Sono
stati sentiti in Commissione sul progetto Castelli. LOua: separazione delle carriere
Giustizia, Anm e
avvocati al Senato: sulla riforma nessuna intesa
di MARIO COFFARO
ROMA - I magistrati dellAnm non vogliono la separazione delle carriere di giudici e
pubblici ministeri, gli avvocati dellOua, dice il presidente Silvano Berti,
considerano irrinunciabile «non solo la separazione delle carriere, ma anche sicurezza,
legalità, risorse per un nuovo patto sociale sulla giustizia». Ricevuti al Senato dalla
commissione presieduta da Antonino Caruso (An) che sta esaminando il disegno di legge
delega sullordinamento giudiziario, che ha già provocato uno sciopero dei
magistrati e uno dei penalisti, ieri, i rappresentanti dei due organismi sindacali sono
comunque usciti «soddisfatti».
Perché «cè stato un confronto reale sui temi controversi», ha detto Caruso al
termine dellaudizione della giunta dellAnm. Sono intervenuti tutti, magistrati
e senatori. «Restano dei punti di dissenso - ha detto Edmondo Bruti Liberati, presidente
dellAnm - ma abbiamo fatto passi avanti notevoli, visto che anche la relazione del
sen. Bobbio ha accolto alcune delle nostre osservazioni».
Uno dei nodi più spinosi per lAnm, aggiunge Bruti Liberati, «resta quello
dell'accesso alla Cassazione. Abbiamo criticato il doppio concorso, come individuato dalla
riforma Castelli. Dobbiamo tornare alla valorizzazione dell'esperienza». Per quanto
riguarda l'incompatibilità, lAnm insiste sull'idea che «sarebbe meglio prevederla
a livello circondariale, e non distrettuale». Sulla scuola di formazione, «non è
praticabile la proposta del relatore Bobbio di 5 scuole in tutta Italia, meglio una sola
magari con sezioni decentrate».
Per lopposizione diessina, Guido Calvi, sottolinea che: «La necessità di procedere
ad una riforma condivisa da tutti, e per primi dai magistrati stessi, non può indurre il
Parlamento ad approvare una delega che, al di là della sua indubbia incostituzionalità,
presenta elementi che incidono sulla centralità del Csm, organo di autogoverno della
magistratura, ed introducono anomalie nella funzione della Corte di Cassazione,
trasformata da organo di controllo delle sentenze in organo di controllo sui giudici».
Il relatore Luigi Bobbio sul punto principale del dissenso, l'accesso alla Cassazione, ha
rilevato che «la ripartizione dell'accesso in Cassazione per il 50 per cento per concorso
e per il 50 per cento come è ora, è uno dei punti qualificanti di questa riforma». Su
questo, «il Parlamento rivendica il diritto di decidere cosa è meglio per i cittadini.
L'interesse della maggioranza - ha poi concluso Bobbio - è arrivare ad un testo il più
utile possibile ai cittadini, e quindi al paese, tenendo anche conto di quanto proposto
dall'opposizione».
Il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti è «soddisfatto» per la ripresa del
confronto. Soprattutto per «le convergenze che si sono manifestate tra maggioranza,
opposizione e Anm intorno a quella che era la proposta finale del governo all'esito del
tavolo tecnico». |