Consiglio
Superiore della Magistratura PROGRAMMA dei corsi di formazione e di aggiornamento professionale per i magistrati 2003 N.B. Il programma sarà
integrato anche con una partecipazione di una quota
di giudici di pace per gli incontri n. 759 e 762
Corsi Civile
Corsi Penale
Corsi Interdisciplinare
INDICE CRONOLOGICO DEI CORSI
PRESENTAZIONE Premessa Lofferta dei corsi di
formazione e aggiornamento professionale per lanno 2003 si pone in linea di continuità con la programmazione
dellanno 2002, che era stata caratterizzata da tre rilevanti novità: il concreto avvio della formazione decentrata, già disciplinata dalla
risoluzione dell'Assemblea Plenaria del C.S.M. del 26 novembre 1998 e poi ulteriormente
regolamentata dalla risoluzione del 21 giugno 2001; l'adesione
del C.S.M., nel dicembre 2000, alla "Rete Europea di Formazione Giudiziaria" formata dalle diverse
istituzioni responsabili della formazione dei magistrati nei diversi Paesi dell'U.E., con
la conseguente formalizzazione e stabilizzazione di quelle iniziative formative in
collaborazione che, viceversa, negli ultimi anni sono state realizzate in base ad accordi
presi volta per volta; la presa
d'atto della necessità di un ripensamento dei contenuti e dei metodi della formazione, imposta non solo dall'avvio
della formazione decentrata, ma anche dalla riflessione sulle risultanze dell'attività
formativa svolta nel quadriennio trascorso, documentata dalla relazione del Comitato
Scientifico approvata dall'Assemblea Plenaria del C.S.M. in data 12 luglio 2001. Tali elementi, se da un lato
lasciano inalterata la volontà di proseguire in numerose iniziative già intraprese negli
anni passati, che per lampio consenso riscosso e la proficuità dei risultati
raggiunti appaiono dei punti fermi nella programmazione annuale, dallaltro impongono
alcune modifiche ed innovazioni nellofferta formativa e nelle metodologie
didattiche, che saranno appunto evidenziate nel corso di questa introduzione. Resta poi da sottolineare che lofferta
ordinaria di programmazione è stata ristretta in dieci mesi, dal marzo al dicembre 2003,
ciò a fronte del recente rinnovamento consiliare e dei tempi tecnici necessari per lapprovazione
del programma e lorganizzazione dei corsi secondo le domande di partecipazione;
comunque, per il primo bimestre 2003, al fine di garantire la continuità nellattività
formativa, sono state previste delle iniziative straordinarie concernenti alcuni temi di
stretta attualità (la condizione giuridica dello straniero e le competenze del giudice
ordinario in materia di pubblico impiego) ovvero oggetto di recenti riforme legislative,
già entrate in vigore o di prossima attuazione (in particolare la legge Pinto, la riforma
del diritto penale societario e quella del diritto societario civile e processuale). Nel 2004, peraltro, lofferta
formativa sarà nuovamente strutturata nellarco dellintero anno solare. 2.
Formazione e decentramento Il tema del rapporto tra
formazione centrale e formazione decentrata è oggi più che mai di attualità, visto che
dalle riflessioni teoriche dei seminari "Formazione dei formatori" tenutisi negli ultimi anni si è passati, sia nel 2001
ma soprattutto nel 2002, alla concreta programmazione ed attuazione di varie iniziative
formative in sede decentrata, numerose in quasi tutti distretti e, in particolare, in
quelli caratterizzati dalla presenza di grandi uffici giudiziari (Roma, Milano, Napoli,
Torino, Bari, etc.). In questa prospettiva, fermo il
principio che la formazione decentrata è una modalità che si aggiunge e non sostituisce
quella centrale, si è posto e si pone il problema di una distribuzione e coordinamento delle risorse, finanziarie
e umane, sino ad oggi destinate allattività
formativa centrale. Per laspetto delle risorse finanziarie, è noto che il C.S.M.
già per il 2002 ha dotato di fondi i vari uffici dei referenti
distrettuali e tale voce di spesa è tendenzialmente destinata a crescere nel 2003,
nellottica di una sempre maggiore stabilizzazione delle esperienze formative locali.
Sotto il profilo organizzativo ricorre lesigenza di un raccordo tra le attività
locali e quella centrale, onde evitare inutili ripetizioni o sovrapposizioni tra le
offerte formative provenienti dal centro e dalla periferia, consentendo alle une e alle
altre di realizzarsi proficuamente, nellottica di quel circolo virtuoso
posto a base del nuovo progetto formativo e che presuppone logicamente un continuo scambio
di esperienze e notizie tra i formatori centrali e quelli locali. Gli argomenti sono stati trattati nella delibera del 21
giugno 2001 e negli ultimi seminari Formazione dei formatori, e in queste
sedi si è immaginato e proposto un assetto organizzativo contraddistinto da una
tendenziale libertà di programmazione da parte dei referenti locali, tenuti in partenza
ad una programmazione di base con cadenza semestrale, con la possibilità di una continua
interlocuzione del Consiglio e del Comitato Scientifico, interlocuzione facilitata anche
dalla creazione di una struttura informatica ad hoc in sede consiliare e dalla
costituzione di una rete informatica tra i referenti aperta anche ai componenti del
Comitato Scientifico. E evidente comunque che le soluzioni adottate non possono che
essere sperimentali e graduali, pronte a qualsiasi modifica allesito della verifica
sul campo dei risultati del nuovo modulo organizzativo della formazione consiliare. Ad ogni
modo, nella consapevolezza della presenza della nuova struttura di formazione decentrata e
del sempre maggiore sviluppo delle iniziative in sede locale, il Consiglio già da due
anni ha ritenuto opportuno ridurre lofferta formativa centrale, che anche nel 2003
si articolerà in un numero complessivo di incontri tale da consentire ai formatori locali
di predisporre un programma che si adatti al meglio con quello centrale, integrandolo
anche da un punto di vista temporale. 3 Formazione
internazionale Nellambito
dei rapporti di collaborazione ed interazione tra formazione decentrata e formazione in
sede centrale, come già evidenziato nella presentazione del programma di formazione per
il 2002, le iniziative in tema di cooperazione giudiziaria e diritto internazionale, per
evidenti ragioni organizzative ed al fine di facilitare la partecipazione di magistrati
stranieri, hanno la loro collocazione naturale a livello centrale. Le
iniziative volte ad illustrare reciprocamente il funzionamento dei vari sistemi giudiziari
nazionali, che si sono ripetute nel corso degli ultimi anni, hanno indubbiamente favorito
una migliore conoscenza delle varie realtà giuridiche dei paesi appartenenti allUnione
Europea, contribuendo a rafforzare un clima di fiducia reciproca tra i vari operatori
giuridici, rendendo ognuno consapevole delle differenze e delle affinità esistenti tra le
varie legislazioni nazionali. Nellultimo
anno deve altresì segnalarsi lintensificarsi dellattività della Rete
di Formazione giudiziaria europea, che, nellobiettivo dichiarato di agevolare
lo scambio delle conoscenze ed esperienze giuridiche tra i suoi vari membri e prendendo
atto della sempre maggiore pervasività della legislazione comunitaria, sia in campo
penale che in quello civile, ha compiuto un significativo passo in avanti rispetto alle
iniziative promosse negli anni passati. Infatti,
mentre in precedenza, la Rete era il luogo nel quale i singoli stati portavano a
conoscenza degli altri, i progetti formativi promossi allinterno di ogni singola
nazione, nel corso degli ultimi mesi, si è ritenuto che debba essere la stessa Rete la
sede deputata alla individuazione delle priorità formative ed alla concreta
formulazione dei progetti formativi. Gli
incontri che verranno proposti nel 2003 in materia di cooperazione giudiziaria sia
civile che penale nonché al fine di fornire loccasione per una prima
riflessione sulle numerose novità legislative sia di contenuto processuale che più
prettamente sostanziale, hanno come peculiarità il fatto che il programma negli stessi
proposto è stato concordato dai vari membri della Rete e verrà riproposto con
modalità e contenuti analoghi in numerosi paesi appartenenti alla Rete, con la
partecipazione anche di magistrati provenienti da paesi candidati allingresso nellUnione
Europea. Liniziativa
così promossa, che segna un indubbio progresso rispetto alle modalità di collaborazione
in passato attuate a livello internazionale, appare altresì in linea con la volontà
espressa dalla Commissione Europea in tema di finanziamenti per attività formative,
essendosi appunto previsto che condizione per fruire di tali contributi, è la
presentazione dei progetti da parte di almeno tre stati in maniera congiunta.
