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    IL DOCUMENTO DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE SUL MAXIEMENDAMENTO

Pubblichiamo il documento che Magistratura Indipendente, pur non facendo parte della Giunta, ha presentato all’ultima riunione del Comitato Direttivo Centrale dell’A.N.M. (22 marzo 2003)in un’ottica di collaborazione con le altre componenti e che ha costituito la base per la discussione.

Come auspicato dai rappresentanti di M.I. il documento dell’associazione, leggibile sul sito di quest’ultima, si conclude con la richiesta al Governo di un incontro con il Ministro della Giustizia e con il mandato a rappresentare in tutte le sedi istituzionali il punto di vista dei Magistrati.

Il quotidiano on line Diritto e Giustizia ha nell’edizione odierna (25,3,2003) sia pur implicitamente dato ampio risalto alle posizioni di M.I. fatte proprie dal documento associativo affermando che la parte più interessante arriva nei cinque paragrafi successivi. In cui il Comitato direttivo bolla come «estremamente peggiorativi non solo del testo dei precedenti emendamenti proposti dal Governo al Senato, ma addirittura del testo originario dello stesso disegno di legge», i cambiamenti proposti dal Consiglio dei ministri ed aggiungendo poco dopo che La magistratura a struttura piramidale e verticistica delineata nel maxi-emendamento», spiega ancora l’Anm, è in contrasto con la Costituzione, sostituendo al principio della pari dignità delle funzioni quello di una magistratura, strutturata «in base a schemi rigidi di carriera dannosi anche per la sua efficienza>>.

 

  Il Governo ha presentato un nuovo emendamento al disegno di legge di riforma dell’ordinamento giudiziario  i cui contenuti sono estremamente peggiorativi non solo del testo risultante dai precedenti emendamenti conseguenti alle occasioni di confronto che si ebbero nella primavera 2002 tra il Ministro della Giustizia e la Giunta dell’A.N.M.,  che avevano consentito di individuare soluzioni per molti aspetti apprezzabili, ma addirittura del testo originario dello stesso d.d.l., che già aveva suscitato a suo tempo le critiche più aspre.

  Le nuove soluzioni proposte non sono condivisibili sotto moltissimi aspetti, i più evidenti dei quali sono di seguito evidenziati:

perché svalutano in maniera assoluta il ruolo del C.S.M., che è invece fondamentale in sede di autogoverno della magistratura a tutela dell’indipendenza dei magistrati e, quindi, della libertà dei cittadini, privandolo sostanzialmente di tutti i poteri effettivi circa la nomina dei  dirigenti degli uffici giudiziari, il trasferimento di tutti i giudici e i pubblici ministeri in occasione del passaggio alle funzioni di grado superiore, il passaggio di tutti i magistrati dalla funzione giudicante a quella requirente e viceversa, il tirocinio dei nuovi magistrati e la formazione degli altri, il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale;

perché separano di fatto le carriere di giudice e di pubblico ministero prevedendo un accesso differenziato e ostacolando in modo eccessivo il passaggio successivo alle altre funzioni, vincolato alla necessità del trasferimento di distretto e al superamento di un irragionevole esame, scritto e orale, così ponendo le basi per un’osmosi presumibilmente irrilevante tra l’una e l’altra funzione e per la conseguente formazione di una mentalità del pubblico ministero meno improntata ai valori della giurisdizione;

perché scelgono come strumento principale di giudizio il metodo peggiore per la valutazione in concreto della professionalità, ovverosia l’esame teorico, normalmente con prove scritte e orali, che non riflette nulla del passato del magistrato e non è idoneo a garantire nulla circa il suo futuro, così operando una selezione solo sulla carta che è strutturalmente inidonea ad individuare le persone giuste da collocare al posto giusto;

perché lede nella sostanza il principio della pari dignità delle funzioni attribuendo, a parità di anzianità, una retribuzione migliore a chi svolga funzioni di grado superiore a seguito del concorso anzidetto;

perché pongono le basi di una impropria gerarchizzazione della magistratura, incompatibile con la connotazione di assoluta indipendenza che è insita nell’attività di giudizio che ogni magistrato è chiamato a svolgere nell’adempimento delle sue funzioni, riservando di fatto tutti gli uffici direttivi anche di merito più importanti ai soli magistrati che abbiano svolto le funzioni di legittimità, ed incrementando i poteri di avocazione dei procuratori generali presso le Corti d’Appello;

perché delineano i profili di una formazione e di un aggiornamento professionale solo burocratico, caratterizzato dall’esigenza di distribuire e di acquisire “diplomi” necessari per il trasferimento a determinate funzioni, piuttosto che a diffondere ed affinare la cultura giuridica tra tutti i magistrati;

perché delinea in maniera ambigua il rapporto tra il magistrato dirigente dell’ufficio giudiziario e i dirigenti degli uffici di cancelleria e segreteria, prevedendo inoltre un potere di intervento e di sostituzione del Ministro della giustizia in occasione di circostanze dai contorni non delineati, e quindi potenzialmente suscettibili di violare il principio costituzionale di sottoposizione del magistrato esclusivamente alla legge.

 

  In questa situazione Magistratura Indipendente invita la Giunta dell’A.N.M. a chiedere immediatamente al Governo della Repubblica un nuovo momento di confronto per esporre tutte le nostre critiche al disegno riformatore delineato e per rappresentare soluzioni alternative, ritenendo ciò opportuno nei confronti delle Istituzioni e doveroso nei confronti di tutti i cittadini, prima ancora che dei magistrati, poiché è nostro dovere percorrere ogni strada possibile per operare, nella difficile contingenza, con la massima chiarezza nel modo più evidentemente costruttivo possibile.

  In quest’ottica Magistratura Indipendente, che pur non partecipa attualmente alla responsabilità di guida dell’A.N.M., è disposta ad assicurare comunque il massimo impegno e il più fattivo contributo.

 

Airoma           Ardita       Cariti        Cicala        Davigo        Ferri       Massa        Patrono