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Quattro anni di attività di Magistratura Indipendente

nel Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Siamo oramai alla fine dell’attuale consiliatura. E’ opportuno, sia pur in rapidissime battute, ricordare alcuni momenti salienti della nostra attività in seno al Consiglio Superiore e, in particolare, richiamare alcune questioni sulle quali si è particolarmente concentrato il nostro impegno, a testimonianza dell’affermazione dei principi e dei valori del nostro gruppo nell’attività consiliare di questo quadriennio.

Si accennerà soltanto ad alcune delle più rilevanti attività di interesse generale, nell’ambito dei lavori di ciascuna Commissione referente, non dimenticando, però, di evidenziare che in tutte le questioni affrontate  si è sempre dedicato il massimo sforzo per ottenere risultati giusti, con la massima trasparenza e, soprattutto, cercando costantemente, sia attraverso il confronto interno che con gli altri componenti laici e togati, l’apertura dello spazio di dialogo che consente di affrontare le problematiche in maniera costruttiva e ponderata e di conseguire, pertanto, i risultati migliori.

 

PRIMA COMMISSIONE: di questa Commissione è stato componente il primo, il secondo ed il terzo anno il Cons. Sergio Visconti, che ha rivestito anche l’incarico di Vice-Presidente (anno 1998-1999); il terzo anno ne è stato membro il Cons. Santi Consolo. Su nostra iniziativa sono state aperte numerose pratiche concernenti procedure ex art. 2 del R.D.Lgs. 31 maggio 1946, n. 511, finalizzate a garantire l’indipendenza ed il prestigio dei magistrati e, pertanto, a porre adeguato rimedio a quelle situazioni determinate, purtroppo, da comportamenti ascrivibili a colleghi che si pongono in contrasto con detti valori costituzionalmente previsti; allo scopo di non fare ricadere sui colleghi le conseguenze di una non sollecita trattazione dei procedimenti penali iscritti a loro carico, nonostante le delibere al riguardo adottate dal C.S.M., nell’ottica, peraltro, della salvaguardia della professionalità dei magistrati,  la Prima Commissione, anche su nostra proposta, ha deciso in diverse occasioni che è facoltà della Commissione proporre al Plenum l’archiviazione di pratiche, anche senza attendere l’esito del procedimento penale. La trattazione delle pratiche di Prima Commissione ha evidenziato un problema ricorrente: costituisce ormai, purtroppo, una prassi non corretta assai invalsa la trasmissione alla Prima Commissione di doglianze squisitamente processuali nei confronti di magistrati, quasi che la sede paradisciplinare potesse rappresentare un improprio ulteriore grado di giudizio. La conseguente iscrizione di pratiche aventi ad oggetto critiche di provvedimenti giurisdizionali o di attività di interpretazione della legge può provocare effetti distorsivi in particolare con riguardo alle procedure di valutazione della professionalità.

 

SECONDA COMMISSIONE: la presidenza di questa Commissione è stata affidata, in questo ultimo anno di consiliatura, al Cons. Fabio Massimo Gallo,  che ne ha fatto parte anche il secondo ed il terzo anno. Necessita di essere segnalata, in particolare, la nuova circolare sul collocamento fuori del ruolo organico dei magistrati, (circolare n. P-15972 del 20 luglio 2000), resa necessaria dall’intensificarsi di previsioni normative volte a consentire a varie istituzioni, anche a livello internazionale, di avvalersi dell’opera professionale di magistrati. Va, inoltre, ricordata l’intensa attività svolta dalla Commissione per la tempestiva designazione dei componenti delle Scuole di specializzazione per le professioni legali e per la pronta autorizzazione dei docenti ad esercitare attività di insegnamento.

