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Consiglio Superiore della Magistratura

PROGRAMMA

dei corsi di formazione e di aggiornamento

professionale per i magistrati

2003

 

 

 

 

N.B. Il programma sarà integrato anche con una partecipazione di una  “quota” di giudici di pace per gli incontri n. 759 e 762
INDICE

 

Presentazione………………………………………………………………...

Pag.

 

Materiale di studio

Informazioni per la presentazione delle domande, l’ammissione e la partecipazione agli incontri di studio programmati per il 2003…………….…………………………………………………………....

 

 

 

 

 

 

 

Aspetti logistico-amministrativi……………………………………………..

 

Prospetto tematico dei corsi………………………………………………….

 

Prospetto cronologico dei corsi……………………………………………...

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di uditori giudiziari con funzioni…………………………………………………………….………...

 

 

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di avvocati del libero foro…………………………………………………………………………...

 

 

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di avvocati dello Stato………………………………………………………………………….

 

 

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di avvocati dell’INPS e INAIL………………………………………………………………………..

 

 

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di notai ……………………………………………………………………………….

 

 

 

Prospetto degli incontri di studi aperti alla partecipazione di dottori commercialisti……………………………………….………………………

 

 

 

Prospetto dei corsi aperti alla partecipazione di rappresentanti delle Authorities…………………………………………………………………...

 

 

 

Prospetto degli incontri di studi aperti alla partecipazione di magistrati militari……………………………………….…………………….………...

 

 

 

Prospetto degli incontri di studi aperti alla partecipazione di magistrati amministrativi….…………………………….…………………….………...

 

 

 

Prospetto degli incontri di studi aperti alla partecipazione di magistrati della Corte dei Conti….…………………………….…………………….…….….

 

 

 

Prospetto degli incontri di studi aperti alla partecipazione di giudici tributari….…………………………….…………………….…………….…

 

 

 

 


Corsi Civile

 

750

Le compravendite…………………………………………..…………

 

 

754

I rapporti patrimoniali della famiglia…………………………………

 

 

757

La tutela sommaria cautelare..………………………………………..

 

759

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti, treni ed aerei…………………………………………………………...………

 

 

 

 

 

 

761

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario…………………

 

767

I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni…………………………………………………

 

 

770

Pubblicità e tutela dei diritti…………………………………………..

 

772

L’istruttoria nelle procedure concorsuali……………………………..

 

775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza………………..

 

778

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico…………………………

 

780

I contratti della distribuzione commerciale…………………………...

 

782

Il punto sul rito civile……………………………………………

 

783

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole………………….

 

786

Successioni e divisioni………………………………………………..

 

787

Esecuzione forzata e opposizioni……………………………………..

 

 

 


Corsi Penale

 

749

Urbanistica e paesaggio………………………………………………

 

752

Il principio di intangibilità del giudicato penale……………………...

 

755

Il processo di parti……………………………………………….……

 

756

L’offensività…………………………………………………………..

 

758

Durata ragionevole e processo penale…………………………….…..

 

762

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio…………………………

 

764

Sesto corso “Mario Amato” di approfondimento tematico delle tecniche di indagine: i protocolli di indagine…………………………

 

 

 

766

Corso Falcone-Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross examination……………………………………………………..

 

 

 

773

Reati omissivi e posizioni di garanzia………………………………..

 

776

Immigrazione, diritto penale e processo……………………………...

 

788

Le riforme relative al dibattimento…………………………………..

 

 

Corsi Interdisciplinare

 

753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria………………………………………………………….

 

 

760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica…………………...

 

765

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario…………………………………………..

 

 

769

Le competenze e l’attività dei Consigli Giudiziari…………………...

 

784

Le misure di prevenzione patrimoniali……………………………….

 

 

 


INDICE CRONOLOGICO DEI CORSI

 

 

Urbanistica e paesaggio – 3-5 marzo…………………………………….

Pag.

 

Le compravendite - 10-12 marzo……………………………………….

 

Il principio di intangibilità del giudicato penale – 31 marzo–2 aprile…

 

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria - 7-9 aprile………………………………………………...

 

I rapporti patrimoniali della famiglia – 14-16 aprile…………………….

 

Il processo di parti – I edizione – 28-29 aprile…………………………..

 

L’offensività – 5-7 maggio………………………………………………

 

La tutela sommaria cautelare – 12-14 maggio…………………………...

 

Durata ragionevole e processo penale – I edizione – 19-21 maggio…….

 

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti treni e aerei – 22-23 maggio…………...

 

 

 

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica – 26-28 maggio…….

 

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario – 3-5 giugno………

 

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – I edizione – 5-6 giugno…

 

Sesto corso “Mario Amato” di approfondimento tematico delle tecniche di indagine: i protocolli di indagine – 16-19 giugno…………………….

 

 

 

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario - 23-25 giugno……………………………..

 

 

 

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – I Edizione – 30 giugno-2 luglio……..…………….

 

 

I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni – 3-4 luglio……………………………………….

 

 

Le competenze e l’attività dei Consigli Giudiziari – 10-11 luglio………

 

Pubblicità e tutela dei diritti – 14-16 luglio……………………………..

 

Durata ragionevole e processo penale – II edizione – 17-19 settembre…

 

L’istruttoria nelle procedure concorsuali- 22-24 settembre……………..

 

Reati omissivi e posizione di garanzia – 29 settembre-1 ottobre………..

 

Il processo di parti – II edizione – 2-3 ottobre…………………………..

 

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza – 6-8 ottobre…….

 

Immigrazione, diritto penale e processo – 9-10 ottobre…………………

 

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – II edizione – 13-15 ottobre………………………...

 

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico – 20-22 ottobre…………...

 

I contratti della distribuzione commerciale – 3-5 novembre…………….

 

Il punto sul rito civile – 13-15 novembre………………………………..

 

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole – 17-19 novembre……………….

 

 

Le misure di prevenzione patrimoniali – 24-26 novembre……………...

 

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – II edizione – 27-28 novembre………………………………………………………………...

 

Successioni e divisioni – 1-3 dicembre…………………………………

 

Esecuzione forzata ed opposizioni – 10-12 dicembre…………………..

 

Le riforme relative al dibattimento – 15-17 dicembre…………………..

 

 

 

 


PRESENTAZIONE

 

Premessa

 

 

L’offerta dei corsi di formazione e aggiornamento professionale per l’anno 2003 si  pone in linea di continuità con la programmazione dell’anno 2002, che era stata caratterizzata da tre rilevanti novità:

il concreto avvio della formazione decentrata, già disciplinata dalla risoluzione dell'Assemblea Plenaria del C.S.M. del 26 novembre 1998 e poi ulteriormente regolamentata dalla risoluzione del 21 giugno 2001;

l'adesione del C.S.M., nel dicembre 2000, alla "Rete Europea di Formazione Giudiziaria" formata dalle diverse istituzioni responsabili della formazione dei magistrati nei diversi Paesi dell'U.E., con la conseguente formalizzazione e stabilizzazione di quelle iniziative formative in collaborazione che, viceversa, negli ultimi anni sono state realizzate in base ad accordi presi volta per volta;

la presa d'atto della necessità di un ripensamento dei contenuti e dei metodi della formazione, imposta non solo dall'avvio della formazione decentrata, ma anche dalla riflessione sulle risultanze dell'attività formativa svolta nel quadriennio trascorso, documentata dalla relazione del Comitato Scientifico approvata dall'Assemblea Plenaria del C.S.M. in data 12 luglio 2001.

Tali elementi, se da un lato lasciano inalterata la volontà di proseguire in numerose iniziative già intraprese negli anni passati, che per l’ampio consenso riscosso e la proficuità dei risultati raggiunti appaiono dei punti fermi nella programmazione annuale, dall’altro impongono alcune modifiche ed innovazioni nell’offerta formativa e nelle metodologie didattiche, che saranno appunto evidenziate nel corso di questa introduzione.

Resta poi da sottolineare che l’offerta ordinaria di programmazione è stata ristretta in dieci mesi, dal marzo al dicembre 2003, ciò a fronte del recente rinnovamento consiliare e dei tempi tecnici necessari per l’approvazione del programma e l’organizzazione dei corsi secondo le domande di partecipazione; comunque, per il primo bimestre 2003, al fine di garantire la continuità nell’attività formativa, sono state previste delle iniziative straordinarie concernenti alcuni temi di stretta attualità (la condizione giuridica dello straniero e le competenze del giudice ordinario in materia di pubblico impiego) ovvero oggetto di recenti riforme legislative, già entrate in vigore o di prossima attuazione (in particolare la legge Pinto, la riforma del diritto penale societario e quella del diritto societario civile e processuale).

Nel 2004, peraltro, l’offerta formativa sarà nuovamente strutturata nell’arco dell’intero anno solare. 

 

 

2.          Formazione e decentramento

 

Il tema del rapporto tra formazione centrale e formazione decentrata è oggi più che mai di attualità, visto che dalle riflessioni teoriche dei seminari "Formazione dei formatori" tenutisi negli ultimi anni si è passati, sia nel 2001 ma soprattutto nel 2002, alla concreta programmazione ed attuazione di varie iniziative formative in sede decentrata, numerose in quasi tutti distretti e, in particolare, in quelli caratterizzati dalla presenza di grandi uffici giudiziari (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, etc.).

In questa prospettiva, fermo il principio che la formazione decentrata è una modalità che si aggiunge e non sostituisce quella centrale, si è posto e si pone il problema di una distribuzione e coordinamento delle risorse, finanziarie e umane, sino ad oggi destinate all’attività formativa centrale. Per l’aspetto delle risorse finanziarie, è noto che il C.S.M. già per il 2002 ha dotato di “fondi” i vari “uffici dei referenti distrettuali” e tale voce di spesa è tendenzialmente destinata a crescere nel 2003, nell’ottica di una sempre maggiore stabilizzazione delle esperienze formative locali. Sotto il profilo organizzativo ricorre l’esigenza di un raccordo tra le attività locali e quella centrale, onde evitare inutili ripetizioni o sovrapposizioni tra le offerte formative provenienti dal centro e dalla periferia, consentendo alle une e alle altre di realizzarsi proficuamente, nell’ottica di quel “circolo virtuoso” posto a base del nuovo progetto formativo e che presuppone logicamente un continuo scambio di esperienze e notizie tra i formatori centrali e quelli locali. Gli argomenti sono stati trattati nella delibera del 21 giugno 2001 e negli ultimi seminari “Formazione dei formatori”, e in queste sedi si è immaginato e proposto un assetto organizzativo contraddistinto da una tendenziale libertà di programmazione da parte dei referenti locali, tenuti in partenza ad una programmazione di base con cadenza semestrale, con la possibilità di una continua interlocuzione del Consiglio e del Comitato Scientifico, interlocuzione facilitata anche dalla creazione di una struttura informatica ad hoc in sede consiliare e dalla costituzione di una rete informatica tra i referenti aperta anche ai componenti del Comitato Scientifico. E’ evidente comunque che le soluzioni adottate non possono che essere sperimentali e graduali, pronte a qualsiasi modifica all’esito della verifica sul campo dei risultati del nuovo modulo organizzativo della formazione consiliare. 

Ad ogni modo, nella consapevolezza della presenza della nuova struttura di formazione decentrata e del sempre maggiore sviluppo delle iniziative in sede locale, il Consiglio già da due anni ha ritenuto opportuno ridurre l’offerta formativa centrale, che anche nel 2003 si articolerà in un numero complessivo di incontri tale da consentire ai formatori locali di predisporre un programma che si adatti al meglio con quello centrale, integrandolo anche da un punto di vista temporale.

 

 

3          Formazione internazionale

 

Nell’ambito dei rapporti di collaborazione ed interazione tra formazione decentrata e formazione in sede centrale, come già evidenziato nella presentazione del programma di formazione per il 2002, le iniziative in tema di cooperazione giudiziaria e diritto internazionale, per evidenti ragioni organizzative ed al fine di facilitare la partecipazione di magistrati stranieri, hanno la loro collocazione naturale a livello centrale.

Le iniziative volte ad illustrare reciprocamente il funzionamento dei vari sistemi giudiziari nazionali, che si sono ripetute nel corso degli ultimi anni, hanno indubbiamente favorito una migliore conoscenza delle varie realtà giuridiche dei paesi appartenenti all’Unione Europea, contribuendo a rafforzare un clima di fiducia reciproca tra i vari operatori giuridici, rendendo ognuno consapevole delle differenze e delle affinità esistenti tra le varie legislazioni nazionali.

Nell’ultimo anno deve altresì segnalarsi l’intensificarsi dell’attività della “Rete di Formazione giudiziaria europea”, che, nell’obiettivo dichiarato di agevolare lo scambio delle conoscenze ed esperienze giuridiche tra i suoi vari membri e prendendo atto della sempre maggiore pervasività della legislazione comunitaria, sia in campo penale che in quello civile, ha compiuto un significativo passo in avanti rispetto alle iniziative promosse negli anni passati.

Infatti, mentre in precedenza, la Rete era il luogo nel quale i singoli stati portavano a conoscenza degli altri, i progetti formativi promossi all’interno di ogni singola nazione, nel corso degli ultimi mesi, si è ritenuto che debba essere la stessa Rete la sede deputata alla individuazione delle priorità formative ed alla concreta formulazione dei progetti formativi.

Gli incontri che verranno proposti nel 2003 in materia di cooperazione giudiziaria – sia civile che penale – nonché al fine di fornire l’occasione per una prima riflessione sulle numerose novità legislative sia di contenuto processuale che più prettamente sostanziale, hanno come peculiarità il fatto che il programma negli stessi proposto è stato concordato dai vari membri della Rete e verrà riproposto con modalità e contenuti analoghi in numerosi paesi appartenenti alla Rete, con la partecipazione anche di magistrati provenienti da paesi candidati all’ingresso nell’Unione Europea.

L’iniziativa così promossa, che segna un indubbio progresso rispetto alle modalità di collaborazione in passato attuate a livello internazionale, appare altresì in linea con la volontà espressa dalla Commissione Europea in tema di finanziamenti per attività formative, essendosi appunto previsto che condizione per fruire di tali contributi, è la presentazione dei progetti da parte di almeno tre stati in maniera congiunta.

            Gli incontri programmati, oltre a costituire una fondamentale occasione per la conoscenza tra i vari magistrati dell’Unione Europea, rappresenteranno una sede privilegiata per lo studio e l’approfondimento dei tradizionali principi del diritto comunitario nonché delle più significative innovazioni nel settore della cooperazione giudiziaria.

Inoltre non mancheranno iniziative volte a favorire una migliore conoscenza dei linguaggi giuridici stranieri, nella consapevolezza condivisa a livello comunitario, che uno dei maggiori ostacoli al ravvicinamento delle legislazioni e dei sistemi giuridici dei paesi membri dell’Unione, è rappresentato proprio dalle barriere di carattere linguistico.

Per tutti questi incontri di natura internazionale è previsto un contributo finanziario e il placet delle istituzioni comunitarie, e sia per l’esistenza di tale controllo da parte di organismi “esterni”, sia per la stessa presenza di ospiti stranieri e la conseguente necessità di conoscere le lingue comunitarie, trattasi di iniziative escluse dal sistema di ordinaria ammissione e che costituiranno oggetto di specifici interpelli.  

 

 

4           I contenuti della formazione

 

I risultati della relazione quadriennale sull’attività formativa del Consiglio hanno ulteriormente sollecitato la riflessione, già da tempo aperta in seno alla Nona Commissione e al Comitato Scientifico, circa l’esigenza di un ripensamento dei contenuti e dei metodi della formazione centrale, con l’introduzione e la sperimentazione di soluzioni innovative.

Peraltro, in materia di contenuti, il problema di fondo, nascente dall’avvio della formazione decentrata, è quello di delineare a priori i contorni delle aree formative da riservare rispettivamente alla struttura centrale e a quella decentrata, questo all’evidente fine di evitare inutili e dannose sovrapposizioni.

Orbene, anche a fronte dell’incalzante mutamento culturale e sociale e del proliferare di innovazioni legislative che incidono profondamente sulla disciplina positiva e, per l’effetto, sulle categorie scientifiche tradizionali, si avverte il bisogno di recuperare momenti di riflessione di più ampio respiro, che agevolino la ricerca di principi generali, non astratti e formali, ma tratti dalla disciplina interna e internazionale di primo livello (Costituzione, Carta europea dei diritti, atti comunitari e convenzioni internazionali di portata generale), in grado di riportare ad unità e coerenza logica un materiale normativo sempre meno omogeneo e meno suscettibile di essere compreso ed applicato adeguatamente. Questi momenti di riflessione generale sono affidati, anche se non in maniera esclusiva, alla formazione centrale, che da sempre si occupa dell’analisi sui temi di natura “interdisciplinare”, che cioè non riguardano funzioni prettamente specialistiche, ma presuppongono l’esame di aspetti di interesse ad un tempo civilistico o penalistico o che, pur se attengono ad uno specifico settore del diritto, interessano anche settori o comparti giurisdizionali affini, sicchè diventa oltremodo utile la partecipazione e il contributo di magistrati portatori di esperienze e professionalità diverse, anche e soprattutto al fine di realizzare un confronto che possa portare al superamento degli angusti limiti delle categorie tradizionali.

La formazione decentrata - i cui contenuti vengono allo stato individuati dai referenti locali secondo la programmazione prevista dalla risoluzione consiliare del 21 giugno 2001 - tende invece ad occuparsi di aree tematiche più specifiche; in particolare, per le sue caratteristiche intrinseche di capillarità, e quindi facilità di accesso, e di rapidità di attuazione, la formazione decentrata appare ben adeguarsi alla “prima lettura” degli interventi normativi o delle novità ed incertezze giurisprudenziali di maggiore impatto pratico-applicativo.

Questa è la tendenziale linea di discrimine e differenziazione che in sostanza emerge dalle risoluzioni consiliari occupatesi dell’argomento (dalla prima del novembre 1998 all’ultima del giugno 2001), e in questo senso sembra si siano sviluppando le iniziative organizzate dai referenti distrettuali.

Tuttavia, ciò non sta a significare autonomia e differenziazione tra formazione centrale e formazione locale, perchè in tal caso la prima rischierebbe di cadere nell’astrattezza mentre quella decentrata correrebbe il pericolo di appiattirsi sulla mera informazione o sulla messa in comune di semplici, anche se certamente importanti, strumenti per l’attività ermeneutico – applicativa. L’idea di base è sempre quella di un processo formativo di tipo circolare nel quale, ai momenti di analisi e confronto in sede locale, segua una riflessione di carattere unitario da effettuare appunto in sede centrale, riflessione da sottoporre nuovamente a verifica a livello locale in relazione agli specifici problemi emersi nelle varie realtà territoriali. In questo continuo “circuito formativo-informativo”, invero, si può rinvenire la grande potenzialità della offerta formativa integrata centro-periferia,  e questa è la strada già percorsa negli ultimi anni e da percorrere con sempre maggiore intensità nel prossimo futuro, a partire dal 2003. Ovviamente, presupposto per la progettazione e l’attuazione di un processo formativo di questo tipo è la istituzionalizzazione di quella reciproca e costante informazione tra centro e periferia di cui si è parlato all’inizio, utile anche a realizzare quel coordinamento indispensabile per il concreto successo del nuovo modello di formazione.

In questa ottica, per così dire “bi-direzionale”, ecco che la formazione centrale può e deve atteggiarsi secondo due schemi diversi: luogo per realizzare iniziative di carattere culturale ed interdisciplinare, svincolate dalle funzioni in concreto esercitate e volte alla discussione di grandi temi che investono la giurisdizione ma non solo (si pensi ai classici esempi della bioetica, dell’immigrazione, della crisi della famiglia, e così via); ma luogo altresì per la discussione e il confronto su importanti riforme legislative o su istituti normativi nuovi, sconosciuti dai più, o comunque su temi di grande attualità pratica per l’operatore giudiziario, sia di natura sostanziale che processuale, da rivisitare anche in funzione di una verifica tra le possibili interpretazioni giurisprudenziali e le prassi seguite nelle diverse realtà territoriali; ed è bene precisare che il progetto del “circuito continuo centro-periferia”, con iniziative locali di preparazione e di diffusione degli incontri centrali, appare di certo più funzionale a questo secondo tipo di contenuti formativi.

La prospettiva cui si è fatto cenno, di iniziative su temi di ampio respiro e su argomenti di maggiore interesse pratico, consente di garantire la stessa “funzione complessa” della formazione del magistrato, che è ad un tempo attività di formazione culturale-giuridica e di aggiornamento professionale; non solo, ma si conforma alle stesse esigenze manifestate dai partecipanti ai corsi, che nelle schede di valutazione (esaminate volta per volta dai componenti del Comitato Scientifico e riesaminate per il periodo 1997-2000 in sede di stesura della relazione quadriennale) da un lato richiedono la discussione su questioni di natura interdisciplinare e lato sensu culturale, dall’altro (soprattutto i più giovani, rispetto ai quali è maggiormente sentita la necessità di formazione ed aggiornamento professionale) invocano l’approfondimento sui temi e sui problemi affrontati giornalmente nell’esercizio delle attività giurisdizionali; si ottiene in questo modo un giusto contemperamento tra tutte le istanze sottese all’attività formativa,  che è sì un “servizio” per i magistrati, ma deve sperimentare anche nuove vie onde non appiattirsi alla funzione di un mero aggiornamento professionale, privo di spinte significative in funzione di una rivisitazione e rivalutazione dello stesso modello di giudice, cosciente e consapevole, in grado di interpretare le norme, di assorbire i continui mutamenti sociali e di inquadrare correttamente le fattispecie sottoposte al suo esame.                 

Su queste linee si muove la programmazione dell’anno 2003, attenta a toccare, anche nei due mesi di programmazione straordinaria: - temi di grande respiro (come ad esempio la “condizione giuridica degli stranieri”, “il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria”, “immigrazione, diritto penale e processo”); - le più recenti riforme legislative (si pensi ad esempio al nuovo testo unico in materia urbanistica, alla nuova disciplina dei reati societari, alla novella in materia di diritto societario civile e processuale); - istituti normativi nuovi, sconosciuti ai più (si pensi ad esempio ai Trusts); - questioni e argomenti di grande attualità pratica per l’operatore giudiziario, sia di natura sostanziale che processuale (si pensi a corsi su importanti temi oggetto di contenzioso come la R.C.A., i contratti di compravendita, i contratti di distribuzione commerciale, nonchè a tutti i corsi penalistici che investono le più importanti questioni di ordine processuale e di gestione del processo, come ad esempio “il processo di parti”, “la durata ragionevole del processo penale”, “le riforme relative al dibattimento”; su quest’ultimo aspetto, vedi anche infra).

Oltre a queste iniziative, vi sono poi gli appuntamenti tradizionali, sempre attuali, rappresentati per il settore civile da “Il punto sul rito civile” (corso che conserva la sua attualità anche nella prospettiva dell’approvazione delle riforme processuali del codice di rito) e per il settore penale dai corsi “Falcone”, “Borsellino”, “Mario Amato” e “Guido Galli, anch’essi oggetto di rivisitazione in un’ottica di maggiore aderenza alle nuove necessità e modalità formative, e pertanto resi più snelli secondo le linee di cui in seguito.

5          I metodi e la programmazione dell’attività formativa

 

La metodologia didattica si è andata arricchendo nel tempo. Accanto alle forme tradizionali degli incontri di studio e dei seminari di pratica professionale, si stanno affermando anche le formule del laboratorio e della giornata di studio, formula quest'ultima che è la più praticata a livello di formazione decentrata.