Gli incontri
programmati, oltre a costituire una fondamentale occasione per la conoscenza tra i vari
magistrati dellUnione Europea, rappresenteranno una sede privilegiata per lo studio
e lapprofondimento dei tradizionali principi del diritto comunitario nonché delle
più significative innovazioni nel settore della cooperazione giudiziaria. Inoltre non
mancheranno iniziative volte a favorire una migliore conoscenza dei linguaggi giuridici
stranieri, nella consapevolezza condivisa a livello comunitario, che uno dei maggiori
ostacoli al ravvicinamento delle legislazioni e dei sistemi giuridici dei paesi membri
dellUnione, è rappresentato proprio dalle barriere di carattere linguistico. Per tutti questi
incontri di natura internazionale è previsto un contributo finanziario e il placet
delle istituzioni comunitarie, e sia per lesistenza di tale controllo da parte di
organismi esterni, sia per la stessa presenza di ospiti stranieri e la
conseguente necessità di conoscere le lingue comunitarie, trattasi di iniziative escluse
dal sistema di ordinaria ammissione e che costituiranno oggetto di specifici interpelli. 4
I contenuti della
formazione I risultati della relazione quadriennale sullattività
formativa del Consiglio hanno ulteriormente sollecitato la riflessione, già da tempo
aperta in seno alla Nona Commissione e al Comitato Scientifico, circa lesigenza di
un ripensamento dei contenuti e dei metodi della
formazione centrale, con lintroduzione e la sperimentazione di soluzioni
innovative. Peraltro, in
materia di contenuti, il problema di fondo, nascente dallavvio
della formazione decentrata, è quello di delineare a priori i contorni delle aree
formative da riservare rispettivamente alla struttura centrale e a quella decentrata,
questo allevidente fine di evitare inutili e dannose sovrapposizioni. Orbene, anche a fronte dellincalzante
mutamento culturale e sociale e del proliferare di innovazioni legislative che incidono
profondamente sulla disciplina positiva e, per leffetto, sulle categorie
scientifiche tradizionali, si avverte il bisogno di recuperare momenti di riflessione di più ampio respiro, che
agevolino la ricerca di principi generali, non
astratti e formali, ma tratti dalla disciplina interna e internazionale di primo livello
(Costituzione, Carta europea dei diritti, atti comunitari e convenzioni internazionali di
portata generale), in grado di riportare ad unità e coerenza logica un materiale
normativo sempre meno omogeneo e meno suscettibile di essere compreso ed applicato
adeguatamente. Questi momenti di riflessione generale sono affidati, anche se non in
maniera esclusiva, alla formazione centrale,
che da sempre si occupa dellanalisi sui temi di natura interdisciplinare,
che cioè non riguardano funzioni prettamente specialistiche, ma presuppongono lesame
di aspetti di interesse ad un tempo civilistico o penalistico o che, pur se attengono ad
uno specifico settore del diritto, interessano anche settori o comparti giurisdizionali
affini, sicchè diventa oltremodo utile la partecipazione e il contributo di magistrati
portatori di esperienze e professionalità diverse, anche e soprattutto al fine di
realizzare un confronto che possa portare al superamento degli angusti limiti delle
categorie tradizionali. La formazione
decentrata - i cui contenuti vengono allo stato individuati dai referenti locali
secondo la programmazione prevista dalla risoluzione consiliare del 21 giugno 2001 - tende invece ad occuparsi di aree
tematiche più specifiche; in particolare, per le sue caratteristiche intrinseche di
capillarità, e quindi facilità di accesso, e di rapidità di attuazione, la formazione
decentrata appare ben adeguarsi alla prima
lettura degli interventi normativi o delle novità ed incertezze giurisprudenziali
di maggiore impatto pratico-applicativo. Questa è la tendenziale linea di discrimine e
differenziazione che in sostanza emerge dalle risoluzioni consiliari occupatesi dellargomento
(dalla prima del novembre 1998 allultima del giugno 2001), e in questo senso sembra
si siano sviluppando le iniziative organizzate dai referenti distrettuali. Tuttavia, ciò non sta a significare autonomia e
differenziazione tra formazione centrale e formazione locale, perchè in tal caso la prima
rischierebbe di cadere nellastrattezza mentre quella decentrata correrebbe il
pericolo di appiattirsi sulla mera informazione o sulla messa in comune di semplici, anche
se certamente importanti, strumenti per lattività ermeneutico applicativa. Lidea
di base è sempre quella di un processo formativo di tipo circolare nel quale, ai momenti
di analisi e confronto in sede locale, segua una riflessione di carattere unitario da
effettuare appunto in sede centrale, riflessione da sottoporre nuovamente a verifica a
livello locale in relazione agli specifici problemi emersi nelle varie realtà
territoriali. In questo continuo circuito formativo-informativo, invero, si
può rinvenire la grande potenzialità della offerta formativa integrata centro-periferia, e questa è la strada già percorsa negli ultimi
anni e da percorrere con sempre maggiore intensità nel prossimo futuro, a partire dal
2003. Ovviamente, presupposto per la
progettazione e lattuazione di un processo formativo di questo tipo è la
istituzionalizzazione di quella reciproca e costante informazione tra centro e
periferia di cui si è parlato allinizio, utile anche a realizzare quel coordinamento
indispensabile per il concreto successo del nuovo modello di formazione. In questa
ottica, per così dire bi-direzionale, ecco che la formazione centrale può e
deve atteggiarsi secondo due schemi diversi: luogo per realizzare iniziative di carattere
culturale ed interdisciplinare, svincolate dalle funzioni in concreto esercitate e volte
alla discussione di grandi temi che investono la giurisdizione ma non solo (si pensi ai
classici esempi della bioetica, dellimmigrazione, della crisi della famiglia, e
così via); ma luogo altresì per la discussione e il confronto su importanti riforme
legislative o su istituti normativi nuovi, sconosciuti dai più, o comunque su temi di
grande attualità pratica per loperatore giudiziario, sia di natura sostanziale che
processuale, da rivisitare anche in funzione di una verifica tra le possibili
interpretazioni giurisprudenziali e le prassi seguite nelle diverse realtà territoriali;
ed è bene precisare che il progetto del circuito continuo centro-periferia,
con iniziative locali di preparazione e di diffusione degli incontri centrali, appare di
certo più funzionale a questo secondo tipo di contenuti formativi. La prospettiva
cui si è fatto cenno, di iniziative su temi di ampio respiro e su argomenti di maggiore
interesse pratico, consente di garantire la stessa funzione complessa della
formazione del magistrato, che è ad un tempo attività di formazione culturale-giuridica
e di aggiornamento professionale; non solo, ma si conforma alle stesse esigenze
manifestate dai partecipanti ai corsi, che nelle schede di valutazione (esaminate volta
per volta dai componenti del Comitato Scientifico e riesaminate per il periodo 1997-2000
in sede di stesura della relazione quadriennale) da un lato richiedono la discussione su
questioni di natura interdisciplinare e lato sensu culturale, dallaltro
(soprattutto i più giovani, rispetto ai quali è maggiormente sentita la necessità di
formazione ed aggiornamento professionale) invocano lapprofondimento sui temi e sui
problemi affrontati giornalmente nellesercizio delle attività giurisdizionali; si
ottiene in questo modo un giusto contemperamento tra tutte le istanze sottese allattività
formativa, che è sì un servizio
per i magistrati, ma deve sperimentare anche nuove vie onde non appiattirsi alla funzione
di un mero aggiornamento professionale, privo di spinte significative in funzione di una
rivisitazione e rivalutazione dello stesso modello di giudice, cosciente e consapevole, in
grado di interpretare le norme, di assorbire i continui mutamenti sociali e di inquadrare
correttamente le fattispecie sottoposte al suo esame.
Su queste linee
si muove la programmazione dellanno 2003, attenta a toccare, anche nei due mesi di
programmazione straordinaria: - temi di grande respiro (come ad esempio la condizione
giuridica degli stranieri, il controllo degli atti da parte degli organi di
giustizia costituzionale e comunitaria, immigrazione, diritto penale e
processo); - le più recenti riforme legislative (si pensi ad esempio al nuovo testo
unico in materia urbanistica, alla nuova disciplina dei reati societari, alla novella in
materia di diritto societario civile e processuale); - istituti normativi nuovi,
sconosciuti ai più (si pensi ad esempio ai Trusts); - questioni e argomenti di
grande attualità pratica per loperatore giudiziario, sia di natura sostanziale che
processuale (si pensi a corsi su importanti temi oggetto di contenzioso come la R.C.A., i
contratti di compravendita, i contratti di distribuzione commerciale, nonchè a tutti i
corsi penalistici che investono le più importanti questioni di ordine processuale e di
gestione del processo, come ad esempio il processo di parti, la durata
ragionevole del processo penale, le riforme relative al dibattimento; su
questultimo aspetto, vedi anche infra). Oltre a queste
iniziative, vi sono poi gli appuntamenti tradizionali, sempre attuali, rappresentati per
il settore civile da Il punto sul rito civile (corso che conserva la sua
attualità anche nella prospettiva dellapprovazione delle riforme processuali del
codice di rito) e per il settore penale dai corsi Falcone,
Borsellino, Mario Amato e Guido Galli, anchessi
oggetto di rivisitazione in unottica di maggiore aderenza alle nuove necessità e
modalità formative, e pertanto resi più snelli secondo le linee di cui in seguito. 5 I
metodi e la programmazione dellattività formativa La metodologia
didattica si è andata arricchendo nel tempo. Accanto alle forme tradizionali degli
incontri di studio e dei seminari di pratica professionale, si stanno affermando anche le
formule del laboratorio e della giornata di studio, formula quest'ultima che è la più
praticata a livello di formazione decentrata. Salvo che per il "laboratorio", che già
nasce con forti connotati di attiva partecipazione degli utenti dellattività
formativa, per tutte le altre metodologie attualmente praticate si pone il problema di
attenuare il carattere puramente accademico della formazione, ove tale carattere ancora
sussista, e accentuare invece quello seminariale, utilizzando gli strumenti del dibattito immediato, della relazione seguita dalla formazione di gruppi di
lavoro, nonchè della immediata discussione di
casi pratici. Proseguendo nel
solco della positiva esperienza degli anni passati, soprattutto dellultimo,
gli incontri di studio del 2003 saranno modellati nella maggior
parte dei casi secondo un sistema per così dire misto, caratterizzato cioè
da relazioni introduttive di natura tradizionale, seguite poi da relazioni su temi
specifici predisposte secondo lo schema del dibattito immediato su punti predeterminati,
