UN
INTERVENTO SULLO SCIOPERO
di
Antonio Patrono, Presidente A.N.M.
(Da
Diritto e Giustizia del 20 aprile 2002)
LAssociazione nazionale magistrati ribadisce la sua più ferma opposizione alla
prospettiva di separazione delle carriere dei magistrati, che è allorigine dellastensione
delle attività giudiziarie decisa dagli avvocati dallUnione delle camere penali per
il 19 aprile 2002.
Non è vero che la separazione delle carriere sia esenziale allapplicazione dei
principi del giusto processo, inteso come processo di parti contrapposte, perché è
errato il presupposto in base al quale le parti del processo sono uguali in tutto e per
tutto, e non solo per i poteri riconosciuti loro dalla legge dinanzi al giudice nel corso
del processo: esse sono invece diverse per atteggiamenti e per finalità, basti pensare
che la parte privata, il difensore, ha infatti il dovere di sostenere un interesse
legittimo ma esclusivamente individuale, quello dellimputato, mentre il pubblico
ministero ha il dovere di sostenere un interesse generale e comune a tutta la
collettività, quello della ricerca e dellaffermazione della verità.
È opportuno che tutti i cittadini comprendano senza possibilità di equivoci le ragioni
della nostra contrarietà alla separazione delle carriere dei magistrati, e a tal fine è
necessario spiegare nella maniera più chiara possibile quanto segue:
- il pubblico ministero, grazie allattuale sua collocazione nellordinamento
giudiziario, è oggi un magistrato che, anche nellattività investigativa, di
ricerca e valutazione delle prove, ragiona come un giudice, e quindi con la stessa
obiettività ed imparzialità che guida il giudice;
- il pubblico ministero, grazie allattuale sua collocazione nellordinamento
giudiziario, è una persona che è abituata a ragionare con lobiettività e limparzialità
del giudice, perché è stato giudice prima di essere pubblico ministero, ha studiato con
i giudici ed ha formato la sua mentalità professionale sulla falsariga di quella dei
giudici;
- il pubblico ministero, grazie allattuale sua collocazione nellordinamento
giudiziario, è persona che si sforza di ragionare con lobiettività e limparzialità
del giudice, perché aspira a fare il giudice e sa che potrà farlo in futuro;
- il pubblico ministero, grazie allattuale sua collocazione nellordinamento
giudiziario, è un magistrato che cerca solo la verità, non ha interesse a trovare
qualcosa di diverso dalla verità, è valutato positivamente soltanto se e nei limiti in
cui riesce a raggiungere la verità, può sbagliare come tutti ma se sbaglia non lo fa per
aver dovuto cercare a tutti i costi un colpevole ed ottenere una condanna.
Se dovesse aversi la separazione delle carriere dei magistrati, accadrebbe invece quanto
segue:
- il pubblico ministero, per colpa della nuova collocazione nellordinamento
giudiziario, non sarebbe più un magistrato abituato a ragionare con la stessa
obiettività ed imparzialità del giudice, perché non avrebbe fatto il giudice prima di
fare il pubblico ministero;
- il pubblico ministero, per colpa della nuova collocazione nellordinamento
giudiziario, non avrebbe interesse a sforzarsi per ragionare con la stessa obiettività ed
imparzialità del giudice, perché non potrebbe più aspirare a fare il giudice;
- il pubblico ministero, per colpa della nuova collocazione nellordinamento
giudiziario, non avrebbe più la formazione mentale del giudice e non darebbe più le
stesse garanzie di ragionare ed operare con la stessa obiettività ed imparzialità del
giudice anche nellattività investigativa, di ricerca e di valutazione delle prove;
- il pubblico ministero, per colpa della nuova collocazione nellordinamento
giudiziario, costituirebbe un corpo a parte, separato ed isolato rispetto agli altri
magistrati, pertanto più debole degli altri magistrati, e quindi più facilmente esposto
alla possibilità di indebite interferenze sul suo operato.
La separazione delle carriere, nei paesi che conoscono tale sistema, è sempre
accompagnata dal controllo operato dal potere esecutivo sul pubblico ministero, e quindi
sullesercizio dellazione penale; lAssociazione nazionale magistrati
ritiene questa soluzione, della quale la separazione delle carriere sarebbe la logica
premessa, estranea allesperienza, alla tradizione e alla convenienza dellItalia
democratica fondata sullattuale Costituzione. |