Salvo che per il "laboratorio", che già nasce con forti connotati di attiva partecipazione degli utenti dell’attività formativa, per tutte le altre metodologie attualmente praticate si pone il problema di attenuare il carattere puramente accademico della formazione, ove tale carattere ancora sussista, e accentuare invece quello seminariale, utilizzando gli strumenti del dibattito immediato, della relazione seguita dalla formazione di gruppi di lavoro, nonchè della immediata discussione di casi pratici.

Proseguendo nel solco della “positiva” esperienza degli anni passati, soprattutto dell’ultimo, gli incontri di studio del 2003 saranno modellati nella maggior parte dei casi secondo un sistema per così dire “misto”, caratterizzato cioè da relazioni introduttive di natura tradizionale, seguite poi da relazioni su temi specifici predisposte secondo lo schema del dibattito immediato su punti predeterminati, con la successiva formazione di gruppi di lavoro sui temi già discussi in sede plenaria ovvero su argomenti nuovi, suscettibili di approfondimento tra i partecipanti senza necessità di relazioni preliminari; in alcune occasioni, inoltre, si utilizzerà anche il sistema della discussione su casi pratici. Naturalmente, per migliorare la qualità dei risultati formativi, intensificando il coinvolgimento dei partecipanti, si proseguirà avvalendosi della prassi dell’ultimo anno, con la tempestiva predisposizione dei materiali di studio e il loro invio a tutti gli ammessi, unitamente al programma, almeno un mese prima. La diffusione di tali materiali avverrà anche in favore di coloro che per quel determinato corso risultano in lista di attesa, e ciò al fine di compensare almeno in parte la mancata partecipazione.

Quanto poi alle metodologie concrete di comunicazione, si tenderà sempre più ad ampliare l’impiego, in aggiunta allo strumento tradizionale della relazione scritta, di strumenti di supporto visuale (quali lucidi, diapositive, power point), utili a realizzare un contatto diretto col pubblico e ad evidenziare i “concetti-chiave” da sottoporre all’analisi dei partecipanti; in via sperimentale, in alcune occasioni potrà essere utilizzato anche lo strumento della ripresa audio-visiva, con successiva distribuzione delle cassette ai formatori locali e/o ai richiedenti.

Inoltre, la stessa struttura dei corsi sarà rivista e modificata, cercando di evitare quel sovraffollamento delle tematiche, causato spesso da un’ansia di completezza ma che può andare a discapito della qualità dell’offerta formativa, e si tenterà invece di realizzare un’articolazione più snella degli incontri di studio, idonea agli approfondimenti su grandi contenitori tematici.

Nell’intento di “snellire” le iniziative formative, anche al fine di lasciare più spazio alla formazione decentrata e di stimolare ancora di più la partecipazione all’attività formativa centrale (dalla relazione quadriennale è emerso che, a tutt’oggi, circa il 50 % dei magistrati non partecipa alle iniziative di formazione del Consiglio, e tra le ragioni principali vi sono la durata dei corsi, problemi di famiglia – soprattutto per le donne/madri - , problemi d’ufficio), sono stati incrementati gli incontri della durata di un giorno e mezzo, essendosi rilevata l’utilità di tale modello sperimentale, che ha raggiunto lo scopo di fornire ai partecipanti le chiavi di lettura su temi che sia pure complessi si prestavano a tale trattazione concentrata in tre sessioni (si pensi al tema della prova dichiarativa ripetuta per ben quattro volte nel corso dell’anno), con una formula che ha ottenuto il gradimento dei partecipanti, ammessi in numero rilevante alla riflessione sul tema stante la possibilità di ripetere più volte il modulo in questione. Per le medesime ragioni, è stata prevista la durata standard di due giorni e mezzo per appuntamenti quali il “corso Falcone-Borsellino”, tradizionalmente organizzati in sette e nove sessioni,  facendo salva la possibilità di reiterazione degli incontri nel corso dell’anno per altri soggetti interessati.

Sempre in funzione delle citate esigenze di “snellimento” dell’attività formativa, resta ferma la possibilità che per alcune iniziative ad hoc, progettate nel corso dell’anno, venga usato il metodo della giornata di studio, proficuamente impiegato negli ultimi anni per gli incontri organizzati con autorità esterne quali la Banca d’Italia, l’ENAV, la CONSOB, l’ISVAP.

L’esistenza di iniziative straordinarie, non previste in anticipo (ed ulteriori rispetto a quelle, già individuate, del primo bimestre 2003), nasce dalla stessa natura dell’attività formativa, che, siccome funzionale alle esigenze concrete degli utenti, non può essere programmata nella sua totalità, visto che è impossibile prevedere a distanza di un anno istanze di aggiornamento/formazione nascenti da improvvise evoluzioni legislative o da un mutato quadro giurisprudenziale. Ciò sta a significare che l’offerta formativa deve essere per sua natura “flessibile”, cioè deve essere pronta ad eventuali aperture ed integrazioni in caso di importanti riforme legislative o, comunque, di vicende che impongano l’approfondimento su importanti temi; questo, peraltro, non solo incide sulla stessa prefigurazione della possibilità di organizzare incontri di studio straordinari, caratterizzati da interpelli ad hoc, ma si riflette sullo stesso contenuto degli incontri di studi già programmati, la cui concreta articolazione non è completamente definita nelle note illustrative del presente libretto verde o, comunque, è suscettibile di essere rideterminata o modificata a fronte di importanti mutamenti legislativi o giurisprudenziali.

La “flessibilità” dell’offerta formativa deve essere vista anche in un’altra ottica, che è quella legata alle possibili istanze provenienti dalla “base”, che potrebbe presentare un elevatissimo numero di richieste per alcuni dei corsi programmati ovvero,  attraverso gli uffici dei referenti, potrebbe sollecitare specifici approfondimenti su temi non toccati dalla programmazione annuale. La già ricordata riduzione del numero complessivo di corsi per il 2003 consentirà sicuramente la eventuale progettazione di ulteriori iniziative formative, appunto imposte dalle ragioni di cui sopra, proseguendosi sulla falsariga degli ultimi anni, in particolare dell’anno 2002, in cui, si ripete, sono state realizzate molte iniziative extra (vedi ad esempio gli incontri sul progetto di Regolamento sul titolo esecutivo europeo e sulla Legge Pinto, gli incontri con la Banca d’Italia e con l’I.S.V.A.P.), e inoltre sono stati duplicati alcuni corsi “più gettonati” (per i quali cioè le domande di partecipazione siano state maggiori).

A tal ultimo proposito, va peraltro ricordato che la programmazione del settore penale già tiene conto della probabile massiccia richiesta di partecipazione ad alcune iniziative come “la durata ragionevole del processo penale”, “il processo di parti”, “diritto al silenzio e diritto al contraddittorio”, per le quali infatti sono state già previste due edizioni. In questo modo, si è progettato un modulo formativo nel quale, alla riduzione dei temi oggetto di approfondimento, si accompagni una maggiore estensione possibile del numero dei destinatari delle offerte formative; ciò è stato fatto per il settore penale in considerazione di quell’esigenza, particolarmente sentita in questo settore, di una concentrazione degli sforzi formativi nel campo processuale, visto che in questa materia sono intervenuti i più recenti e significativi mutamenti legislativi e attesa la stringente necessità, ormai sanzionata costituzionalmente, di pervenire ad un processo che, pur nel rispetto delle garanzie delle parti, sia il più possibile efficiente e rapido. Il risultato conseguito è quello di un ulteriore aspetto di “flessibilità” dell’offerta formativa, realizzata in modi diversi a seconda delle diverse esigenze dei singoli settori della giurisdizione ordinaria.      

Tuttavia, accanto a questa esigenza di “flessibilità” dell’offerta formativa ve ne è una contrapposta, che è quella di un inquadramento dell'offerta formativa a medio termine, attraverso una visione pluriennale (ad esempio quadriennale, corrispondente a quella di una consiliatura) idonea a determinare le linee guida e le priorità di un progetto che, così articolato nel tempo, può essere più efficace e più utile per coprire, in un modo più o meno intenso, tutte le materie ove è maggiormente sentito il bisogno formativo, con un ulteriore vantaggio per gli utenti, che potrebbero conoscere con anticipo il proprio futuro percorso formativo e ad esso correlare i propri impegni professionali. Formalmente, questa progettazione a più ampio raggio temporale è in fase di sperimentazione, ed una prima esperienza di questo tipo è costituita dallo svolgimento negli ultimi anni di corsi di diritto commerciale secondo un "iter" destinato nel tempo a coprire tutti i settori d'interesse per i magistrati addetti a sezioni specializzate; sostanzialmente, comunque, tutte le iniziative formative, sia quelle generiche che quelle per settori specialistici, ad esempio per i giudici del lavoro e/o dei minori, presuppongono una visione più ampia, nel senso che tengono conto di quanto programmato negli anni passati e di quanto già progettato negli anni futuri, nel tentativo di un’armonizzazione che renda il più possibile coerente, coordinata e completa l’attività formativa erogata dal Consiglio. Ed anche per il 2003 si è considerato questo quadro più ampio, nel senso che si è voluto toccare temi da tempo non oggetto di approfondimento formativo (ad esempio la RCA auto, la compravendita, o con il richiamo a temi quali il principio di offensività o le responsabilità nascenti da una posizione di garanzia, che si ripresentano nella rilettura di settori penalistici di nuova attualità), sono state nuovamente prese in considerazione materie di stretta attualità ed oggetto di rivisitazione normativa (si pensi alla materia urbanistica e paesaggistica), si sono create le basi per ulteriori iniziative su temi di grande interesse (si pensi alla nuova disciplina in temi di immigrazione).          

 

 

6           La collaborazione con le Autorità amministrative indipendenti, con   l'Avvocatura, con le Magistrature speciali, con le realtà associative

 

Come già accennato, negli ultimi due anni si sono organizzate delle iniziative formative in stretta collaborazione con Autorità amministrative indipendenti centrali (Banca d’Italia, Consob, Agenzia per il volo, ISVAP, Autorità per le comunicazioni), e delle quali è prevista in futuro la continuazione (Autorità garante per la privacy, Antistrust). Questa esigenza è nata dalla crescente interazione tra l'esercizio dei  poteri di spettanza dell'Autorità giudiziaria e quelli delle predette "Authorities", per cui si è ritenuto opportuno stabilire, tra i magistrati e gli esponenti delle "Authorities", un confronto su temi ed aspetti spesso connotati da elevato tecnicismo, sui quali quindi i magistrati devono proficuamente sfruttare le elevate professionalità dei tecnici di tali organismi indipendenti. Non solo, ma al di là di questi iniziative comuni, si ravvisa la necessità di una più stretta collaborazione con le “Authorities” anche per gli incontri di studio per così dire “ordinari”, nel senso di una partecipazione degli esponenti di tali Enti quali relatori o invitati a quegli incontri che tocchino materie di loro pertinenza o interesse, in modo da ampliare sempre più la prospettiva della formazione del magistrato, che deve diventare sempre più “interdisciplinare”, e cioè pronta a recepire gli stimoli e i contributi di altre professionalità.

In questa medesima prospettiva, va auspicata l’approvazione di ulteriori iniziative concordate con Enti pubblici quali l’INPS o l’INAIL, su temi comuni come la materia lavoristica e previdenziale, il tutto onde realizzare un valido confronto di idee con gli avvocati di tali enti, confronto da realizzarsi anche negli incontri “ordinari” lavoristici o previdenziali attraverso la loro partecipazione quali relatori o invitati.     

Anche nel 2003 proseguirà nella misura più intensa possibile la collaborazione con gli organismi dell'Avvocatura e con le Magistrature speciali, con la profonda interazione che ne consegue; anzi, nel prossimo futuro, non si esclude la possibilità di ampliare la quota percentuale di partecipazione a ciascun corso degli avvocati e dei componenti delle magistrature speciali.

Infine, vanno ricordati in questa sede i rapporti instaurati con alcuni organismi privati interessati alle tematiche della formazione in ambiti specialistici; ad esempio, ai fini di una più efficace realizzazione di iniziative nel settore della magistratura minorile, si sono di recente programmati rapporti di coordinamento con l'Associazione dei Giudici per i Minori e la Famiglia.

Nè si può sottacere, in una prospettiva futura, l’esigenza di un raccordo con i gruppi di studio formati in seno all’ANM e con le iniziative formative organizzate dall’ente esponenziale della magistratura associata su materie di natura prettamente tecnica (si pensi al recente incontro sul processo civile e sui suoi tempi). 

 

 

7           Giusto processo e durata ragionevole dello stesso. La formazione in materia di organizzazione

 

Un grande tema sul quale sono chiamate al massimo impegno sia la formazione centrale che quella decentrata, nell’ambito dei contorni propri di ciascuna, è quello posto dall’introduzione nell’art. 111 Cost. delle nuove norme sul giusto processo e sulla sua durata ragionevole. Il primo tema, investendo questioni di natura squisitamente processuale, è destinato ad essere trattato in quasi tutte le iniziative in materia processuale, ma tale discorso può e deve valere anche per il tema della durata ragionevole, che andrà esaminato nei vari corsi processuali soprattutto sotto il profilo delle “prassi e tecniche acceleratorie” e sotto l’aspetto dell’ “organizzazione del lavoro del giudice, essendo evidente che il singolo giudice, se in grado di organizzare bene il suo lavoro, può sicuramente incidere sui tempi della decisione. Questa è appunto l’ottica nella quale è stato programmato, tra le iniziative straordinarie del primo bimestre 2003, un corso dal titolo “gestione del processo civile e durata del processo”, che fa seguito al seminario dell’ultimo anno sulla Legge Pinto, ma che più che occuparsi della nuova procedura per l’indennizzo dei danni da ritardata giustizia e dei temi correlati della prova ed entità del danno, tratti degli strumenti a disposizione del giudice civile per ridurre i tempi del processo e, quindi, evitare a monte l’applicazione della Legge Pinto.

La riduzione dei tempi processuali, è palese, passa non solo attraverso le capacità organizzative del singolo giudice ma anche dell’intero ufficio giudiziario, sicchè appare strettamente connesso il tema della formazione dei dirigenti degli uffici giudiziari; sul punto, nella consapevolezza delle peculiarità di iniziative formative rivolte a soggetti quali i dirigenti degli uffici, nell’ultimo anno si sono programmati dei seminari nella forma di “laboratori di autoformazione”, attuati a livello centrale e a cui potranno seguire eventuali iniziative in sede locale (con successive verifiche sempre in sede centrale. Peraltro, ove ritenuto opportuno, potranno essere organizzate delle iniziative straordinarie sul tema, sia sulla falsariga del modello di autoformazione (che tanto successo ha avuto sia per i giudici minorili e della famiglia che per i giudici di sorveglianza), sia sperimentando altre soluzioni, ritenute più utili ed efficaci, magari con un più diretto coinvolgimento di professionalità esterne quali metodologi, esperti delle scienze dell’organizzazione, dirigenti dei settori amministrativi.

Nell’ambito della programmazione ordinaria è stata poi prevista un’iniziativa che lato sensu investe la materia organizzativa, l’incontro per i componenti dei Consigli Giudiziari, le cui funzioni così complesse e delicate, incidenti sullo stesso funzionamento degli uffici (si pensi al problema dell’approvazione delle “tabelle”), meritano senz’altro un approfondimento di ordine soprattutto pratico-operativo. 

  

 

8           La formazione iniziale

 

La formazione iniziale relativa agli uditori giudiziari costituisce una parte essenziale dell’offerta formativa, che si distingue da quella permanente, che è appunto oggetto del presente documento; ma, attesa la sua importanza, di essa bisogna fare un rapido cenno, soprattutto ove si pensi che nel 2003 è previsto il mirato degli uditori nominati nel febbraio 2002, nonchè è previsto il generico degli uditori di prossima nomina; questo al fine di ricordare che, in attuazione del Regolamento approvato nel 1998 e nel solco di una proficua tradizione sul punto, l’offerta formativa per gli uditori si caratterizzerà anche nel 2003 per un sicuro standard qualitativo, con i corsi processuali teorico-pratici e quelli ordinamentali per gli uditori appena nominati ed i corsi di approfondimento, anche in materia sostanziale, per gli uditori in mirato.

Viceversa, l’offerta formativa contenuta nel presente libretto è estesa anche agli uditori con funzioni, trattandosi della cosiddetta “formazione complementare”, divenuta obbligatoria in applicazione dell’ultimo Regolamento del 1998. Le iniziative riservate agli uditori con funzioni saranno oggetto di specifica indicazione, sia in un apposito prospetto che in calce alle singole note illustrative, nelle parte appunto riservate ai “destinatari”; il numero di corsi della formazione permanente aperti agli uditori anche quest’anno è abbastanza elevato, ciò al fine di consentire un maggiore spazio di scelta agli interessati, anche adeguandolo alle funzioni in concreto esercitate,    e al tempo stesso per assicurare incontri di studio aperti al confronto tra magistrati con maggiore esperienza e magistrati giovani, in una prospettiva utile agli uni e agli altri e funzionale alla buona riuscita delle singole occasioni formative.

Al riguardo, resta da dire che alla formazione iniziale dispensata a livello centrale si aggiungerà quella realizzata a livello locale, secondo un modello di integrazione e di preparazione e follow up dei corsi centrali già da tempo sperimentato e normativamente previsto nel citato Regolamento del 1998.  

 

9           Conclusione

 

Queste sono le principali questioni e le linee guida che hanno indotto il Consiglio a predisporre l’offerta formativa riassunta nel presente libretto, nel quale, come al solito, sono descritti con apposite note illustrative i singoli corsi di formazione ed aggiornamento professionale relativi all’anno 2003, con l’individuazione anche dei destinatari; chiaramente, non sono ricomprese in tale pubblicazione le iniziative straordinarie del primo bimestre 2003, come detto sottratte al regime ordinario di partecipazione, così come non possono essere ricomprese le altre iniziative straordinarie che saranno eventualmente organizzate nel corso dell’anno, le quali saranno oggetto di apposite comunicazioni, contenenti anche l’interpello per la relativa partecipazione. 

A questo punto, qualche ulteriore osservazione appare opportuna in ordine alla "composizione numerica" dei corsi stessi. Ferma la già citata contrazione dell'offerta formativa centrale per il parallelo avvio e consolidamento della formazione decentrata, vi è stata una riduzione in percentuale delle iniziative interdisciplinari, mentre si è prevista una sostanziale corrispondenza tra il numero dei corsi di penale e quelli di civile (quest’ultimo settore da intendersi come comprensivo anche dei settori commerciale, lavoristico, minorile e della famiglia); il tutto con la ricordata differenziazione tra il penale, ove si è preferito ridurre i temi e doppiare alcuni corsi, e il civile, in cui si sono toccati più argomenti, sia di natura sostanziale che processuale, senza prevedere in origine corsi duplicati.

 

 


MATERIALE DI STUDIO

 

 

 

In attuazione delle delibere consiliari del 14 giugno 2001 e del 7 novembre 2001 il materiale di studio predisposto dall’Ufficio Studi in collaborazione con il Comitato Scientifico sarà inviato, a cura dell’Ufficio Studi, almeno trenta giorni prima dell’inzio dell’incontro, ai relatori, ai partecipanti, ai magistrati collocati in “lista di attesa” per quanto concerne i corsi indicati in prima e seconda preferenza, nonché ai referenti distrettuali per la formazione.

La consultazione del medesimo materiale da parte di tutti i magistrati potrà avvenire anche tramite il collegamento “intranet”.

 

 

 

 

 

 

 


INFORMAZIONI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE, L’AMMISSIONE E LA PARTECIPAZIONE AGLI INCONTRI DI STUDIO PROGRAMMATI PER IL 2003

 

 

 

Per la presentazione delle domande, l'ammmissione e la partecipazione agli incontri di studio relativi all'anno 2003 sarà adottato il sistema di seguito indicato.

 

I magistrati dovranno presentare, secondo le modalità di seguito specificate una sola domanda di partecipazione ai diversi incontri previsti.

           

In relazione all’obbligo di partecipare nel periodo successivo al conferimento delle funzioni ad incontri di studio, secondo il disposto dell’art. 15 D.P.R. 17 luglio 1998, gli uditori giudiziari nominati con D.M. 18.1.2002 potranno esprimere le loro preferenze, tra i corsi del 2003 a tal fine individuati.

           

In mancanza di tale indicazione da parte degli uditori giudiziari, la scelta degli incontri avverrà d’ufficio sulla base delle informazioni in possesso del Consiglio Superiore.

           

Per la presentazione delle domande di partecipazione sono fissati i seguenti criteri, termini e modalità:

 

Le domande dovranno pervenire al C.S.M., entro e non oltre, il 20 dicembre 2002 utilizzando l’apposita scheda elettronica disponibile sul sito Intranet del Consiglio, www.cosmag.it, cliccando su “Ricerche per nominativo magistrati ordinari”, accedendo in tal modo alla propria scheda personale (dati personali), nell’ambito della quale si potrà consultare la sezione “Incontri di studio”.

Le istruzioni per ottenere la password sono indicate sulla pagina web di accesso ai dati personali.

I magistrati interessati alla presentazione delle domande, ove impossibilitati all’utilizzo del collegamento Intranet dal proprio terminale, potranno, in ogni caso, utilizzare quello in uso all’Ufficio di appartenenza.

            I magistrati possono chiedere di partecipare nell’anno ad un numero di incontri non superiore a quattro.

            Gli incontri prescelti devono essere indicati secondo l’ordine di preferenza indicando il numero di codice e la data corrispondente al corso.

            L’ammissione agli incontri verrà effettuata mediante un programma informatico che selezionerà le domande formando graduatorie distrettuali per ciascun incontro sulla base di criteri diversi (quali, ad esempio, maggiore o minore anzianità di servizio e nelle funzioni, mutamento di funzione, numero di corsi frequentati negli anni precedenti), e  tenderà, attraverso una procedura guidata di ammissione, ad assicurare al maggior numero di magistrati la partecipazione nell’anno ad almeno un incontro.

            La partecipazione ad alcuni degli incontri programmati nel 2001, nel 2002 o nel primo bimestre 2003 precluderà in via assoluta l’ammissione ad analoghe iniziative della programmazione ordinaria 2003, secondo lo schema seguente:

 

INCOMPATIBILITA’

INCONTRI 2001 - 2002 e

I° BIMESTRE 2003

INCONTRI 2003

 

Il punto sul rito civile ( 2001 e 2002)

Il punto sul rito civile (cod. 782)

Effettività della tutela giurisdizionale: l’esecuzione dei provvedimenti civili (2002)

Esecuzione forzata ed opposizioni

(cod. 787)

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza (2001)

Incontro di studio organizzato unitamente all’INPS (2002)

 

La tutela sommaria cautelare

(cod. 757)

Il danno risarcibile civile (2002)

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti, treni e aerei (cod. 759)

Responsabilità patrimoniale e garanzie (2002)

I regimi dei patrimoni separati; dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni (cod. 767)

 


 

INCONTRI 2001 - 2002 e

I° BIMESTRE 2003

INCONTRI 2003

 

I procedimenti a tutela dei minori e degli incapaci (2002)

L’affidamento del minore (2001)

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/figlio

(cod. 783)

I rapporti patrimoniali della famiglia (2001)

I rapporti patrimoniali della famiglia (cod. 754)

Corsi di diritto societario (programmazione straordinaria del primo bimestre 2003)

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario

(cod. 761)

Le professioni sanitarie: responsabilità ed etica (2002)

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica (cod. 760)

Corsi organizzati in collaborazione con la CONSOB e la Banca d’Italia nel 2001 e nel 2002 

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario (cod. 765)

La tutela penale del territorio (2002)

Urbanistica e paesaggio (cod. 749)

Le recenti riforme del processo penale (2001, tre edizioni: 512, 534 e 556)

La riforma dell’art. 111 della Costituzione nei suoi riflessi sul processo penale (2001)

Il nuovo statuto della prova dichiarativa (2002, tre edizioni: 575, 615 e 616)

Le riforme relative al dibattimento

(cod. 788)

Le recenti riforme del processo penale (2001, tre edizioni: 512, 534 e 556)

La riforma dell’art. 111 della Costituzione nei suoi riflessi sul processo penale (2001)

Il nuovo statuto della prova dichiarativa (2002, tre edizioni: 575, 615 e 616)

Diritto al silenzio e al contraddittorio

(cod. 762)

Prova penale e ragionevole durata del processo (2002)

Durata ragionevole e processo penale

(cod. 758 e 771)

 


 

INCONTRI 2001 - 2002 e

I° BIMESTRE 2003

INCONTRI 2003

 

Diritto penale “minore” e processo: verso una giustizia negoziata ? (2002)

Il processo di parti (cod. 755 e 774)

Corso Mario Amato (2001 e 2002)

Corso Mario Amato (cod. 764)

La cooperazione giudiziaria in materia civile e penale; le problematiche di linguaggio giuridico (francese e inglese)

Grotius linguistico  (cod. 751)

 

 

Si consiglia pertanto ai partecipanti agli incontri svoltisi nel 2001 o nel 2002, e meglio sopraindicati, di non vanificare alcuna delle nuove richieste a disposizione sollecitando l’ammissione ad incontri del 2003 in rapporto di incompatibilità coi precedenti.

