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LA CIRAMI SULLA STAMPA

È iniziato ieri alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio, l’esame dei quattrocento emendamenti al disegno di legge Cirami. Le proposte di modifica, tutte presentate dal centro sinistra hanno subito incassato il “no” dei relatori (Isabella Bertolini, FI, e Gianfranco Anedda, An), mentre il Governo, per mezzo del sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli, ha detto no alle proposte di modifica riguardanti la definizione di legittimo sospetto (primo comma dell’unico articolo).

Dopo il parere dei relatori e del governo, è previsto per oggi l’inizio del voto alle proposte di modifica. Ieri, intanto, il vicepremier, Gianfranco Fini, ha affermato che non ci sono le condizioni per modificare il disegno di legge Cirami. «Francamente non capisco in cosa debba essere modificata - ha detto Fini - al momento non mi pare ci siano le condizioni per modifiche rispetto al testo del Senato». Mentre il presidente della II commissione, Gaetano Pecorella, ha smentito categoricamente di aver mai pronunciato ultimatum. «È frutto di scarsa intelligenza politica attribuirmi il diktat: o è approvata la legge Cirami o si scioglie il Parlamento»  ha detto Pecorella «sia perché non è di mia competenza una valutazione siffatta, sia perché la legge Cirami è nient’altro che uno dei molti provvedimenti diretti ad attuare il giusto processo». L’unica verità, ha spiegato ancora il presidente della commissione Giustizia della Camera, è che «nel corso di una conversazione privata, ed occasionale, e non durante una intervista, ho espresso la preoccupazione che l’atteggiamento ostruzionistico dell’opposizione, in particolare per la legge Cirami, possa portare ad una paralisi dell’attività parlamentare con i conseguenti rischi che ne deriverebbero». Sarebbe sotto gli occhi di tutti, ha concluso Pecorella, «che l’opposizione, anche attraverso l’uso della piazza, mira a influire negativamente sul regolare funzionamento di Camera e Senato».

Mentre oggi alla Camera si inizierà a votare gli emendamenti, l’assemblea del Consiglio superiore della magistratura dovrebbe iniziare l’esame del documento approvato ieri dalla VI commissione sul progetto di legge, documento che ha fatto già “scaldare” gli animi dei componenti laici del plenum (vedi edizione di venerdì 13 settembre).

Allegata alla risoluzione vi è anche una scheda sui dati riguardanti il legittimo sospetto forniti dalla Cassazione: dal 1990 ad oggi, informa la Suprema Corte, solo tre processi sono stati trasferiti a una sede diversa da quella naturale in seguito all’accoglimento di istanze di rimessione. Dal 1996 ad oggi su 439 ricorsi presentati, ne è stato accolto solo uno, dei 438 respinti, 359 sono stati dichiarati inammissibili, 54 sono stati rigettati, mentre altri 25 sono stati “bocciati” con provvedimenti di altra natura. Sempre secondo i dati forniti dalla Cassazione, la durata media per la definizione di questi procedimenti, vale a dire il tempo intercorso tra la presentazione dell’istanza e la decisione della Suprema Corte, è di 120 giorni, ossia 4 mesi. Ma il plenum potrebbe non arrivare neanche a discutere l’argomento, visto che i cinque consiglieri laici della Cdl potrebbero far mancare il numero legale. (p.a.)

(Da diritto e giustizia del 18.9.2002)

 

Il plenum è previsto per stamattina, ma le ragioni del Polo potrebbero farlo slittare: "a noi non interessa la Cirami, sia chiaro, vogliamo però che il Csm rispetti la legge, e la legge dice che il Consiglio non può dare pareri sulle leggi in discussione al Parlamento almeno che non lo richieda il monistro", sono parole dell'avvocato Nicola Buccico.

Al riguardo è curioso, inoltre, che domani, con la legge ancora da approvare, a via Ripetta a Roma andrà in scena un processo simulato con l'attore Paolini. Servirà a "dimostrare, in concreto, il rischio della paralisi qualora la maggioranza dovesse proseguire per la sua strada": è una idea di Bruti Liberati (Anm). In ogni caso il rischio di paralisi del Csm è concreto, come leggiamo sulla Stampa: "La nuova legge elettorale del Csm prevede che se cinque membri laici non partecipano al plenum viene meno il numero legale e, dunque, la risoluzione presentanta dalla maggioranza non può essere messa ai voti, paralizzando i lavori di palazzo dei Marescialli".

Sul Corriere della Sera leggiamo, inoltre, che "il Polo boccia le correzioni dell'Ulivo", ed è proprio Gaetano Pecorella (Fi), presidente della Commissione giustizia, a richiamare all'ordine la situazione con un secco "eventuali modifiche saranno discusse solo in aula". Ignazio La Russa, inoltre, avanza un'ulteriore proposta, vale a dire quella di "chiedere un pre-giudizio alla Cassazione" in merito ai processi.

(da Valeoggi del 18.9.2002)

 

Ritengo utile aggiungere ai due documenti il testo del secondo comma dell’art. 10 lg. 24 marzo 1958 n. 195 nel quale è detto che ....Può fare proposte al Ministro…..su tutte le materie riguardanti l’organizzazione dei servizi relativi alla Giustizia. Dà pareri al Ministro sui disegni di legge concernenti l’ordinamento giudiziario, l’amministrazione della giustizia…..

Appare quindi possibile che il CSM emetta un parere sullacd. Cirami.

Del resto gli artt. 14 e segg. della legge 195/1958 dedicati ai poteri del Ministro nulla, poi, dicono a proposito della possibilità che il CSM dia pareri solo su richiesta di quest'ultimo.

o.d.g.