centrali

        

  Non conosco il testo dell’emendamento, ma sulla base di quanto apparso sugli organi di stampa e  in via generale esprimo assoluta contrarietà ad ogni forma di modifica dell’ordinamento giudiziario che subordini la progressione in carriera al superamento di esami teorici invece che ad una valutazione preminente del lavoro effettivo in passato già svolto dal magistrato, che è l’unico criterio valido a garantire l’accesso alle funzioni superiori a coloro che in pratica, e non solo in  teoria, siano più idonei a ricoprirle.

  Esprimo anche contrarietà ad un concorso di accesso iniziale in magistratura diverso per giudici e pubblici ministeri, anche perché non si comprende in che modo questi due concorsi potrebbero utilmente differenziarsi nelle prove d’esame, qualora fossero destinati a persone avviate ad iniziare una nuova carriera, che non abbiano precedenti esperienze professionali diversificate, e siano in  possesso dei medesimi titoli di studio o di altro genere.

  Esprimo, infine, ancor maggiore contrarietà ad ogni forma di influenza del potere esecutivo, e quindi politico, nelle procedure, riservate dalla Costituzione esclusivamente al CSM,  che riguardano la carriera dei magistrati, e quindi le loro promozioni ed i trasferimenti, perché in tal modo sarebbe agevole limitarne psicologicamente l’indipendenza.

  Ritengo invece opportuno qualche intervento che chiarisca i rapporti tra i procuratori capo ed i sostituti, purchè rivolto esclusivamente  a garantire un miglior coordinamento all’interno degli uffici e non a limitare l’indipendenza di ciascun magistrato.

  Non sono in via pregiudiziale contrario alla costituzione di una scuola della magistratura, purchè veramente indipendente, e nell’organizzazione della quale abbia un ruolo preminente il CSM,  ovverosia l’organo, indipendente, di autogoverno dei magistrati.

  Non posso che esprimere rammarico per l’ipotizzato abbandono di una linea di maggiore opportunità che il Governo aveva intrapreso con le diverse soluzioni che il Ministro della Giustizia  aveva adottato a seguito dei confronti con l’ANM intervenuti nella primavera scorsa, che  potrebbero migliorare l’amministrazione della giustizia senza minare l’indipendenza dei singoli magistrati.