Al fine di consentire un’adeguata gestione delle presenze, tutti gli adempimenti richiesti   nella comunicazione di ammissione agli incontri dovranno essere rigorosamente rispettati; si raccomanda particolare cura, a questo proposito, con riguardo all’eventuale revoca dell’adesione; dovranno essere evitate,  se non nei casi di effettiva e sopravvenuta impossibilità a partecipare, revoche tardive, che provocano gravi disservizi e la sanzione dell’esclusione dagli altri incontri in corso.

           

Gli incontri di seguito indicati sono sottratti all’ordinario sistema di ammissione. Per ciascun incontro verrà diramato uno specifico interpello contenente l’indicazione dei criteri di individuazione dei partecipanti e la nota illustrativa del corso.

 

 

La cooperazione giudiziaria in materia penale – problematiche di linguaggio giuridico (francese-inglese) – seconda fase – Programma Grotius  (24-28 marzo 2003) – cod. 751

 

Aspetti giudiziali della lotta contro la criminalità organizzata – impatto delle nuove tecnologie e contrasto del riciclaggio (Falcone Europeo) (9-11 giugno 2003) – cod. 763

 

Seminario sul regolamento – Bruxelles II – il divorzio in Europa e la tutela dei diritti dei minori (7-9 luglio 2003) – cod. 768

 

Tirocinio di approfondimento sul sistema giudiziario italiano in materia civile (27-30 ottobre 2003) – cod. 779

 

Cooperazione giudiziaria europea; dall’estradizione al mandato di arresto europeo (programma Grotius) (10-12 novembre 2003) – cod. 781

 

 

 

 

 


ASPETTI LOGISTICO-AMMINISTRATIVI

 

In relazione agli incontri di studio organizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura per l’anno 2003 si rende opportuno diramare i seguenti criteri generali riguardanti le modalità operative connesse allo svolgimento degli incontri medesimi; tali disposizioni si intendono valide per tutti i corsi e non verranno ripetute, salvo casi particolari in deroga ai principi generali.

 

1)  Strutture alberghiere

 

Gli incontri si svolgeranno presso l’Hotel Crowne Plaza (Via Aurelia Antica, 415 - Roma). Per un limitato numero di incontri sarà possibile l'utilizzo di altra struttura che verrà comunicata ai partecipanti dell'incontro unitamente all’invio del programma, e comunque in tempo utile rispetto all’inizio del convegno.

 

2) Certificazioni

 

L’attestato di partecipazione verrà rilasciato entro le ore 13 dell’ultima giornata di convegno presso la Segreteria della Nona Commissione e farà riferimento alle effettive giornate di presenza.  

 

3) Trasferimenti - ospitalità

 

Il Consiglio sosterrà le spese di vitto e alloggio.

Per quanto concerne il rimborso delle spese di viaggio si riportano le seguenti disposizioni emanate con la circolare del 23.05.1996 prot. n. p-96-08409:

 

A)         Mezzi pubblici ferroviari e stradali

 

            L’utilizzazione del mezzo pubblico ferroviario o stradale è consentito senza necessità di specifica autorizzazione, con la tipologia di servizi (classe, ecc.) prevista dalla normativa in materia di rimborso delle spese di viaggio per il personale delle Amministrazioni dello Stato.

B)         Mezzo aereo

 

            L’uso del mezzo aereo è consentito - senza necessità di specifica autorizzazione - per distanze, calcolate sulla tratta ferroviaria, tra la sede di servizio e quella consiliare, ovvero il luogo di convocazione o la sede dell’incontro o del seminario, superiori a 500 chilometri; è altresì consentito per coloro che provengono dai distretti delle Corti di Appello di Bari, Genova e Venezia, nonché dal circondario di Matera (imbarco dall’aereoporto di Bari), a condizione che la distanza della sede di servizio sia comunque superiore a 450 chilometri, e per coloro che provengono dalle isole.

            Il rimborso sarà, comunque, limitato all’importo corrispondente alle tariffe in classe economica praticate dalle compagnie aeree Alitalia e Meridiana, ridotte del 30% in base alla convenzione attualmente in vigore con dette compagnie. L’anzidetta agevolazione è ottenibile previa presentazione di dichiarazione dell’ufficio di appartenenza che si tratta di viaggio per motivi di servizio.

            Il Comitato di Presidenza, in presenza di documentate situazioni particolari, potrà autorizzare l’uso del mezzo aereo anche al di fuori delle predette ipotesi.

 

C)         Mezzo proprio

 

            Può farsi ricorso all’uso del mezzo proprio, che costituisce un’ipotesi residuale, in presenza di specifiche e dettagliate situazioni che evidenziano da un lato la convenienza economica del Consiglio a consentire l’uso di tale mezzo e dall’altro l’impossibilità di utilizzare, per qualsiasi ragione, i mezzi di trasporto di cui ai punti precedenti.

            In ogni caso l’uso del mezzo proprio deve essere preventivamente autorizzato dal Comitato di Presidenza e la relativa istanza, oltre la indicazione dei necessari elementi di valutazione e degli estremi del veicolo utilizzato, deve contenere una espressa dichiarazione di esonero di ogni responsabilità per l’Amministrazione in conseguenza dell’uso del detto mezzo, nonché l’indicazione della distanza chilometrica esistente tra la sede di provenienza e la sede di convocazione o di svolgimento dell’incontro o del seminario. Ai fini della valutazione della convenienza economica sarà considerata l’eventuale utilizzazione di un unico veicolo per più partecipanti , che dovranno essere nominativamente indicati nell’istanza di autorizzazione e che dovranno sottoscrivere per quanto riguarda l’esonero dell’Amministrazione da ogni responsabilità.

 

D)       L’autorizzazione all’uso di uno specifico mezzo di trasporto, ove necessaria, deve essere richiesta in via preventiva, al Comitato di Presidenza, e in caso di urgenza, l’autorizzazione predetta è concessa dal Vice Presidente e, in sua assenza, dal Segretario Generale, salvo, in ogni caso, la ratifica del Comitato di Presidenza.

 

E)     L’autorizzazione predetta potrà essere concessa dal Comitato di Presidenza in via di sanatoria, in presenza di situazioni eccezionali che non abbiano consentito la richiesta preventiva.

            Si precisa, infine, che non verranno rimborsate eventuali spese per l’uso dei taxi, salvo quanto previsto in via del tutto eccezionale dalla citata circolare (“mezzi di trasporto noleggiati – l’uso di auto pubbliche di piazza o di altri mezzi di trasporto noleggiati può essere autorizzato in caso di mancanza di servizi di linea o di particolare necessità di raggiungere rapidamente la sede di convocazione o di svolgimento dell’incontro o del seminario, e gli eventi che hanno determinato l’assenza di altri mezzi di trasporto o l’urgenza di raggiungere la sede di convocazione o di svolgimento dell’incontro non siano prevedibili o ovviabili”).

 

Rimborsi

 

          Il rimborso delle spese di viaggio si otterrà mediante presentazione della tabella di missione (modulo distribuito all’arrivo dalla reception dell’Hotel o inserito nella cartellina del materiale di studio) debitamente compilata con l’indicazione delle modalità di pagamento:

- assegno di bonifico emesso dall’istituto San Paolo di Torino spedito alla propria residenza;

- accreditamento sul c/c bancario, intestato all’interessato (indicare le coordinate bancarie).

I titoli di viaggio vanno allegati in originale

 

La tabella di missione, se completa, potrà essere consegnata alla Segreteria della Nona Commissione, decentrata presso l’Hotel, o spedita all’Ufficio Ragioneria del Consiglio Superiore della Magistratura.

 


 

PROSPETTO TEMATICO DEI CORSI

 

 

CORSI CIVILE

 

Incontro di studi           cod. 750          Le compravendite

 

Incontro di studi           cod. 754          I rapporti patrimoniali della famiglia

 

Incontro di studi           cod. 757          La tutela sommaria cautelare

 

Incontro di studi           cod. 759          Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti, treni ed aerei

 

Incontro di studi           cod. 761          I nuovi procedimenti in materia di diritto societario

 

Incontro di studi           cod. 767          I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni

 

Incontro di studi           cod. 770          Pubblicità e tutela dei diritti

 

Incontro di studi           cod. 772          L’istruttoria nelle procedure concorsuali

 

Incontro di studi           cod. 775          Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

 

Incontro di studi           cod. 778          Questioni attuali nel contenzioso lavoristico

 

Incontro di studi           cod. 780          I contratti della distribuzione commerciale

 

Incontro di studi           cod. 782          Il punto sul rito civile

 

Incontro di studi           cod. 783          I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole

 

Incontro di studi           cod. 786          Successioni e divisioni

 

Incontro di studi           cod. 787          Esecuzione forzate e opposizioni

 

 

CORSI PENALE

 

Incontro di studi           cod. 749          Urbanistica e paesaggio

 

Incontro di studi           cod. 752          Il principio di intangibilità del giudicato penale

 

Incontro di studi           cod. 755          Il processo di parti

                                   cod. 774

 

Incontro di studi           cod. 756          L’offensività

 

Incontro di studi           cod. 758          Durata ragionevole e processo penale

                                   cod. 771

 

Incontro di studi           cod. 762          Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio

                                   cod. 785

 

Incontro di studi           cod. 764          Sesto corso “Mario Amato” di approfondimento tematico delle tecniche di indagine: i protocolli di indagine

 

Incontro di studi           cod. 766          Corso Falcone-Borsellino. Strategie e tecniche di cod. 777      conduzione della cross-examination

 

Incontro di studi           cod. 773          Reati omissivi e posizioni di garanzia

 

Incontro di studi           cod. 776          Immigrazione, diritto penale e processo

 

Incontro di studi           cod. 788          Le riforme relative al dibattimento

 

 

CORSI INTERDISCIPLINARE

 

Incontro di studi           cod. 753          Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

 

Incontro di studi           cod. 760          Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

 

Incontro di studi           cod. 765          La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario

 

Incontro di studi           cod. 769          Le competenze e l’attività dei Consigli Giudiziari

 

Incontro di studi           cod. 784          Le misure di prevenzione patrimoniali

 

 

CORSI INTERNAZIONALE

 

 

Cod. 751          La cooperazione giudiziaria in materia penale – problematiche di linguaggio giuridico (francese-inglese) – seconda fase – Programma Grotius

 

Cod. 763          Aspetti giudiziali della lotta contro la criminalità organizzata – impatto delle nuove tecnologie e contrasto del riciclaggio (Falcone Europeo)

 

Cod. 768          Seminario sul regolamento – Bruxelles II – il divorzio in Europa e la tutela dei diritti dei minori

 

Cod. 779          Tirocinio di approfondimento sul sistema giudiziario italiano in materia civile

 

Cod. 781          Cooperazione giudiziaria europea; dall’estradizione al mandato di arresto europeo (programma Grotius)

 

 


PROSPETTO CRONOLOGICO DEI CORSI 2003

 

Legenda dei codici per le aree tematiche:

 

C= CIVILE

P = PENALE

I= INTERDISCIPLINARE

INT (IN NERETTO) = INTERNAZIONALE

 

 

Cod.

Durata

gg

Area

tipo

Periodo

 

ARGOMENTO

749

  3 gg.

L/M

P

3 – 5

marzo

Urbanistica e paesaggio

750

   3 gg.

L/M

C

10 – 12

marzo

Le compravendite

*751

5 gg

L/V

INT

24 – 28

marzo

La cooperazione giudiziaria in materia penale – le problematiche di linguaggio giuridico (francese ed inglese) – seconda fase (programma Grotius)

752

3 gg.

L/M

P

31 marzo

2 aprile

Il principio di intangibilità del giudicato penale

753

3 gg.

L/M

I

7 – 9

aprile

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

754

 3 gg.

L/M

?C

14 – 16 aprile

I rapporti patrimoniali della famiglia

755

2 gg.

L/M

P

28 – 29

aprile

Il processo di parti – I edizione

756

3 gg

L/M

P

5 – 7

maggio

L’offensività

757

3 gg.

L/M

C

12 – 14

maggio

La tutela sommaria cautelare

758

3 gg

L/M

P

19 – 21

maggio

Durata ragionevole e processo penale – I edizione

759

2 gg.

G/V

C

22 – 23

maggio

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti treni e aerei

760

 3 gg.

L/M

I

26 – 28

maggio

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

761

3 gg.

M/G

C

3 – 5

 giugno

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario

762

2 gg.

V/S

P

6 – 7

giugno

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – I edizione

*763

3 gg

L/M

INT

9 – 11

giugno

Aspetti giudiziali della lotta contro la criminalità organizzata – impatto delle nuove tecnologie e contrasto del riciclaggio (Falcone Europeo)

764

4 gg.

L/G

P

16 – 19

giugno

Sesto corso “Mario Amato” di approfondimento tematico delle tecniche di indagine: i protocolli di indagine.

765

3 gg.

L/M

I

23 – 25

giugno

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario

766

3 gg.

L/M

P

30 giugno

2 luglio

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – I Edizione

767

2 gg.

G/V

C

3 – 4

luglio

I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni

*768

3 gg

L/M

INT

7 – 9

luglio

Seminario sul regolamento  Bruxelles II – il divorzio in Europa e la tutela dei diritti dei minori

769

2 gg.

G/V

I

10 –11

luglio

Le competenze e l’attività dei Consigli Giudiziari

770

3 gg.

L/M

C

14 – 16

luglio

Pubblicità e tutela dei diritti

771

3 gg.

M/V

P

17 – 19

settembre

Durata ragionevole e processo penale – II edizione  (corso duplicato)

772

3 gg.

L/M

C

22 – 24

settembre

L’istruttoria nelle procedure concorsuali

773

3 gg

L/M

P

29 settembre

1 ottobre

Reati omissivi e posizione di garanzia

774

2 gg

G/V

P

2 – 3

ottobre

Il processo di parti – II edizione

(corso duplicato)

775

3 gg.

L/M

C

6 – 8

ottobre

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

776

2 gg.

G/V

P

9 – 10

ottobre

Immigrazione, diritto penale e processo

777

3 gg.

L/M

P

13 – 15

ottobre

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – II edizione (corso duplicato)

778

3 gg

L/M

C

20 – 22

ottobre

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico

*779

4 gg.

L/G

INT

27 –30

ottobre

Tirocinio di approfondimento sul sistema giudiziario italiano in materia civile

780

 3 gg.

L/M

C

3 –5

novembre

I contratti della distribuzione commerciale

*781

3 gg

L/M

INT

10 – 12

novem.

Cooperazione giudiziaria europea; dall’estradizione al mandato di arresto europeo (programma Grotius)

782

3 gg

G/S

C

13- 15

novem

Il punto sul rito civile

783

3 gg.

L/M

C

17 – 19

novembre

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole

784

3 gg. 

L/M

I

24 – 26

novembre

Le misure di prevenzione patrimoniali

785

2 gg.

G/V

P

27 – 28

novembre

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – II edizione

(corso duplicato)

786

3 gg.

L/M

C

1 – 3

dicembre

Successioni e divisioni

787

3 gg.

M/V

C

10-12

dicembre

Esecuzione forzata ed opposizioni

788

3 gg

L/M

P

15 – 17

dicembre

Le riforme relative al dibattimento

 

 (*) Incontri esclusi dall’ordinario sistema di ammissione: le domande di partecipazione dovranno essere inoltrate a seguito dell’interpello che verrà diffuso per ciascun incontro.

 

 

 

 


PROSPETTO DEI CORSI 2003 APERTI ALLA PARTECIPAZIONE DI UDITORI GIUDIZIARI CON FUNZIONI

CORSI CIVILE

Cod. 750

Le compravendite

Cod. 757

La tutela sommaria cautelare

Cod. 759

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti treni e aerei

Cod. 775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

Cod. 778

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico

Cod. 782

Il punto sul rito civile

Cod. 783

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole

Cod. 786

Successioni e divisioni

Cod. 787

Esecuzione forzata ed opposizioni

 

CORSI PENALE

Cod. 749

Urbanistica e paesaggio

Cod. 755

Il processo di parti – I edizione

Cod. 756

L’offensività

Cod. 758

Durata ragionevole e processo penale – I edizione

Cod. 762

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – I edizione

Cod. 766

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – I Edizione

Cod. 771

Durata ragionevole e processo penale – II edizione

Cod. 773

Reati omissivi e posizione di garanzia

Cod. 774

Il processo di parti – II edizione

Cod. 776

Immigrazione, diritto penale e processo

Cod. 777

Corso Falcone – Borsellino. Strategie e tecniche di conduzione della cross-examination – II edizione

Cod. 785

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – II edizione

Cod. 788

Le riforme relative al dibattimento

 

 

CORSI INTERDISCIPLINARI

 

Cod. 760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

 

 

 


PROSPETTO DEI CORSI APERTI ALLA PARTECIPAZIONE DI:

- AVVOCATI DEL LIBERO FORO

Cod. 749

Urbanistica e paesaggio

Cod. 750

Le compravendite

Cod. 752

Il principio di intangibilità del giudicato penale

Cod. 754

I rapporti patrimoniali della famiglia

Cod. 755

Il processo di parti – I edizione

Cod. 756

L’offensività

Cod. 757

La tutela sommaria cautelare

Cod. 758

Durata ragionevole e processo penale – I edizione

Cod. 759

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti treni e aerei

Cod. 760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

Cod. 761

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario

Cod. 762

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – I edizione

Cod. 770

Pubblicità e tutela dei diritti

Cod. 771

Durata ragionevole e processo penale – II edizione

Cod. 772

L’istruttoria nelle procedure concorsuali

Cod. 773

Reati omissivi e posizione di garanzia

Cod. 774

Il processo di parti – II edizione

Cod. 775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

Cod. 778

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico

Cod. 780

I contratti della distribuzione commerciale

Cod. 782

Il punto sul rito civile

Cod. 783

I provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del rapporto genitore/prole

Cod. 784

Le misure di prevenzione patrimoniali

Cod. 785

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – II edizione

Cod. 786

Successioni e divisioni

Cod. 787

Esecuzione forzata ed opposizioni

Cod. 788

Le riforme relative al dibattimento

 

 


 

- AVVOCATI DELLO STATO

 

Cod. 750

Le compravendite

Cod. 753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

Cod. 757

La tutela sommaria cautelare

Cod. 760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

Cod. 775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

Cod. 778

Questioni attuali nel contenzioso lavoristico

Cod. 782

Il punto sul rito civile

 

 

- AVVOCATI DELL’INPS E INAIL

 

Cod. 775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

Cod. 787

Esecuzione forzata ed opposizioni

 

- NOTAI

 

Cod. 750

Le compravendite

Cod. 754

I rapporti patrimoniali della famiglia

Cod. 760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

Cod. 767

I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni

Cod. 770

Pubblicità e tutela dei diritti

Cod. 786

Successioni e divisioni

Cod. 787

Esecuzione forzata ed opposizioni

 

 


 

- DOTTORI COMMERCIALISTI

 

 

Cod. 760

Le professioni intellettuali: responsabilità ed etica

Cod. 761

I nuovi procedimenti in materia di diritto societario

Cod. 765

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario

Cod. 767

I regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni

Cod. 772

L’istruttoria nelle procedure concorsuali

 

 

- AUTHORITIES

 

 

 

Cod. 765

CONSOB

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario

 

 

Cod. 765

BANCA D’ITALIA

La tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dell’investimento societario

 

 

Cod. 759

ISVAP

Questioni attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti treni e aerei

 

 

Cod. 780

 

 

ANTITRUST

I contratti della distribuzione commerciale

 

 

- MAGISTRATI MILITARI

 

 

Cod. 752

Il principio di intangibilità del giudicato penale

Cod. 753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

Cod. 755

Il processo di parti – I edizione

Cod. 756

L’offensività

Cod. 758

Durata ragionevole e processo penale – I edizione

Cod. 762

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – I edizione

Cod. 771

Durata ragionevole e processo penale – II edizione

Cod. 773

Reati omissivi e posizione di garanzia

Cod. 774

Il processo di parti – II edizione

Cod. 785

Diritto al silenzio e diritto al contraddittorio – II edizione

Cod. 788

Le riforme relative al dibattimento

 

 

- MAGISTRATI AMMINISTRATIVI

 

 

Cod. 749

Urbanistica e paesaggio

Cod. 753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

Cod. 757

La tutela sommaria cautelare

Cod. 782

Il punto sul rito civile

 

 

 

 

 

- MAGISTRATI DELLA CORTE DEI CONTI

 

 

Cod. 753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

Cod. 757

La tutela sommaria cautelare

Cod. 775

Il contenzioso in materia di previdenza ed assistenza

 

 

 

- GIUDICI TRIBUTARI

 

 

Cod. 753

Il controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria

Cod. 782

Il punto sul rito civile

 

 


PRESENTAZIONE DEI CORSI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

URBANISTICA E PAESAGGIO

 

Ad un anno circa dall’entrata in vigore del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (D. P. R. n. 380 del 2001), che già nella sua prima fase, in virtù dello slittamento della sua originaria entrata in vigore, ha determinato complessi problemi di successione di norme, si rende necessaria una ricognizione dello stato della elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale sul tema della disciplina regolatrice sia i nuovi interventi urbanistici, sia la diversa, ed in parte nuova, materia degli interventi modificati e/o migliorativi dei preesistenti interventi edilizi. Saranno poi oggetto di specifico approfondimento le ulteriori disposizioni contenute nella cd. legge obiettivo, ovvero nella legge delega 21 dicembre 2001 n. 443 in materia di infrastrutture ed altri interventi per il rilancio delle attività produttive, che trovano il loro precedente sistematico in alcune disposizioni regionali che tale disciplina avevano anticipato, e la loro interazione con il nuovo quadro disegnato dal citato T. U.

L’incontro di studi, articolato su cinque sessioni, avrà da un lato natura informativa sui contenuti dell’intervento legislativo letti, peraltro, alla luce dei primi problemi di ordine pratico affrontati in sede giurisprudenziale, anche con riguardo alla successione tra vecchie e nuove disposizioni, mentre dall’altro si aprirà alle nuove riflessioni che stanno attraversando, in uno con la rivalutazione del principio di offensività in materia ambientale, le tematiche della tutela del territorio e del paesaggio.