 

TERZA COMMISSIONE: particolare sensibilità la componente consiliare di Magistratura Indipendente ha sempre avuto in relazione alle tematiche relative alla tutela della maternità e alla salvaguardia del nucleo familiare ed in particolare in materia di assegnazioni e di trasferimenti di sede. Segnaliamo il dibattito tenuto nella seduta plenaria del 27.1.1999 (rimasto tuttavia senza seguiti successivi) quando, anche ad istanza del comitato per le pari opportunità, in occasione dell’approvazione dei criteri per la formazione della graduatoria relativa al conferimento di funzioni giurisdizionali ed alla destinazione degli uditori giudiziari nominati con D.M. 23.12.1997, abbiamo proposto la previsione di un diritto di prescelta assoluto delle sedi a favore delle uditrici in stato di gravidanza o con prole fino a tre anni di età e degli uditori che accudissero direttamente la prole fino a tre anni di età per mancanza o impedimento non temporaneo della madre (proposta respinta a maggioranza). Nel medesimo ambito segnaliamo la problematica relativa all’applicabilità ai magistrati dell’art. 1.5 della L. n. 100/1987, che prevede il trasferimento extra ordinem del dipendente pubblico per ricongiungimento al coniuge militare soggetto a trasferimento infraquadriennale per motivi di servizio; la tesi che abbiamo energicamente sostenuto, conforme al parere dell’Ufficio Studi, è stata accolta in una sola occasione ed è stata seguita anche dal Consiglio della Magistratura militare in una deliberazione del 9 ottobre 2001; successivamente, il Consiglio Superiore ha ritenuto di aderire, a stretta maggioranza, con il nostro voto contrario, all’orientamento opposto. Segnaliamo anche il dibattito in ordine alle problematiche relative all‘equiparazione del personale maschile a quello femminile, ai fini dell’attribuzione dei punteggi aggiuntivi in sede di tramutamento, in presenza di figli minori di sei anni, in relazione al requisito aggiuntivo del “diretto accudimento dei figli per mancanza o impedimento non temporaneo della madre” richiesto per i padri al par.fo X, n. 2, della circolare n. 15098/1993; anche in questo caso il C.S.M. si è espresso in senso negativo, a stretta maggioranza, ed in presenza di nostre proposte alternative. Va, infine, rammentato l’impegno della nostra componente per la piena ed effettiva attuazione delle circolari e dei provvedimenti in materia di applicazione dei benefici relativi agli incentivi dei magistrati destinati a sedi disagiate (L. 133/98).

 

QUARTA COMMISSIONE: di essa hanno fatto parte, il primo anno il Cons. Margherita Cassano, il secondo anno il Cons. Sergio Visconti, il terzo ed il quarto anno il Cons. Santi Consolo. Segnaliamo, innanzitutto, la circolare sulla verifica periodica della professionalità dei magistrati, approvata con delibera del Plenum in data 22 settembre 1999, avente ad oggetto gli aspetti metodologici e la regolamentazione del procedimento di valutazione della professionalità dei magistrati sia mediante la rivisitazione dei criteri pratico-applicativi dei parametri fissati dalla legge, sia mediante l’individuazione di regole procedimentali sottese all’attività di valutazione esplicata dalla Commissione e dal Consiglio. In particolare, nel corso di tutta la consiliatura, abbiamo  perseguito l’obiettivo di fissare regole di normazione secondaria aventi ad oggetto le valutazioni di professionalità, nell’intento di garantire i principi di trasparenza e conoscibilità all’esterno del procedimento, di prevedere i tempi di trattazione delle pratiche, di garantire la parità di trattamento, di conformare l’azione del Consiglio ai principi più volte enunciati dal giudice amministrativo e alle risoluzioni e delibere adottate dal Consiglio, per non disperdere le fonti di conoscenza acquisite nell’ambito della complessa attività consiliare e rilevanti per valutare la professionalità del magistrato in base ai parametri fissati dalla legge. Tale attività si inquadra in un più vasto programma nel quale si inseriscono anche la modifica della circolare per il conferimento degli incarichi direttivi (che presuppone l’introduzione di nuovi parametri di rilevazione e valutazione delle attitudini professionali del magistrato), la risoluzione in tema di decentramento adottata dalla Sesta Commissione referente, nonché il lavoro effettuato dalla Settima Commissione referente sui flussi e sui carichi di lavoro dei magistrati -rilevante per la valutazione del parametro professionale della “laboriosità”- nonché sulla rilevazione statistica dell’attività dei magistrati (risoluzione del 20 gennaio 1999).