con la successiva formazione di gruppi di lavoro sui temi già discussi in sede plenaria
ovvero su argomenti nuovi, suscettibili di approfondimento tra i partecipanti senza
necessità di relazioni preliminari; in alcune occasioni, inoltre, si utilizzerà anche il
sistema della discussione su casi pratici. Naturalmente, per migliorare la qualità dei
risultati formativi, intensificando il coinvolgimento dei partecipanti, si proseguirà
avvalendosi della prassi dellultimo anno, con la tempestiva predisposizione dei
materiali di studio e il loro invio a tutti gli ammessi, unitamente al programma, almeno
un mese prima. La diffusione di tali materiali avverrà anche in favore di coloro che per
quel determinato corso risultano in lista di attesa, e ciò al fine di compensare almeno
in parte la mancata partecipazione. Quanto poi alle metodologie concrete di
comunicazione, si tenderà sempre più ad ampliare limpiego, in aggiunta allo
strumento tradizionale della relazione scritta, di strumenti di supporto visuale
(quali lucidi, diapositive, power point), utili a realizzare un contatto diretto col
pubblico e ad evidenziare i concetti-chiave da sottoporre allanalisi dei
partecipanti; in via sperimentale, in alcune occasioni potrà essere utilizzato anche lo
strumento della ripresa audio-visiva, con successiva distribuzione delle cassette ai
formatori locali e/o ai richiedenti. Inoltre, la stessa struttura dei corsi sarà
rivista e modificata, cercando di evitare quel sovraffollamento delle tematiche, causato
spesso da unansia di completezza ma che può andare a discapito della qualità dellofferta
formativa, e si tenterà invece di realizzare unarticolazione più snella degli
incontri di studio, idonea agli approfondimenti su grandi contenitori tematici. Nellintento di snellire le
iniziative formative, anche al fine di lasciare più spazio alla formazione decentrata e
di stimolare ancora di più la partecipazione allattività formativa centrale (dalla
relazione quadriennale è emerso che, a tuttoggi, circa il 50 % dei magistrati non
partecipa alle iniziative di formazione del Consiglio, e tra le ragioni principali vi sono
la durata dei corsi, problemi di famiglia soprattutto per le donne/madri - ,
problemi dufficio), sono stati incrementati gli incontri della durata di un giorno e
mezzo, essendosi rilevata lutilità di tale modello sperimentale, che ha raggiunto
lo scopo di fornire ai partecipanti le chiavi di lettura su temi che sia pure complessi si
prestavano a tale trattazione concentrata in tre sessioni (si pensi al tema della prova
dichiarativa ripetuta per ben quattro volte nel corso dellanno), con una formula che
ha ottenuto il gradimento dei partecipanti, ammessi in numero rilevante alla riflessione
sul tema stante la possibilità di ripetere più volte il modulo in questione. Per le
medesime ragioni, è stata prevista la durata standard di due giorni e mezzo per
appuntamenti quali il corso Falcone-Borsellino, tradizionalmente organizzati
in sette e nove sessioni, facendo salva la
possibilità di reiterazione degli incontri nel corso dellanno per altri soggetti
interessati. Sempre in funzione delle citate esigenze di snellimento
dellattività formativa, resta ferma la possibilità che per alcune iniziative ad
hoc, progettate nel corso dellanno, venga usato il metodo della giornata di
studio, proficuamente impiegato negli ultimi anni per gli incontri organizzati con
autorità esterne quali la Banca dItalia, lENAV, la CONSOB, lISVAP. Lesistenza
di iniziative straordinarie, non previste in anticipo (ed ulteriori rispetto a quelle,
già individuate, del primo bimestre 2003), nasce dalla stessa natura dellattività
formativa, che, siccome funzionale alle esigenze concrete degli utenti, non può essere
programmata nella sua totalità, visto che è impossibile prevedere a distanza di un anno
istanze di aggiornamento/formazione nascenti da improvvise evoluzioni legislative o da un
mutato quadro giurisprudenziale. Ciò sta a significare che lofferta formativa deve
essere per sua natura flessibile, cioè deve essere pronta ad eventuali
aperture ed integrazioni in caso di importanti riforme legislative o, comunque, di vicende
che impongano lapprofondimento su importanti temi; questo, peraltro, non solo incide
sulla stessa prefigurazione della possibilità di organizzare incontri di studio
straordinari, caratterizzati da interpelli ad hoc, ma si riflette sullo stesso
contenuto degli incontri di studi già programmati, la cui concreta articolazione non è
completamente definita nelle note illustrative del presente libretto verde o, comunque, è
suscettibile di essere rideterminata o modificata a fronte di importanti mutamenti
legislativi o giurisprudenziali. La flessibilità
dellofferta formativa deve essere vista anche in unaltra ottica, che è quella
legata alle possibili istanze provenienti dalla base, che potrebbe presentare
un elevatissimo numero di richieste per alcuni dei corsi programmati ovvero, attraverso gli uffici dei referenti, potrebbe
sollecitare specifici approfondimenti su temi non toccati dalla programmazione annuale. La
già ricordata riduzione del numero complessivo di corsi per il 2003 consentirà
sicuramente la eventuale progettazione di ulteriori iniziative formative, appunto imposte
dalle ragioni di cui sopra, proseguendosi sulla falsariga degli ultimi anni, in
particolare dellanno 2002, in cui, si ripete, sono state realizzate molte iniziative
extra (vedi ad esempio gli incontri sul progetto di Regolamento sul titolo
esecutivo europeo e sulla Legge Pinto, gli incontri con la Banca dItalia e con lI.S.V.A.P.),
e inoltre sono stati duplicati alcuni corsi più gettonati (per i quali cioè
le domande di partecipazione siano state maggiori). A tal ultimo
proposito, va peraltro ricordato che la programmazione del settore penale già tiene conto
della probabile massiccia richiesta di partecipazione ad alcune iniziative come la
durata ragionevole del processo penale, il processo di parti, diritto
al silenzio e diritto al contraddittorio, per le quali infatti sono state già
previste due edizioni. In questo modo, si è progettato un modulo formativo nel quale,
alla riduzione dei temi oggetto di approfondimento, si accompagni una maggiore estensione
possibile del numero dei destinatari delle offerte formative; ciò è stato fatto per il
settore penale in considerazione di quellesigenza, particolarmente sentita in questo
settore, di una concentrazione degli sforzi formativi nel campo processuale, visto che in
questa materia sono intervenuti i più recenti e significativi mutamenti legislativi e
attesa la stringente necessità, ormai sanzionata costituzionalmente, di pervenire ad un
processo che, pur nel rispetto delle garanzie delle parti, sia il più possibile
efficiente e rapido. Il risultato conseguito è quello di un ulteriore aspetto di flessibilità
dellofferta formativa, realizzata in modi diversi a seconda delle diverse esigenze
dei singoli settori della giurisdizione ordinaria.
Tuttavia, accanto a questa esigenza di flessibilità
dellofferta formativa ve ne è una contrapposta, che è quella di un inquadramento
dell'offerta formativa a medio termine, attraverso una visione pluriennale (ad esempio quadriennale,
corrispondente a quella di una consiliatura) idonea a determinare le linee guida e le
priorità di un progetto che, così articolato nel tempo, può essere più efficace e più
utile per coprire, in un modo più o meno intenso, tutte le materie ove è maggiormente
sentito il bisogno formativo, con un ulteriore vantaggio per gli utenti, che potrebbero
conoscere con anticipo il proprio futuro percorso formativo e ad esso correlare i propri
impegni professionali. Formalmente, questa progettazione a più ampio raggio temporale è
in fase di sperimentazione, ed una prima esperienza di questo tipo è costituita dallo
svolgimento negli ultimi anni di corsi di diritto commerciale secondo un "iter"
destinato nel tempo a coprire tutti i settori d'interesse per i magistrati addetti a
sezioni specializzate; sostanzialmente, comunque, tutte le iniziative formative, sia
quelle generiche che quelle per settori specialistici, ad esempio per i giudici del lavoro
e/o dei minori, presuppongono una visione più ampia, nel senso che tengono conto di
quanto programmato negli anni passati e di quanto già progettato negli anni futuri, nel
tentativo di unarmonizzazione che renda il più possibile coerente, coordinata e
completa lattività formativa erogata dal Consiglio. Ed anche per il 2003 si è
considerato questo quadro più ampio, nel senso che si è voluto toccare temi da tempo non
oggetto di approfondimento formativo (ad esempio la RCA auto, la compravendita, o con il
richiamo a temi quali il principio di offensività o le responsabilità nascenti da una
posizione di garanzia, che si ripresentano nella rilettura di settori penalistici di nuova
attualità), sono state nuovamente prese in considerazione materie di stretta attualità
ed oggetto di rivisitazione normativa (si pensi alla materia urbanistica e paesaggistica),
si sono create le basi per ulteriori iniziative su temi di grande interesse (si pensi alla
nuova disciplina in temi di immigrazione).
6
La collaborazione con le
Autorità amministrative indipendenti, con l'Avvocatura,
con le Magistrature speciali, con le realtà associative Come già accennato, negli ultimi
due anni si sono organizzate delle iniziative formative in stretta collaborazione con Autorità amministrative
indipendenti centrali (Banca dItalia, Consob, Agenzia per il volo, ISVAP,
Autorità per le comunicazioni), e delle quali è prevista in futuro la continuazione
(Autorità garante per la privacy, Antistrust). Questa esigenza è nata dalla crescente
interazione tra l'esercizio dei poteri di
spettanza dell'Autorità giudiziaria e quelli delle predette "Authorities", per
cui si è ritenuto opportuno stabilire, tra i magistrati e gli esponenti delle
"Authorities", un confronto su temi ed aspetti spesso connotati da elevato
tecnicismo, sui quali quindi i magistrati devono proficuamente sfruttare le elevate
professionalità dei tecnici di tali organismi indipendenti. Non solo, ma al di là di
questi iniziative comuni, si ravvisa la necessità di una più stretta collaborazione con
le Authorities anche per gli incontri di studio per così dire ordinari,
nel senso di una partecipazione degli esponenti di tali Enti quali relatori o invitati a
quegli incontri che tocchino materie di loro pertinenza o interesse, in modo da ampliare
sempre più la prospettiva della formazione del magistrato, che deve diventare sempre più
interdisciplinare, e cioè pronta a recepire gli stimoli e i contributi di
altre professionalità. In questa medesima prospettiva, va
auspicata lapprovazione di ulteriori iniziative concordate con Enti pubblici quali lINPS
o lINAIL, su temi comuni come la materia lavoristica e previdenziale, il tutto onde
realizzare un valido confronto di idee con gli avvocati di tali enti, confronto da
realizzarsi anche negli incontri ordinari lavoristici o previdenziali
attraverso la loro partecipazione quali relatori o invitati.