La prima sessione si aprirà dunque con una relazione generale sui principi informatori della riforma, attraverso cui verranno evidenziate le linee sistematiche che percorrono l’intero intervento legislativo, nonché gli interessi che esso mira a tutelare. Il tema della “nuova” individuazione degli interessi tutelati dalla legislazione urbanistica –edilizia, oggetto anche di recenti interventi delle sezioni unite della corte di cassazione troverà spazio all’interno della prima sessione. La necessità di riguardare l’interazione tra tutela del paesaggio e sviluppo antropico porterà l’attenzione sul  testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali ed ambientali (D. Lgs. n. 490 del 1999), nel suo rapporto con le pregresse disposizioni poste a tutela dei beni ambientali e culturali, così come alle previsioni regolamentanti specifiche aree del nostro paese (parchi nazionali e regionali, zone individuate da convenzioni internazionali quali quella di Ramsar). Le difficoltà ad operare sul piano del ripristino ambientale, che si mostra sanzione a maggiore efficacia dissuasiva di quanto non si raggiunga con la semplice condanna, saranno affrontate come tema specifico in apposita relazione.

I lavori proseguiranno nelle sessioni pomeridiane in forma seminariale, attraverso la divisione dei partecipanti in gruppi dedicati all’approfondimento di alcune tematiche specifiche, dove per l’appunto verrà privilegiato il confronto tra esperienze.

L’ultima sessione sarà invece dedicata all’esame di alcune delle fattispecie più innovative tra quelle che si saranno andate delineando per effetto di ulteriori interventi legislativi, come la legge comunitaria 1 marzo 2002 n. 39 e tenendo conto di eventuali, e non improbabili, modifiche ed integrazioni normative.

 

Destinatari magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché  uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e di giudici amministrativi.

Durata: due giornate e mezza (cinque sessioni): dal 3 al 5 marzo 2003.

Codice incontro: 749

 


 

LE COMPRAVENDITE

 

L’incontro di studi si propone di studiare in un quadro sistematico il tema “classico” della compravendita, cercando di analizzarne i princìpi fondamentali e di verificarne le peculiarità e gli adattamenti in relazione alle esigenze concrete delle relazioni economico-sociali, anche e soprattutto con riferimento alla crescente internazionalizzazione dei rapporti commerciali e della diffusione di moderni strumenti di comunicazione quali “internet”.

Forse per nessun altro istituto si avverte un uguale bisogno di fare una sorta di “punto della situazione”, per parlare di problemi vecchi e nuovi e, più in generale, per trattare delle questioni di maggiore interesse per l’interprete e l’operatore giudiziario, ciò anche nella prospettiva futura della sempre più crescente intensificazione e “globalizzazione” della vita economica e dei rapporti commerciali.

Secondo questa impostazione, l’incontro si aprirà con un esame approfondito della disciplina codicistica della compravendita, approfondendo l’attenzione sui temi  oggetto di contenzioso, primo fra tutto i temi dell’inadempimento e dei suoi rimedi giudiziali, tra cui in particolare le azioni edilizie legate ai vizi e difetti della res vendita. 

Si opererà anche una distinzione tra le vendite immobiliari e quelle mobiliari, soffermandosi nel primo caso sui fenomeni ricorrenti delle vendite di immobili abusivi  (in tutto e in parte) o privi di licenza abitabilità e sui più significativi problemi in tema di “contratto preliminare”, e nel secondo caso incentrando l’attenzione sulle “vendite on line” e quelle di “prodotti finanziari” (titoli, azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento), operazioni negoziali che non di rado danno vita a controversie che impongono il ricorso alla tutela giurisdizionale. Sempre per i beni mobili, ricollegandosi al tema generale della garanzia per vizi, si discuterà anche del Decreto di recepimento della Direttiva CEE 44/99 relativa alle garanzie nella vendita mobiliare ai consumatori.

Tenendo conto delle esigenze concrete dell’operatore giudiziario, si tratterà pure di ipotesi rientranti solo in parte nello schema tipico della compravendita, ma oggetto di specifica disciplina legislativa e fonte di notevole contenzioso; ci si riferisce alla “vendita di pacchetti turistici” e al “contratto di subfornitura industriale”, regolati rispettivamente dal D.Lgs. 11/95 e dalla L. 192/98.

Infine, sulla scorta della citata tendenza alla “globalizzazione” dei rapporti commerciali, non si potrà a fare meno di esaminare la disciplina dettata per le vendite internazionali di cose mobili, rispetto alle quali vigono le Convenzioni dell’Aja e di Vienna, approfondendo poi il dibattito sulle questioni di giurisdizione e di legge applicabile, in origine disciplinata dalla Convenzione di Bruxelles del 1968, oggi sostituita per i paesi dell’UE dal Regolamento Comunitario 44/2001, recentemente entrato in vigore in Italia.

Il metodo sarà quello tradizionale delle relazioni seguite da dibattito, con specifici ed ulteriori approfondimenti in lavori seminariali organizzati secondo la forma dei gruppi di lavoro.    

 

Destinatari:   magistrati di merito e legittimità che svolgono funzioni civili, nonchè uditori giudiziari con funzioni. L’iniziativa è aperta anche agli avvocati del libero foro, dello Stato, ed ai notai.

Durata: dal 10 al 12 marzo 2003

Codice incontro: 750

 


IL PRINCIPIO DI INTANGIBILITA’ DEL GIUDICATO PENALE

 

   L’effetto preclusivo del giudicato penale vive nell’ordinamento positivo in una duplice accezione. Come momento di garanzia individuale, da un lato, in quanto sottrae il singolo ad una teoricamente illimitata possibilità di persecuzione penale e, quindi, all’arbitrio incondizionato dell’organo punitivo (principio del ne bis in idem).  Come limite invalicabile, sotto altro profilo, alla effettiva tutela della situazione soggettiva della persona condannata che si ritenga lesa da un accertamento giudiziale ingiusto o non corrispondente agli elementi oggetto di valutazione nell’ambito del processo.

   Una ricognizione dei temi direttamente collegati al concetto di giudicato non può, del resto, trascurare l’ampio dibattito che si è svolto in dottrina ed in giurisprudenza in ordine al problema della formazione progressiva del giudicato ed ai connessi effetti sulla eventuale anticipazione della fase esecutiva, limitatamente alla quota di pena non suscettibile di modificazioni (risolto dall’intervento delle Sezioni Unite della Cassazione 28 giugno 2000, ric. Ruzzolino, che, pur affermando in linea di principio l’ammissibilità del giudicato parziale, lo ha escluso nell’ipotesi in cui l’impugnazione riguardi soltanto il punto pena della imputazione).  Più di recente, si è inserita nel dibattito la tesi secondo la quale il nuovo meccanismo sospensivo previsto dall’art. 656 comma 5 c.p.p. sia in grado di determinare una scissione del giudicato, atteso che con l’irrevocabilità della sentenza si formerebbe un giudicato limitato alla affermazione della responsabilità del soggetto ed alla entità della pena inflitta, mentre il tipo di pena che il condannato si troverà in concreto ad espiare (la sua qualità) verrebbe specificamente individuato solo all’esito della decisione del Tribunale di sorveglianza sulla richiesta di una misura alternativa.

   Il tema del giudicato si presta, inoltre, ad una visione più ampia rispetto alla disciplina del diritto positivo, in relazione ad un recente intervento della Commissione delle Comunità Europee (COM - 2000 - 495 del 26 luglio 2000), sul riconoscimento reciproco delle decisioni definitive in materia penale. L’obiettivo che il documento si propone consiste nel diffondere il principio secondo il quale una decisione adottata da un’autorità in uno Stato membro possa essere accettata, in quanto tale, in un altro Stato, attribuendole effetti diretti anche al di fuori dello Stato in cui è stata adottata. In tale prospettiva, il riconoscimento reciproco opera come elemento di possibile soluzione delle difficoltà collegate alla applicazione del principio del ne bis in idem, con la conseguenza che una decisione emessa da qualsiasi autorità nell’UE conclude l’iter giudiziario relativo ad una determinata ipotesi di reato, rendendo inutile l’adozione di un’ulteriore decisione, sulla base del principio di esaurimento dei procedimenti. 

   L’incontro di studi si propone, dunque, una riflessione a tutto campo sul tema del giudicato, senza tralasciare l’analisi di alcuni profili particolarmente innovativi emersi di recente nel panorama normativo e giurisprudenziale.  Merita un approfondimento, in questa sede, l’inserimento nel codice di rito dell’art. 625 bis, ad opera dell’art. 6 della legge 26 marzo 2001, n. 128, che ha introdotto nell’ordinamento uno specifico rimedio processuale, denominato ricorso straordinario, finalizzato alla correzione dell’errore materiale o di fatto verificatosi nel giudizio di cassazione.  La nuova disciplina sembra determinare, ad una prima lettura, il superamento del rigoroso orientamento interpretativo secondo il quale  il giudizio di legittimità non abilita ad un accesso diretto agli atti del processo, rimanendo ancorato, viceversa, alla articolazione motivazionale del provvedimento impugnato.  Occorre, sotto altro profilo, valutare l’impatto sul principio di intangibilità della cosa giudicata della recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 9 gennaio 2002, n. 28, Pisano) che, ai fini della ammissibilità della richiesta di revisione, ha affermato doversi considerare come prova nuova, rilevante ai sensi dell’art. 630 comma 1 lett. c), oltre che la prova sopravvenuta, anche la prova non acquisita ovvero non valutata sebbene acquisita, prescindendo dal comportamento delle parti sul punto.

   L’incontro di studio proposto offre, infine, la possibilità di un approfondimento sul tema dell’eventuale ampliamento delle ipotesi di revisione previste dall’art. 630 c.p.p., al fine di consentire l’operatività del rimedio straordinario in tutti i casi in cui ciò si renda necessario per assolvere l’obbligo internazionale di conformarsi alle sentenze della Corte europea dei diritti umani che abbiano ravvisato violazione di diritti fondamentali. Il tema prende spunto da una recente Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati Membri (R- 2000- 2 del 19 gennaio 2000) che ha invitato le Parti contraenti a prevedere adeguate possibilità di riesame di un caso, ivi compresa la riapertura di un procedimento, nei casi di riscontrata violazione della Convenzione, quando la parte offesa continui a subire, a causa dell’esito della decisione interna, conseguenze negative molto serie non adeguatamente riparate dal pagamento di somme a titolo di equa soddisfazione.  La particolare prospettiva del tema in discussione sembra, invero, giustificata, da un lato, dalla presentazione di due proposte di legge con le quali si ripropone alla attenzione del Parlamento italiano la questione dell’eventuale contrasto tra giudicato interno e pronuncia della Corte di Strasburgo; dall’altro, dalla perdurante attualità del tema, in relazione ad alcuni procedimenti di esecuzione in fase di trattazione da parte del Comitato dei Ministri europeo concernenti decisioni con le quali è stata riscontrata la violazione da parte dell’Italia del principio del giusto processo, con riguardo a sentenze di condanna inflitte dai giudici italiani sulla base di dichiarazioni accusatorie rese da soggetti che la difesa degli imputati non aveva avuto modo di controinterrogare.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di legittimità e di merito, che svolgono funzioni penali, nonché magistrati di sorveglianza. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro ed ai magistrati militari.

Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive): dal 31 marzo al 2 aprile 2003.

Codice incontro: 752

 


IL CONTROLLO DEGLI ATTI DA PARTE DEGLI ORGANI DI GIUSTIZIA COSTITUZIONALE E COMUNITARIA

 

L’incontro si propone di esaminare i vari aspetti della collaborazione tra organi di legittimità costituzionale e comunitaria e giurisdizione interna,  nonché i rapporti tra i vari tipi di controllo.

Verranno esaminate le modalità di proposizione delle questioni incidentali  da parte del giudice a quo, sia per ciò che attiene alla legittimità Costituzionale della norma rilevante per la definizione del giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale, sia per quanto riguarda la ostatività o meno all’applicazione della norma interna  da parte di fonti comunitarie ed il relativo giudizio dinanzi alla Corte di Giustizia CE.

Largo spazio verrà dato all’esame degli indirizzi della Corte costituzionale, nel tempo affermatisi relativamente al controllo sulle leggi, con particolare attenzione al tema del rispetto dei trattati internazionali  e l’art. 11 della nostra Costituzione.

 Per quanto riguarda  il ricorso incidentale alla Corte di Giustizia, verranno esaminati i vari aspetti della proponibilità delle questioni anche alla luce delle novità introdotte dal trattato di Amsterdam del 1997 che se da una parte amplia le competenze della Corte, dall’altra   si ispira nel nuovo testo consolidato del trattato UE, all'art.35 che ha sostituito l’art.K7, per l'interpretazione di Convenzioni e decisioni-quadro, a criteri rimessi alle dichiarazioni degli stati membri per limitare o meno la proponibilità della questione pregiudiziale nel solo giudizio per il quale l’ordinamento interno  non preveda ulteriori mezzi d’impugnazione.

Una sessione verrà specificamente dedicata alla tutela dei diritti fondamentali nella giurisprudenza delle due Corti  ed ai rapporti con la Corte Europea dei diritti dell’Uomo.

 

Destinatari magistrati giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni civili e/o penali. L'iniziativa è aperta agli avvocati dello Stato nonché ai magistrati amministrativi, della Corte dei Conti, militari e tributari .

Durata: 5 sessioni di mezza giornata l'una: dal 7 al 9 aprile 2003.

Codice incontro: 753

 

 


I RAPPORTI PATRIMONIALI DELLA FAMIGLIA

 

Il corso, proseguendo un percorso di approfondimento delle tematiche afferenti il diritto di famiglia, in materia sostanziale e processuale, è volto ad analizzare l’ampio tema della regolamentazione dei rapporti  patrimoniali della famiglia, sia legittima che di fatto, tra autonomia negoziale, disposizioni normative   e intervento del giudice , nonché ad esaminare altri profili inerenti il contenzioso in materia di famiglia  scelti tra quelli estranei  al campo dei rapporti economici della famiglia, che  tuttavia assumono peculiare rilievo nell’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale.

Gli argomenti trattati saranno volti ad esaminare i seguenti temi:

ruolo dell’accordo e autonomia negoziale, con particolare riguardo alle convenzioni matrimoniali e alle iniziative consensuali in materia di separazione divorzio;

oggetto, amministrazione responsabilità e scioglimento della comunione legale;

la separazione dei beni;

azienda coniugale , impresa familiare e partecipazione dei coniugi a società;

la valutazione delle condizioni economiche  dei coniugi e dei figli ai fini dell’erogazione dell’assegno e di altre provvidenze, la pensione e l’indennità di fine rapporto;

addebito e assegno di mantenimento;

le modifiche  dei provvedimenti accessori  di natura patrimoniale;  provvedimento presidenziale  e le successive competenze del G.I..

L’incontro di studio  verrà strutturato attraverso relazioni e gruppi di lavoro al fine di consentire uno scambio di esperienze sulla giurisprudenza e sulle prassi

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni civili nella materia della famiglia. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e notai.

Durata: dal 14 al 16 aprile 2003

Codice incontro: 754

 

 


IL PROCESSO DI PARTI  

 

            Dopo aver ritenuto principio consolidato – ed in parte ritenendolo tuttora – che il processo penale, in quanto caratterizzato da un contenuto pubblicistico, fosse indisponibile dalle parti, in questi ultimi tempi si è assistito ad un approfondimento – conseguente ad un parziale riconoscimento – degli istituti che, configurando un potere delle parti, pare aprire la strada, seppur in termini circoscritti, ad un possibile processo di parti.

            L’incontro di studio dovrà, quindi, scandagliare le aree processuali nelle quali il riferito potere delle parti si estrinseca.

            Oltre al comportamento processuale in tema di invalidità, l’analisi toccherà gli istituti della giustizia consensuale e quelli della giustizia negoziale.

            Sarà così possibile considerare le numerose esplicite ipotesi di non opposizione e quelle nelle quali si sostanzia – con o senza contenuti premiali – il potere contrattuale, soprattutto dell’accusa e della difesa.

            In questi contesti si dovranno affrontare – per le prospettive di riforma – anche il processo davanti al giudice di pace e quello minorile.

            Attenzione, naturalmente, dovrà essere dedicata anche al tema delle prove che costituisce una nuova frontiera – sia in termini di consenso unilaterale, sia in relazione agli accordi – del tema qui considerato.

 

Destinatari magistrati giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, nonché uditori con funzini. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e magistrati militari.

Durata: tre sessioni (un giorno e mezzo) per due edizioni:

Codice incontro: 755  I^ edizione dal 28 al 29 aprile 2003.

Codice incontro: 774  II^ edizione dal 2 al 3 ottobre 2003

 

 

 


L’OFFENSIVITA’

 

            L’offensività, ovvero, secondo la variante più radicale, la necessaria offensività, predica l’aspetto sostanziale della costituzione formale del reato, centrata sulla previsione di legge. Il predicato dell’offensività è connaturale a una concezione democratica del diritto penale, perché ne evita la possibili derive autoritarie, connesse alla visione del reato come disobbedienza. Inoltre, è nella dimensione dell’offensività che trova spazio l’esigenza ideologica e insieme teleologica dell’extrema ratio, perché la norma penale trova fondamento nella funzione di tutela di beni che la collettività ritiene irrinunciabili. In questo quadro concettuale il principio di offensività opera secondo due direttrici: per il diritto vigente, esso dovrebbe costituire il parametro della legittimità costituzionale dei reati, perché il bene protetto si inserisce in un definito sfondo costituzionale; per il legislatore, esso dovrebbe costituire il limite per la creazione di nuove figure di reato. Sotto il profilo dell’applicazione della legge penale, il principio di offensività conduce all’esclusione della rilevanza penale dei fatti inoffensivi; ovviamente, in questa proiezione l’offensività è valutata in concreto e conduce all’affermazione che possano esistere fatti tipici che non siano però offensivi. Una derivazione di quest’ultima concezione si rinviene nell’affermazione della irrilevanza penale del fatto tipico, conseguente al riscontro concreto dell’esiguità dell’offesa. L’affermazione del principio di necessaria offensività è problematica in vigenza di reati senza offesa, di pericolo astratto, di scopo e dei reati nei quali è preminente l’elemento intenzionale. Da tale problematicità segue che da una parte vengono sollevati al riguardo dubbi di costituzionalità, dall’altra se ne trae argomento per ribadire che l’offensività è interna alla previsione del reato, che dunque è un fatto tipico offensivo e non un fatto offensivo tipico; in questa seconda guisa l’offensività diviene l’esito dell’esperimento interpretativo nel procedimento di applicazione della norma penale.

L’incontro si ripropone dunque da un lato di analizzare gli effettivi esiti del dibattito ad oggetto il principio di offensività sulla legislazione di più recente produzione, dall’altro di approfondire, anche e soprattutto in chiave critica, i risultati dell’applicazione giurisprudenziale delle categorie dell’offensività, con particolare riguardo a quegli ambiti dove più largamente si è fatto ricorso alle categorie dell’offensività.

L’incontro si articolerà su cinque sessioni, di cui almeno due dedicate al confronto tra i partecipanti nei gruppi di lavoro e/o all’analisi di casi reali e della motivazione di pronunzie giurisprudenziali che si sono richiamate a diverso titolo al principio di offensività.

La riflessione sull’offensività peraltro comporta altresì una approfondita verifica di alcuni istituti formalmente processuali introdotti nel recente passato da alcune leggi di riforma –come, a puro titolo di esempio, si ricorda quella istitutiva della competenza penale del Giudice di pace- e che appaiono in qualche modo ispirate alle categorie dell’offensività ed alla loro utilizzazione (a volte impropria) in chiave deflativa. Strada questa decisamente imboccata dal legislatore –anche recependo le esperienze di altri ordinamenti europei, le cui scelte in materia pure saranno oggetto di attenzione nel corso dell’incontro-, ma che appare pregna di effetti collaterali sul piano del diritto sostanziale, che non sempre sono stati oggetto di adeguata riflessione in sede di applicazione concreta degli istituti di nuova introduzione.

Destinatari:  magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché  uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e dei magistrati miliari.

Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo): dal 5 al 7 maggio 2003.

Codice incontro: 756

 


 

LA TUTELA  SOMMARIA CAUTELARE

 

Il tema della tutela sommaria cautelare costituisce uno degli argomenti maggiormente dibattuti nell’ambito delle iniziative dedicate al processo civile e alle modifiche allo stesso apportate dalla riforma del ’90. Le questioni nascenti dal ricorso sempre più frequente alla tutela cautelare e d’urgenza, spesso motivato anche dal tentativo di ovviare alla lunghezza dei tempi del processo ordinario di cognizione, hanno costituito oggetto di ampie riflessioni nel corso degli incontri a tal fine organizzati, con cadenza pressochè annuale, permettendo il consolidarsi delle interpretazioni giurisprudenziali sul nuovo procedimento cautelare uniforme e una riflessione sulle ripercussioni delle nuove regole sulla disciplina dei procedimenti cautelari extravaganti, offrendo altresì l’occasione per una valutazione, anche in chiave di diritto comparato, dei vantaggi offerti da tale forma di tutela, nonchè dei rischi derivanti da un suo abuso.

La centralità che nell’architettura del codice di rito va sempre più assumendo il ricorso alla tutela sommaria cautelare è testimoniata dalla più recente produzione normativa – anche di derivazione comunitaria – , che proprio al fine di rendere effettiva la garanzia dei diritti presi in considerazione non manca l’occasione di introdurre specifiche misure cautelari, la cui disciplina si rinviene in norme di richiamo agli art. 669 bis e ss. c.p.c.

L’interesse per tale tecnica processuale trova poi un’inequivocabile conferma nei vari progetti di legge di riforma del processo civile, nei quali, oltre a rimarcare il ruolo fondamentale della cautela (sulla scorta degli insegnamenti della Corte Costituzionale), si tende ad attribuire a tale strumento anche una funzione deflattiva del contenzioso ordinario. Il richiamo alle regole ed alla disciplina di istituti d’oltre frontiera (valga per tutti il richiamo al referè di derivazione transalpina) contenuto, ad esempio, sia nel recente progetto di riforma del processo civile, sia nei decreti legislativi di riforma del diritto processuale societario, rende di estrema attualità le problematiche nascenti dalla tutela cautelare, e quindi oltre modo opportuna un’ulteriore iniziativa formativa sul punto.

Il corso affronterà in maniera specifica le novità che si profilano de iure condendo (o forse de iure condito alla data di svolgimento del corso) e, anche tenendo conto di queste novità, rappresenterà una proficua occasione per discutere delle regole generali dell’ “autonomia” e “strumentalità” della tutela in oggetto, dei rapporti tra le misure cautelari tipiche e quelle “extravaganti”, con specifico riferimento al principio di “residualità” di cui all’art. 700 c.p.c., ripercorrendo altresì, attraverso gli snodi fondamentali, lo sviluppo del procedimento cautelare, nonché l’attività istruttoria e i suoi possibili esiti decisionali (a tale ultimo proposito soffermando l’attenzione anche sulla tecnica di redazione dei provvedimenti).     

Per la particolarità della materia affrontata, oltre alla consueta, e doverosa, attenzione alla più recente giurisprudenza della Cassazione, risulterà imprescindibile la disamina della giurisprudenza di merito e delle prassi applicative maturate presso i vari uffici giudiziari, spesso imposte dalla necessità di supplire ad una disciplina volutamente, e forse opportunamente, generica in alcuni suoi aspetti.

A tal fine la sede più opportuna per una riflessione su tali ultime problematiche sarà costituita dai gruppi di lavoro, che si affiancheranno, come di consueto, alle relazioni di stampo tradizionale, il cui contenuto mirerà ad un contemperamento tra analisi teorica dei problemi e disamina delle difficoltà di carattere più immediatamente pratico, anche con il ricorso alla tecnica del dibattito immediato, metodo che offre ormai da anni risposte più che lusinghiere.