 

QUINTA COMMISSIONE: di questa Commissione hanno fatto parte il primo ed il terzo anno il Cons. Sergio Visconti (che ne è stato Presidente dal 6.8.2000 al 26.7.2001), il secondo anno il Cons. Santi Consolo, il quarto anno il Cons. Fabio Massimo Gallo. Con riguardo all’assegnazione degli incarichi direttivi, abbiamo concentrato il nostro impegno nell’affermazione di regole  certe e criteri sicuri, oggettivi e trasparenti nella valutazione e nella conseguente scelta dei candidati, nulla però togliendo alla specifica valutazione della professionalità, in maniera da garantire che le valutazioni siano comunque ancorate a principi di discrezionalità tecnica secondo parametri oggettivi. In tale linea evidenziamo, in particolare, la modifica della circolare n. 13000 del 7.7.1999 (circolare n. P-5766/2001 del 14 marzo 2001, approvata con delibera in data 7 marzo 2001) mediante l’introduzione dell’art. 4 bis, che prevede “Disposizioni particolari sul procedimento di nomina agli uffici apicali della Corte di Cassazione e del tribunale delle acque pubbliche”: in sostanza con tale modifica è stabilito che possano concorrere agli uffici apicali sopra detti “i magistrati che, negli ultimi quindici anni, siano stati titolari di uffici direttivi superiori per almeno due anni, o abbiano esercitato funzioni di legittimità per almeno quattro anni”. La professionalità così acquisita non è più un criterio discrezionalmente valutabile, ma diviene un requisito di ammissibilità delle domande, in maniera tale che costituisca già un primo momento di selezione fondato su criteri oggettivi; la modifica ha anticipato di fatto l’assegnazione per concorso degli uffici apicali della Corte Suprema di Cassazione, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 5710 del 6 novembre 2001.

 

