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Si riaccende la polemica sulla giustizia, maggioranza e opposizione sono di nuovo ai ferri corti. E non solo: "A Udine e a Trieste, i magistrati hanno disertato in massa l'incontro con il Guardasigilli, Roberto Castelli, che ha scelto una giornata calda per visitare gli uffici giudiziari del Friuli: "Hanno un certo ritardo democratico e un po' di educazione avrebbe imposto che leggessero davanti a me il loro documento di protesta", si è poi lamentato il ministro. Ma mentre Castelli parlava, la contestazione già si era estesa a macchia d'olio", come scrive Dino Martirano sul Corriere della Sera, che prosegue: "La protesta è poi rimbalzata in 150 tribunali di tutta Italia con la lettura della nota dell'Associazione nazionale magistrati che rispedisce al mittente la riforma dell'ordinamento giudiziario varata dal Consiglio dei ministri il 14 marzo scorso. E' scattata così la prima fase della rivolta delle toghe contro la legge di riforma del Csm (approvata) e l'ordinamento giudiziario da attuare con decreto legislativo. Provvedimenti, questi, che il ministro Castelli difende dal primo all'ultimo articolo: 'La nostra stella polare è il giusto processo e per questo lavoreremo con le riforme legislative'".
Claudia Fusani su Repubblica riporta le parole del segretario dei Ds Piero Fassino, che dice: "Un autentico strappo costituzionale", anche se Gaetano Pecorella, presidente della Commissione giustizia della camera si difende: "non facciamo una legge per Berlusconi e non c'è alcun nesso tra la proposta di legge della maggioranza e il processo Sme(in cui è imputato Berlusconi, ndr)". Ancora più diretto Massimo Solani su l'Unità, che invita a guardare "negli occhi la realtà: certi processi non si devono svolgere e, se proprio si deve allora bisogna farli secondo le regole che ora detta l'imputato. Alla faccia delle garanzie costituzionali, della dignità dei magistrati e dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge".
Per quanto rigurda la modifica del consiglio superiore della Magistratura, Stefano Vespa sul Tempo, afferma che "I magistrati parlano di 'erosione del ruolo del Csm' e temono una 'progressiva esaltazione della Cassazione, in chiave sostitutiva del Csm'".