 

Destinatari: magistrati di merito che svolgono funzioni civili, nonchè uditori giudiziari con funzioni. L’iniziativa è aperta agli avvocati del libero foro, dello Stato, nonché a magistrati amministrativi e contabili.

Durata: tre giorni ( cinque sessioni complessive) dal 12 al 14 maggio 2003      

Codice incontro: 757

 


DURATA RAGIONEVOLE E PROCESSO PENALE 

 

            Nel contesto della riforma costituzionale del “giusto processo” (art. 111 Cost.) il Parlamento – tra gli altri princìpi e criteri - ai quali deve attenersi il legislatore ordinario nel regolare il processo – anche quello penale – ha previsto quello della “durata ragionevole” dei giudizi.

            Innestato dalle ripetute condanne dell’Italia a livello europeo si tratta di un canone ineludibile che deve contemperare efficienza e garanzia.

            Sarà perciò necessario, dopo una verifica della giurisprudenza europea sul punto e della “legge Pinto” con cui il Parlamento è intervenuto per canalizzare all’interno del sistema il problema delle responsabilità del nostro Paese, affrontare più direttamente gli snodi processuali più significativi delle ricadute del principio de quo.

            Dovranno, pertanto, essere affrontate le tematiche dei c.d. “tempi morti” del processo ed il regime di passaggio da una fase ad un’altra; sarà indispensabile scandagliare gli spazi di discrezionalità dell’azione, della giustizia consensuale e di quella negoziale; non potranno essere eluse le questioni dell’invalidità e della loro progressione.

            Una particolare attenzione dovrà essere dedicata ai rapporti tra la durata ragionevole del processo ed il sistema delle impugnazioni.

            Non potranno essere trascurate  neppure le problematiche della fase esecutiva.

            In altri termini, sarà necessario considerare l’intera struttura processuale individuando le patologie – ed i rimedi – per rendere sistematicamente funzionale e adeguatamente garantito il processo penale.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta agli avvocati del libero foro ed ai magistrati militari.

Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo) per due edizioni:

Codice incontro: 758 I^ edizione dal 19 al 21 maggio 2003

Codice incontro: 771 II^ edizione dal 17 al 19 settembre 2003

 


QUESTIONI ATTUALI IN MATERIA DI RESPONSABILITA’ E RISARCIMENTO DA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI, NATANTI, TRENI E AEREI

 

La ripartizione di competenza per valore tra Giudice di Pace e Tribunale relativamente alle cause di risarcimento danni prodotto dalla circolazione dei veicoli e  natanti attribuisce alla competenza del Tribunale le cause di maggior valore (superiore a € 15.493,71).

Trattasi, sovente, di sinistri con  lesioni mortali o gravi per i danneggiati  con conseguenti problematiche relative alla individuazione dei danni risarcibili a favore degli eredi o degli stessi  danneggiati.

Verranno affrontate le questioni attuali e ricorrenti,  derivanti dalla partecipazione al giudizio del Fondo di Garanzia per le vittime della strada , dal   diritto vantato dal   gestore  del Fondo  a rivalersi nei confronti della  procedura di liquidazione coatta amministrativa per il costo degli indennizzi corrisposti per sinistri causati dalla circolazione di veicoli o natanti assicurati  presso la compagnia insolvente.

Saranno anche oggetto di confronto i limiti della surroga dell’assicurazione sociale, anche con riferimento alle nuove voci risarcitorie (danno edonistico, esistenziale, ecc)

La disamina delle varie tecniche risarcitorie adottate presso le corti di merito,  sottoposte al vaglio della giurisprudenza di legittimità, mira a fornire un quadro quanto più esaustivo sull’argomento.

Il dibattito verterà , in base ai  più recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità e di merito, sui criteri risarcitori del danno alla persona, in cui viene in rilievo il prezzo dell’”uomo”,  con particolare attenzione alle modalità di accertamento e   quantificazione del danno biologico , sia per le micropermanenti,  che per le macropermanenti.

In particolare la l. 5 marzo 2001 n. 57, impone una riflessione sul sistema di liquidazione delle “micropermanenti”, sulla nozione di danno biologico, introdotta dalla stessa legge e   sull’individuazione delle condizioni che permettono il risarcimento del danno ulteriore ai sensi dell’art. 5 della legge in questione e sui nuovi obblighi posti a carico delle imprese di assicurazione per l’offerta e liquidazione dei danni a cose ed alla persona

Verranno anche approfonditi i criteri risarcitori delle “macropermanenti”, rimasti al di fuori della disciplina normativa, ed ancora in attesa di una complessiva risistemazione da parte del legislatore.

Tra gli aspetti da approfondire vi è anche l’incidenza del danno biologico  su un soggetto già parzialmente incapace e i diversi criteri risarcitori   rispetto all’ipotesi di danno subito da soggetto sano

Saranno oggetto di confronto i rapporti tra danno biologico, danno psichico e danno esistenziale e la possibilità di liquidazione autonoma  anche di tali ultime voci di danno, in aggiunta al collaudato archetipo del danno biologico

In tema di risarcimento danni agli eredi delle vittime della strada verranno esaminate le fattispecie risarcitorie più frequenti e controverse , quali i limiti risarcitori del  danno biologico da morte “iure succesionis”, come ridisegnato dalle pronunce della Suprema Corte (soprattutto nel caso di “danno catastrofico”) e “iure proprio”, il danno edonistico, il danno estetico, il danno alla vita di relazione, alla vita sessuale, e i criteri risarcitori e le circostanze utili di cui il giudice deve tenere conto nella liquidazione dei danni subiti dalle varie tipologie di vittime (minori, studenti, disoccupati, casalinghe, anziani).

Sarà anche elaborato un quesito-tipo da sottoporre al consulente tecnico d’Ufficio che tenga conto dei nuovi orientamenti in tema di accertamento del danno alla salute

In caso di grave invalidità permanente saranno analizzate la possibilità di liquidare al danneggiato, in alternativa ai  tradizionali criteri risarcitori, un assegno periodico vitalizio, rivalutabile e di criteri di liquidazione di  tale assegno.   

Questione controversa , a cui si tenterà di fornire una risposta, è costituita dalla generalizzata risarcibilità del danno morale in caso di violazione di diritti costituzionalmente garantiti e , quindi, della possibilità di riconoscimento del danno non patrimoniale oltre gli stretti confini del danno morale, nel caso non infrequente, di presunzione di responsabilità , ai sensi del primo o secondo comma dell’art. 2054 cod. civ., o di assenza di fatto-reato.

In tema di danno morale saranno analizzati i più recenti orientamenti sui criteri risarcitori del  danno morale ai congiunti, sull’onere probatorio incombente su questi ultimi e sulla risarcibilità del danno morale cd “affettivo” , nel caso, ad esempio, di perdita,  a seguito del  sinistro, di animali e beni materiali di particolare valore affettivo

La natura non patrimoniale del danno morale, riaffermata dalla stessa Corte Costituzionale nei suoi numerosi interventi, pone poi la necessità di verificare quali parametri risarcitori possano essere adottati, essendo di per sè suscettibile di discussione qualsiasi criterio con il quale si tenda a monetizzare la sofferenza ed il dolore, specialmente laddove il danno morale appaia slegato dal danno biologico, profilandosi quindi quale unica voce risarcitoria .

Verrà affrontato anche il tema della risarcibilità dei danni riflessi, subiti da soggetto diverso da quello immediatamente oggetto della lesione del diritto, con riferimento al nesso di causalità tra fatto e evento lesivo.

In tema di danni ai veicoli saranno oggetto di dibattito i criteri di quantificazione del danno , con particolare attenzione al rapporto tra valore commerciale del veicolo ed eventuali maggiori spese di riparazione, alla quantificazione del cd “fermo tecnico” del veicolo, al danno conseguente alle spese di assicurazione e bollo auto  “non goduti”.

Relativamente ai danni conseguenti alla circolazione dei natanti, treni e aerei una sessione sarà dedicata ai profili inerenti alla rispettiva responsabilità, con particolare attenzione alla possibile affermazione di responsabilità del vettore anche per carenze organizzative o gestionali, non solo nel caso di sinistro , ma anche per  il solo ritardo colposo nell’espletamento del servizio.

 

Destinatari: magistrati di merito e legittimità che svolgono funzioni civili, nonchè uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e funzionari ISVAP.

Durata : tre sessioni (un giorno e mezzo) dal 22 al 23 maggio 2003.

Codice incontro: 759

 

 

 

 

 


LE PROFESSIONI INTELLETTUALI: RESPONSABILITA’ ED ETICA

 

L’incontro ha la funzione di approfondire la tematica relativa alla responsabilità dei  professionisti in genere (tra cui notai, avvocati, medici, ingegneri geometri ,ragionieri  commercialisti)   stante il considerevole aumento delle cause in materia.di responsabilità professionale.

Mira a favorire lo scambio di esperienze tra i partecipanti in ordine alle varie problematiche relative alla individuazione delle relative responsabilità civili e penali , individuate in base alle diverse categorie professionali.

Saranno oggetto di approfondimento l’accertamento del criteri di imputazione della responsabilità nei diversi settori civile e penale, con particolare riferimento ai criteri di accertamento del  nesso di causalità tra condotta ed evento.

Sotto il profilo penale l’accertamento sarà effettuato con riferimento al  reato commissivo   proprio  ed a quello commissivo  mediante  omissione, tenendo  conto

della   complessita' della catena causale e degli eventi naturali su cui incidono una serie indefinita e indefinibile di fattori,  ivi  compresi  la condotta umana.

In particolare , quanto alla responsabilità professionale medica saranno oggetto di dibattito, le  questioni attinenti alla soglia di responsabilità con particolare riguardo alla responsabilità “lieve”, al criterio di individuazione della colpa  con riferimento  al  grado  di  difficolta'  tecnico scientifico in relazione al quale  l'errore  si verifica, all’obbligo di informazione, al  consenso del paziente.

La particolare natura degli interventi di chirurgia plastica , il diverso tipo di “informazione” richiesto ed il relativo “consenso informato” ne consigliano un approfondimento anche in considerazione del notevole aumento di cause concernenti tale specifica fonte di responsabilità ed in considerazione dei danni di natura psichica che spesso si aggiungono alle altre voci di danno.

Quanto alla responsabilità dei notai , saranno individuati gli obblighi gravanti sul professionista e quelli invece esclusi  in relazione ai vari atti da questi redatti, l’individuazione della condotta negligente o la mancanza di perizia idonee a configurarne la responsabilità e la natura contrattuale o extracontrattuale delle violazioni ascrivibili.

Particolare attenzione sarà dedicata ai trasferimenti immobiliari. che rappresentano i casi più frequenti di responsabilità professionale del notaio , ed alle modalità di accertamento della libertà del bene o dei vincoli gravanti sull’immobile e sulle modalità anche temporali di effettuazione delle visure.

Ulteriori profili di responsabilità, di cui vanno precisati i limiti soggettivi ed oggettivi,  sono rappresentati dalla falsità in atti , dalla redazione di atti costitutivi di società e dalla cd  “lottizzazione abusiva”.

Saranno approfondite le questioni della responsabilità    penale  del notaio rogante nel caso  di:  partecipazione  cosciente  e  volontaria (es: al piano lottizzatorio), sia le fattispecie di   concorso colposo del notaio .

La responsabilità degli avvocati sarà esaminata, in particolare, sotto il profilo della scadenza del termine per proporre appello, della  mancata interruzione del termine prescrizionale ,della proposizione di gravame manifestamente infondato.

Sotto il profilo penale sarà oggetto di dibattito i limiti di liceità dei rapporti col cliente in relazione alle fattispecie di eventuale concorso di reati . subornazione di testi e favoreggiamento personale.

La responsabilità dei ragionieri e commercialisti sarà trattata con particolare riferimento alla erronea predisposizione delle denunce fiscali , all’erronea determinazione, per eccesso o per difetto, delle imposte o contributi da versare all’erario, all’ omesso versamento dei contributi , all’infondato ricorso in Commissione Tributaria  o all’ erronea difesa del contribuente davanti alle Commissioni tributarie. Sotto il profilo penale saranno oggetto di dibattito la possibilità di configurare il concorso nei reati di evasione fiscale   e di bancarotta per  distrazione  da parte del professionista che indichi al cliente il mezzo per evadere le tasse, oltre la soglia della punibilità , e per  sottrarre  i  beni alla garanzia dei creditori. La responsabilità professionale delle altre categorie professionali  sarà oggetto di approfondimento con particolare riferimento alle ipotesi più frequenti, quali, ad esempio , la responsabilità del progettista, e l’eventuale concorso con altri corresponsabili o correi, quali il direttore dei lavori ed il costruttore.

 Particolare importanza assumono i criteri risarcitori  del danno conseguente all’accertamento della responsabilità professionale ,anche in considerazione della individuazione di nuovi tipi di danni (es. “danno esistenziale”, “danno edonistico” il danno riflesso , ecc) e della continua rielaborazione di categorie di danno “tradizionali”, quali il danno biologico, il danno biologico “iure proprio”,e “iure hereditatis”, il danno psichico, ecc.

Appare, anche   utile suscitare una riflessione tra i partecipanti sulla  possibilità di ampliamento della categoria del danno non patrimoniale , fino a  ricomprendere anche altre voci di danno diverse dal danno morale e sulla possibilità di liquidare il danno non patrimoniale, conseguente a responsabilità professionale,  anche al di fuori della sola ipotesi di fatto-reato fondata su una interpretazione costituzionale dell’art. 2059 c.c., in base al metodo sistematico interpretativo ricavabile dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale n. 184 del 14.7.1986 che non consente limitazioni di alcun genere alla tutela di valori costituzionali.

 

Destinatari: magistrati, giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni civile e/o penali, nonchè uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro, dello Stato, notai e commercialisti: saranno, altresì, invitati medici.

Durata: tre giorni: dal 26 al 28 maggio 2003

Codice incontro: 760

 

 


I NUOVI PROCEDIMENTI IN MATERIA DI DIRITTO SOCIETARIO

 

Con i  decreti attuativi della legge di riforma del diritto societario 3 ottobre 2001,n.366 sono state introdotte nuove istituzioni del diritto processuale, all’insegna – oggetto di enunciato referente secondo l’art.12 della delega – del giusto processo, declinato secondo i canoni di una più “rapida ed efficace definizione”. Le scelte compiute esprimono una significativa discontinuità rispetto ad altre legislazioni di mero adeguamento al novellato parametro costituzionale dell’art.111 Cost. in quanto da un lato introducono una pluralità di modelli procedimentali, alcuni disponibili nelle iniziative delle parti e dunque almeno parzialmente alternativi e dall’altro accentuano un disegno di separatezza organizzativa di un comparto del diritto dell’economia che oltrepassa lo stesso diritto societario in senso stretto. Le nuove norme, invero, ricomprendono tutte le controversie genericamente proprie dell’exit, cioè della circolazione della partecipazione del socio e dei diritti ad essa correlati, oltre a riguardare le liti fra socio e società. Inoltre sono destinate ad applicarsi ai conflitti dell’intermediazione finanziaria latamente intesa anche con riguardo ai servizi dell’investimento mobiliare, oltre che alle liti interbancarie, con allargamento del campo di tutela offerto agli interessi diffusi mediante la loro esponenzialità in capo alle associazioni consumeristiche e alle camere di commercio.

 Particolare attenzione verrà riservata alla modulazione innovativa della competenza collegiale, ora divenuta la regola del nuovo processo di cognizione ed evocabile dopo una inedita fase di “preparazione”, diretta all’intervento del giudice ma ancora “disponibile” nell’iniziativa lasciata così alle parti. Tale potere di scelta del rito è ancora ravvisabile nell’alternativo procedimento sommario di cognizione, affidato al tribunale in composizione monocratica e  previsto per le cause a base patrimoniale in senso stretto (pagamento di danaro o consegna di beni mobili).

Specifico approfondimento riguarderà poi la rimodellata opzione cautelare, così come interamente riscritta, secondo un bisogno di analisi che dovrà investire sia la ricognizione più ampia delle controversie così come allargate dalla riforma e rispetto a cospicue tradizioni interpretative circoscriventi la tutela anticipatoria (proprie soprattutto della responsabilità societaria) sia la portata di fatto concludente che tali giudizi saranno destinati ad assumere in ragione del riassetto giudiziale del rapporto in conflitto  (e quindi oltre i limiti di giudicato).  La specialità di tale disciplina anche rispetto al procedimento cautelare uniforme sarà dunque oggetto di puntuale selezione per il suo impatto sull’organizzazione del lavoro del giudice, tenuto conto della frequenza con cui tali controversie già ora intercettano un primo intervento sollecito ed urgente. Gli oggetti della riflessione, inoltre, terranno conto della marcata caratterizzazione “negoziale” che i nuovi rapporti societari hanno assunto con la riforma e dunque del riflesso imponente che la ricostruzione della volontà dei privati assumerà in sede contenziosa, essendo in parte evaporato il richiamo di cogenza di norme imperative proprie dell’organizzazione societaria. In quest’ambito saranno considerati i problemi propri della tutela cautelare relativa ai rapporti deferiti ad arbitri e più in generale il raccordo con la tutela conciliativa statutariamente prevista.

Ulteriore disamina riguarderà il procedimento camerale e la nuova disciplina dettata con riferimento alla possibile destinatarietà dei procedimenti verso una sola ovvero più parti. Il corso, in chiave di completezza, è poi esteso alla autonoma vicenda del controllo giudiziario secondo la novellata disposizione di cui all’art.2409 c.c., meritando i rispettivi ridisegnati presupposti un apposito approfondimento.

I moduli didattici, oltre a contemplare un ampio ricorso al materiale (anche comparativo) oggetto di riferimento nei lavori preparatori della Commissione delegata alla redazione dei decreti legislativi, terranno conto delle prime riflessioni avviate nell’ambito scientifico sia dei giuristi che della cultura aziendalistica e bancaria. Ciò dovrebbe meglio consentire di cogliere le propensioni riorganizzative  dei modelli contrattuali così come offerti alle imprese societarie   e finanziarie dal legislatore, oltre che di comprendere le aspettative di notoria prevedibilità delle decisioni sui conflitti alla base delle correlative scelte.

Per tale ragione appare del tutto essenziale l’accesso ai corsi dei notai e dei dottori commercialisti, oltre che degli avvocati.

 

Destinatari: magistrati di merito e di legittimità che svolgono funzioni civili con preferenza per quelli che trattano la materia societaria e fallimentare. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e dottori commercialisti.

Durata:  due giorni  e mezzo (cinque sessioni complessive) dal 3 al 5 giugno 2003.

Codice incontro: 761

 


DIRITTO AL SILENZIO E DIRITTO AL CONTRADDITTORIO

 

L’affermazione sul piano costituzionale del contraddittorio come metodo di formazione della prova implica una compressione dei tradizionali spazi riservati al diritto al silenzio, quale espressione del diritto alla difesa, non già perché quest’ultimo riceva oggi una tutela di grado inferiore ma per l’evidente esigenza di renderlo compatibile, senza cedimenti, con il nuovo principio di euristica giudiziaria, al quale non è estranea una componente di diritto soggettivo processuale in capo alle parti. Si tratta, infatti, di una regola di conformazione delle conoscenze giudiziarie, che si traduce nel diritto delle parti a costruire dialetticamente il materiale della decisione. Il legislatore ordinario ha realizzato la combinazione dei contrapposti principi costituzionali, tracciando i reciproci confini per mezzo della moltiplicazione delle figure soggettive di dichiaranti, ciascuna con una propria disciplina, con il risultato di rendere alquanto complessa l’opera di ricostruzione interpretativa. Da qui nasce il bisogno di un approfondimento tematico sulle regole di formazione della prova dichiarativa. Ma il fine dell’incontro non è solo quello di affinare le conoscenze della elaborata disciplina codicistica sui mezzi di prova di tipo dichiarativo, che peraltro rivestono particolare importanza in un processo a tendenza accusatoria. Del pari, infatti, occorre ripensare l’intera struttura del processo, accelerando il mutamento di prospettiva valutativa nella considerazione della composizione bifasica del procedimento istruttorio, senza possibilità di trasmigrazione dei risultati dell’attività prodromica di raccolta ed individuazione delle fonti di prova nel patrimonio conoscitivo messo a disposizione del giudizio. Ciò consentirà nel più breve tempo l’acquisizione negli operatori pratici, giudici e pubblici ministeri, di una consapevolezza di sistema, capace di contenere le tentazioni interpretative di porre le poche eccezioni normative alla regola della assoluta separatezza tra la fase delle indagini e quella del processo come premessa di una rivisitazione in chiave inquisitoria dell’intera disciplina istruttoria. Spetta non solo ai giudici misurarsi con il nuovo impianto probatorio in funzione di un riassestamento dell’impostazione valutativa; i pubblici ministeri, infatti, devono farsi carico del non facile compito di mettere a punto nuove strategie investigative e processuali. L’incontro, pertanto, dedicherà un momento di riflessione anche all’istituto dell’inutilizzabilità della prova, sia come risposta fisiologica alla struttura bifasica del processo, sia come sanzione di comportamenti volti al recupero in funzione decisoria di materiale informativo probatoriamente inidoneo. Oggetto di approfondimento sarà, poi, l’istituto delle letture dibattimentali, nella duplice veste di strumento di valutazione critica della prova costituenda e di eccezionale mezzo di recupero istruttorio di elementi informativi preesistenti. In quest’ultimo ambito si riserverà un momento di riflessione critica al consenso delle parti come contrappeso alla perdita di contraddittorio, facendo così di questo emergere la componente di situazione soggettiva delle parti.

La struttura dell’incontro sarà articolata su tre sessioni, nella seconda delle quali si svolgerà lavoro in gruppi tematici per il confronto delle diverse esperienze.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta ad avvocati del libero foro e magistrati militari.

Durata: tre sessioni (un giorno e mezzo) per due edizioni:

Codice incontro: 762 I^ edizione dal 6 al 7 giugno 2003

Codice incontro: 785 II^ edizione dal 27 al 28 novembre 2003

 


SESTO CORSO “MARIO AMATO” DI APPROFONDIMENTO TEMATICO DELLE TECNICHE DI INDAGINE: I PROTOCOLLI DI INDAGINE

 

Il C.S.M. nella circolare di formazione delle tabelle ha previsto che nei grandi uffici di procura debba essere assicurata l’unifomita’ di indirizzo nella conduzione delle indagini predisponendo dei protocolli di indagine per categorie di procedimenti promuovendo a tale scopo riunioni periodiche tra i magistrati.

            La necessita’ di elaborare protocolli di indagine  deriva inoltre direttamente dalla sempre piu’ complessa realta’ delle indagini che spesso richiedono conoscenza di mezzi scientifici o di discipline del tutto estranee al bagaglio formativo del magistrato.

            Il corso e’  dunque ispirato dalla esigenza di proporre ed elaborare modelli di indagine che possano essere utili soprattutto per affrontare correttamente i primi atti, ed in particolare quelli  urgenti, del procedimento.

            Il corso si sviluppera’  pertanto, con il metodo del seminario –alternanza di relazioni e gruppi di studio - in due direzioni:  da una parte di rassegna e scambio di esperienze gia’ in corso, e dall’altra di esame di singoli punti problematici di specifiche  indagini al fine di elaborare il relativo protocollo.

