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Magistratura Indipendente e i cambi di funzione

Già da diversi mesi, potrei dire dall'inizio della consiliatura, erano
emerse diverse resistenze in tutti i casi di trasferimento dalla Procura al
Tribunale della stessa sede; le perplessità erano state innanzitutto dai
laici di centrosinistra - cui si erano uniti quelli di centrodestra - con
riferimento alle note questioni dell'immagine, dell'inopportunità, etc.

Ora, va detto, con la dovuta calma ma anche con la dovuta sincerità, che il
problema è effettivamente avvertito da gran parte della pubblica opinione e
non possiamo essere solo noi magistrati a far finta che non esista. Anche
perché alcune infelici scelte adottate in qualche ufficio hanno aggravato la
situazione, dando vita a proteste magari strumentali, che però non hanno
contribuito ad affrontare serenamente il problema. Ed effettivamente, penso
anch'io che, specie in uffici non enormi, destinare un PM appena trasferito
alle funzioni del riesame o al monocratico possa dare la sensazione
dell'inopportunità.

Con ciò non intendo dire, specie io che vengo dalla requirente (almeno negli
ultimi dodici anni), che il PM non sia portatore di una cultura
giurisdizionale che gli consenta di svolgere le funzioni giudicanti con la
necessaria terzietà; e ciò ho sostenuto anche nel corso delle discussioni
consiliari. Però è inutile nascondere che la questione è vista con sfavore
dalla stragrande maggioranza dei cittadini, degli operatori del diritto e da
una buona parte anche dei magistrati.

E' per questo, infatti, che in sede associativa, pur contrastando -
giustamente - l'ipotesi di separazione delle carriere o le altre attualmente
all'esame, ci si è espressi - e non da ora - a favore di un'incompatibilità
circondariale nel caso di cambio di funzioni.

Ora, al CSM è accaduto che, esaminando in plenum alcuni trasferimenti da PM
a giudice nella stessa sede, si aprissero delle discussioni interminabili; e
siccome, a legge vigente, come tutti i togati hanno fatto notare, non è
certo possibile impedire un simile trasferimento, la questione si è spostata
sulla necessità di far risultare, dal verbale della seduta del plenum, che
si esprimeva contrarietà all'assegnazione al penale del magistrato
trasferito e, in aggiunta, sulla necessità di inviare il verbale della
seduta al Capo dell'ufficio giudiziario perché ne tenesse conto (una specie
di moral suasion, come oggi usa dire).

E siccome non bastava che la questione fosse esaminata nella prossima
circolare sulle tabelle, ad ogni trasferimento si riapriva la discussione
per far risultare tutti gli interventi e si ripetevano ogni volta le stesse
cose.
Alla fine, l'accordo è stato raggiunto in settima commissione (quella delle
tabelle) che, invitata dal plenum, ha adottato una proposta di delibera,
credo molto equilibrata, che potrete leggere più sotto, con la quale, in
sostanza, si dà mandato alla stessa commissione di affrontare la questione
nella prossima circolare, di cui la delibera contiene alcune anticipazioni
circa i criteri da adottare nell'assegnazione del PM trasferito al
Tribunale.
La lettura della delibera credo darà conto della particolare cautela con la
quale ci si è accostati al problema. Ma essa, in particolare, vuole
costituire un segnale - su questo hanno insistito in particolare i laici di
centrosinistra, credo giustamente - della capacità del CSM di saper
affrontare e risolvere i problemi della magistratura senza attendere riforme
più o meno dannose e molto meno equilibrate. Un segnale della capacità di
autoriforma del CSM, che vuole e sa intervenire per tener conto delle
istanze che vengono rivolte alla magistratura.

Fin qui, quindi, pieno consenso. Il dissenso comincia invece con riferimento
a quanto accaduto in plenum. Io e Mammone avevamo infatti proposto un
emendamento aggiuntivo che riporto qui sotto:
EMENDAMENTO CONS. LO VOI

Emendamenti alla proposta 131/FT/2003

A pag. 291 (in alto), prima dell'ultimo periodo, inserire il seguente:

-"considerato, peraltro, che ulteriore elemento di valutazione va
individuato nel percorso professionale del magistrato, essendo a tal fine
utile considerare l'eventuale pregresso positivo esercizio di funzioni
giudicanti, secondo quella comune cultura della giurisdizione che deve
informare l'operato dei magistrati;"

A pag. 292 (in alto), nella parte deliberativa, alla fine del punto 1),
aggiungere:

"e tenendo conto altresì del pregresso positivo esercizio di funzioni
giudicanti da parte del magistrato trasferito;"

Scopo dell'emendamento era quello di facilitare una valutazione positiva,
che agevolasse anche l'assegnazione al settore penale, del PM che avesse
svolto in passato funzioni giudicanti, così interpretando quella "comune
cultura della giurisdizione" che costituisce un valore da noi tutti
riconosciuto.

L'emendamento, però, non è stato approvato, perché si è obiettato che, in
questo modo, si sarebbe sfavorito colui che aveva invece fatto solo il PM;
continuo a non essere d'accordo, posto che il PM "puro" incapperà comunque
nei "divieti" di futura emanazione e nessuna valutazione potrà invece farsi
del percorso professionale del magistrato, aldilà del parere ex art 190
O.G., che comunque esiste anche oggi e non ha certo impedito che la
questione venisse sollevata.

E' stato invece approvato un altro emendamento, secondo me molto più
pericoloso, al quale io e Mammone ci siamo opposti, senza successo.
L'emendamento - che trovate in grassetto nella delibera - mira a spostare la
questione dall semplice (si fa per dire) rilevanza interna
sull'organizzazione degli uffici  quella esterna riguardante invece i
trasferimenti. In sostanza, la logica conseguenza di tale emendamento - che,
purtroppo, è stato approvato - sarebbe quella di dover impedire un
trasferimento dalla Procura  Tribunale se non i fosse un posto al civile
disponibile.

Ora, a parte il fatto che è praticamente impossibile sapere quale poto in
concreto andà a ricoprire il magistrato trasferito, essendo le eventuali
indicazioni provenienti dal capo dell'ufficio necesariamente soggette a
modifiche per esigenze contingenti, è evidente che non soltanto si
paralizzarebbe l'attività dell terza commissione (trasferimenti) che
dovrebbe essere costretta a chiedere ogni volta al capo dell'ufficio
indicazioni sulla natura del posto, ma - e sopratutto - che si dovrebbe
negare il trasferimento in  di accertata assenza di posti al civile. Il che,
a legge vigente, non è possibile, perché è contra legem.

L'emendamento, proposto dal Movimento, è stato approvato a larga
maggioranza, con l'opposizione di MI e di qualcuno di Unicost.