Anche nel 2003 proseguirà nella
misura più intensa possibile la collaborazione con gli organismi dell'Avvocatura e con le
Magistrature speciali, con la profonda interazione che ne consegue; anzi, nel prossimo
futuro, non si esclude la possibilità di ampliare la quota percentuale di partecipazione
a ciascun corso degli avvocati e dei componenti delle magistrature speciali. Infine,
vanno ricordati in questa sede i rapporti instaurati con alcuni organismi privati
interessati alle tematiche della formazione in ambiti specialistici; ad esempio, ai fini
di una più efficace realizzazione di iniziative nel settore della magistratura minorile,
si sono di recente programmati rapporti di coordinamento con l'Associazione
dei Giudici per i Minori e la Famiglia. Nè si può
sottacere, in una prospettiva futura, lesigenza di un raccordo con i gruppi di
studio formati in seno allANM e con le iniziative formative organizzate dallente
esponenziale della magistratura associata su materie di natura prettamente tecnica (si
pensi al recente incontro sul processo civile e sui suoi tempi). 7
Giusto processo e durata
ragionevole dello stesso. La formazione in materia di organizzazione Un grande tema sul quale sono
chiamate al massimo impegno sia la formazione centrale che quella decentrata, nellambito
dei contorni propri di ciascuna, è quello posto dallintroduzione nellart. 111
Cost. delle nuove norme sul giusto processo e
sulla sua durata ragionevole. Il primo tema,
investendo questioni di natura squisitamente processuale, è destinato ad essere trattato
in quasi tutte le iniziative in materia processuale, ma tale discorso può e deve valere
anche per il tema della durata ragionevole, che andrà esaminato nei vari corsi
processuali soprattutto sotto il profilo delle prassi e tecniche acceleratorie
e sotto laspetto dell organizzazione
del lavoro del giudice, essendo evidente che il singolo giudice, se in grado di
organizzare bene il suo lavoro, può sicuramente incidere sui tempi della decisione.
Questa è appunto lottica nella quale è stato programmato, tra le iniziative
straordinarie del primo bimestre 2003, un corso dal titolo gestione del processo
civile e durata del processo, che fa seguito al seminario dellultimo anno
sulla Legge Pinto, ma che più che occuparsi della nuova procedura per lindennizzo
dei danni da ritardata giustizia e dei temi correlati della prova ed entità del danno,
tratti degli strumenti a disposizione del giudice civile per ridurre i tempi del processo
e, quindi, evitare a monte lapplicazione della Legge Pinto. La riduzione dei tempi
processuali, è palese, passa non solo attraverso le capacità organizzative del singolo
giudice ma anche dellintero ufficio giudiziario, sicchè appare strettamente
connesso il tema della formazione dei dirigenti degli uffici giudiziari; sul punto, nella
consapevolezza delle peculiarità di iniziative formative rivolte a soggetti quali i
dirigenti degli uffici, nellultimo anno si sono programmati dei seminari nella forma
di laboratori di autoformazione, attuati a livello centrale e a cui potranno
seguire eventuali iniziative in sede locale (con successive verifiche sempre in sede
centrale. Peraltro, ove ritenuto opportuno, potranno essere organizzate delle iniziative
straordinarie sul tema, sia sulla falsariga del modello di autoformazione (che tanto
successo ha avuto sia per i giudici minorili e della famiglia che per i giudici di
sorveglianza), sia sperimentando altre soluzioni, ritenute più utili ed efficaci, magari
con un più diretto coinvolgimento di professionalità esterne quali metodologi, esperti
delle scienze dellorganizzazione, dirigenti dei settori amministrativi. Nellambito della
programmazione ordinaria è stata poi prevista uniniziativa che lato sensu
investe la materia organizzativa, lincontro per i componenti dei Consigli
Giudiziari, le cui funzioni così complesse e delicate, incidenti sullo stesso
funzionamento degli uffici (si pensi al problema dellapprovazione delle tabelle),
meritano senzaltro un approfondimento di ordine soprattutto pratico-operativo. 8
La formazione iniziale La formazione iniziale relativa agli uditori
giudiziari costituisce una parte essenziale dellofferta formativa, che si distingue
da quella permanente, che è appunto oggetto del presente documento; ma, attesa la sua
importanza, di essa bisogna fare un rapido cenno, soprattutto ove si pensi che nel 2003 è
previsto il mirato degli uditori nominati nel febbraio 2002, nonchè è previsto il
generico degli uditori di prossima nomina; questo al fine di ricordare che, in attuazione
del Regolamento approvato nel 1998 e nel solco di una proficua tradizione sul punto, lofferta
formativa per gli uditori si caratterizzerà anche nel 2003 per un sicuro standard
qualitativo, con i corsi processuali teorico-pratici e quelli ordinamentali per gli
uditori appena nominati ed i corsi di approfondimento, anche in materia sostanziale, per
gli uditori in mirato. Viceversa, lofferta formativa contenuta nel
presente libretto è estesa anche agli uditori con funzioni, trattandosi della cosiddetta
formazione complementare, divenuta obbligatoria in applicazione dellultimo
Regolamento del 1998. Le iniziative riservate agli uditori con funzioni saranno oggetto di
specifica indicazione, sia in un apposito prospetto che in calce alle singole note
illustrative, nelle parte appunto riservate ai destinatari; il numero di corsi
della formazione permanente aperti agli uditori anche questanno è abbastanza
elevato, ciò al fine di consentire un maggiore spazio di scelta agli interessati, anche
adeguandolo alle funzioni in concreto esercitate,
e al tempo stesso per assicurare incontri di studio aperti al
confronto tra magistrati con maggiore esperienza e magistrati giovani, in una prospettiva
utile agli uni e agli altri e funzionale alla buona riuscita delle singole occasioni
formative. Al riguardo, resta da dire che alla formazione
iniziale dispensata a livello centrale si aggiungerà quella realizzata a livello locale,
secondo un modello di integrazione e di preparazione e follow up dei corsi centrali già
da tempo sperimentato e normativamente previsto nel citato Regolamento del 1998. 9
Conclusione Queste sono le principali questioni e le linee
guida che hanno indotto il Consiglio a predisporre lofferta formativa riassunta nel
presente libretto, nel quale, come al solito, sono descritti con apposite note
illustrative i singoli corsi di formazione ed aggiornamento professionale relativi allanno
2003, con lindividuazione anche dei destinatari; chiaramente, non sono ricomprese in
tale pubblicazione le iniziative straordinarie del primo bimestre 2003, come detto
sottratte al regime ordinario di partecipazione, così come non possono essere ricomprese
le altre iniziative straordinarie che saranno eventualmente organizzate nel corso dellanno,
le quali saranno oggetto di apposite comunicazioni, contenenti anche linterpello per
la relativa partecipazione. A questo punto, qualche ulteriore osservazione
appare opportuna in ordine alla "composizione numerica" dei corsi stessi. Ferma
la già citata contrazione dell'offerta formativa centrale per il parallelo avvio e
consolidamento della formazione decentrata, vi è stata una riduzione in percentuale delle
iniziative interdisciplinari, mentre si è prevista una sostanziale corrispondenza tra il
numero dei corsi di penale e quelli di civile (questultimo settore da intendersi
come comprensivo anche dei settori commerciale, lavoristico, minorile e della famiglia);
il tutto con la ricordata differenziazione tra il penale, ove si è preferito ridurre i
temi e doppiare alcuni corsi, e il civile, in cui si sono toccati più argomenti, sia di
natura sostanziale che processuale, senza prevedere in origine corsi duplicati.
MATERIALE DI STUDIO In attuazione delle delibere
consiliari del 14 giugno 2001 e del 7 novembre 2001 il materiale di studio predisposto
dallUfficio Studi in collaborazione con il Comitato Scientifico sarà inviato, a
cura dellUfficio Studi, almeno trenta giorni prima dellinzio dellincontro,
ai relatori, ai partecipanti, ai magistrati collocati in lista di attesa per
quanto concerne i corsi indicati in prima e seconda preferenza, nonché ai referenti
distrettuali per la formazione. La consultazione del medesimo
materiale da parte di tutti i magistrati potrà avvenire anche tramite il collegamento
intranet.
INFORMAZIONI PER LA
PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE, LAMMISSIONE E LA PARTECIPAZIONE AGLI INCONTRI DI STUDIO
PROGRAMMATI PER IL 2003 Per la presentazione delle
domande, l'ammmissione e la partecipazione agli incontri di studio relativi all'anno 2003
sarà adottato il sistema di seguito indicato. I magistrati dovranno presentare,
secondo le modalità di seguito specificate una sola domanda di partecipazione ai
diversi incontri previsti.
In relazione allobbligo di
partecipare nel periodo successivo al conferimento delle funzioni ad incontri di studio,
secondo il disposto dellart. 15 D.P.R. 17 luglio 1998, gli uditori giudiziari
nominati con D.M. 18.1.2002 potranno esprimere le loro preferenze, tra i corsi del 2003 a
tal fine individuati.
In mancanza di tale indicazione da
parte degli uditori giudiziari, la scelta degli incontri avverrà dufficio sulla
base delle informazioni in possesso del Consiglio Superiore.
Per la presentazione
delle domande di partecipazione sono fissati i seguenti criteri, termini e
modalità: Le domande dovranno pervenire al C.S.M., entro e non
oltre, il 20 dicembre 2002 utilizzando lapposita scheda elettronica
disponibile sul sito Intranet del Consiglio, www.cosmag.it, cliccando su Ricerche
per nominativo magistrati ordinari, accedendo in tal modo alla propria scheda
personale (dati personali), nellambito della quale si potrà consultare la sezione
Incontri di studio. Le istruzioni per ottenere la
password sono indicate sulla pagina web di accesso ai dati personali. I magistrati
interessati alla presentazione delle domande, ove impossibilitati allutilizzo del
collegamento Intranet dal proprio terminale, potranno, in ogni caso, utilizzare quello in
uso allUfficio di appartenenza.
I magistrati
possono chiedere di partecipare nellanno ad un numero di incontri non superiore a quattro.
Gli incontri prescelti devono essere indicati
secondo lordine di preferenza indicando il numero di codice e la data corrispondente
al corso.
Lammissione
agli incontri verrà effettuata mediante un programma informatico che selezionerà le
domande formando graduatorie distrettuali per ciascun incontro sulla base di criteri
diversi (quali, ad esempio, maggiore o minore anzianità di servizio e nelle funzioni,
mutamento di funzione, numero di corsi frequentati negli anni precedenti), e tenderà, attraverso una procedura guidata di
ammissione, ad assicurare al maggior numero di magistrati la partecipazione nellanno
ad almeno un incontro.
