficiali giudiziari alle udienze penali. Si tratta di un problema anche di altre sedi
giudiziarie, al quale bisognerebbe porre rimedio prima che la soluzione di celebrare
udienze dibattimentali con l'assistenza "di chi capita" nelle funzioni non del
tutto marginali dell'ufficiale giudiziario diventi prassi consolidata.
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