            Si avra’ quindi riguardo a quelle indagini che richiedono interventi urgenti sul luogo del fatto (quali ad es: l’omicidio, la rapina etc.) con particolare riferimento alla tipologia e alle modalita’ degli atti da seguire, a seconda, per esempio, della matrice che pare avere ispirato l’atto (es: omicidio di criminalita’ organizzata, atto terroristico, omicidio seriale etc. etc.), e a quelle che richiedono particolari conoscenze tecniche, quali le indagini finanziarie e societarie, in particolare con riferimento anche alle implicazioni nei rapporti internazionali che spesso tali indagini comportano. Non dovra’ nemmeno essere  tralasciato l’esame del campo delle indagini che riguardano le c.d. “fasce deboli” e dunque quei reati che vedano come vittime o autori, minori di eta’ o infermi psichici, o persone anziane.

  Attraverso l’esame delle nuove tecnologie di indagine si esamineranno anche  le possibili scelte che permettano di coordinare i principi di completezza della indagine e di ragionevole durata del processo.

            Si dovra’ infine anche fare riferimento all’opportunita’ e necessita’ di elaborare protocolli di indagine per  quei reati ormai demandati al giudice di pace, al fine di permettere alla polizia giudiziaria che deve provvedere all’elevazione dell’imputazione una migliore organizzazione del lavoro. 

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono

funzioni penali, nonché g.i.p..

Durata: sette sessioni (tre giorni e mezzo): dal 16 al 19 giugno 2003.

Codice incontro: 764

 


LA TUTELA CIVILE E PENALE DELLE OPERAZIONI SUL  CAPITALE SOCIALE E DELL’INVESTIMENTO SOCIETARIO

 

Secondo l’opinione tradizionale, la disciplina codicistica assegna al capitale sociale la funzione precipua di assicurare la vitalità dell’impresa e di garantire i creditori sociali. L’istituto, posto a tutela d’interessi collettivi, deve oggi confrontarsi, per un verso, con nuove esigenze di protezione degli investitori e dei risparmiatori, atteso il maggior ricorso al mercato del capitale di rischio (si pensi, ad es., alle Sicav) ed il varo di un’inedita legislazione sui patrimoni dedicati (in attuazione della l.366/2001); per altro verso, con una disciplina sanzionatoria che, mossa di recente da una visione “privatistico-negoziale” del presidio penale societario (con il ricorso alla punibilità a querela dei reati, con l’introduzione del requisito del danno patrimoniale, con la predisposizione del risarcimento del danno in funzione estintiva dei reati e rinnovata attraverso il ridisegno delle azioni di minoranza, oltre che la riscrittura dell’art.2409 c.c.), sembra porre in crisi profonda l’essenzialità delle funzioni tradizionalmente assegnate al capitale sociale stesso.

Con evidenti difetti di sistematicità, il controllo delle condotte elusive rispetto alla integrità allora e piuttosto del patrimonio – tenendo conto delle nuove frontiere della separazione dei beni vincolati allo scopo di rischio economico - deve ora declinarsi nella rappresentazione di una pluralità di livelli di protezione degli interessi: i conflitti concernono così sia il rapporto fra società e soci, imperniato su un aggiornato paradigma del “danno” idoneo a costituire una leva dirimente per l’intervento giurisdizionale sia le relazioni di mercato, ove gli stessi soci o terzi soggetti (titolari di nuovi strumenti finanziari, creditori sociali classici, creditori involontari) patiscono frequenti deficit di informazione sui conti essenziali alla valutazione corretta delle aspettative di rischio e di affidamento. Ovvero, quali soggetti concorrenti nella definizione di condotte alterative dell’equilibrio patrimoniale e degli indici di rischio dell’attività economica, alimentano una apparente vitalità dell’impresa cui non corrisponde possibilità di adempimento per le obbligazioni intraprese, così occultando l’insolvenza (mediante concessione abusiva del credito) ovvero non permettendo l’immediata scoperta della portata dei vincoli sui beni introdotti (garanzie date per operazioni del gruppo senza utilità per la controllata) ovvero anche favorendo un approccio di investimento fondato su conti non veritieri (cessione di quote di società con perdite) o su traslazioni aziendali spoliative (a dispetto dello strumento contrattuale usato). La pluralità dei modelli adottati nelle prassi delle imprese e con riguardo alla circolazione della “partecipazione”, da un lato e alle movimentazioni dell’azienda dall’altro (affitto, cessione di ramo) impongono un aggiornamento ricognitivo della  complessa struttura contrattuale e finanziariadelle società.

Il corso si propone di cogliere le implicazioni e i reciproci riflessi tra la disciplina civilistica e quella penalistica in materia di tutela dell’investimento e della partecipazione, così da superare la più tradizionale focalizzazione imperniata sul mero meccanismo societaristico di corrispondenza del capitale sociale.

Ripercorse dunque le teorie civilistiche sulle funzioni svolte dal capitale sociale, altresì alla luce della normativa di settore del mercato degli strumenti finanziari e dei nuovi assetti delle società introdotti dai d.lgs. di attuazione della riforma della l.366/2001, l’attenzione sarà incentrata sulla disciplina - anche di derivazione comunitaria - dei conferimenti, in particolare di quelli in natura, delle creazioni intellettuali e dei crediti; sui principali istituti dell’exit, secondo le diverse regole di circolazione delle partecipazioni (nuovi soci, nuove società)  e delle aziende (i meccanismi di trasferimento); sulle principali operazioni infragruppo.

Nello studio del  microsistema di tutela penale del capitale sociale (come riformulato dal d.lgs. n. 61/2001) particolare disamina sarà riservata al falso nelle valutazioni, in particolare alle ipotesi di falso colposo, nonché ai nuovi fatti di rilevante sopravvalutazione di cui all’art. 2632 c.c., con i problemi di interferenze con le ipotesi di cui agli artt. 2621  e 2622 c.c. Da ultimo, non si mancherà di  affrontare il profilo dell’individuazione dei soggetti attivi dei reati attinenti, nella rappresentazione informativa, nelle operazioni di disinvestimento, nella circolazione delle frazioni di partecipazione al capitale sociale, nel finanziamento, alle più comuni vicende di “allarme” percepito nel mercato dagli operatori finanziari e dai creditori sociali..

Il metodo di lavoro può dunque utilmente avvantaggiarsi della duplice competenza, modulando sessioni in cui ciascun argomento possa essere subito reinquadrato altresì  nell’ambito penale e della patologia di funzionamento della prassi negoziale.

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità che svolgono funzioni  civili e/o penali correlate al diritto dell’impresa, con preferenza verso coloro che lavorano in sezioni specializzate. L’iniziativa è aperta ai dottori commercialisti e a rappresentanti CONSOB e Banca d’Italia.

Durata:  due giorni  e mezzo (cinque sessioni complessive) dal 23 al 25 giugno 2003.

Codice incontro: 765

CORSO FALCONE – BORSELLINO. STRATEGIE E TECNICHE DI CONDUZIONE DELLA CROSS-EXAMINATION  

 

Come e’ ormai noto il corso intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e’ dedicato principalmente alla formazione e all’aggiornamento professionale del pubblico ministero. Modificata la funzione del corso da approfondimento delle tecniche di indagine a seminario su singole e ampie tematiche si procede anche  per il 2003 in questa direzione. 

Il seminario che viene proposto e’ la prosecuzione ideale di quello che nell’anno precedente ha visto l’esame e l’approfondimento della fase delle indagini preliminari.

E’ indubbio che le modifiche legislative e l’attuazione dei principi del “giusto processo” hanno profondamente influito, oltre che sulla impostazione della fase delle indagini  anche sulla gestione del dibattimento e richiedono ora  al pubblico ministero di muoversi in una visione strategica del processo.

            Il seminario, nella forma dell’alternanza fra relazioni e confronto nei gruppi di lavoro,  continuera’ ad articolarsi su di una sola settimana (nove sessioni complessive), ed alternera’ momenti di approfondimento giuridico e teorico, a momenti dedicati ad aspetti piu’ prettamente pratici e di tecnica del processo. In particolare si esamineranno le possibili strategie che il  pubblico ministero deve rappresentarsi e mettere in atto al fine di poter salvaguardare la prova. In tale ottica si dovra’ ,ad esempio, far riferimento alla necessita’ e opportunita’   dell’anticipazione nell’assunzione della prova, al fine di garantire sempre e comunque il contraddittorio richiesto dell’art.111 Cost., o all’utilizzazione dei riti alternativi e della separazione dei procedimenti al fine di mutare la qualifica del dichiarante. Si avra’ anche riguardo alle regole sulla circolazione della prova, alla classificazione degli atti e al regime delle prove documentali.

            La parte centrale del seminario sara’ dedicata allo studio delle tecniche dell’esame e del controesame e dei problemi ad essi connessi, nonche’ in generale alle problematiche dell’assunzione della prova dichiarativa in dibattimento e ai poteri del giudice. Si cerchera’ in particolare di esaminare la trasportabilita’  nel nostro sistema delle regole elaborate nei sistemi di common law, e successivamente, attraverso il lavoro ed il confronto in gruppi ristretti, di elaborare regole applicabili alle peculiarita’ del nostro processo. 

Uno spazio sara’ anche dedicato alle tecniche per l’organizzazione della requisitoria con riguardo in particolare alla illustrazione sintetica e  coordinata del materiale probatorio e alle regole dell’esposizione orale.    

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono

funzioni penali, nonché  uditori con funzioni.

Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo) per due edizioni: 

Codice incontro: 766 I^ edizione dal 30 giugno al 2 luglio 2003

Codice incontro: 777 II^ edizione dal 13 al 15 ottobre 2003

 


I REGIMI DEI PATRIMONI SEPARATI: DAI TRUSTS AI NUOVI MODELLI DI SEGREGAZIONE DEI BENI

 

L’entrata in vigore, dal 1° gennaio 1992, della legge 16 ottobre 1989 n. 364, recante ratifica ed esecuzione della XV convenzione dell’Aia sulla legge applicabile e sul riconoscimento degli effetti dei trusts, ha prodotto un diffuso interesse, sia nella dottrina civilistica, ove il tema è stato ampiamente affrontato da una vasta letteratura, sia nella prassi notarile e finanziaria. Tale figura di storica emersione anglosassone, prima rarissima nel panorama degli oggetti del processo italiano, si  è posta così con maggior frequenza all’attenzione della giurisprudenza chiamata a risolvere svariate questioni in materia.

Il trust, non più mero istituto con effetti solo riconosciuti nell’ordinamento italiano, bensì modello  giuridico autonomo, é stato oggetto di numerose ed in parte spurie “filiazioni tecniche” da parte del legislatore italiano recente. Così la  disciplina  dei fondi pensione, di cui all’art. 4 del  d.lgs. 124 del 1993, ed alla successiva legge 8 agosto 1995, n. 355; quella, antecedente, dei fondi comuni   di investimento e poi quelle  (di cui ai provvedimenti 130/99, 402/99, 350/2001, 351/2001) che, in tema di cartolarizzazione, configurano  l’insieme dei crediti relativi a ciascuna operazione come patrimonio separato a tutti gli effetti da quello della società che ne è titolare. Da ultimo l’art.4 co.4 lett.b) della l. 366/2001 ha permesso al legislatore dei decreti delegati della riforma societaria di configurare un assetto regolato per i patrimoni dedicati ad uno specifico affare: si tratta di una novità senza precedenti che accosta, nell’ordinamento societario, una soluzione flebilmente protezionista (e parzialmente derogatoria dei principi della responsabilità patrimoniale di cui agli artt.2740 e 2741 c.c.) a modelli di secondo grado, nel solco della tradizione di civil law, imperniati cioè sulla costruzione di soggetti, distinti dalle persone fisiche, ma in grado di convertire in atti ed operazioni l’esigenza di funzionalizzare una porzione di patrimonio ad una singola finalità economica (così la s.r.l. unipersonale prima, dal 1993 ed ora anche la s.p.a. senza pluralità di soci).

In questo senso la disciplina d’origine dei trusts può essere considerata come modello culturale non solo per il legislatore, ma anche per l’interprete, da ora in avanti chiamato a colmare residue lacune di normative ancora non del tutto chiarite: per tutte, l’articolazione dei rapporti fra le iniziative esecutive sul fondo patrimoniale ex art. 170 c.c. ed il sopravvenire di più generali procedure (soprattutto concorsuali) a carico del debitore. Se peraltro il successo storico del modello dei trusts si spiega con la più accurata disciplina, frutto di esperienza secolare, delle obbligazioni gravanti sul fiduciario, oltre che con la maggior  protezione offerta al fiduciante grazie alla tecnica della segregazione patrimoniale, va dato atto che il livello di protezione da quest’ultima offerto è pervenuto ad esattezza istituzionale, nel nostro ordinamento, solo nel diritto dell’economia.

A sua volta la diffusione di una migliore conoscenza dei meccanismi dei trusts ha condotto ad una rivisitazione del tema della proprietà fiduciaria, fenomeno cui ha contribuito anche la giurisprudenza, specie di legittimità, intervenuta con precisazioni di rilievo teorico ed operativo in materia di strumenti finanziari. Ed in effetti è proprio nel settore dell’attività finanziaria che il fenomeno dei trusts e delle titolarità autonome in generale incide in modo evidente nelle prassi dei contratti. Ciò anche in ragione del fatto che i modelli tecnico-operativi diffusi in tale settore tendono ad imitare quelli anglosassoni i quali, a loro volta, spesso presuppongono la presenza dell’istituto del trust o dei suoi derivati. 

Un incontro di studio sui trusts, la proprietà fiduciaria ed i nuovi modelli di segregazione patrimoniale esprime allora un obiettivo di aggiornamento culturale ed altresì di maggiore confidenza con l’intreccio, davvero polifunzionale, degli scopi economici sottesi a tali operazioni. La loro delineazione sarà anche la premessa per il ridisegno del quadro delle criticità deducibili avanti al giudice, dal tradizionale problema della ricognizione dominicale del bene (e della garanzia statica) alla esclusività della azione esecutiva (con diritti di preferenza rispetto agli altri creditori del medesimo soggetto) alla individuazione dei beni futuri oggetto di garanzia patrimoniale (ove la “dedica” originaria sia suscettibile di dilatarsi sino a ricomprendere tutte le utilità dell’affare, a vantaggio dei terzi investitori, dei creditori, dei soci). Il seminario, quindi, costituirà l’occasione per un’introduzione storica degli istituti della segregazione patrimoniale e per la disamina dell’assetto normativo attuale in materia, con approfondimenti su tematiche di diritto reale, dei contratti e del diritto dell’impresa, oltre che di diritto dell’esecuzione forzata.

Al fine di conseguire un proficuo scambio di esperienze tra i partecipanti,aAppare opportuna l’apertura dell’iniziativa anche ai notai ed ai dottori commercialisti, categorie già depositarie di un accumulo di sensibile esperienza operativa in materia.

 

Destinatari: magistrati, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni civili. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di notai e di dottori commercialisti.

Durata:  un giorno e mezzo (tre sessioni complessive) dal 3 al 4 luglio 2003. 

Codice incontro: 767

 


LE COMPETENZE E L’ATTIVITÀ DEI  CONSIGLI GIUDIZIARI.

 

L’esperienza giuridica maturata nel corso degli anni nel settore della < amministrazione della giurisdizione > ha messo in chiara evidenza il ruolo fondamentale delle funzioni svolte dai Consigli giudiziari, quali organi periferici necessari e fondamentali per una corretta e proficua gestione dei rapporti inerenti lo status dei magistrati. La dimensione territorialmente circoscritta di tali organi e la loro prossimità al territorio consentono infatti l’emergere di situazioni ed istanze proprie dei singoli uffici e la trasmissioni di conoscenze e fatti destinati a rivelarsi di grande utilità ai fini dell’espletamento dell’attività decisionale e provvedimentale conseguente.

Muovendosi in questo ordine di idee, l’incontro di studio  intende promuovere una riflessione di approfondimento ad ampio raggio sul funzionamento  e sulle competenze dei Consigli giudiziari, prestando altresì particolare attenzione al confronto ed allo scambio di esperienze fra i singoli partecipanti.

In questa prospettiva si partirà dall’esame della stessa struttura dell’organo, quale collegio perfetto, e dei conseguenti problemi di funzionalità, con riferimento, in particolare, tanto all’attività c.d. interna che porta alla formazione del deliberato ed alla autonomia della sua regolamentazione, quanto ai problemi legati ad esempio alla   possibilità di astensione o ricusazione del singolo componente. Si affronterà quindi il tema del rapporto funzionale tra i Consigli giudiziari ed il Consiglio superiore,  dando conto anche delle circolari e delle disposizioni adottate da quest’ultimo al fine di disciplinarne in modo uniforme ed efficace l’attività.

Particolare spazio, con riguardo alle specifiche competenze,  verrà dedicato all’espletamento della attività consultiva, calata all’interno della dinamica procedimentale, di sui spesso costituisce la fase centrale, ed alla tecnica di redazione dei pareri, esaminata  in relazione alla loro varia tipologia, alla motivazione ed al  contenuto della valutazione che con essi viene espressa, alle fonti di conoscenza utilizzabili a tale fine. Un attento esame meriterà anche la partecipazione dell’organo nel procedimento di formazione dei progetti di organizzazione dei singoli uffici ( c.d.   materia tabellare ), al fine di misurarne in tale ambito le possibilità ed i limiti dell’apporto e le linee guida di intervento.

Saranno poi oggetto di trattazione le altre competenze del Consiglio giudiziario legate al percorso formativo degli uditori, sia con riguardo alla designazione dei magistrati collaboratori ed alle iniziative più propriamente legate alla formazione, che con riferimento alla redazione delle valutazioni al termine del tirocinio generico e di quello mirato.

Particolare attenzione sarà inoltre dedicata alle competenze dell’organo nei confronti dei giudici di pace, funzioni che coinvolgono e condizionano la sua stessa composizione, integrata dagli avvocati designati dai Consigli dell’Ordine del distretto e, in alcuni casi, allargata ad un rappresentante elettivo dei giudici di pace. Oggetto di trattazione saranno in materia anche le singole tipologie dei provvedimenti adottabili dal Consiglio giudiziario, nella forma di pareri e proposte, con particolare riguardo anche alla attività istruttoria dei relativi procedimenti.

Il programma dell’incontro terrà infine in debita considerazione le eventuali innovazioni legislative in materia di ordinamento giudiziario che dovessero coinvolgere i Consigli giudiziari.  

 

Destinatari: componenti dei Consigli giudiziari.

Durata: dal 10 all’11 luglio 2003.

Codice incontro: 769

 


PUBBLICITA’ E TUTELA DEI DIRITTI

 

L’incontro di studio si propone di affrontare alcune tematiche di particolare interesse nell’ambito degli istituti disciplinati dal sesto libro del codice civile -escludendo, per motivi di brevità, il titolo secondo in materia di prove, che sono già oggetto specifico di altri incontri di studio- cercando di dare un taglio pratico alle problematiche mediante la preventiva individuazione delle questioni di maggiore complessità che più spesso si presentano all’attenzione del giudicante.

In particolare, dopo aver delineato un quadro generale sulle varie forme di pubblicità esistenti nel nostro ordinamento giuridico, suddividendole nelle categorie della pubblicità notizia, pubblicità dichiarativa, pubblicità costitutiva, pubblicità di fatto e pubblicità sanante, si affronteranno le questioni più spinose e delicate sull’istituto della trascrizione, con particolare attenzione alla pratica attuazione del principio della continuità delle trascrizioni ed alla trascrizione delle domande giudiziali.

Successivamente verranno passati in rassegna i diritti reali di garanzia, soffermandosi in maniera più approfondita, sugli istituti del pegno e dell’ipoteca.

In particolare, poi, verranno esaminate alcune delicate questioni con riferimento ai mezzi di conservazione delle garanzie patrimoniali, trattando in maniera approfondita dell’azione revocatoria, dell’azione surrogatoria e del sequestro conservativo. Particolare attenzione sarà dedicata, poi, a particolari forme di tutela preventiva del credito, quali il diritto di ritenzione, l’opponibilità della prescrizione da parte di terzi, la decadenza dal beneficio del termine e l’impugnazione della rinuncia all’eredità.

Si tratterà poi, della tutela giurisdizionale dei diritti, limitatamente ai profili di diritto sostanziale, ed in particolare dell’esecuzione forzata, analizzando, nell’ambito dell’espropriazione, alcune questioni relative agli effetti del pignoramento, e con riferimento all’esecuzione forzata in forma specifica, problematiche particolari sull’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto (art. 2932 c.c.)

Non mancherà, infine, qualche cenno a problematiche connesse agli istituti della prescrizione e della decadenza.

Scopo dell’incontro è quello di dare un taglio particolarmente pratico ai lavori, per cui con particolare riferimento ai metodi didattici, il modello maggiormente utilizzato sarà quello dei gruppi di lavoro, sede ideale per un proficuo e serrato dibattito sui vari temi oggetto di discussione.

 

Destinatari: magistrati, di legittimità e di merito, che svolgono funzioni civili. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e notai.

Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive) dal 14 al 16 luglio 2003

Codice incontro: 770            

 

 


 

L’ISTRUTTORIA NELLE PROCEDURE CONCORSUALI

 

Nell’ambito del diritto concorsuale le tematiche relative all’istruttoria prefallimentare costituiscono un tema oggi centrale nella riflessione della dottrina e della pratica: ciò sia in considerazione della nuova lettura dell’art.  111 Cost.  sia della diffusa consapevolezza del quadro di criticità (per assenza di istituti ad hoc) che i tentativi di risanamento aziendale assumono nell’ambito giudiziario. É invero sempre più frequente il dilemma fra un impiego rigoroso del paradigma dell’urgenza (verso l’apertura della procedura concorsuale) ed il  pericolo di dispersione delle utilità economiche normalmente e solo connesse all’esercizio attuale dell’impresa (con difficile compatibilità di comportamenti giudiziali di direttive di gestione impartite in tale processo).

Saranno oggetto di confronto – sul terreno sistematico di tradizione - le questioni concernenti la natura inquisitoria ed officiosa del procedimento, i poteri delle parti private, i mezzi di prova dell'insolvenza, la ricostruzione scientifica aziendalistica della crisi. La portata di accertamento delle decisioni reiettive, di recente affacciata al dibattito di legittimità, investe a sua volta gli innumerevoli profili pratici emersi negli ultimi anni in materia di “precedente”, ove a conformi decreti assunti allo stato di una pregressa istruzione corrispondano necessità di rimeditazione, sempre più configgenti con esigenze di certezza delle relazioni commerciali, proprie delle qualificazioni esonerative. Così verranno seguiti gli interventi della Corte Cost. in punto di cessazione ultrannuale dell'attività, fallibilità delle c.d. piccole imprese commerciali, estensione al socio receduto o morto, qualificazione della illimitata responsabilità al socio unico di società di capitali, confine con i gestori delle imprese non nominate (soprattutto associazioni non riconosciute, enti non profit, fondazioni). Tali temi e questioni, di fatto, hanno recentemente posto l’attenzione sull’incrinata unitarietà dell’esecuzione forzata, che ha ripreso a declinarsi in ambiti individuali ove si allarghi il novero dei soggetti responsabili ma non più fallibili (anche per intempestivo intervento giudiziale).

 

In relazione all’esercizio del diritto di difesa, la disamina concernerà le questioni – tuttora oggetto di contrasti – proprie della necessità della convocazione ed audizione del fallendo in particolari situazioni (nel raffronto anche con la nuova   a.str.), possibilità di audizione da parte del giudice relatore (e portata della delega all’istruzione da parte del collegio), rinnovazione dell’audizione nel caso di presentazione di nuove istanze di fallimento, consecuzione istruttoria rispetto alle procedure diverse alternative (concordato preventivo ed amministrazione controllata), diritto al contraddittorio, introduzione eventuale della perizia e più in generale diritto all’offerta di prova, necessità della audizione dell’erede, esame diretto degli informatori,mezzi di prova atipici, governo degli organi di polizia.