La
partecipazione ad alcuni degli incontri programmati nel 2001, nel 2002 o nel primo
bimestre 2003 precluderà in via assoluta lammissione ad analoghe iniziative della
programmazione ordinaria 2003, secondo lo schema seguente: INCOMPATIBILITA
Si consiglia pertanto ai
partecipanti agli incontri svoltisi nel 2001 o nel 2002, e meglio sopraindicati, di non
vanificare alcuna delle nuove richieste a disposizione sollecitando lammissione ad
incontri del 2003 in rapporto di incompatibilità coi precedenti. Al fine di consentire unadeguata
gestione delle presenze, tutti gli adempimenti richiesti
nella comunicazione di ammissione agli incontri dovranno essere
rigorosamente rispettati; si raccomanda particolare cura, a questo proposito, con riguardo
alleventuale revoca delladesione; dovranno essere evitate, se non nei casi di effettiva e sopravvenuta
impossibilità a partecipare, revoche tardive, che provocano gravi disservizi e la
sanzione dellesclusione dagli altri incontri in corso.
Gli incontri di seguito indicati sono sottratti allordinario
sistema di ammissione. Per ciascun incontro verrà diramato uno specifico interpello
contenente lindicazione dei criteri di individuazione dei partecipanti e la nota
illustrativa del corso. La cooperazione giudiziaria in materia penale
problematiche di linguaggio giuridico (francese-inglese) seconda fase
Programma Grotius (24-28 marzo 2003)
cod. 751 Aspetti giudiziali della lotta contro la
criminalità organizzata impatto delle nuove tecnologie e contrasto del riciclaggio
(Falcone Europeo) (9-11 giugno 2003) cod. 763 Seminario sul regolamento Bruxelles II
il divorzio in Europa e la tutela dei diritti dei minori (7-9 luglio 2003)
cod. 768 Tirocinio di approfondimento sul sistema
giudiziario italiano in materia civile (27-30 ottobre 2003) cod. 779 Cooperazione giudiziaria europea; dallestradizione
al mandato di arresto europeo (programma Grotius) (10-12 novembre 2003) cod. 781
ASPETTI
LOGISTICO-AMMINISTRATIVI In relazione agli incontri di
studio organizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura per lanno 2003 si
rende opportuno diramare i seguenti criteri generali riguardanti le modalità operative
connesse allo svolgimento degli incontri medesimi; tali disposizioni si intendono valide
per tutti i corsi e non verranno ripetute, salvo casi particolari in deroga ai principi
generali. 1) Strutture
alberghiere Gli incontri si svolgeranno
presso lHotel Crowne Plaza (Via Aurelia Antica, 415 - Roma). Per un limitato
numero di incontri sarà possibile l'utilizzo di altra struttura che verrà comunicata ai
partecipanti dell'incontro unitamente allinvio del programma, e comunque in tempo
utile rispetto allinizio del convegno. 2) Certificazioni Lattestato di partecipazione
verrà rilasciato entro le ore 13 dellultima giornata di convegno presso la
Segreteria della Nona Commissione e farà riferimento alle effettive giornate di presenza.
3) Trasferimenti - ospitalità Il Consiglio sosterrà le spese di
vitto e alloggio. Per quanto concerne il rimborso
delle spese di viaggio si riportano le seguenti disposizioni emanate con la circolare del
23.05.1996 prot. n. p-96-08409: A)
Mezzi
pubblici ferroviari e stradali
Lutilizzazione
del mezzo pubblico ferroviario o stradale è consentito senza necessità di specifica
autorizzazione, con la tipologia di servizi (classe, ecc.) prevista dalla normativa in
materia di rimborso delle spese di viaggio per il personale delle Amministrazioni dello
Stato. B)
Mezzo aereo
Luso del
mezzo aereo è consentito - senza necessità di specifica autorizzazione - per
distanze, calcolate sulla tratta ferroviaria, tra la sede di servizio e quella
consiliare, ovvero il luogo di convocazione o la sede dellincontro o del seminario,
superiori a 500 chilometri; è altresì consentito per coloro che provengono dai distretti
delle Corti di Appello di Bari, Genova e Venezia, nonché dal circondario di Matera
(imbarco dallaereoporto di Bari), a condizione che la distanza della sede di
servizio sia comunque superiore a 450 chilometri, e per coloro che provengono dalle
isole.
Il rimborso
sarà, comunque, limitato allimporto corrispondente alle tariffe in classe economica
praticate dalle compagnie aeree Alitalia e Meridiana, ridotte del 30% in base alla
convenzione attualmente in vigore con dette compagnie. Lanzidetta agevolazione è
ottenibile previa presentazione di dichiarazione dellufficio di appartenenza che si
tratta di viaggio per motivi di servizio.
Il Comitato di
Presidenza, in presenza di documentate situazioni particolari, potrà autorizzare luso
del mezzo aereo anche al di fuori delle predette ipotesi. C)
Mezzo
proprio
Può farsi
ricorso alluso del mezzo proprio, che costituisce unipotesi residuale, in
presenza di specifiche e dettagliate situazioni che evidenziano da un lato la convenienza
economica del Consiglio a consentire luso di tale mezzo e dallaltro limpossibilità
di utilizzare, per qualsiasi ragione, i mezzi di trasporto di cui ai punti precedenti.
In ogni caso luso
del mezzo proprio deve essere preventivamente autorizzato dal Comitato di Presidenza e la
relativa istanza, oltre la indicazione dei necessari elementi di valutazione e degli
estremi del veicolo utilizzato, deve contenere una espressa dichiarazione di esonero di
ogni responsabilità per lAmministrazione in conseguenza delluso del detto
mezzo, nonché lindicazione della distanza chilometrica esistente tra la sede di
provenienza e la sede di convocazione o di svolgimento dellincontro o del seminario.
Ai fini della valutazione della convenienza economica sarà considerata leventuale
utilizzazione di un unico veicolo per più partecipanti , che dovranno essere
nominativamente indicati nellistanza di autorizzazione e che dovranno sottoscrivere
per quanto riguarda lesonero dellAmministrazione da ogni responsabilità. D)
Lautorizzazione alluso di uno specifico
mezzo di trasporto, ove necessaria, deve essere richiesta in via preventiva, al Comitato
di Presidenza, e in caso di urgenza, lautorizzazione predetta è concessa dal Vice
Presidente e, in sua assenza, dal Segretario Generale, salvo, in ogni caso, la ratifica
del Comitato di Presidenza. E)
Lautorizzazione
predetta potrà essere concessa dal Comitato di Presidenza in via di sanatoria, in
presenza di situazioni eccezionali che non abbiano consentito la richiesta preventiva.
Si precisa,
infine, che non verranno rimborsate eventuali spese per luso dei taxi, salvo quanto
previsto in via del tutto eccezionale dalla citata circolare (mezzi di trasporto
noleggiati luso di auto pubbliche di piazza o di altri mezzi di trasporto
noleggiati può essere autorizzato in caso di mancanza di servizi di linea o di
particolare necessità di raggiungere rapidamente la sede di convocazione o di svolgimento
dellincontro o del seminario, e gli eventi che hanno determinato lassenza di
altri mezzi di trasporto o lurgenza di raggiungere la sede di convocazione o di
svolgimento dellincontro non siano prevedibili o ovviabili). Rimborsi
Il rimborso delle spese di
viaggio si otterrà mediante presentazione della tabella di missione (modulo distribuito
allarrivo dalla reception dellHotel o inserito nella cartellina del materiale
di studio) debitamente compilata con lindicazione delle modalità di pagamento: - assegno di bonifico emesso dallistituto
San Paolo di Torino spedito alla propria residenza; - accreditamento sul c/c bancario,
intestato allinteressato (indicare le coordinate bancarie). I titoli di viaggio vanno allegati
in originale La tabella di missione, se completa, potrà
essere consegnata alla Segreteria della Nona Commissione, decentrata presso lHotel,
o spedita allUfficio Ragioneria del Consiglio Superiore della Magistratura.
PROSPETTO TEMATICO DEI CORSI CORSI CIVILE Incontro di studi cod.
750 Le
compravendite Incontro di studi cod.
754 I
rapporti patrimoniali della famiglia Incontro di studi cod.
757 La
tutela sommaria cautelare Incontro di studi cod.
759 Questioni
attuali in materia di responsabilità e risarcimento da circolazione dei veicoli, natanti,
treni ed aerei Incontro di studi cod.
761 I
nuovi procedimenti in materia di diritto societario Incontro di studi cod.
767 I
regimi dei patrimoni separati: dai trusts ai nuovi modelli di segregazione dei beni Incontro di studi cod.
770 Pubblicità
e tutela dei diritti Incontro di studi cod.
772 Listruttoria
nelle procedure concorsuali Incontro di studi cod.
775 Il
contenzioso in materia di previdenza ed assistenza Incontro di studi cod.
778 Questioni
attuali nel contenzioso lavoristico Incontro di studi cod.
780 I
contratti della distribuzione commerciale Incontro di studi cod.
782 Il
punto sul rito civile Incontro di studi cod.
783 I
provvedimenti giurisdizionali per il minore nella crisi della famiglia e nella crisi del
rapporto genitore/prole Incontro di studi cod.
786 Successioni
e divisioni Incontro di studi cod.
787 Esecuzione
forzate e opposizioni CORSI PENALE Incontro di studi cod.
749 Urbanistica
e paesaggio Incontro di studi cod.
752 Il
principio di intangibilità del giudicato penale Incontro di studi cod.
755 Il
processo di parti
cod.
774 Incontro di studi cod.
756 Loffensività Incontro di studi cod.
758 Durata
ragionevole e processo penale
cod.
771 Incontro di studi cod.
762 Diritto
al silenzio e diritto al contraddittorio
cod.
785 Incontro di studi cod.
764 Sesto
corso Mario Amato di approfondimento tematico delle tecniche di indagine: i
protocolli di indagine Incontro di studi cod.
766 Corso
Falcone-Borsellino. Strategie e tecniche di cod. 777
conduzione della cross-examination Incontro di studi cod.
773 Reati
omissivi e posizioni di garanzia Incontro di studi cod.
776 Immigrazione,
diritto penale e processo Incontro di studi cod.
