(Del 1/5/2002 Sezione: Cronache italiane Pag. 2)
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Il Quirinale a Verde |
«La magistratura garanzia delle libertà» |
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ROMA
Un´ora di colloquio con il presidente della Repubblica, al Quirinale, per informarlo
delle indagini della procura di Napoli che hanno portato all´arresto di otto poliziotti.
Al termine dell´incontro, Giovanni Verde, vicepresidente del Csm, in una nota, ha
riferito il colloquio avuto con Ciampi: «Il capo dello Stato ha rimarcato il difficile
compito che i tutori dell´ordine sono chiamati a svolgere in una società complessa come
è l´attuale e ha ribadito che è necessario per la vita stessa delle istituzioni
democratiche che la magistratura possa svolgere con serenità il suo ruolo di garanzia e
di presidio delle libertà dei cittadini». Aggiunge Verde: «Ho manifestato al capo dello
Stato l´apprezzamento anche a nome della magistratura per la sua opera a costante difesa
dei cardini fondamentali dello stato repubblicano». Ancora una volta Ciampi si fa garante
del corretto rapporto tra le istituzioni, e il suo messaggio di pacificazione è arrivato
a destinazione. Il clima surriscaldato di questi giorni si sta raffreddando. Proprio ieri
mattina, la giunta esecutiva dell´Anm ha discusso della vicenda napoletana. Ovviamente,
per stigmatizzare le prese di posizione di alcuni esponenti della maggioranza ma anche per
precisare il punto di vista della magistratura associata: «L´inchiesta di Napoli non
può intendersi come un processo alla polizia e al suo operato, riguardando come è
evidente solo singoli episodi e responsabilità individuali, ancorché di eccezionale
gravità qualora venissero accertati». L´Anm sottolinea, tra l´altro, che le critiche
così violente contro gli arresti dei poliziotti rappresentano «un effettivo pericolo per
la serenità dei magistrati (inquirenti e giudicanti) chiamati a occuparsi del caso,
determinando il rischio di una concreta e profonda alterazione della loro attività
valutativa». Infine, l´Anm rivolge un appello al senso di responsabilità a tutti i
rappresentanti delle istituzioni. I magistrati, naturalmente - al pari dei poliziotti e
per ragioni opposte -, sono amareggiati, colpiti, preoccupati per quello che è accaduto
in questi giorni. Non è che ieri il barometro sia tornato a segnare il sereno. La
turbolenza c´è ancora, lo scontro non è chiuso. Il leader del Carroccio, il ministro
Umberto Bossi, per esempio, ancora ieri ha voluto sottolineare, mentre è in corso un
tentativo di mediazione tra Anm e il Guardasigilli Castelli proprio sull´ordinamento
giudiziario: «I magistrati rappresentano un pericolo per la democrazia. E´ bene che la
magistratura se vuole comandare si faccia eleggere dalla gente, visto che non accetta la
separazione delle carriere come avviene in tutto il mondo. Se vuole portare la spada, la
porti in maniera chiara, invece di cercare il potere guardando dai buchi della serratura.
I guardoni a me non sono mai piaciuti». E sulla vicenda giudiziaria di Napoli: «E´
inaccettabile come è stata fatta, crea un profondo imbarazzo perchè arriva con un anno e
mezzo di ritardo e dopo che la polizia ha subito e ha contenuto un attacco non esattamente
democratico».
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