Onu Commissione per i diritti umani «Dichiarazione del relatore speciale
sullindipendenza dei giudici e degli avvocati a seguito della visita in Italia» Pubblico qui di seguito il rapporto
provvisorio redatto dallinviato dellONU, il giurista malese Dato Param Cumaraswamy., che è gia stato in Italia a
marzo.Quella messa in rete è una traduzione non ufficiale. Il documento ufficiale sarà
sottoposto alla 59ª sessione della Commissione Onu per i diritti umani, che si terrà nel
prossimo nese di marzo 2003. Ho
intrapreso una missione in Italia nei giorni 6-8 novembre. 2002 facendo seguito a una mia
precedente missione avvenuta l11-14 marzo 2002 e alla mia analisi preliminare già
sottoposta allattenzione della 58esima Commissione dei Diritti Umani
(E/CN.4/2002/Add3). La missione precedente è stata
motivata dalle relazioni ricevute in riferimento alle proteste sollevate dai magistrati
allapertura dellanno giudiziario circa i tentativi da parte del Governo di indebolire la loro indipendenza. Nel mia relazione preliminare ho
espresso quanto segue, inter alia: 1)la mia convinzione che i magistrati
avessero ragionevoli motivi a sentire la loro indipendenza minacciata. 2)che il comportamento dei magistrati non
dovrebbe compromettere la loro indipendenza e imparzialità. 3)che lingombrante sistema
giudiziario e le sue procedure, la risonanza dei reati discussi di fronte al tribunale di
Milano nonché la maniera con cui i procedimenti si siano avvantaggiati dei rinvii abbiano
contribuito alla situazione. Tutto ciò congiunto alla percezione che ci si sia serviti
del Legislatore per emanare una legge al fine di adoperarla nei casi pendenti davanti al
tribunale. 4) tali sviluppi hanno portato a un
reciproco sospetto e mancanza di fiducia tra Governo e magistrati. Nella mia relazione precedente ho
raccomandato che 1)noti personaggi politici chiamati di
fronte al tribunale di Milano nel rispetto dei principi del giusto processo non ne
prolunghino la durata; 2) che venga istituito una commissione di
coordinamento tra tutti i rappresentanti i segmenti dellamministrazione della
giustizia per indirizzare le riforme del sistema giudiziario in modo olistico e totale. Durante la mia ultima missione ho
incontrato i Presidenti della Corte di Cassazione, dellAssociazione Nazionale
Magistrati e del Consiglio superiore della magistratura.
Ho inoltre incontrato il Ministro della Giustizia. Mi sono stati dati alcuni
documenti. Ho tentato un incontro con il
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi allepoca anche ministro degli Esteri. Per
delle ragioni non ancora note tale incontro non è stato messo in agenda. Ringrazio lufficio di
Rappresentanza Permanente del Governo Italiano a Ginevra per avermi assistito e aver
facilitato lo svolgimento della mia missione. Una relazione definitiva contenente
le mie conclusioni e raccomandazioni sarà preparata e sottoposta alla 59esima sessione
della Commissione dei Diritti Umani nel Marzo 2003. Comunque, qui di seguito si trovano,le
mie osservazioni preliminari su questultima missione. . I processi a noti uomini politici di
fronte alla corte di Milano sono ancora in
corso. Nel paragrafo 13 della mia precedente relazione mi sono astenuto dal trattare i
vari casi come quello principale: che il Primo Ministro avesse chiesto alla Corte di
Cassazione di trasferire il processo da Milano a Brescia. La Corte di Cassazione si è
allora pronunciata rimettendo la questione della richiesta di trasferimento per questioni
di legittimo sospetto alla valutazione della Corte costituzionale. Comunque prima ancora che la Corte
Costituzionale potesse decidere , il Parlamento ha superato limpasse e modificato
articoli del Codice di procedura penale attinenti il trasferimento dei processi per
questioni di legittimo sospetto. Sono state espresse preoccupazioni circa il fatto che
tali modifiche si ritengono retroattive e applicate ai processi attualmente in corso: al
momento della richiesta di trasferimento alla