788 Le
riforme relative al dibattimento CORSI INTERDISCIPLINARE Incontro di studi cod.
753 Il
controllo degli atti da parte degli organi di giustizia costituzionale e comunitaria Incontro di studi cod.
760 Le
professioni intellettuali: responsabilità ed etica Incontro di studi cod.
765 La
tutela civile e penale delle operazioni sul capitale sociale e dellinvestimento
societario Incontro di studi cod.
769 Le
competenze e lattività dei Consigli Giudiziari Incontro di studi cod.
784 Le
misure di prevenzione patrimoniali CORSI INTERNAZIONALE Cod. 751
La cooperazione giudiziaria in
materia penale problematiche di linguaggio giuridico (francese-inglese)
seconda fase Programma Grotius Cod. 763
Aspetti giudiziali della lotta
contro la criminalità organizzata impatto delle nuove tecnologie e contrasto del
riciclaggio (Falcone Europeo) Cod. 768
Seminario sul regolamento
Bruxelles II il divorzio in Europa e la tutela dei diritti dei minori Cod. 779
Tirocinio di approfondimento sul
sistema giudiziario italiano in materia civile Cod. 781
Cooperazione giudiziaria europea;
dallestradizione al mandato di arresto europeo (programma Grotius)
PROSPETTO CRONOLOGICO DEI CORSI 2003 Legenda dei codici
per le aree tematiche: C= CIVILE P = PENALE I= INTERDISCIPLINARE INT (IN NERETTO) = INTERNAZIONALE
(*) Incontri
esclusi dallordinario sistema di ammissione:
le domande di partecipazione dovranno essere inoltrate a seguito dellinterpello che
verrà diffuso per ciascun incontro.
PROSPETTO DEI CORSI 2003 APERTI
ALLA PARTECIPAZIONE DI UDITORI GIUDIZIARI CON FUNZIONI CORSI CIVILE
CORSI PENALE
CORSI INTERDISCIPLINARI
PROSPETTO DEI CORSI APERTI ALLA PARTECIPAZIONE
DI: - AVVOCATI DEL LIBERO FORO
- AVVOCATI DELLO STATO
- AVVOCATI DELLINPS E INAIL
- NOTAI
- DOTTORI COMMERCIALISTI
- AUTHORITIES
- MAGISTRATI MILITARI
- MAGISTRATI AMMINISTRATIVI
- MAGISTRATI DELLA CORTE DEI CONTI
- GIUDICI TRIBUTARI
PRESENTAZIONE DEI CORSI
URBANISTICA E PAESAGGIO Ad un anno circa dallentrata in vigore del
Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (D. P. R.
n. 380 del 2001), che già nella sua prima fase, in virtù dello slittamento della sua
originaria entrata in vigore, ha determinato complessi problemi di successione di norme,
si rende necessaria una ricognizione dello stato della elaborazione dottrinaria e
giurisprudenziale sul tema della disciplina regolatrice sia i nuovi interventi
urbanistici, sia la diversa, ed in parte nuova, materia degli interventi modificati e/o
migliorativi dei preesistenti interventi edilizi. Saranno poi oggetto di specifico
approfondimento le ulteriori disposizioni contenute nella cd. legge obiettivo, ovvero
nella legge delega 21 dicembre 2001 n. 443 in materia di infrastrutture ed altri
interventi per il rilancio delle attività produttive, che trovano il loro precedente
sistematico in alcune disposizioni regionali che tale disciplina avevano anticipato, e la
loro interazione con il nuovo quadro disegnato dal citato T. U. Lincontro di studi, articolato su cinque
sessioni, avrà da un lato natura informativa sui contenuti dellintervento
legislativo letti, peraltro, alla luce dei primi problemi di ordine pratico affrontati in
sede giurisprudenziale, anche con riguardo alla successione tra vecchie e nuove
disposizioni, mentre dallaltro si aprirà alle nuove riflessioni che stanno
attraversando, in uno con la rivalutazione del principio di offensività in materia
ambientale, le tematiche della tutela del territorio e del paesaggio. La prima sessione si aprirà dunque con una
relazione generale sui principi informatori della riforma, attraverso cui verranno
evidenziate le linee sistematiche che percorrono lintero intervento legislativo,
nonché gli interessi che esso mira a tutelare. Il tema della nuova
individuazione degli interessi tutelati dalla legislazione urbanistica edilizia,
oggetto anche di recenti interventi delle sezioni unite della corte di cassazione troverà
spazio allinterno della prima sessione. La necessità di riguardare linterazione
tra tutela del paesaggio e sviluppo antropico porterà lattenzione sul testo unico delle disposizioni legislative in
materia di beni culturali ed ambientali (D. Lgs. n. 490 del 1999), nel suo rapporto con le
pregresse disposizioni poste a tutela dei beni ambientali e culturali, così come alle
previsioni regolamentanti specifiche aree del nostro paese (parchi nazionali e regionali,
zone individuate da convenzioni internazionali quali quella di Ramsar). Le difficoltà ad
operare sul piano del ripristino ambientale, che si mostra sanzione a maggiore efficacia
dissuasiva di quanto non si raggiunga con la semplice condanna, saranno affrontate come
tema specifico in apposita relazione. I lavori proseguiranno nelle sessioni pomeridiane
in forma seminariale, attraverso la divisione dei partecipanti in gruppi dedicati allapprofondimento
di alcune tematiche specifiche, dove per lappunto verrà privilegiato il confronto
tra esperienze. Lultima sessione sarà invece dedicata allesame
di alcune delle fattispecie più innovative tra quelle che si saranno andate delineando
per effetto di ulteriori interventi legislativi, come la legge comunitaria 1 marzo 2002 n.
39 e tenendo conto di eventuali, e non improbabili, modifiche ed integrazioni normative. Destinatari
magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni
penali, nonché uditori con funzioni. Liniziativa
è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e di giudici amministrativi. Durata: due giornate e mezza (cinque sessioni):
dal 3 al 5 marzo 2003. Codice incontro: 749
LE COMPRAVENDITE Lincontro di studi si propone di studiare
in un quadro sistematico il tema classico della compravendita, cercando di
analizzarne i princìpi fondamentali e di verificarne le peculiarità e gli adattamenti in
relazione alle esigenze concrete delle relazioni economico-sociali, anche e soprattutto
con riferimento alla crescente internazionalizzazione dei rapporti commerciali e della
diffusione di moderni strumenti di comunicazione quali internet. Forse per nessun altro istituto si avverte un
uguale bisogno di fare una sorta di punto della situazione, per parlare di
problemi vecchi e nuovi e, più in generale, per trattare delle questioni di maggiore
interesse per linterprete e loperatore giudiziario, ciò anche nella
prospettiva futura della sempre più crescente intensificazione e globalizzazione
della vita economica e dei rapporti commerciali. Secondo questa impostazione, lincontro si
aprirà con un esame approfondito della disciplina codicistica della compravendita,
approfondendo lattenzione sui temi oggetto
di contenzioso, primo fra tutto i temi dellinadempimento e dei suoi rimedi
giudiziali, tra cui in particolare le azioni edilizie legate ai vizi e difetti della res
vendita. Si opererà anche una distinzione tra le
vendite immobiliari e quelle mobiliari, soffermandosi nel primo caso sui fenomeni
ricorrenti delle vendite di immobili abusivi (in
tutto e in parte) o privi di licenza abitabilità e sui più significativi problemi in
tema di contratto preliminare, e nel secondo caso incentrando lattenzione
sulle vendite on line e quelle di prodotti finanziari
(titoli, azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento), operazioni negoziali che non
di rado danno vita a controversie che impongono il ricorso alla tutela giurisdizionale.
Sempre per i beni mobili, ricollegandosi al tema generale della garanzia per vizi, si
discuterà anche del Decreto di recepimento della Direttiva CEE 44/99 relativa alle
garanzie nella vendita mobiliare ai consumatori. Tenendo conto delle esigenze concrete delloperatore
giudiziario, si tratterà pure di ipotesi rientranti solo in parte nello schema tipico
della compravendita, ma oggetto di specifica disciplina legislativa e fonte di notevole
contenzioso; ci si riferisce alla vendita di pacchetti turistici e al contratto
di subfornitura industriale, regolati rispettivamente dal D.Lgs. 11/95 e dalla L.
192/98. Infine, sulla scorta della citata tendenza alla
globalizzazione dei rapporti commerciali, non si potrà a fare meno di
esaminare la disciplina dettata per le vendite internazionali di cose mobili, rispetto
alle quali vigono le Convenzioni dellAja e di Vienna, approfondendo poi il dibattito
sulle questioni di giurisdizione e di legge applicabile, in origine disciplinata dalla
Convenzione di Bruxelles del 1968, oggi sostituita per i paesi dellUE dal
Regolamento Comunitario 44/2001, recentemente entrato in vigore in Italia. Il metodo sarà quello tradizionale delle
relazioni seguite da dibattito, con specifici ed ulteriori approfondimenti in lavori
seminariali organizzati secondo la forma dei gruppi di lavoro. Destinatari:
magistrati di merito e legittimità che svolgono funzioni civili, nonchè
uditori giudiziari con funzioni. Liniziativa è aperta anche agli avvocati del
libero foro, dello Stato, ed ai notai. Durata: dal 10 al 12 marzo 2003 Codice incontro: 750
IL PRINCIPIO DI
INTANGIBILITA DEL GIUDICATO PENALE
Leffetto preclusivo del giudicato penale vive nellordinamento
positivo in una duplice accezione. Come momento di garanzia individuale, da un lato, in
quanto sottrae il singolo ad una teoricamente illimitata possibilità di persecuzione
penale e, quindi, allarbitrio incondizionato dellorgano punitivo (principio
del ne bis in idem). Come limite invalicabile, sotto altro profilo, alla
effettiva tutela della situazione soggettiva della persona condannata che si ritenga lesa
da un accertamento giudiziale ingiusto o non corrispondente agli elementi oggetto di
valutazione nellambito del processo.