 

Verranno affrontate le questioni della rilevanza della “effettività” della notificazione  dell'istanza  di fallimento e del decreto di   fissazione  dell'udienza di convocazione del debitore ex art. 145 cod. proc. civ., in caso di violazione delle forme prescritte per la notificazione, l’obbligo di effettuare ulteriori ricerche in caso di irreperibilità, il valore delle iscrizioni nei pubblici registri, la necessità delle contestazioni delle informazioni  acquisite d'ufficio, da terzi o dal PM  e della contestazione  di  fatti emergenti dalle produzioni dell'istante, la portata delle regole presuntive alla base del ragionamento probatorio, la riservatezza della stessa istruttoria. Il permanere dell’iniziativa officiosa, a sua volta, impone l’emersione più competa della molteplicità e ricchezza delle prassi, oggi necessariamente convergenti verso una nuova declinazione della terzietà del giudice e, dunque, la tipicità del suo agire secondo modelli formali tendenzialmente predeterminati.

Talune sessioni contempleranno altresì gruppi di lavoro organizzati con riguardo a specifici sottotemi e successivo dibattito in riunione plenaria dopo la selezione delle prassi riscontrate.

 

Destinatari: magistrati di merito e legittimità che svolgono funzioni civili con preferenza per i giudici che trattano la materia fallimentare e concorsuale. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e dottori commercialisti.

Durata: due giorni e mezzo (5 sessioni): dal 22 al 24 settembre 2003

Codice incontro: 772

 


REATI OMISSIVI E POSIZIONE DI GARANZIA

 

            Dal punto di vista soggettivo, l’obbligo giuridico di attivarsi non grava sulla generalità dei consociati ma si appunta su taluni soggetti che versano in determinate situazioni. Esso è stabilito in funzione del non avveramento di eventi di danno e di pericolo; si usa dire perciò che il titolare dell’obbligo giuridico di attivarsi è costituito garante dell’impedimento, ovvero del non avveramento, di un evento concreto di danno o di pericolo. L’area dell’obbligo si restringe, dal punto di vista oggettivo, alle fattispecie causalmente orientate, nel senso che in tutte le ipotesi nelle quali la descrizione della condotta è fatta dalla legge in ragione dell’idoneità causale, ogni condotta causale è tipica, sia essa costituita da un’azione oppure da un’omissione e cioè dal mancato compimento dell’azione impeditiva da parte del soggetto gravato dall’obbligo. La rilevanza dell’obbligo dipende dalla sua attualità riferita al momento dell’omissione, nella stretta connessione che deve sussistere tra titolarità dell’obbligo, potere impeditivo e fatto non impedito. L’assenza del requisito dell’attualità è determinata in primis dal trasferimento di funzioni ma anche da altri fenomeni, perché l’obbligo impeditivo, che è il contenuto della funzione di garanzia, non sussiste in assenza dei poteri il cui esercizio condiziona l’impedimento dell’evento. Predicare la giuridicità dell’obbligo significa esigerne il fondamento legale; l’individuazione delle varie posizioni di garanzia è rilasciata però, dal codice vigente, all’accertamento concreto e cioè all’interprete. La dottrina è propensa a una formulazione casistica, che ritiene preferibile all’individuazione interpretativa per rispetto del principio di determinatezza; su questa opzione si è allineato il progetto di riforma della parte generale del codice penale, elaborato dalla commissione Grosso. Un’attenzione particolare merita la trattazione delle posizioni di garanzia nelle organizzazioni complesse, per l’evidente connessione con la responsabilità da reato delle persone giuridiche.

Date queste premesse l’incontro si ripropone di operare un’ampia ricognizione dell’elaborazione giurisprudenziale in materia di omissione penalmente rilevante, avendo cura di verificare l’evoluzione che nell’applicazione concreta hanno subito istituti come quello della delega di funzioni, del reato omissivo improprio, della posizione di garanzia ecc., con particolare attenzione critica ai presunti eccessi interpretativi spesso addebitati, dalla dottrina, soprattutto alla giurisprudenza di merito, accusata di dilatare eccessivamente i confini dei summenzionati istituti al fine di sopperire a presunte o reali lacune della normativa vigente.

La struttura dell’incontro prevede cinque sessioni di cui almeno due dedicate alla riflessione e al confronto tra i partecipanti all’interno di gruppi di lavoro, dove si procederà altresì all’analisi di casi giurisprudenziali. Dopo una semisessione introduttiva dedicata all’esame delle premesse teoriche della materia e alle prospettive di riforma delle norme di riferimento del codice di penale, le seguenti sessioni saranno precipuamente dedicate all’approfondimento delle problematiche esposte prendendo le mosse, come accennato, dall’analisi dell’elaborazione giurisprudenziale maturata in materia di omissione penalmente rilevante in particolari settori del diritto penale, come, ad esempio, quello ambientale o economico ovvero icon riguardo ai reati contro la libertà sessuale, cercando di ricavare progressivamente l’effettiva compatibilità (o incompatibilità) tra i risultati dell’interpretazione giurisprudenziale e di quella operata dalla dottrina. Apposito spazio verrà riservato inoltre dedicato all’analisi della responsabilità delle persone giuridiche per comportamenti omissivi alla luce dei contenuti del d.lgs. n.300/2000.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e  dei magistrati miliari.

Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo): dal 29 settembre al 1° ottobre 2003.

Codice incontro: 773

 


 

IL CONTENZIOSO IN MATERIA DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA

 

Il seminario, nel solco di iniziative già svolte negli anni passati, si incentra sulle più recenti questioni insorte nell’ambito del diritto della previdenza sociale aventi maggiore impatto sia quantitativo -  attraverso un contenzioso di natura seriale proliferante in tutte le sedi giudiziarie -  sia qualitativo, perché alla loro soluzione sono sottesi i principi fondamentali della materia, la cui individuazione e ricognizione all’interno di un tessuto normativo notoriamente  complesso e disorganico, si appalesa di notevole  utilità per favorire quella omogeneità di orientamenti giurisprudenziali che è il migliore strumento di  deflazione del contenzioso. 

L’incontro di studio si articola in una prima sessione riservata alle problematiche relative agli obblighi contributivi, ossia all’imponibile contributivo ed al cd. minimale contributivo, questioni ricorrenti che hanno dato luogo a contrasti sia nella giurisprudenza di merito che in quella di legittimità, ulteriormente complicate dalla recente introduzione del particolare regime dei cd. contratti di riallineamento. Segue la trattazione dei problemi, eminentemente processuali, cui ha dato luogo la nuova disciplina della riscossione dei crediti degli enti previdenziali, nonché la ricognizione esaustiva delle norme e dei principi che regolano gli sgravi, sulla cui disciplina stratificatasi nel tempo senza alcuna organicità, il legislatore è nuovamente intervenuto di recente.

La seconda sessione è riservata alle problematiche relative alle prestazioni: in primo luogo al nutritissimo contenzioso sulle prestazioni assistenziali, che vede orientamenti giurisprudenziali fortemente contrastanti in relazione alla individuazione del soggetto titolare dal lato passivo del rapporto controverso. Verrà poi riservata una esaustiva disamina alle prestazioni di disoccupazione, in relazione ai complessi problemi che già si pongono soprattutto in relazione al rapporto di lavoro a tempo parziale, anche in vista delle annunciate innovazioni legislative.

Un’altra sessione è riservata alla previdenza dei lavoratori agricoli, autonomi e subordinati, che produce un notevolissimo contenzioso soprattutto nelle sedi giudiziarie del sud. L’analisi verte sul complesso il coordinamento tra norme specifiche e principi generali, sul quale sono intervenute di recente varie pronunzie delle sezioni unite della corte di cassazione.

In una ulteriore sessione che si affianca a quella tradizionalmente riservata ai gruppi di lavoro, verranno affrontate le peculiarità determinate sotto il profilo processuale dalle controversie in materia previdenziale ed assistenziale che si riverberano, ad esempio, sulle prassi in tema di riunione ovvero in materia di liquidazione delle spese di lite. A tale fine appare opportuno un confronto tra i partecipanti in merito alle diverse procedure o soluzioni adottate presso gli Uffici di provenienza.

 

Destinatari: magistrati del lavoro di merito e legittimità, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro, dello Stato e dell’INPS e INAIL, nonché magistrati della Corte dei Conti.

Durata: dal 6 all’8 ottobre 2003

Codice incontro: 775

 


IMMIGRAZIONE, DIRITTO PENALE E PROCESSO

 

Il continuo incremento dei flussi immigratori verso il nostro paese ha rappresentato nel recente passato e rappresenta tuttora uno dei fenomeni di maggiore impatto sulla società italiana. L’ingresso nel nostro paese nell’arco di tempo relativamente breve degli ultimi quindici anni di un rilevante numero di persone provenienti da zone depresse del pianeta, ha inevitabilmente comportato che a margine di questi flussi si registrasse l’assorbimento di una parte –percentualmente marginale, ma non proprio irrilevante sotto il profilo dell’impatto sul sistema criminale- di immigrati in attività delittuose. Non solo, lo stesso fenomeno immigratorio ha finito per divenire progressivamente terreno fertile per la produzione di cospicui ricavi da parte delle organizzazioni criminali nazionali e di quelle straniere, che pure hanno trovato il modo di radicarsi nel nostro paese. Tutto ciò ha comportato la sempre maggior interferenza di questi fenomeni con il lavoro quotidiano del magistrato penale, sia per la necessità di reprimere i comportamenti illeciti tenuti da alcuni degli immigrati, sia per quella di incidere sulle dinamiche criminali che spesso vedono gli stessi immigrati come vittime di turpi traffici gestiti dalla criminalità organizzata.

Nel tentativo di governare questi flussi e di arginare l’attività di agevolazione dell’immigrazione clandestina di cui rapidamente si è appropriato il crimine organizzato, il legislatore negli ultimi quindici anni è ripetutamente ricorso anche allo strumento penale, da ultimo nel settembre del 2002; ma certamente non è questo l’unico motivo di interesse del magistrato penale per il fenomeno. Infatti, l’ingresso nel circuito penale di un numero crescente di cittadini extracomunitari –non solo nella posizione di autori di reati, naturalmente- pone tanto il giudice, quanto il pubblico ministero nella necessità di adeguare il proprio strumentario culturale alla situazione e fa sorgere l’esigenza, innanzi tutto, di svolgere una serie riflessione sulla compatibilità della normativa processuale e delle prassi applicative formatesi in suo nome con il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali di cui questi soggetti sono portatori.

Nel recente passato l’attività di formazione del CSM si è già occupata di questi fenomeni sotto diversi profili e nella stessa programmazione per il 2003 è previsto un incontro di carattere interdisciplinare dedicato alla condizione giuridica dello straniero. Sotto l’aspetto penale l’attenzione si è peraltro fissata sui riflessi transazionali del crimine organizzato e sulle dinamiche dei traffici da e per l’Italia. L’incontro in oggetto vuole invece concentrarsi ora, da un lato sulla normativa penale in materia di immigrazione, che nel corso del 2002 –peraltro a meno di quattro anni dal precedente intervento del legislatore- è stata significativamente riformata, come già accennato; dall’altro ad una analisi delle ripercussioni sul processo penale determinate dalla presenza fra i suoi protagonisti di cittadini stranieri, soprattutto se immigrati non integrati.

Sotto il primo profilo l’iniziativa avrà pertanto un contenuto spiccatamente informativo e divulgativo delle linee guida del nuovo intervento legislativo, cercando comunque di dare idoneo spazio ad un primo confronto tra le esperienze dei partecipanti. Sotto il secondo l’analisi sarà lo spunto per la verifica dell’effettività delle garanzie processuali nei confronti degli immigrati (prime fra tutte quelle concernenti il diritto di difesa), per il confronto tra prassi ed esperienze e per l’approfondimento di delicati snodi interpretativi, come, ad esempio, quelli concernenti la traduzione degli atti o la loro notifica allo straniero non radicato.

L’incontro si articolerà su tre sessioni, di cui una in parte dedicata all’approfondimento delle tematiche trattate in gruppi di lavoro. In una delle sessioni il formato della relazione frontale sarà in parte sostituito o integrato mediante il ricorso a interventi di analisi di casi e prassi giurisprudenziali e alla loro immediata analisi critica nel successivo dibattito.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con funzioni.

Durata: tre sessioni (un giorno e mezzo): dal 9 al 10 ottobre 2003.

Codice incontro: 776

 

 


 

QUESTIONI ATTUALI NEL CONTENZIOSO LAVORISTICO

 

L’incontro di studio  si propone in primo luogo la trattazione di questioni di diritto sostanziale eterogenee ma accomunate dal fatto di avere ricevuto nuova regolamentazione ad opera di recenti disposizioni sia di diritto interno sia di diritto comunitario, rendendo così particolarmente opportuno un intervento di sintesi, che può essere l’occasione per affrontare - in maniera sistematica ma con taglio eminentemente pratico - anche alcune problematiche specifiche, risalenti nel tempo e di forte impatto quantitativo, ma non esaurientemente risolte dalla giurisprudenza formatasi alla luce della normativa precedente. 

Tra dette problematiche vanno sicuramente annoverate quelle relative all’orario di lavoro, per le quali la trattazione verterà  in primo luogo sull’analisi delle più recenti disposizioni nazionali (leggi 196/1997 409/98, 25/99 e 532/99), nonché sulla direttiva comunitaria 93/104/CE (concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro) alla luce dei principi enunciati dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e sulla imminente legge nazionale di attuazione. Seguirà poi la trattazione di  problemi ancora fortemente controversi in giurisprudenza, ossia :  l’esistenza del limite giornaliero oltre che del limite settimanale all’orario di lavoro; il lavoro multiperiodale;  la misura del compenso per lavoro straordinario, con particolare riguardo alle disposizioni che escludono gli aumenti dell’indennità di contingenza.

Altra sessione è riservata alla trattazione di centrali problematiche derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale e comunitaria. Previa illustrazione del ruolo riservato nel diritto comunitario agli accordi quadro stipulati  dalle organizzazioni intercategoriali,  verranno trattati i problemi di diritto interno di carattere generale, ma che continuamente si ripropongono con riguardo a fattispecie diverse, che attengono alla individuazione dei diritti quesiti in caso di successione dei contratti collettivi, al  rapporto tra i contratti collettivi (normativi)  ed i contratti individuali (ad effetto obbligatorio), con particolare riferimento al recesso dal contratto collettivo ed agli effetti che ne derivano sul contratto individuale (problematiche relative alla irretroattività del recesso dei contratti di durata; alla salvaguardia dell’art. 36 Costituzione e dell’art. 2103 cod. civ.) 

Segue la sessione incentrata sul contratto di agenzia,  per il quale si pongono rilevanti ed emblematici problemi di coordinamento tra la disciplina interna e quella comunitaria, che hanno dato luogo a profondi contrasti giurisprudenziali soprattutto in relazione alla indennità di cessazione del rapporto ed al patto di non concorrenza.

L’ultima sessione è riservata a temi processuali del lavoro e  si incentra sulla illustrazione di  recenti innovativi interventi  da parte delle Sezioni unite della cassazione, a seguito dei quali si rende utile una ricognizione delle regole del rito speciale per quanto riguarda la individuazione e la delimitazione dei poteri del giudice (istruttoria d’ufficio e il cd. dovere di “rilevazione”).

 

Destinatari: magistrati del lavoro di merito e legittimità, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e dello Stato.

Durata: dal 20 al 22 ottobre 2003

Codice incontro: 778

 


I CONTRATTI DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE

 

La complessità dei traffici commerciali, la necessità di raggiungere settori di potenziali acquirenti sempre più vasti, l’apertura dei mercati interni ad operatori commerciali provenienti d’oltre frontiera, ed in breve, la globalizzazione dell’economia mondiale, pongono l’operatore giuridico di fronte alle difficoltà di comprendere con il tradizionale strumentario giuridico le forme e le modalità attraverso cui attualmente gli operatori commerciali provvedono alla distribuzione dei loro prodotti.

La tradizionale figura del piccolo commerciante che nel proprio esercizio tratta personalmente con l’acquirente è ormai del tutto recessiva, e nuovi e più elaborati canali di distribuzione commerciale si presentano di giorno in giorno, avvalendosi della progressiva evoluzione delle tecnologie informatiche.

Il corso intende fare il punto dell’attuale quadro delle tecniche di distribuzione commerciale, partendo dalle forme più tradizionali di ausiliari dell’imprenditore commerciale, per esaminare i fenomeni solo di recente apparsi sullo scenario della società.

Particolare attenzione sarà quindi dedicata alla figura dell’agente di commercio, la cui disciplina codicistica, proprio al fine di renderla maggiormente rispondente alle mutate esigenze, è stata negli ultimi anni interessata da una serie rilevante di interventi del legislatore, sulla scorta delle indicazioni emerse in sede comunitaria.

Nell’occasione saranno approfonditi i tratti della parasubordinazione, evidenziando i non sempre netti confini tra la competenza del giudice del lavoro e quella del giudice in sede di cognizione ordinaria.

Altrettanto rilevante è poi la distinzione tra contratto di agenzia e figure affini quale ad esempio quella del procacciatore d’affari o del mediatore unilaterale, distinzione che permetterà di chiarire in che termini debbano essere intesi i requisiti dell’imparzialità e dell’indipendenza che connotano l’attività del mediatore.

L’incontro si propone quindi di valutare più specificamente le reti di distribuzione commerciale esistenti nei vari settori di mercato, ed in particolare in quello assicurativo, immobiliare, bancario e dei valori mobiliari.

Per ciò che concerne invece il tradizionale contratto di compravendita, una relazione avrà cura di chiarire le differenze esistenti all’interno delle varie figure di affiliazione commerciale tra la fattispecie della concessione di vendita, quella del franchising, ecc.

Una sessione sarà poi dedicata ad illustrare ai partecipanti le innovazioni arrecate dalla tecnologia nel settore delle transazioni commerciali con particolare approfondimento alle tecniche di vendita ondine.

La concentrazione delle imprese in gruppi di dimensioni sempre più rilevanti ed a carattere transnazionale, impone poi una riflessione sulla possibile violazione della normativa antitrust sia nazionale che comunitaria, nonché sugli strumenti giuridici attraverso i quali è possibile reagire laddove le regole base della concorrenza vengano ad essere minate da intese o accordi illeciti.

Analoga attenzione dovrà poi essere posta sugli strumenti posti direttamente a tutela del consumatore, a partire dalla disciplina delle clausole vessatorie, tenuto conto che la progressiva spersonalizzazione delle relazioni commerciali può favorire l’ingenerarsi di prassi o modalità di conclusione dei contratti, gravemente lesive dei diritti del fruitore finale del bene posto in commercio.

Infine l’apertura dei mercati nazionali agli operatori stranieri, impone una breve riflessione sia sulle regole processuali che su quelle sostanziali volte a disciplinare i rapporti in questione, evidenziandosi in particolare le innovazioni prodotte dalla più recente produzione normativa comunitaria.

Tutte le relazioni saranno particolarmente attente a cogliere i profili della materia di più immediata rilevanza pratica, con un costante richiamo ai precedenti giurisprudenziali, sia di merito che di legittimità.

Inoltre al fine di favorire un diretto confronto tra le esperienze lavorative dei partecipanti, almeno una sessione pomeridiana sarà caratterizzata dallo svolgimento di gruppi di lavoro.  

 

Destinatari: magistrati con funzioni civili giudicanti e del lavoro. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e di rappresentanti dell’Antitrust.

Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive) dal 3 al 5 novembre 2003.

Codice incontro: 780

 


IL PUNTO SUL RITO CIVILE

 

Il corso intende   proseguire l'attività di formazione del Consiglio dedicata all’applicazione delle disposizioni processuali civili , realizzata mediante   incontri in cui, pur tenendo conto dell'inquadramento teorico degli istituti, viene favorito al massimo lo scambio di idee, opinioni, esperienze applicative, soluzioni operative tra i colleghi.

Permangono tutt’ora attuali le riflessioni effettuate per la predisposizione dei precedenti incontri   e cioè che si tratti di un percorso formativo di cui è opportuna la continuazione in quanto il modulo del corso, organizzato attorno alle fasi del processo ordinario di cognizione, consente l’adeguamento dei suoi contenuti alle novità legislative e giurisprudenziali costituendo uno strumento di costante aggiornamento in materia.

 La modifica dell’art.111 della Costituzione, i suoi riflessi  sul processo civile,  rendono quanto mai attuale una riflessione  sul processo civile di cognizione  anche nella  prospettiva delle ricadute che i principi costituzionali  determinano sulla disciplina e sull’applicazione giurisprudenziale degli istituti processuali 

In ordine ai contenuti, verranno trattate alcune rilevanti questioni  che hanno dato luogo a interessanti  interventi giurisprudenziali  (invalidità degli atti, intervento in causa del terzo; udienze di comparizione, di trattazione e istruttorie mutamento e modificabilità della domanda, poteri del giudice, eccezioni rilevabili d’ufficio, principio del contraddittorio, preclusioni  di merito e istruttorie,) facendo il punto su quelle che possono ormai dirsi pacificamente risolte e su quanto ancora permane di problematico e dedicando al contempo una crescente attenzione a temi generali e "classici" del processo civile (in particolare  l'attività istruttoria e le prove , il giudicato, la fase della decisione); particolare attenzione verrà dedicata alle questioni processuali  connesse ai profili organizzativi e deontologici dell’attività del giudice, all’attuazione del diritto delle parti ad un giusto processo in tempi rapidi, alle problematiche connesse alla legge sull’equa riparazione per la durata non ragionevole dei procedimenti.

Sotto il profilo didattico il metodo è, come già negli incontri degli anni passati, quello del dibattito immediato, già sperimentato con successo per questi tipi di incontro fin dal 1996, che si svolge sulla traccia di una serie di questioni elencate nel programma e preventivamente portate a conoscenza dei partecipanti; ciascun relatore, nel giorno fissato, procede all'illustrazione sintetica e rapida (5-10 minuti) della prima questione ed apre quindi il dibattito tra i partecipanti per un tempo variabile determinato dall'interesse del tema e dalla quantità degli interventi; si procede quindi all'illustrazione della questione successiva con conseguente dibattito fino all'esaurimento dei vari punti. Tale metodo, per una riuscita ottimale, presuppone che i partecipanti giungano preparati sui temi in discussione e siano in grado di riferire, sulle questioni indicate nel programma e su altre che intendono sottoporre al dibattito, l'orientamento dell'ufficio di provenienza.

Il corso potrebbe essere preceduto da una tempestiva verifica, effettuata in raccordo con i referenti distrettuali per la  formazione, delle prassi giurisprudenziali seguite  nei principali uffici giudiziari e sulle questioni maggiormente dibattute.

 

Destinatari: magistrati, di merito e di legittimità che svolgono funzioni civili, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro, dello Stato, magistrati amministrativi e giudici tributari.

Durata: dal 13 al 15 novembre 2003.

Codice incontro: 782

 


I PROVVEDIMENTI GIURISDIZIONALI PER IL MINORE NELLA CRISI DELLA FAMIGLIA E NELLA CRISI DEL RAPPORTO GENITORE/PROLE

 

Si è ritenuto di dedicare un autonomo incontro all’esame delle problematiche afferenti  l’intervento del giudice, in funzione degli interessi dei minori, nella crisi della famiglia legittima e della famiglia di fatto e nella crisi del rapporto genitori-prole.

Nella materia in questione vengono in considerazione competenze di giudici diversi, Tribunale ordinario e Tribunale per i Minorenni, nonché  istituti di recente  istituzione rispetto all’affidamento  e all’allontanamento, quale gli ordini di protezione.

