COMITATO DIRETTIVO CENTRALE DELLANM DEL 3 MARZO 2004 1.Premessa Nel messaggio col quale si comunicava la convocazione in via di
urgenza della Giunta Esecutiva Centrale dellANM per il giorno 2 marzo e la
convocazione del CDC per il successivo 3 marzo avevamo preannunciato un resoconto delle
attività nel frattempo svolte. Purtroppo non vi è stato il tempo necessario per far ciò e
dunque prima di parlare del CDC di ieri, di cui tutti ormai conoscono lesito, appare
opportuno ricostruire le vicende di questi ultimi venti giorni. Ci permettiamo altresì di
fornire una nostra modesta interpretazione delle stesse che riteniamo possa essere utile
al dibattito che si sta sviluppando. 2. Il Congresso di
Venezia dellANM e il CDC di Venezia Il Congresso di Venezia dellANM è stato anticipato
rispetto alla usuale data biennale (in genere viene organizzato tra marzo e maggio)
proprio perché doveva avere un duplice scopo. Una finalità interna consentendo il più ampio dibattito tra i
magistrati su un tema così scottante come la riforma dellordinamento giudiziario. Una finalità esterna rappresentata dalla necessità di ottenere
una giusta visibilità esterna e soprattutto ladeguato atteggiamento di attenzione
non tanto delle forze politiche quanto soprattutto delle più alte cariche dello Stato. Questi due scopi potevano non coincidere e vi era anche il
rischio di dare una immagine sbagliata della magistratura associata. In realtà le due finalità, crediamo, sono state raggiunte: la
massiccia partecipazione dei magistrati al congresso, da un canto, e la presenza del
Presidente della Repubblica e del Vice-Presidente del Senato, sen. Fisichella, dallaltro
hanno consentito che le posizioni della magistratura sullordinamento giudiziario
guadagnassero finalmente linteresse dellopinione pubblica. Un contributo decisivo in tal senso è stato fornito non solo
dalla relazione introduttiva del Presidente dellANM ma anche dalle relazioni dei
cinque segretari delle componenti associative nonché dalla mozione finale approvata allunanimità. Certamente non è stato utile, anzi ha rischiato di inficiare le
ragioni del Congresso, la relazione per cd. di sintesi finale del segretario generale dellANM. Il CDC successivo al Congresso, prendendo atto dei lavori
congressuali e tenuto conto dellimminente inizio della discussione del disegno di
riforma dellordinamento giudiziario in Commissione Giustizia della Camera, non
poteva che deliberare, sempre allunanimità, le forme di protesta ben note. 3. Effetti del Congresso
e mutamento della situazione generale Il disagio dei magistrati, espresso attraverso la mozione finale
congressuale e ladozione delle forme di protesta dello sciopero effettivo e
virtuale, in un contesto politico-economico-giudiziario differente rispetto ai mesi
precedenti, ha indotto per primi gli organi istituzionali ma poi anche autorevoli
rappresentanti dei partiti di maggioranza e parlamentari di primo piano a lavorare per
cercare di restaurare un elementare principio di dialogo e moderazione. Certamente riteniamo abbia inciso il mutamento del contesto
politico e precisamente le divisioni nella maggioranza e soprattutto le nuove inchieste
giudiziarie su fenomeni economici e finanziari di non poco conto. Nel contempo i sondaggi, apparsi di recente sui quotidiani di
maggior rilievo nazionale, evidenziavano come la fiducia dellopinione pubblica nella
magistratura, come istituzione, stava nuovamente aumentando. Ma soprattutto crediamo abbia inciso sui nostri interlocutori
istituzionali e politici la circostanza che lANM era unita sia nel metodo sia nei
contenuti. Nel contenuti ritenendo sostanzialmente inaccettabile il testo di
riforma licenziato dal Senato, nel metodo ritenendo tutte le componenti associative che
occorreva dare un chiaro e forte segnale di protesta. Un contributo essenziale è stato sicuramente fornito da
Magistratura Indipendente e dal suo segretario generale: la linea del dialogo nella
fermezza dei principi da sempre propugnato non solo da Antonio Patrono ma da tutta lattuale
classe dirigente di M.I. ha fatto comprendere, in modo inequivocabile, ai nostri
interlocutori che non vi erano differenze sostanziali di posizioni. Certo nella primavera del 2002, con la Presidenza Patrono dellANM,
la situazione era certamente ben diversa e molto più favorevole per lintera
magistratura rispetto ad oggi ma il problema è ora quello di cercare di ottenere una
riforma che vada nel senso dellefficienza ma anche della tutela dei principi
costituzionali dellautonomia e dellindipendenza del potere giudiziario. Dunque è sulloggi che dobbiamo misurarci e confrontarci
(tra laltro qualcuno comincia ad affermare che volendo si poteva ritenere ancor più
preferibile il progetto Filck sulla giustizia). 4. Attività della
GEC La GEC dellANM subito dopo Venezia ha predisposto i
deliberati attuativi dello sciopero ma nel frattempo è arrivato un primo significativo
segnale di apertura al dialogo, tanto più significativo perché proveniente dalla terza
carica dello Stato. Il Presidente della Camera, infatti, due giorni prima laudizione
della GEC alla Commissione Giustizia alla
Camera, incontrava il Presidente dellANM ed in un successivo comunicato stampa
affermava la necessità del dialogo ed il principio che certamente la riforma non poteva
farsi contro la magistratura. Successivamente la GEC incontrava prima lOUA
ottenendo significative convergenze su punti significativi delle nostre proposte operative
e poi il gruppo parlamentare dellUDC alla presenza del Sottosegretario alla
Giustizia on. Vietti. In questo lungo e proficuo incontro la GEC enunciava le proprie
