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Pubblico il documento della Sezione della Corte di Cassazione relativo alla nota frase pronunziata dal p.m. Boccassini.

Si tratta di un’espressione inaccettabile nel contenuto e nella forma anche nel contesto di un processo che ha diviso e divide l’opinione pubblica e le cui valenze non sfuggono a nessuno.

Essa  va energicamente stigmatizzata.

Il diritto di espressione e di critica dei provvedimenti giudiziari non può e non deve essere confuso con la denigrazione, per di più indiscriminata, di un intero ufficio che, sia detto per inciso, è quello preposto al controllo di legittimità delle sentenze e dei provvedimenti.

Magistratura Indipendente non può non denunciare con forza quanto è accaduto indipendentemente dalle posizioni dei suoi appartenenti e dei suoi simpatizzanti.

La posizione del gruppo è, credo, di una limpidezza e coerenza uniche in quanto la libertà di espressione e, quindi, di opinione o è tale per tutti o non lo è per nessuno. Sotto tale profilo non si può che stigmatizzare il comportamento di quanti nell’associazione si sono affrettati a prendere posizione a favore di una collega che nell’ambito di un processo dalle innegabili implicazioni e carico di tensioni si è lasciata andare ed ha usato un’espressione così grave salvo indignarsi quando queste espressioni vengono usate da altri nei propri confronti.

o.d.g.

 

 

 

MAGISTRATURA INDIPENDENTE

SEZIONE PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE

 

Roma, 22 ottobre 2002

La sezione di Magistratura Indipendente presso la Corte di cassazione rileva che le gravissime affermazioni del Pubblico Ministero di Milano, Ilda Boccassini, la quale, secondo quanto riportato dalla stampa quotidiana, ha dichiarato che, in relazione alle vicende del processo IMI-SIR- lodo Mondatori, esisteva “un controllo militare sulla Corte di cassazione”, mirano a coinvolgere gratuitamente e indiscriminatamente i magistrati della Suprema Corte e delegittimano l’organo giurisdizionale di controllo della legalità degli atti giudiziari, proprio nel momento in cui la Corte dovrà pronunciarsi su processi di estrema delicatezza.

Esprime sdegno e preoccupazione per il clima di sospetto ingiustificatamente alimentato da simili affermazioni e chiede un pronto intervento del CSM e dell’ANM a tutela dell’immagine della Corte di cassazione, così come altre volte è già avvenuto, quando l’attacco ha coinvolto altri uffici giudiziari.