Con riguardo ai provvedimenti  per il minore  nella crisi della famiglia legittima o di fatto si affronteranno i temi: criteri di determinazione del genitore affidatario; attività istruttoria; ascolto del minore; ruolo della consulenza psicologica; elementi di valutazione rilevanti secondo la giurisprudenza; equilibrio tra affidamento ad uno dei genitori e salvaguardia del rapporto genitoriale tra il minore e l’altro genitore; affidamento congiunto; la modifica dei provvedimenti di affidamento della prole; l’affidamento del minore nella crisi della famiglia di fatto, il procedimento dinanzi al Tribunale per i Minorenni.

Come si è detto in premessa, il corso tenderà altresì ad approfondire l’aspetto dell’intervento del giudice in relazione alla crisi del rapporto genitore /figli; in questa ottica, si tratterà: dei provvedimenti ex art. 330-333 c.c. nonchè dei profili sostanziali e delle novità procedimentali alla luce dei principi del giusto processo e della L. 149/2001; degli ordini di protezione ex L. 154/2001; delle situazioni di conflitto tra il minore e chi esercita la rappresentanza legale; della gestione dei beni del minore tra esercizio della rappresentanza legale e controllo pubblicistico; dei provvedimenti di sospensione delle prescrizioni nel procedimento per la dichiarazione di adottabilità .

L’incontro di studio  verrà strutturato attraverso relazioni e gruppi di lavoro al fine di consentire uno scambio di esperienze sulla giurisprudenza e sulle prassi.

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che trattano la materia della famiglia; magistrati in servizio nei Tribunali per i Minorenni e le relative Procure, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione   di avvocati del libero foro.

Durata: tre giorni dal 17 al 19 novembre 2003

Codice incontro: 783

 


LE MISURE DI PREVENZIONE PATRIMONIALI

 

            Il corso sulle misure di prevenzione patrimoniali intende rivisitare l’intera materia, attesa l’importanza dello strumento di aggressione patrimoniale nell’azione di contrasto della criminalita’ organizzata, cui è peraltro insito il rischio, ove malamente utilizzato, di ricadute negative sull’economia di ampie zone del Paese, nonchè sulle posizioni soggettive di terzi del tutto incolpevoli.

            Il corso affrontera’ aspetti di carattere generale, quali l’inquadramento sistematico degli istituti della prevenzione e la loro compatibilità con i principi costituzionali, in particolare con quelli di cui agli artt. 41 e 42 cost., insieme con aspetti prettamente pratici, concernenti le tecniche di indagine utilizzabili per l’accertamento della esistenza di beni da sottoporre a sequestro e a confisca. Non mancherà di offrire una panoramica dell’evoluzione della giurisprudenza in materia, sia con riguardo agli  aspetti processuali, e dunque al processo di c.d. giurisdizionalizzazione delle misure, sia a quelli concernenti i rapporti fra il procedimento penale e quello di prevenzione.

Particolare attenzione sarà riservata alle delicate questioni connesse con l’amministrazione dei beni in sequestro e con la tutela delle posizioni soggettive dei terzi coinvolti dalla misura, settore in cui di recente si riscontra un intenso e talvolta contraddittorio intervento giurisprudenziale, nonche’ alle problematiche riguardanti il concorso fra il procedimento di prevenzione e le procedure concorsuali.

Il corso si articolera’ nella forma delle relazioni tradizionali, accompagnate da momenti di approfondimento mediante lavoro di gruppo.

 

Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di legittimità e merito, che svolgono funzioni civili e/o penali. L’iniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro.

Durata: dal 24 al 26 novembre 2003

Codice incontro: 784

 

 


 

SUCCESSIONI E DIVISIONI

 

L’incontro che, cronologicamente, segue di tre anni un’iniziativa formativa di analogo contenuto, intende proporre all’attenzione dei partecipanti una complessiva panoramica della materia successoria, aggiornando il quadro offerto nella precedente occasione, con le novità giurisprudenziali intervenute nel corso dell’ultimo triennio.

Invero, se da un lato le controversie successorie risultano in parte ridursi in alcune aree geografiche, verosimilmente in ragione dello svincolamento della ricchezza dalle tradizionali forme di proprietà immobiliare, e della possibilità di trasmettere il proprio patrimonio con modalità alternative rispetto alle previsioni codicistiche in tema di successioni, è altrettanto vero che in altri contesti sociali ed economici, tale contenzioso costituisce tuttora una componente rilevante, oltre che qualitativamente, anche quantitativamente, del lavoro del giudice.

Inoltre, anche laddove il tradizionale strumento successorio possa apparire in fase recessiva, occorre in ogni caso verificare se e con quali limiti sia dato all’autonomia negoziale percorrere delle strade alternative.

Il corso quindi si propone, previa una disamina del fondamento dell’istituto successorio e della portata del divieto dei patti successori, di valutare le varie fattispecie che in concreto possono porsi come mezzi per assicurare lato sensu la trasmissione della ricchezza in vista dell’evento della morte, e di verificare, tra l’atro, la compatibilità con i tradizionali principi del diritto nazionale, di istituti di derivazione straniera ( si pensi per tutti al trust), potenzialmente configgenti con le regole del divieto di sostituzione fidecommissaria, o idonei a ledere i diritti dei legittimari.

L’attenzione dei partecipanti verrà quindi sollecitata sulla problematica della natura negoziale o meno del testamento e della possibilità di ricorrere, in carenza di una disciplina specifica, alle regole generali in tema di contratto. Non minore attenzione verrà poi posta si temi della validità del testamento, dei rapporti tra l’azione di nullità per motivi formali e le regole processuali in tema di disconoscimento, dell’interpretazione della volontà del testatore.

A tal proposito si cercherà di delineare i labili confini che talvolta esistono tra l’istituzione di erede e l’attribuzione di un legato, tra divisio inter liberos ed assegni divisionali obbligatori, tra onere e legato stesso.

Appare altresì utile una riflessione circa il contenuto non patrimoniale del testamento, verificando se debba trattarsi di situazioni tipizzate del legislatore o se vi siano spazi per l’autonomia del de cuius, con un adeguamento alle nuove situazioni nascenti, ad esempio, dal progresso scientifico ( recenti vicende giurisprudenziali inducono ad interrogarsi circa la possibilità per il testatore di poter disporre per il momento in cui avrà cessato di vivere, anche dei proprio ovuli o del proprio liquido seminale).

Dopo una riflessione necessaria circa l’istituto dell’accettazione dell’eredità e degli strumenti offerti dal legislatore per porre rimedio alla sua iniziale mancanza, seguirà un’illustrazione dei principi generali in tema di successione legittima, accompagnata da una verifica circa le reciproche interferenze con la disciplina della successione dei legittimari ( destinata ad influire anche nel campo della successione testamentaria), e da un’analisi degli strumenti posti a tutela dei diritti di questi ultimi.

Obbligata a tal fine è anche la disamina delle varie tipologie di donazioni e di atti compiuti a titolo di liberalità dal de cuius, risultando estremamente proficua anche in vista dell’approfondimento della disciplina della collazione. In tale ottica l’incontro avrà modo di occuparsi di tematiche classiche del diritto civile, quale, a titolo esemplificativo, quella dei rapporti tra negozio simulato e pactum fiduciae, del negozio indiretto e del negozio a causa mista, nonché di problematiche a cavallo tra il diritto sostanziale e quello processuale, come quella dei limiti alla prova della donazione dissimulata.

L’ultima sessione invece sarà dedicata alla divisione ereditaria, partendo dalla analisi della comunione ereditaria e dei suoi rapporti con quella ordinaria, dedicando ampio spazio al giudizio di scioglimento delle comunioni che numericamente – anche per la sua funzione di contenitore delle varie questioni di diritto successorio – rappresenta la tipologia di controversia di più frequente riscontro nelle aule giudiziarie.

Come sopra evidenziato, le relazioni saranno particolarmente attente a cogliere i profili della materia di più immediata rilevanza pratica, con un costante richiamo ai precedenti giurisprudenziali, sia di merito che di legittimità.

Al fine di favorire un diretto confronto tra le esperienze lavorative dei partecipanti, almeno una sessione pomeridiana sarà caratterizzata dal confronto in gruppi di lavoro.   

 

 

 

Destinatari: magistrati, di merito e legittimità, che svolgono funzioni civili nonchè uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e notai.

Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive) dal 1° al 3 dicembre 2003

Codice incontro: 786

 


ESECUZIONE FORZATE OPPOSIZIONI

 

            L’esecuzione forzata a seguito della novella del ’90 ha subito solo marginali interventi, sul presupposto che le vere ragioni dei ritardi della giustizia civile risiedessero unicamente nel processo di cognizione. Tale convincimento si è rivelato però a breve termine del tutto erroneo, imponendo al legislatore una serie di interventi spesso settoriali (vendite delegate ai notai), talvolta contenuti in norme di regola non deputate ad accogliere modifiche processuali (così con la legge finanziaria per il 2002 con le novità in tema di pubblicità e differenziazione delle condizioni di procedibilità verso le p.a.). Non da ultimo va ricordato come sia il progetto di riforma urgente del codice di procedura civile (d.d.l. 21.12.2002 del Governo) sia il pacchetto di proposte di riforma strutturale dello stesso codice di rito (Commissione Vaccarella) interessino in maniera estremamente significativa il processo in esame, per cui, ove anche solo la c.d. miniriforma fosse già divenuta legge, il corso potrebbe costituire un’occasione per una prima riflessione collettiva.

L’attenzione sul processo esecutivo è divenuta ancor più evidente a seguito del novellato art. 111 Cost. che, nel porre il principio della durata ragionevole del processo, ha suggerito una revisione circa la compatibilità con i suoi canoni (giusto processo) delle norme e, soprattutto,  delle prassi talora non emerse nel settore dell’attuazione coattiva dei diritti. E non è causale d’altronde che le prime pronunce della Consulta chiamata a valutare la compatibilità del processo civile con il riformato precetto costituzionale si siano in più occasioni concentrate sulla disciplina del processo esecutivo.

            Proprio il ruolo fondamentale che svolge l’esecuzione forzata in vista dell’attuazione del principio dell’effettività della tutela giurisdizionale e la distribuzione spesso non omogenea di tale competenza negli uffici giudiziari (ove la struttura sezionale ricorre in misura minoritaria), suggeriscono di riproporre anche per il 2003 un corso dedicato esclusivamente a tali problematiche.

L’incontro sarà un’utile occasione per valutare la praticabilità della soluzione, tesa ad introdurre figure generali di misure coercitive, strada sulla quale – seguendo precise indicazioni del legislatore comunitario – sembra essersi posto anche il legislatore nazionale, introducendo, con la legge comunitaria per il 2002, una sorta di astreinte per le violazioni di provvedimenti emessi a favore dei consumatori. Anche la successiva attuazione della direttiva 2000/35/UE sugli interessi moratori, mirando ad eliminare gli eccessivi ritardi nell’adempimento delle obbligazioni pecuniarie nelle transazioni commerciali, di fatto enfatizza  una ribadita volontà di accelerazione adempitiva estesa altresì agli interessi, al pari della portata esecutiva (e non più legata al giudizio di merito) del titolo formatosi nel nuovo processo sommario societario disegnato dalla riforma di cui alla legge 361/2001.

           

Accanto a questi temi suggeriti dall’attualità, il corso non mancherà, come nelle precedenti edizioni, di soffermare l’attenzione dei partecipanti sulle problematiche tradizionali del titolo esecutivo, dalla sua formazione ed interpretazione alla sospensione (interna ed ab externo) della sua efficacia, nonchè del regime delle opposizioni (oltre alla controversa distinzione tra opposizioni all’esecuzione ed agli atti esecutivi, va verificata la terzietà del g.e. nei correlativi giudizi di merito).

 

Particolare attenzione sarà dedicata, nel campo dell’esecuzione immobiliare, alle prassi in uso presso ormai molti uffici giudiziari, verificando la loro diffusione ed i vantaggi (in termini di trasparente efficienza) dalle stesse arrecate, non trascurando altresì il riscontro circa l’interpretazione e l’applicazione delle norme in tema di delega ai notai: tale ricognizione oramai si impone, agendo tale ordinamento in un regime di fatto dualistico rispetto all’accentramento totale delle scelte gestorie in capo al solo ufficio giudiziario. Utile, in materia, sarebbe altresì l’acquisizione preventiva di dati qualiquantitativi sulla durata dei processi e le percentuali di soddisfacimento dei creditori.

            Il corso non mancherà infine di proporre ai partecipanti un approfondimento delle questioni in tema di esecuzione specifica, in particolare quelle in tema di esecuzione degli obblighi di fare e non fare e di quelle in tema di esecuzione per rilascio di immobili ai sensi della legge n. 431/98 e delle recenti proroghe. Un’apposita sezione dedicata al pignoramento presso terzi terrà conto delle novità normative e giurisprudenziali emerse rispetti al regime di circolazione dei valori mobiliari e delle partecipazioni societarie.

 

Quanto alle modalità di svolgimento sono previste plurime sessioni pomeridiane dedicate ai gruppi di lavoro, al fine di favorire e stimolare un proficuo e più immediato confronto tra i partecipanti, sia sui temi già oggetto delle relazioni del mattino sia su argomenti più specifici. In quest’ambito innovativo potrebbe essere il ricorso (ed il coinvolgimento) ad osservatori istituzionali ed enti che già autonomamente monitorano il rapporto fra crediti, garanzie ed efficienza del sistema coattivo, quali Banca d’Italia, A.B.I., Assonime, principali associazioni dei consumatori.

 

Destinatari: magistrati di merito e legittimità che svolgono funzioni civili, con preferenza per i magistrati che trattano la materia dell’esecuzione, nonché uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta ad avvocati del libero foro, INPS, INAIL e notai.

Durata: 2 giorni e mezzo (cinque sessioni): dal 10 al 12 dicembre 2003

Codice incontro: 787

 


LE RIFORME RELATIVE AL DIBATTIMENTO

 

La revisione costituzionale dell’autunno del 1999 e le successive leggi ordinarie dell’ultimo scorcio della XIII legislatura, destinate ad attuarne i principi(in particolare la legge n.479 del 1999 e la n.63 del 2001), impongono un ripensamento degli scopi del giudizio penale, delle nozioni teoriche e delle prassi applicative, anche con riferimento alla fase dibattimentale.

La “centralità” del dibattimento nella ricostruzione del fatto storico. Il nuovo art 111 cost. supera l’antica antinomia tra contraddittorio e verità. Il metodo dialettico di ricostruzione dei fatti costituisce, nel contempo, un diritto dell’imputato e, grazie alla sua affidabilità epistemologica, una garanzia per l’intera collettività. La scelta del legislatore costituzionale tradisce l’esigenza di restituire “centralità” al momento dibattimentale, che aveva subito un duro ridimensionamento da parte della giurisprudenza costituzionale(sentt.n.24, 254 e 255 del 1992) e delle riforme della stagione dell’emergenza-mafia(decreto legge 306 del 1992 conv.in legge n.356 del 1992). Nell’interpretare il remake dello spirito del 1989, la legge n.63 del 2001 delinea il nuovo statuto della prova dichiarativa. Il rafforzamento del sistema del “doppio fascicolo” avviene attraverso il ripristino di regole di esclusione probatoria per dichiarazioni unilateralmente raccolte in sede di indagine. In questo senso le modifiche più significative coinvolgono gli istituti della “contestazione acquisitiva”(art 500 comma 2 c.p.p.) e della testimonianza de relato degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria(art 195 comma 4 c.p.p.), nonché il congegno normativo attinente alla circolazione del materiale probatorio e alla sua utilizzazione in una serie indeterminata di giudizi(artt.238 e 190 bis c.p.p.).

La prassi giudiziaria ha, già, proposto approcci ermeneutici tendenti ad aggirare quelle novità, in relazione ai quali è intervenuta la Corte Costituzionale(sent.n.32 del 2002, ord.n.36 del 2002). E, d’altronde, la presenza di eccezioni alla regola del “doppio fascicolo”, legittimate dallo stesso art.111 comma 5 cost., fa emergere, in sede applicativa, questioni interpretative di un certo spessore attorno a previsioni codicistiche che possono definirsi come nevralgiche per l’effettiva attuazione del c.d. “giusto processo”. Il dibattito riguarda, in particolare, lo standard probatorio della condotta illecita sulla fonte di prova che consente la c.d. “contestazione acquisitiva”(art 500 comma 4 c.p.p.) e il  contenuto attribuibile al concetto di impossibilità di natura oggettiva di ripetizione dell’atto(artt.512 e 512 bis c.p.p.). Sono profili che meritano un approfondimento, prestando attenzione alla continua evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale in materia.

La riduzione dell’area del diritto al silenzio. Le nuove figure di imputato-testimone. La legge n.63 del 2001 ha adottato strumenti idonei ad incentivare la presenza attiva al dibattimento di tutti gli attori processuali. La riduzione dell’area del diritto al silenzio è avvenuta attraverso: a) la revisione dei confini della incompatibilità a testimoniare(ad es. nei confronti dei soggetti usciti dal processo); b) l’applicazione(parziale) del principio di responsabilità per gli imputati che rendono dichiarazioni che coinvolgono terze persone; c) la revocabilità dei benefici premiali per i collaboratori di giustizia che si avvalgono della facoltà di non rispondere in dibattimento.

 Ora, il dato formale rappresentato dallo status d’imputato, ancorchè connesso o collegato, non si traduce, necessariamente, nella radicale incapacità a testimoniare e nel diritto al silenzio sul fatto altrui. Sono previsti vari livelli di protezione: forme di tutela calibrate all’effettivo rischio di edere contra se, per soggetti già giudicati con sentenza definitiva, sui fatti per cui sono chiamati a deporre, e, a certe condizioni, per imputati di reato connesso o collegato. Costoro, in veste di  “testimoni assistiti dal difensore”(art 197 bis c.p.p.), hanno l’obbligo di rispondere e dire la verità, sanzionato penalmente(artt 371-bis, 372 c.p.). E godono di specifici “privilegi”(art.197-bis comma 4 e 5): la facoltà di non rispondere alla singola domanda suscettibile di risposta auto-indiziante e l’inutilizzabilità contra se della risposta poi rivelatasi nociva.

La soluzione, tuttavia, dà vita ad una sorta di “testimonianza ad intermittenza”, che moltiplica le figure di dichiarante e rischia di generare conflitti e incertezze sull’obbligo di rispondere o meno. L’abbandono dei precedenti “automatismi”, legati allo status di imputato, affida soprattutto al giudice dibattimento il delicato compito di contemperare, in concreto, il diritto al contraddittorio dell’imputato, il diritto a non auto-incriminarsi dell’imputato-accusatore, la funzione conoscitiva del procedimento. Un confronto tra diverse esperienze professionali può (almeno in parte) colmare le incertezze di una normativa bollata dalla dottrina più autorevole come “caotica” e “casistica”, che non ha risolto le questioni legate a forme di “abuso” del diritto al silenzio.

Patteggiamento sulla prova, ragionevole durata del processo e poteri di integrazione probatoria officiosa. Tenuto conto delle risorse disponibili e del carico complessivo degli affari penali, la praticabilità del modello accusatorio, implicitamente proposto dal legislatore costituzionale e da parte delle riforme del codice di rito, richiede una concezione del dibattimento inteso come extrema ratio, ossia destinato a comporre i conflitti più seri ed impegnativi, con la piena esplicazione delle rinnovate garanzie. Tale filosofia di fondo viene recepita dal cd “pacchetto Carotti”(legge n.479 del 1999). In esso, la necessità di recuperare tempi ed energie è, innanzitutto, propiziata dal riconoscimento di incentivi ai riti alternativi, alcuni dei quali a cd cognizione “contratta”, che spostano, fatalmente, il baricentro del giudizio verso l’udienza preliminare. Ma, l’interesse alla durata ragionevole del processo, ora di rilevanza costituzionale(art 111 comma 2), coinvolge anche le regole del dibattimento. Tra le novità più rilevanti: l’ampliamento dell’area del giudizio monocratico(art 33 bis e 33 ter c.p.p.) e la tipizzazione delle forme di patteggiamento sulla prova(artt.431 comma 2, 493 comma 3 e 555 comma 4 c.p.p.), non più relegate all’interno di un rito deflattivo e premiale; e come tali in sintonia con un modello processuale non tanto accusatorio quanto civilistico, sulla scia di esperienze anglosassoni. L’accordo acquisitivo, peraltro, può riguardare anche atti di indagine della difesa, la cui rilevanza esce rafforzata dalla legge n.397 del 2000, che vuole attuare quella “ègalitè des armes”, più volte evocata dai Giudici di Strasburgo. Ma, la piena utilizzabilità di atti formati unilateralmente da soggetti processuali connotati da innegabili differenze di funzioni istituzionali e di doveri processuali propone, in sede valutativa, il tema della attendibilità e dello spessore probatorio da attribuire a contributi conoscitivi di diversa provenienza.

La “negozialità acquisitiva” persegue l’obiettivo di sgombrare il campo da una serie di accertamenti di fatto per i quali non vi è interesse ad effettuarli in contraddittorio, concentrando gli sforzi sui punti realmente controversi, decisivi per le sorti del processo. Ma i “patteggiamenti” sulla prova, che aggirano oralità e immediatezza, non sempre hanno quella finalità. Possono maturare, ad es., quando vi sia l’esigenza di tutelare la sfera fisio-psichica di un teste; o, più banalmente, quando la difesa abbia fretta di sbarazzarsi di una causa non lucrativa. Certe prassi applicative dimostrano, addirittura, che, “per non perdere tempo”, si acconsenta ad “acquisizioni in blocco” del fascicolo del PM, realizzando una sorta di “abbreviato senza sconto”, ossia di rinuncia dell’imputato al contraddittorio senza contropartita. Ed, allora, il tema del “laissez faire probatorio”, potenzialmente corrosivo diritti dell’imputato, si collega a quello relativo ai poteri di integrazione probatoria officiosa, il cui riconoscimento è ribadito dalle recenti modifiche degli artt. 507(art 41 legge 479 del 1999) e 190 bis(art 3 legge n.3 del 2001) c.p.p. Superando l’orientamento di pensiero secondo cui i residui casi di integrazione probatoria officiosa sono qualificabili come “elementi puri” nell’ambito di modello processuale di stampo accusatorio, le recenti opzioni legislative avvertono che il controllo di natura formale sugli atti acquisiti sull’accordo della parti può non bastare. Dunque, l’interprete viene munito di strumenti più penetranti di controllo nel merito.

            Per evitare l’abuso di certi poteri, va chiarita, dal punto di vista teorico, la natura dei rapporti tra il giudice e la prova, in presenza del forte richiamo costituzionale(art 111 comma 2) alla “terzietà” e “imparzialità” dell’organo giurisdizionale. L’iniziativa probatoria del giudice deve essere sussidiaria rispetto alle iniziative dell’accusa e della difesa. Il principio dispositivo, di rilevanza costituzionale(art 111 comma 3), impone di non ostacolare o intralciare il tracciato probatorio delle parti. Ma in sede di applicazione concreta di certi istituti, v’è da chiedersi se il giudice sia abilitato a supplire alla insufficiente diligenza delle parti; debba impedire che interessi coincidenti di soggetti solo in apparenza contrapposti, possano nascondere aspetti rilevanti della verità; possa correggere il prodotto di trattative “quasi private”, inevitabilmente, dominate dalla “legge del più forte”. 

 

Destinatari: magistrati addetti alle funzioni di giudice del dibattimento penale nonchè uditori con funzioni. L’iniziativa è aperta agli avvocati del libero foro e ai magistrati militari.

Durata: due giorni e mezzo: dal 15 al 17 dicembre 2003.

Codice incontro: 788