proposte, e lUDC si mostrava interessata a recepire attraverso lo strumento degli
emendamenti modifiche significative della riforma quali: -
il doppio concorso iniziale; -
il sistema dei concorsi; -
lufficio di Procura con la reintroduzione dei procuratori
aggiunti; -
la revisione degli emendamenti Bobbio. Estremamente utile si appalesava anche laudizione alla
Commissione Giustizia della Camera non solo per la disponibilità a sentire le ragioni dei
magistrati ma anche perché il Pres. Pecorella faceva chiaramente intendere come vi
sarebbero state significative modifiche al testo licenziato al Senato. Daltronde le manifestazioni di apertura proseguivano anche
sulla stampa: basti pensare allintervista sempre dellon. Pecorella al Corriere della Sera. La riprova della disponibilità al dialogo era confermata dalla
dura presa di posizione dellavv. Randazzo, Presidente delle Camere Penali. Linsieme di questi avvenimenti induceva pertanto la Giunta
a convocare in via di urgenza il CDC per il 3 marzo, ultimo giorno utile, per decidere su
un eventuale rinvio o sospensione dello sciopero. Nel contempo la GEC veniva ricevuto dal Presidente dei deputati
di AN, on. Anedda, il quale intratteneva la giunta per oltre due ore e mezza ed anche in
quella sede si cercava di instaurare un dialogo costruttivo e propositivo. 5. Il CDC del 3 marzo
2004 Il Cdc del 3 marzo era preceduto non solo dalla riunione della
GEC ma, ovviamente, anche dalle riunioni degli organi direttivi di tutele componenti
associative. Dopo la relazione introduttiva del Presidente dellANM
prendevano la parola gli esponenti delle componenti. Per M.I. hanno parlato Mario Cicala e Maurizio Laudi. Landamento del CDC è stato sostanzialmente unitario. Il
problema che veniva posto da taluni era quello di indicare sin dora la data di un
nuovo sciopero. Ma è prevalsa la linea, sostenuta anche da M.I., che non era
possibile allo stato indicare una nuova data perché non era possibile conoscere i tempi
dei lavori parlamentari e che comunque sarebbe stato più opportuno fissare sin dora
un nuovo CDC per valutare la situazione e ciò nel giro di un mese. Ma, soprattutto, e questo veniva sottolineato adeguatamente da
Maurizio Laudi, la fissazione di una nuova data di sciopero significava non credere
affatto alle aperture manifestate e comunque non consentire al legislatore, nel rispetto
delle prerogative, di valutare e meditare nel tempo necessario le opportune modifiche al
testo. Il CDC pertanto allunanimità deliberava la sospensione di
tutte le manifestazioni di protesta, rimaneva comunque convocato in via permanente e si
stabiliva che sarebbe stato fissato un nuovo
CDC non oltre il 2 aprile per valutare landamento dei lavori parlamentari. 6. Valutazioni del
CDC Lesito del CDC, con la sospensione dello sciopero non può
che ricevere una valutazione positiva: basti pensare alle dichiarazioni immediatamente
rese dal Presidente della Repubblica e dal Presidente della Camera nonché dagli esponenti
di tutti i partiti. In realtà la magistratura ha dato prova di responsabilità e di
profondo senso istituzionale. Rimangono integre le riserve sullimpianto riformatore ma la
magistratura aspetta di valutare gli emendamenti che dovranno essere presentati entro il
prossimo 20 marzo. Inoltre il riscontro dellazione della magistratura nellopinione
pubblica non potrà che essere positivo e toccherà adesso alle forze parlamentari, specie
quelle di maggioranza, di saper rispondere adeguatamente alla disponibilità e alla
correttezza dimostrata dalla magistratura. Questo concetto è stato ribadito da Antonio Patrono nellintervista
di oggi 4 marzo al Corriere della Sera: i
magistrati il passo lo hanno fatto e, ora, tocca alla politica che sicuramente ha la
possibilità di raggiungere il risultato auspicato da più parti e, in primo luogo, dal
Capo dello Stato. Daltronde una risposta inadeguata e sostanzialmente poco
attenta ai punti sottoposti dallANM non potrebbe che legittimare in modo definitivo
ed univoco dinanzi allopinione pubblica la sacrosanta protesta della magistratura
associata. Certo per i componenti di MI in CDC, come autorevolmente
osservato in queste ore, questa linea non è che la prosecuzione coerente del tipo di
attività e di rispondenza ai principi nei quali crediamo. Probabilmente potrebbero esserci maggiori problemi per chi in
questi mesi ha cavalcato posizioni oltranziste e massimaliste. Crediamo però che anche noi, soprattutto noi di MI, dobbiamo
fare nostra la citazione adoperata per sé stamani da Pecorella in una intervista alla Stampa e cioè che bisogna essere unitari anche per chi non lo è. Crediamo cioè che difficilmente esponenti di altre componenti
associative potranno riconoscere che era giusta, corretta ed adeguata lazione della
Giunta Patrono (che peraltro non dimentichiamolo era una Giunta unitaria e non certo un
monocolore MI) e pur tuttavia dobbiamo continuare a lavorare dimostrando che la
ragionevolezza nella fermezza è lunico metodo che paga. Certamente non siamo ottimisti per il futuro ed anzi siamo sicuri
che adesso comincia la vera partita ma certamente questa partita la ANM non la gioca più
in difesa e su posizioni apparentemente conservatrici avendo avuto una grande capacità di
rilanciare la palla dallaltra parte. Il vero problema che si porrà sarà dora innanzi valutare
se le modifiche che intendono apportare alla riforma saranno per noi sufficienti,
certamente non crediamo idonee, a ridare efficienza al sistema ed a non ledere i principi
costituzionali più volte richiamati. Antonietta Fiorillo
Sergio
Gallo |