ORGANISMO
UNITARIO DELLAVVOCATURA LA SEPARAZIONE DELLE CARRIEREUNA
SCELTA RAZIONALE E GIUSTA Laccesa
conflittualità apertasi tra il mondo politico e la magistratura, le esasperazioni
polemiche provenienti da entrambe le parti, lintroduzione di riforme normative che
quali che siano le intenzioni, appaiono più dettate dalla logica dellemergenza o
dalla soluzione del problema di un caso concreto, che non da intenti di razionalizzazione
e ammodernamento della legislazione, rendono difficile un dibattito sereno ed equilibrato
in materia di ordinamento giudiziario. Meno
che mai appare sereno tale dibattito allorquando si parli di separazione delle carriere
tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. Pure
è necessario affrontare il tema in termini di razionalità che valgano a togliere forza
argomentativa a prese di posizione del tutto emotive. Dal
1989 è entrato in vigore il sistema penalprocessuale accusatorio, cioè il processo di
parti che concorrono dialetticamente alla decisione giurisdizionale. Di
fronte alle resistenze allo stesso nellanno 2000 tale sistema è stato
costituzionalizzato con la riforma dellart. 111 della carta fondamentale. Il
giusto processo è per la Costituzione un processo di parti innanzi ad un giudice terzo ed
imparziale. Lungi
dallessere unendiadi lespressione sta ad indicare la esigenza di non
prevenzione del giudice (imparzialità) ed il distacco del giudice dalle parti, lautonomia
dello stesso dalle seconde. La
terzietà appartiene al momento ordinamentale del giudice, ed è propria questa sua
autonomia dalle parti che la norma costituzionale intende garantire. Appare
sin troppo evidente, allora, che lappartenenza alla stessa carriera di una parte, il
pubblico ministero, e del giudice sia in contrasto con lesigenza di terzietà del
secondo. Non
vale obbiettare sul punto che nei fatti il giudice si dimostra non pregiudicato del
pubblico ministero nellassumere le proprie decisioni. Anche
un processo paternalistico senza regole potrebbe nei fatti essere equo da un punto di
vista sostanziale nel caso concreto. Innegabile,
peraltro, è che anche con i migliori giudici occorrono norme positive che diano garanzie. La
terzietà costituisce proprio una garanzia, assicurando nellambito di un processo
governato dalla iniziativa delle parti con
uguali diritti, al giudice, un ruolo direttivo del processo di arbitro imparziale
assicurando altresì di conseguenza con forza normativa limparzialità della
decisione. Ma
vi è di più! Il
distacco tra giudice e pubblico ministero nella carriera garantisce un altro aspetto
fondamentale e cioè la professionalità del secondo. Quando
si invoca a sproposito la cultura della giurisdizione per opporsi alla separazione delle
carriere, si dimentica che fondamentale per il pubblico ministero è, in realtà, la
cultura della investigazione. Il
pubblico ministero non è un magistrato mero garante dellattività della polizia
giudiziaria, come sembra intendere chi invoca la cultura della giurisdizione. Si
dimentica, invero, che il pubblico ministero ha il potere di ricercare di propria
iniziativa le notizie di reato, nonché ha la direzione delle indagini. Nellattuale
codice di rito il pubblico ministero è sostanzialmente lorgano dellaccusa e
dellinvestigazione, attività questultima di ricerca della prova e di
costruzione dellipotesi accusatoria ben diversa da quella del giudice è che
chiamato a valutare la prova e la fondatezza dellipotesi accusatoria. Riesce
difficile comprendere, in effetti, la razionalità di un ordinamento che consente ad un
magistrato il quale abbia sempre esercitato la propria attività in campo civile, magari
quasi in prossimità del pensionamento, di assumere la veste di Procuratore Capo della
Repubblica. Quale
è la capacità investigativa di questultimo, la capacità di rapportarsi
dialetticamente ad una controparte? Egli
avrà bisogno del giudice come ausiliario, ovvero soccomberà quando non avrebbe dovuto
soccombere, con sacrificio della terzietà ed imparzialità del giudice, ovvero della
repressione dei reati. La
separazione delle carriere non è un attentato allindipendenza del pubblico
ministero. Nulla
impedisce, ed è auspicabile, di riconoscere allo stesso lo stato di magistrato
garantendone lautonomia. Ciò
che va perseguito è un autonomo collocamento del Pubblico Ministero nellordinamento
giudiziario, una carriera autonoma distinta da quella della magistratura giudicante che
valga a garantire la sua professionalità e la terzietà del giudice. Per
queste ragioni da sempre lOrganismo Unitario dellAvvocatura ha richiesto la
separazione delle carriere per un processo giusto ed efciente, in sintonia con quanto
richiesto dallUnione delle Camere Penali.
Avv.
Rodolfo Bettiol
Vice
Presidente dellOUA |