Unione delle camere penali Astensione dalle udienze del 16 gennaio 2004 (Lettera del presidente, Ettore Randazzo ai presidenti delle Camere penali 5 gennaio 2004) Caro Presidente, l'indifferenza generale è calata sulle vere riforme costituzionali,
consentendo alle forze politiche di entrambe le coalizioni di coltivare una ambigua e
impropria disciplina dell'ordinamento giudiziario che, lungi dal porre un argine ai gravi
guasti del sistema, ne aumenta concretamente le dimensioni. Il codice di rito, inoltre, continua ad essere clamorosamente lasciato
nel suo parziale ma significativo contrasto -ormai protratto da quattro anni- con i
principi dell'articolo 111, pur formalmente approvato e applaudito da tutti.
L'elaborazione di una revisione organica delle norme processuali, con l'intervento degli
operatori della giustizia, viene accantonata, e forse surrogata con la ristretta e
misteriosa opera di esperti non meglio identificati, che ci darebbero misticamente
la via... Ciò avviene per la sconfortante incapacità del Governo di attuare i
suoi stessi propositi, e onorare i suoi stessi impegni, solennemente e ripetutamente
assunti nei confronti dell'Unione, nonché per l'indifferenza dei partiti di Opposizione
alla legalità costituzionale, cui si preferiscono scelte strategiche di comodo. Il tutto
in danno dei diritti di tutti. È quindi essenziale far sentire la nostra protesta, a conferma della
nostra irriducibile determinazione di reclamare e tutelare i diritti di difesa. Deve
essere chiaro a tutti che ci batteremmo anche da soli, per i canoni della vera Giustizia e
del Giusto Processo. Sentiamo la responsabilità di intervenire a tutela delle prerogative
della vera Giustizia e della Libertà ancora di più a causa dell'irresponsabile assenza
di chi dovrebbe attendervi istituzionalmente. Non siamo soli, comunque. Diamo voce a quanti, nelle aule, nelle
strade, ma anche nei referendum e nei dibattiti, protestano per le ingiuste violazioni dei
precetti costituzionali. Abbiamo condotto una battaglia sacrosanta e fino a questo momento
vittoriosa per il Mandato d'arresto europeo, con il consenso e la condivisione di ben
cinque partiti, sia di maggioranza che opposizione, i quali hanno formalizzato la
presentazione del Ddl proposto dall'Unione. Un risultato straordinario di cui dobbiamo
essere orgogliosi. Talvolta anche le battaglie che abbiamo combattuto in assoluta
solitudine e che apparivano perdute, come quella contro la stabilizzazione del 41bis,
nel tempo rivelano la loro importanza, come dimostrano le notizie di stampa apparse nei
giorni scorsi che riportavano il significativo mutamento di indirizzo dei tribunali di
sorveglianza in merito ai criteri di applicazione di quel regime penitenziario. Non minore attenzione dobbiamo dedicare alla Costituzione europea, che
rischia di provocare uno spaventoso regresso dei nostri diritti. L'astensione dall'attività giudiziaria, proclamata nel rispetto delle
indicazioni del Consiglio delle camere penali, è stata limitata a un giorno. Ma la nostra
voce deve essere chiara e forte, e la giornata del 16 Gennaio prossimo, a Roma, piazzale
Clodio, Aula Occorsio del Palazzo di Giustizia, ore 10,30, deve rappresentare un
messaggio inequivocabilmente compatto, deve far udire la voce dell'avvocatura, attenta ai
diritti ed alla dignità umana, nei giorni tradizionalmente dedicati alla vuota
celebrazione delle statistiche. Gli avvocati penalisti non assisteranno passivamente allo scempio
della nostra Costituzione, e lo denunceranno in ogni sede. Le carriere dei magistrati
vanno separate. Il codice di rito deve essere aggiornato, legalizzato. Le esigenze europee
non possono calpestare i diritti primari della nostra civiltà. * Presidente dell'Unione delle camere penali |