Corte di Cassazione i dibattimenti in questione verrebbero sospesi. Tuttavia la richiesta
per tutti i trasferimenti deve essere valutata dalla Corte di Cassazione. 2) la rapidità con la quale è stata
invocata la decisione del Parlamento per modificare il Codice di procedura penale prima
ancora che la Corte Costituzionale potesse esprimersi
non ha precedenti e si viene visto primo beneficiario di tale emendamento il
Primo Ministro per quanto tuttavia vengano considerate necessarie modifiche in tal senso
nel codice di procedura penale. Ho inoltre appreso che il Primo Ministro
non si è presentato in due processi uno a Palermo e laltro a Milano in qualità di testimone. Quando ne ho chiesto il
perché mi è stato detto che un articolo del Codice di procedura penale prevede che
personalità di spicco come il Primo Ministro hanno facoltà di comparire e testimoniare o
chiedere al tribunale di ricevere la loro testimonianza presso sedi da loro scelte. Ritengo che una simile legge, oggi in
particolar modo, sia insostenibile. Essa offende il principio di uguaglianza di fronte
alla legge, previsto dallart.3 della
Costituzione italiana. Inoltre contrasta con
gli articoli 14 (1) e 26 della Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici. Larticolo
14(1) prevede che tutti devono essere uguali di fronte alla legge, principio di
uguaglianza che costituisce lanima di ogni sistema legislativo. Essendo il Primo Ministro capo dellesecutivo
non può essere al di sopra della legge né
può violare il cuore dei valori della stessa. In ogni modo non è chiaro se il Primo
Ministro abbia espresso la scelta e chiesto al
tribunale di raccogliere la propria testimonianza in unaltra sede. Per una tale
legge nella legge si può invocare labuso e di dilatare i tempi del processo. Su ciò ho riferito al paragrafo 28 della
mia precedente relazione. In tali circostanze non ci sono le circostanze per costringere
personalità di spicco a comparire nelle aule di tribunale. 4) Altra fonte di preoccupazione è che uno
dei principali avvocati del Primo ministro è anche membro del Parlamento e Presidente
della Commissione Giustizia allinterno dello stesso Parlamento. Conflitto di
interessi e questioni etiche che sorgono di fronte a un simile scenario non paiono essere
sollevate dal Parlamento o dalle competenti autorità disciplinari delle professioni
legali. 5) Non cè stato molto progresso
nella riforma del sistema giudiziario. Il Ministro della Giustizia ha segnalato che ci
sono almeno 42 progetti di legge volti a apportare modifiche al sistema giudiziario
vigente , tra esse quelle relative alla separazione delle carriere, aspetto emerso nello
sciopero dei magistrati a luglio di questanno. Il Ministro ha inoltre segnalato che
sarà presto costituito una commissione per la revisione del Codice di Procedura Penale, e
che cè anche intenzione di formarne una per la revisione del Codice di Procedura
Civile. 6) A tale proposito ho anche notato che il Comitato dei Ministri del
Consiglio d Europa sta monitorando lefficienza della giustizia penale in
Italia. Nella dichiarazione del 10 Luglio 2002 il Comitato ha espresso rammarico che le
statistiche dellanno 2000-2001 non permettono di concludere che vi siano
stati progressi significativi nellefficienza della giustizia penale in Italia.
La Commissione ha espresso preoccupazione circa la durata eccessiva dei dibattimenti in
Italia che causa una incessante ondata di giudizi della Corte Europea dei Diritti
dellUomo per la violazione dellarticolo 6 della Convenzione da parte dellItalia. 7) Continuano reciproco sospetto e mancanza
di fiducia che generano tensione tra magistrati e Governo. La radice della questione è
identificabile nellingombrante mole del sistema giuridico e delle sue procedure che
porta a abusi oltre che alla risonanza di processi a politici di rilievo che appaiono
beneficiari delle debolezze del sistema e che, dove necessario, usufruiscono delle
guarentigie offerte dal Parlamento. |