SESTA COMMISSIONE: di essa hanno fatto parte il primo anno il Cons. Santi Consolo, e il secondo, terzo, quarto anno il Cons. Margherita Cassano che ne è stata Presidente dal 30-8-1999 al 5-8-2000. Nell’ambito delle numerose attività della Sesta Commissione che ci hanno visti impegnati, segnaliamo in particolare: la redazione del parere del Consiglio Superiore sullo schema del regolamento interministeriale concernente “Istituzione ed organizzazione delle scuole di specializzazione per le professioni legali” del 18 novembre 1999; la deliberazione del Consiglio Superiore in data 11 maggio 2000 sulla “Individuazione di procedura e criteri per la scelta dei magistrati chiamati a partecipare alla attività delle Scuole di Specializzazione per le Professioni Legali”; -la deliberazione del Consiglio Superiore del 21 novembre 2001 avente ad oggetto “Convenzioni con le scuole di specializzazione per le professioni legali – Limiti e condizioni”; il parere richiesto dal Ministro della Giustizia sul disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 22 marzo 2000 e recante “Aumento del ruolo organico e disciplina dell’accesso in magistratura”; la risoluzione del Consiglio Superiore in data 11 maggio 2000, scaturita da una nota del 24 febbraio 2000 sottoscritta da magistrati dei distretti di Corte d’Appello di Palermo e Caltanissetta, relativa alla situazione di magistrati titolari di uffici direttivi e semidirettivi soppressi di pretura Circondariale e procura presso la pretura nella quale si prevedeva l’accelerazione dei tempi di definizione dei concorsi banditi, l’applicazione con la massima attenzione della valutazione attitudinale di cui all’art. 37 cpv. del D. Lgs. N. 51 per i perdenti posto, nonché la raccomandazione ai dirigenti degli uffici giudiziari, in cui alla data del 2.6.2000 si trovassero ancora dei perdenti posto, all’applicazione più ampia possibile delle procedure di variazione tabellare di cui all’art. 37, 4° comma, del D. lgs.  N 51 e di tutte le disposizioni della circolare delle tabelle 2000-2001 volte a disciplinare la collocazione tabellare dei perdenti posto; la risoluzione del 21 novembre 2001 recante “parere del C.S.M. sul d.l. 14 ottobre 2001 n. 374, recante disposizioni urgenti per contrastare il terrorismo internazionale”, il decreto legge 12 ottobre 2001, n. 369, recante “misure urgenti per reprimere e contrastare il finanziamento del terrorismo internazionale” (detta risoluzione è stata effettuata d’iniziativa del Consiglio Superiore proprio per le immediate ricadute sull’amministrazione della giurisdizione e sull’ordinamento giudiziario che il d.l. n. 369/2001 evidentemente ha comportato). Con riguardo, poi, alle problematiche connesse alla durata ragionevole del processo si sono previsti interventi integrati a più livelli, culturale, normativo ed organizzativo. Innanzitutto la Nona Commissione, anche su nostro impulso, ha cominciato ad inserire il tema nei seminari organizzati nel tirocinio ordinario e mirato degli Uditori Giudiziari, nonché nei corsi di formazione permanente, taluni dei quali destinati esclusivamente a questo obiettivo. Sono state, poi, adottate, anche all’esito di una missione presso la Corte Europea di Strasburgo nel maggio 2000, due delibere rispettivamente in data 15.9.1999 e 6.7.2000, con il quale si è inteso stimolare i dirigenti degli uffici giudiziari e i singoli magistrati ad una presa di coscienza, propedeutica alla valutazione dei presupposti atti ad una diversa organizzazione del lavoro giudiziario, per quanto consentito dai mezzi e dalle strutture disponibili. Su tale tema abbiamo curato una  pubblicazione sui Quaderni del Consiglio Superiore della Magistratura (anno 2000, n. 113). Si segnalano ancora: la “Risoluzione di carattere generale su procedura e criteri di designazione dei magistrati destinati ad operare nell’ambito dell’Unità provvisoria di cooperazione giudiziaria con sede in Bruxelles in vista della costituzione della struttura stabile di Eurojust” (in data 24 gennaio 2001), sia alla designazione dei “magistrati di collegamento con il Regno Unito e con la Spagna” (in data 24 gennaio 2001); la risoluzione del 27 settembre 2001 relativa al parere sul disegno di legge in materia di “Ratifica ed esecuzione sull’accordo tra Italia e Svizzera che completa la Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 e ne agevola l’applicazione, fatto a Roma il 10 settembre 1998, nonché le conseguenti modifiche al codice penale ed al codice di procedura penale”; la delibera del 13 maggio 1999 relativa al parere sul disegno di legge concernente “Disciplina delle investigazioni difensive”. Infine, nell’ambito dei lavori della Sesta Commissione segnaliamo il nostro contributo nella redazione del parere richiesto dal Ministro della Giustizia sul disegno di legge delega di modifica dell’Ordinamento Giudiziario approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 12 marzo 2002.

 

SETTIMA COMMISSIONE: di questa Commissione ha fatto parte, i primi tre anni, il Cons. Fabio Massimo Gallo, che ne è stato il Presidente dal 30.8.1999 al 26.7.2001. Segnaliamo il  ruolo di impulso sostenuto nella redazione della circolare integrativa sulle sezioni stralcio del 6 novembre 1998, la Circolare integrativa sulle tabelle infradistrettuali del 16 dicembre 1998, la circolare del 12 aprile 1999 sul Giudice Unico di Primo grado e Sezioni Stralcio e la circolare integrativa sul Giudice Unico, nonché la delibera del 15 luglio 1999 sulla costituzione delle sezioni controversie di lavoro presso le Corti d’Appello; l’attività relativa ai referenti informatici (sia con riferimento alla delibera del 7 giugno 2000 sulla rideterminazione del ruolo dei medesimi, sia con riferimento alla delibera del 14 giugno 2000- bando per la nomina dei referenti informatici per il biennio 2000/2001; la risoluzione in data 20 giugno 2001 in tema di applicazioni extradistrettuali, con la quale si sono voluti stabilire una serie di principi che regolano detta attività affinché costituisca uno strumento per far fronte a necessarie ed imprescindibili necessità di uffici, senza per questo danneggiare gli uffici di provenienza dei magistrati applicati o portare alla conseguenza di uno stravolgimento dei principi, ed in particolare del principio del giudice naturale, con conseguenza gravi per il regolare svolgimento del servizio e per l’immagine dell’istituzione.