Una ricognizione dei temi direttamente collegati al concetto di
giudicato non può, del resto, trascurare lampio dibattito che si è svolto in
dottrina ed in giurisprudenza in ordine al problema della formazione progressiva del
giudicato ed ai connessi effetti sulla eventuale anticipazione della fase esecutiva,
limitatamente alla quota di pena non suscettibile di modificazioni (risolto dallintervento
delle Sezioni Unite della Cassazione 28 giugno 2000, ric. Ruzzolino, che, pur affermando
in linea di principio lammissibilità del giudicato parziale, lo ha escluso nellipotesi
in cui limpugnazione riguardi soltanto il punto pena della imputazione). Più di recente, si è inserita nel dibattito la
tesi secondo la quale il nuovo meccanismo sospensivo previsto dallart. 656 comma 5
c.p.p. sia in grado di determinare una scissione del giudicato, atteso che con lirrevocabilità
della sentenza si formerebbe un giudicato limitato alla affermazione della responsabilità
del soggetto ed alla entità della pena inflitta, mentre il tipo di pena che il condannato
si troverà in concreto ad espiare (la sua qualità) verrebbe specificamente individuato
solo allesito della decisione del Tribunale di sorveglianza sulla richiesta di una
misura alternativa.
Il tema del giudicato si presta, inoltre, ad una visione più ampia
rispetto alla disciplina del diritto positivo, in relazione ad un recente intervento della
Commissione delle Comunità Europee (COM - 2000 - 495 del 26 luglio 2000), sul
riconoscimento reciproco delle decisioni definitive in materia penale. Lobiettivo
che il documento si propone consiste nel diffondere il principio secondo il quale una
decisione adottata da unautorità in uno Stato membro possa essere accettata, in
quanto tale, in un altro Stato, attribuendole effetti diretti anche al di fuori dello
Stato in cui è stata adottata. In tale prospettiva, il riconoscimento reciproco opera
come elemento di possibile soluzione delle difficoltà collegate alla applicazione del
principio del ne bis in idem, con la conseguenza
che una decisione emessa da qualsiasi autorità nellUE conclude liter giudiziario relativo ad una determinata
ipotesi di reato, rendendo inutile ladozione di unulteriore decisione, sulla
base del principio di esaurimento dei procedimenti.
Lincontro di studi si propone, dunque, una riflessione a tutto
campo sul tema del giudicato, senza tralasciare lanalisi di alcuni profili
particolarmente innovativi emersi di recente nel panorama normativo e giurisprudenziale. Merita un approfondimento, in questa sede, linserimento
nel codice di rito dellart. 625 bis, ad opera dellart. 6 della legge 26 marzo
2001, n. 128, che ha introdotto nellordinamento uno specifico rimedio processuale,
denominato ricorso straordinario, finalizzato alla correzione dellerrore materiale o
di fatto verificatosi nel giudizio di cassazione. La
nuova disciplina sembra determinare, ad una prima lettura, il superamento del rigoroso
orientamento interpretativo secondo il quale il
giudizio di legittimità non abilita ad un accesso diretto agli atti del processo,
rimanendo ancorato, viceversa, alla articolazione motivazionale del provvedimento
impugnato. Occorre, sotto altro profilo,
valutare limpatto sul principio di intangibilità della cosa giudicata della
recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 9 gennaio 2002, n.
28, Pisano) che, ai fini della ammissibilità della richiesta di revisione, ha affermato
doversi considerare come prova nuova, rilevante ai sensi dellart. 630 comma 1 lett.
c), oltre che la prova sopravvenuta, anche la prova non acquisita ovvero non valutata
sebbene acquisita, prescindendo dal comportamento delle parti sul punto.
Lincontro di studio proposto offre, infine, la possibilità di
un approfondimento sul tema delleventuale ampliamento delle ipotesi di revisione
previste dallart. 630 c.p.p., al fine di consentire loperatività del rimedio
straordinario in tutti i casi in cui ciò si renda necessario per assolvere lobbligo
internazionale di conformarsi alle sentenze della Corte europea dei diritti umani che
abbiano ravvisato violazione di diritti fondamentali. Il tema prende spunto da una recente
Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio dEuropa agli Stati Membri
(R- 2000- 2 del 19 gennaio 2000) che ha invitato le Parti contraenti a prevedere adeguate
possibilità di riesame di un caso, ivi compresa la riapertura di un procedimento, nei
casi di riscontrata violazione della Convenzione, quando la parte offesa continui a
subire, a causa dellesito della decisione interna, conseguenze negative molto serie
non adeguatamente riparate dal pagamento di somme a titolo di equa soddisfazione. La particolare prospettiva del tema in discussione
sembra, invero, giustificata, da un lato, dalla presentazione di due proposte di legge con
le quali si ripropone alla attenzione del Parlamento italiano la questione delleventuale
contrasto tra giudicato interno e pronuncia della Corte di Strasburgo; dallaltro,
dalla perdurante attualità del tema, in relazione ad alcuni procedimenti di esecuzione in
fase di trattazione da parte del Comitato dei Ministri europeo concernenti decisioni con
le quali è stata riscontrata la violazione da parte dellItalia del principio del
giusto processo, con riguardo a sentenze di condanna inflitte dai giudici italiani sulla
base di dichiarazioni accusatorie rese da soggetti che la difesa degli imputati non aveva
avuto modo di controinterrogare. Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di legittimità e
di merito, che svolgono funzioni penali, nonché magistrati di sorveglianza. Liniziativa
è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro ed ai magistrati militari. Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive): dal 31 marzo
al 2 aprile 2003. Codice
incontro: 752
IL CONTROLLO DEGLI ATTI DA PARTE
DEGLI ORGANI DI GIUSTIZIA COSTITUZIONALE E COMUNITARIA Lincontro si propone di
esaminare i vari aspetti della collaborazione tra
organi di
legittimità costituzionale e comunitaria e giurisdizione interna, nonché i rapporti tra i vari tipi di controllo. Verranno esaminate le modalità di
proposizione delle questioni incidentali da
parte del giudice a quo, sia per ciò che
attiene alla legittimità Costituzionale della norma rilevante per la definizione del
giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale, sia per quanto riguarda la ostatività o meno
allapplicazione della norma interna da
parte di fonti comunitarie ed il relativo giudizio dinanzi alla Corte di Giustizia CE. Largo spazio verrà dato allesame
degli indirizzi della Corte costituzionale, nel tempo affermatisi relativamente al
controllo sulle leggi, con particolare attenzione al tema del rispetto dei trattati
internazionali e lart. 11 della nostra
Costituzione. Per
quanto riguarda il ricorso incidentale alla
Corte di Giustizia, verranno esaminati i vari aspetti della proponibilità delle questioni
anche alla luce delle novità introdotte dal trattato di Amsterdam del 1997 che se da una
parte amplia le competenze della Corte, dallaltra
si ispira nel nuovo testo consolidato del trattato UE, all'art.35 che ha
sostituito lart.K7, per l'interpretazione di Convenzioni e decisioni-quadro, a
criteri rimessi alle dichiarazioni degli stati membri per limitare o meno la
proponibilità della questione pregiudiziale nel solo giudizio per il quale lordinamento
interno non preveda ulteriori mezzi dimpugnazione. Una sessione verrà specificamente
dedicata alla tutela dei diritti fondamentali nella giurisprudenza delle due Corti ed ai rapporti con la Corte Europea dei diritti
dellUomo. Destinatari magistrati giudicanti e requirenti, di
merito e legittimità, che svolgono funzioni civili e/o penali. L'iniziativa è aperta
agli avvocati dello Stato nonché ai magistrati amministrativi, della Corte dei Conti,
militari e tributari . Durata: 5
sessioni di mezza giornata l'una: dal 7 al 9 aprile 2003. Codice incontro: 753
I RAPPORTI PATRIMONIALI DELLA FAMIGLIA Il corso, proseguendo un percorso di
approfondimento delle tematiche afferenti il diritto di famiglia, in materia sostanziale e
processuale, è volto ad analizzare lampio tema della regolamentazione dei rapporti patrimoniali della famiglia, sia legittima che di
fatto, tra autonomia negoziale, disposizioni normative
e intervento del giudice , nonché ad esaminare altri profili inerenti il
contenzioso in materia di famiglia scelti tra
quelli estranei al campo dei rapporti
economici della famiglia, che tuttavia
assumono peculiare rilievo nellelaborazione dottrinale e giurisprudenziale. Gli argomenti trattati saranno volti ad esaminare
i seguenti temi: ruolo dellaccordo e
autonomia negoziale, con particolare riguardo alle convenzioni matrimoniali e alle
iniziative consensuali in materia di separazione divorzio; oggetto, amministrazione
responsabilità e scioglimento della comunione legale; la separazione dei beni; azienda coniugale , impresa
familiare e partecipazione dei coniugi a società; la valutazione delle condizioni
economiche dei coniugi e dei figli ai fini
dellerogazione dellassegno e di altre provvidenze, la pensione e lindennità
di fine rapporto; addebito e assegno di
mantenimento; le modifiche dei provvedimenti accessori di natura patrimoniale; provvedimento presidenziale e le successive competenze del G.I.. Lincontro di studio verrà strutturato attraverso relazioni e gruppi di
lavoro al fine di consentire uno scambio di esperienze sulla giurisprudenza e sulle prassi
Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti,
di merito e di legittimità, che svolgono funzioni civili nella materia della famiglia. Liniziativa
è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e notai. Durata: dal 14 al 16
aprile 2003 Codice incontro: 754
IL PROCESSO DI PARTI
Dopo aver
ritenuto principio consolidato ed in parte ritenendolo tuttora che il
processo penale, in quanto caratterizzato da un contenuto pubblicistico, fosse
indisponibile dalle parti, in questi ultimi tempi si è assistito ad un approfondimento
conseguente ad un parziale riconoscimento degli istituti che, configurando
un potere delle parti, pare aprire la strada, seppur in termini circoscritti, ad un
possibile processo di parti.
Lincontro
di studio dovrà, quindi, scandagliare le aree processuali nelle quali il riferito potere
delle parti si estrinseca.
Oltre al
comportamento processuale in tema di invalidità, lanalisi toccherà gli istituti
della giustizia consensuale e quelli della giustizia negoziale.
Sarà così
possibile considerare le numerose esplicite ipotesi di non opposizione e quelle nelle
quali si sostanzia con o senza contenuti premiali il potere contrattuale,
soprattutto dellaccusa e della difesa.
