attualita.jpg (7645 bytes)

Tipologia: Articoli - Data pubblicazione su Diritto e Giustizia: 9/4/2003
Classificazione Giuffrè: ORDINAMENTO GIUDIZIARIO Consigli giudiziari
ArticoliConsigli giudiziari: radiografia delle correnti dopo il rinnovo

(da Diritto e Giustizia del 9 aprile 2003)

Quelle di domenica sono state, forse, le ultime elezioni dei consigli giudiziari con il “vecchio” sistema. «Speriamo di no» ha detto il segretario di Md Claudio Castelli, perché se «è vero che il sistema attuale non funziona, è vero pure che al peggio non c’è mai fine». Fra due anni, infatti, si potrebbe andare al voto con un nuovo sistema, se nel frattempo il Parlamento approvasse la legge di riforma dell’ordinamento giudiziario (vedi l’inserto speciale di «D&G» n. 13 del 5 aprile 2003). La novità di quest’anno, comunque, è rappresentata dall’elezione dei giudici di pace, attualmente limitati ai procedimenti disciplinari ed alle conferme dei Gdp per un nuovo incarico. A Roma, ad esempio, è stato eletto Gabriele Longo, segretario generale dell’Unione nazionale dei giudici di pace, mentre i due posti disponibili di componenti supplenti saranno occupati da altri due rappresentanti dell’Unione, Carla Rufini e Aldo Zamparelli.
Difficile dare una valutazione globale delle elezioni in termini di voti e di rappresentanze. «Non in tutto il Paese – ha spiegato Claudio Castelli – si sono svolte delle primarie con metodi assolutamente diversi, a Palermo, ad esempio è stato adottato un metodo complicatissimo». Delle primarie si sono svolte anche a Torino, Venezia, Cagliari, Palermo e Napoli. Ma, mentre a Palermo, ad esempio, si è preferito puntare più sui candidati che sulle liste, con una conseguente situazione disomogenea in termini di correnti, a Torino, invece si sono svolte delle primarie vere e proprie con liste distinte.
«C’è una situazione a macchia di leopardo» ha detto Sergio Gallo, di Mi, «dal momento che non si è seguito un unico criterio in tutta Italia». A Napoli, ha spiegato ancora Gallo, le primarie si sono svolte puntando ai candidati più che alle liste «seguendo il criterio di pre-assegnare le caselle di Cassazione, Appello e Tribunale, concedendo ai colleghi un massimo di tre preferenze». Lo stesso concetto viene espresso da Carlo Fucci (Unicost), segretario di Anm: «non c’è un dato completo, perché a Napoli abbiamo concordato per fasce, mentre ad esempio a Roma abbiamo concordato sulla base dei rapporti proporzionali». Ma volendo comunque “estrapolare” dal voto di domenica una rappresentanza per correnti, Fucci aggiunge che per quanto riguarda Unicost «le cose sono andate bene un po’ ovunque, perché rimane confermata la maggioranza relativa della corrente».
Prendendo quindi con le dovute distanze i risultati, senza dare un’interpretazione strettamente legata alle rappresentanze, è possibile dire che a Torino Md e Movimenti hanno ottenuto quattro componenti, tre sono andati a Mi e uno a Unicost, con un avanzamento di Mi rispetto alle elezioni precedenti. A Milano, invece, è stata Unicost a “guadagnare” un componente, passando da due a tre, mentre Md ne ha ottenuti due e uno è andato rispettivamente ai Movimenti e a Mi. Tre seggi ad Unicost anche a Roma (con Mario Bressano, Giuseppe Amato, che sono conferme e Ilaria Calò), due a Md (Marco Patarnello e Chiara Giammarco), due a Mi (Mario Gancio e Luca Varrone) ed uno a Movimento per la Giustizia (Anna Maria Fattori). Stessa rappresentanza per Unicost anche a Napoli, nonostante la frattura interna, mentre due seggi sono andati a Md, uno appunto ai Ghibellini fuoriusciti da Unità per la Costituzione, uno a Mi e uno ai Verdi. Avanza invece Mi a Palermo, dove ottiene tre seggi su otto, due li ottiene Md, due i Movimenti e uno Unicost. Ma la prova del nove per le correnti sarà maggio, con l’elezione del Comitato direttivo centrale di Anm dove le correnti mostreranno tutta la loro forza. (p.a.)