IL MANCATO VOTO DA PARTE
DEL PLENUM Comè noto
il C.S.M. non ha potuto votare sul contestato Ddl Cirami. A nulla è
servito il rinvio di quattro giorni deciso la settimana scorsa: infatti i consiglieri
espressi dalla CdL si sono allontanati non appena è stata aperta la seduta lasciando in
aula il solo cons. Luccico il quale ha la parola ponendo una questione pregiudiziale. «Linterlocuzione
del Csm tende a porsi come uniniziativa che ha valenze politiche esorbitanti e lo
trasformerebbe in una terza Camera egli ha detto il Consiglio non può
esprimere di sua iniziativa, senza la necessaria richiesta del governo, un parere su un
disegno di legge di iniziativa parlamentare». Tra gli ultimi
tentativi di mediazione, cera stato anche quello del consigliere Schietroma espresso
dallo Sdi, che aveva proposto ai consiglieri di «rinunciare alla pregiudiziale e alla
deliberazione formale facendo ciascuno un passo indietro». Il Csm, quindi avrebbe
discusso «dei vari aspetti in questione, ma con limpegno di tutti a non pretendere
il voto sul documento». Il vicepresidente Rognoni avrebbe poi riferito al ministro della
Giustizia. Ma nemmeno
questa proposta di compromesso è stata accolta ed è venuto meno il numero legale. I consiglieri
togati allunanimità e quelli espressi dal centrosinistra hanno quindi discusso sul
parere predisposto dalla sesta commissione ed hanno, altresì, stigmatizzato il
comportamento dei consiglieri in quota Polo ponendo in risalto il fatto che lordine
del giorno era stato autorizzato dal Capo dello Stato che lo aveva sottoscritto. A tali critiche ha
risposto lavv. Luccico per il quale: «Cè chi vuol far passare la tesi che ci
siamo messi contro il Quirinale ha ribattuto Buccico ma noi contro il
Quirinale proprio non ci mettiamo. La nostra è stata una scelta dolorosa ma assunta con
senso del dovere e responsabilità». Lex presidente del Cnf ha anche escluso
categoricamente lipotesi di uno scioglimento del Csm: «escludo ha detto
che si possa anche solo ipotizzare questa eventualità». «Mi auguro ha
concluso Buccico che occasioni così traumatiche non si verifichino più ma perché ciò
accada è necessario che tutte le parti facciano un passo indietro. Noi siamo disponibili
a discutere poteri ed attribuzioni del Csm. Noi abbiano agito nellalveo dellinterpretazione
della legge costitutiva secondo noi conforme a giustizia». Ha rincarato la
dose il consigliere Di Federico per il quale: «Non siamo tenuti a partecipare a sedute
durante le quali si ampliano le competenze del Csm» Prevedibile ma,
comunque, ugualmente non condivisibile la minaccia formulata dallo stesso consigliere
secondo il quale il numero legale verrà meno «ogni volta che si esorbita dai poteri
assegnati al Consiglio dalla Costituzione. È lunico modo che abbiamo per impedire
questo andazzo
». Da ultimo
occorre aggiungere una nota di colore che la dice lunga sullattenzione dedicata alla
questione dai mass media. il
TG1, il 24 settembre, ha dato una stringata notizia del mancato voto da parte del C.S.M.,
precisando che sarebbe stata impedita anche la discussione del parere. Il tutto, poi,
praticamente in chiusura dopo le previsioni del tempo e la notizia di un omicidio in
Puglia. o.d.g. |