 

OTTAVA COMMISSIONE: di questa Commissione hanno fatto parte il primo anno il Cons. Santi Consolo, il secondo, terzo e quarto anno il Cons. Sergio Visconti. L’Ottava Commissione è competente per tutte le problematiche relative ai magistrati onorari (nomine, formazione, incompatibilità, sanzioni disciplinari, quesiti vari, ecc.) ed esaurisce circa 15.000 pratiche l’anno; l’aumento numerico dei magistrati onorari e delle competenze agli stessi riservate ha prodotto, infatti, un lavoro incessante per la commissione, che ha dovuto affrontare numerosi quesiti sollevati dagli stessi soprattutto in materia di incompatibilità. Ricordiamo le circolari del 22 maggio 2000 (P-11356 e P-11357) in materia di criteri di nomina e conferma dei giudici onorari e dei vice procuratori onorari, nonché le circolari sui giudici di pace (n. 16167 del 24 luglio 2000 e P-18088 del 15 settembre 2000), anche in relazione al tirocinio dei medesimi (n. P-1207/2001 del 18 gennaio 2001); per una più precisa esposizione  dell’enorme lavoro svolto negli ultimi anni dall’Ottava Commissione e, all’interno di essa, dal Collega Visconti, si potrà, entro breve, avere a disposizione il Quaderno del Consiglio Superiore sulla Magistratura Onoraria di prossima pubblicazione; segnaliamo che, con spirito istituzionale, siamo stati presenti (ed attivamente) per tutti e quattro gli anni in Ottava Commissione, rendendoci conto del rilevante ruolo del rilevante ruolo della Magistratura Onoraria nell’attuale sistema giudiziario.

 

NONA COMMISSIONE: di questa Commissione hanno fatto parte il primo ed il terzo anno il Cons. Margherita Cassano, che ne è stata Presidente dal 6.8.2000 al 26.7.2001, ed il quarto anno il Cons. Santi Consolo. Fra le pratiche di maggior rilievo evidenziamo la nomina della Commissione esaminatrice del concorso per n. 360 posti di uditore giudiziario indetto con D.M. 17.10.2000; la “Relazione Quadriennale sull’attività di formazione professionale”, approvata nel luglio 2001 dall’Assemblea Plenaria del C.S.M. e pubblicata sui Quaderni del C.S.M. (anno 2001, n. 119); la pubblicazione in due volumi delle attività concernenti il laboratorio relativo al corso sperimentale di “autoformazione” professionale giudici e pubblici ministeri dell’area della famiglia e dei minori (Quaderno del C.S.M. n. 117); l’adesione del C.S.M. (cfr. delibera del dicembre 2000) alla Rete Europea di formazione giudiziaria, finalizzata a creare uno stabile raccordo tra tutti gli organi istituzionalmente deputati nei vari Stati Europei alla formazione dei magistrati; il laboratorio di autoformazione dei magistrati di sorveglianza; la risoluzione per la formazione decentrata adottata con delibera consiliare del 21 giugno 2001, nell’intento di fornire risposta immediata alle esigenze professionali dei magistrati che operano in contesti giudiziari e territoriali spesso profondamente diversi tra loro e si propone di realizzare una stretta interazione tra attività professionale ed organizzazione degli uffici e del lavoro giudiziario. In materia di tirocinio degli uditori giudiziari, evidenziamo i nostri sforzi per far sì che il periodo di formazione sia garantito da una adeguata durata e da un percorso formativo adeguato, ai fini di una migliore riuscita. Ricordiamo, in proposito, l’acceso dibattito sostenuto all’adunanza plenaria del 9 febbraio 2002 nel quale abbiamo sostenuto energicamente la proposta, rimasta di minoranza, in cui si evidenziava che la proposta di riduzione del tirocinio degli uditori giudiziari ad un periodo complessivo di quindici mesi, con un esonero del trenta per cento del lavoro per i primi mesi di effettive funzioni, non avrebbe portato a significativi benefici quanto allo smaltimento del lavoro, ma avrebbe, per converso, creato notevoli problemi organizzativi specie presso gli uffici più disagiati, oltre ad immettere nelle funzioni gli uditori non adeguatamente preparati, così da dare agli stessi un messaggio assolutamente contraddittorio e non in linea con l’indirizzo seguito negli ultimi anni. Segnaliamo, ancora, le azioni positive sostenute per riequilibrare condizioni di oggettivo svantaggio in cui versa il magistrato con prole ai fini dell’accesso alle opportunità di formazione, aggiornamento e perfezionamento professionale. In tal proposito il C.S.M., su proposta della Nona Commissione referente, riconoscendo le maggiori difficoltà incontrate (e connesse rinunce) ai fini della partecipazione agli incontri di studio, da programmarsi su base annuale, dei magistrati in dipendenza dello stato di gravidanza o per esigenze di assistenza di figli in tenera età, ha disposto di “mettere a disposizione, in via sperimentale e in eventuale aggiunta ai magistrati già ammessi in via ordinaria, per ciascun incontro di studio cinque posti destinati al recupero delle mancate partecipazioni e/o mancate richieste, documentate, riconducibili alle cause di astensione obbligatoria e/o facoltativa per maternità nonché di congedo parentale” (delibera in data 10.1.2001). Ricordiamo, poi, la recentissima delibera consiliare (in data 5 giugno 2002) relativamente alla possibilità di svolgere un adeguato periodo di aggiornamento per quei magistrati  che passano dalla funzione giudicante a quella requirente, e viceversa, ovvero da un settore all’altro della giurisdizione o, ancora, che si apprestano a dedicarsi ad una materia specialistica.

 

DECIMA COMMISSIONE: di essa ha fatto parte il primo anno il Cons. Fabio Massimo Gallo, il secondo anno il Cons. Santi Consolo, che ne è stato Presidente dal 30.8.1999 al 5.8.2000, il quarto anno il Cons. Margherita Cassano. Segnaliamo in particolare: la risoluzione del 22 settembre 1999 sull’”Evoluzione delle forme organizzative di cosa nostra ai fini dell’elaborazione delle strategie di contrasto delle Istituzioni”, che costituisce la pietra angolare dell’impegno della Decima Commissione; la “risoluzione approvata all’Assemblea plenaria nella seduta pomeridiana del 10 febbraio 2000 in ordine ai problemi posti all’Amministrazione della giustizia dalla criminalità organizzata negli uffici giudiziari di Caltanissetta e Gela”; la “risoluzione approvata all’Assemblea plenaria nella seduta pomeridiana del 25 luglio 2000 in ordine ai problemi posti all’Amministrazione della giustizia dalla criminalità organizzata in Campania”; la pubblicazione del volume n. 110 del 2000 “Il problema della criminalità organizzata all’attenzione del C.S.M.” , realizzato in esito a visite effettuate presso gli uffici giudiziari nei distretti di Catania, Palermo Cagliari, Sassari, Bari e Lecce per documentare lo sforzo conoscitivo realizzato nell’evoluzione recente dei più allarmanti fenomeni criminali e per descrivere compiutamente le iniziative di competenza del Consiglio intraprese ed i risultati ottenuti; a tal proposito evidenziamo l’apertura di pratiche  con concrete iniziative di acquisizioni di dati e monitoraggi per comprendere l’effettiva consistenza e contorni di indici di criminalità organizzata manifestatasi in distretti quali Brescia, Milano e Genova.

 

                                                                                          Margherita Cassano

                                                                                          Santi Consolo

                                                                                          Fabio Massimo Gallo

                                                                                          Sergio Visconti