In questi
contesti si dovranno affrontare per le prospettive di riforma anche il
processo davanti al giudice di pace e quello minorile.
Attenzione,
naturalmente, dovrà essere dedicata anche al tema delle prove che costituisce una nuova
frontiera sia in termini di consenso unilaterale, sia in relazione agli accordi
del tema qui considerato. Destinatari magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, nonché uditori con funzini. Liniziativa
è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e magistrati militari. Durata: tre sessioni (un giorno e mezzo) per due edizioni: Codice incontro: 755 I^ edizione
dal 28 al 29 aprile 2003. Codice incontro: 774 II^ edizione
dal 2 al 3 ottobre 2003
LOFFENSIVITA
Loffensività,
ovvero, secondo la variante più radicale, la necessaria offensività, predica laspetto
sostanziale della costituzione formale del reato, centrata sulla previsione di legge. Il
predicato delloffensività è connaturale a una concezione democratica del diritto
penale, perché ne evita la possibili derive autoritarie, connesse alla visione del reato
come disobbedienza. Inoltre, è nella dimensione delloffensività che trova spazio lesigenza
ideologica e insieme teleologica dellextrema
ratio, perché la norma penale trova
fondamento nella funzione di tutela di beni che la collettività ritiene irrinunciabili.
In questo quadro concettuale il principio di offensività opera secondo due direttrici:
per il diritto vigente, esso dovrebbe costituire il parametro della legittimità
costituzionale dei reati, perché il bene protetto si inserisce in un definito sfondo
costituzionale; per il legislatore, esso dovrebbe costituire il limite per la creazione di
nuove figure di reato. Sotto il profilo dellapplicazione della legge penale, il
principio di offensività conduce allesclusione della rilevanza penale dei fatti
inoffensivi; ovviamente, in questa proiezione loffensività è valutata in concreto
e conduce allaffermazione che possano esistere fatti tipici che non siano però
offensivi. Una derivazione di questultima concezione si rinviene nellaffermazione
della irrilevanza penale del fatto tipico, conseguente al riscontro concreto dellesiguità
delloffesa. Laffermazione del principio di necessaria offensività è
problematica in vigenza di reati senza offesa, di pericolo astratto, di scopo e dei reati
nei quali è preminente lelemento intenzionale. Da tale problematicità segue che da
una parte vengono sollevati al riguardo dubbi di costituzionalità, dallaltra se ne
trae argomento per ribadire che loffensività è interna alla previsione del reato, che dunque è
un fatto tipico offensivo e non un fatto offensivo tipico; in questa seconda guisa loffensività
diviene lesito dellesperimento interpretativo nel procedimento di applicazione
della norma penale. Lincontro si ripropone
dunque da un lato di analizzare gli effettivi esiti del dibattito ad oggetto il principio
di offensività sulla legislazione di più recente produzione, dallaltro di
approfondire, anche e soprattutto in chiave critica, i risultati dellapplicazione
giurisprudenziale delle categorie delloffensività, con particolare riguardo a
quegli ambiti dove più largamente si è fatto ricorso alle categorie delloffensività.
Lincontro si articolerà su
cinque sessioni, di cui almeno due dedicate al confronto tra i partecipanti nei gruppi di
lavoro e/o allanalisi di casi reali e della motivazione di pronunzie
giurisprudenziali che si sono richiamate a diverso titolo al principio di offensività. La riflessione sulloffensività peraltro
comporta altresì una approfondita verifica di alcuni istituti formalmente processuali
introdotti nel recente passato da alcune leggi di riforma come, a puro titolo di
esempio, si ricorda quella istitutiva della competenza penale del Giudice di pace- e che
appaiono in qualche modo ispirate alle categorie delloffensività ed alla loro
utilizzazione (a volte impropria) in chiave deflativa. Strada questa decisamente imboccata
dal legislatore anche recependo le esperienze di altri ordinamenti europei, le cui
scelte in materia pure saranno oggetto di attenzione nel corso dellincontro-, ma che
appare pregna di effetti collaterali sul piano del diritto sostanziale, che non sempre
sono stati oggetto di adeguata riflessione in sede di applicazione concreta degli istituti
di nuova introduzione. Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti, di merito e di
legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori
con funzioni. Liniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero
foro e dei magistrati miliari. Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo): dal 5 al 7 maggio
2003. Codice incontro: 756
LA TUTELA SOMMARIA CAUTELARE Il tema della tutela sommaria cautelare
costituisce uno degli argomenti maggiormente dibattuti nellambito delle iniziative
dedicate al processo civile e alle modifiche allo stesso apportate dalla riforma del
90. Le questioni nascenti dal ricorso sempre più frequente alla tutela cautelare e
durgenza, spesso motivato anche dal tentativo di ovviare alla lunghezza dei tempi
del processo ordinario di cognizione, hanno costituito oggetto di ampie riflessioni nel
corso degli incontri a tal fine organizzati, con cadenza pressochè annuale, permettendo
il consolidarsi delle interpretazioni giurisprudenziali sul nuovo procedimento cautelare
uniforme e una riflessione sulle ripercussioni delle nuove regole sulla disciplina dei
procedimenti cautelari extravaganti, offrendo altresì loccasione per una
valutazione, anche in chiave di diritto comparato, dei vantaggi offerti da tale forma di
tutela, nonchè dei rischi derivanti da un suo abuso. La centralità che nellarchitettura
del codice di rito va sempre più assumendo il ricorso alla tutela sommaria cautelare è
testimoniata dalla più recente produzione normativa anche di derivazione
comunitaria , che proprio al fine di rendere effettiva la garanzia dei diritti
presi in considerazione non manca loccasione di introdurre specifiche misure
cautelari, la cui disciplina si rinviene in norme di richiamo agli art. 669 bis e ss.
c.p.c. Linteresse per tale tecnica
processuale trova poi uninequivocabile conferma nei vari progetti di legge di
riforma del processo civile, nei quali, oltre a rimarcare il ruolo fondamentale della
cautela (sulla scorta degli insegnamenti della Corte Costituzionale), si tende ad
attribuire a tale strumento anche una funzione deflattiva del contenzioso ordinario. Il
richiamo alle regole ed alla disciplina di istituti doltre frontiera (valga per
tutti il richiamo al referè di derivazione transalpina) contenuto, ad esempio, sia nel
recente progetto di riforma del processo civile, sia nei decreti legislativi di riforma
del diritto processuale societario, rende di estrema attualità le problematiche nascenti
dalla tutela cautelare, e quindi oltre modo opportuna unulteriore iniziativa
formativa sul punto. Il corso affronterà in maniera
specifica le novità che si profilano de iure condendo (o forse de iure condito alla data
di svolgimento del corso) e, anche tenendo conto di queste novità, rappresenterà una
proficua occasione per discutere delle regole generali dell autonomia e
strumentalità della tutela in oggetto, dei rapporti tra le misure cautelari
tipiche e quelle extravaganti, con specifico riferimento al principio di
residualità di cui allart. 700 c.p.c., ripercorrendo altresì,
attraverso gli snodi fondamentali, lo sviluppo del procedimento cautelare, nonché lattività
istruttoria e i suoi possibili esiti decisionali (a tale ultimo proposito soffermando lattenzione
anche sulla tecnica di redazione dei provvedimenti).
Per la particolarità della materia affrontata,
oltre alla consueta, e doverosa, attenzione alla più recente giurisprudenza della
Cassazione, risulterà imprescindibile la disamina della giurisprudenza di merito e delle
prassi applicative maturate presso i vari uffici giudiziari, spesso imposte dalla
necessità di supplire ad una disciplina volutamente, e forse opportunamente, generica in
alcuni suoi aspetti. A tal fine la sede più opportuna
per una riflessione su tali ultime problematiche sarà costituita dai gruppi di lavoro,
che si affiancheranno, come di consueto, alle relazioni di stampo tradizionale, il cui
contenuto mirerà ad un contemperamento tra analisi teorica dei problemi e disamina delle
difficoltà di carattere più immediatamente pratico, anche con il ricorso alla tecnica
del dibattito immediato, metodo che offre ormai da anni risposte più che lusinghiere. Destinatari: magistrati di merito che svolgono funzioni
civili, nonchè uditori giudiziari con funzioni. Liniziativa è aperta agli avvocati
del libero foro, dello Stato, nonché a magistrati amministrativi e contabili. Durata: tre giorni (
cinque sessioni complessive) dal 12 al 14 maggio 2003
Codice incontro: 757
DURATA RAGIONEVOLE E PROCESSO
PENALE
Nel contesto
della riforma costituzionale del giusto processo (art. 111 Cost.) il
Parlamento tra gli altri princìpi e criteri - ai quali deve attenersi il
legislatore ordinario nel regolare il processo anche quello penale ha
previsto quello della durata ragionevole dei giudizi.
Innestato dalle
ripetute condanne dellItalia a livello europeo si tratta di un canone ineludibile
che deve contemperare efficienza e garanzia.
Sarà perciò
necessario, dopo una verifica della giurisprudenza europea sul punto e della legge
Pinto con cui il Parlamento è intervenuto per canalizzare allinterno del
sistema il problema delle responsabilità del nostro Paese, affrontare più direttamente
gli snodi processuali più significativi delle ricadute del principio de quo.
Dovranno,
pertanto, essere affrontate le tematiche dei c.d. tempi morti del processo ed
il regime di passaggio da una fase ad unaltra; sarà indispensabile scandagliare gli
spazi di discrezionalità dellazione, della giustizia consensuale e di quella
negoziale; non potranno essere eluse le questioni dellinvalidità e della loro
progressione.
Una particolare
attenzione dovrà essere dedicata ai rapporti tra la durata ragionevole del processo ed il
sistema delle impugnazioni.
Non potranno
essere trascurate neppure le problematiche
della fase esecutiva.
In altri
termini, sarà necessario considerare lintera struttura processuale individuando le
patologie ed i rimedi per rendere sistematicamente funzionale e
adeguatamente garantito il processo penale. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché
uditori con funzioni. Liniziativa è aperta agli avvocati del libero foro ed ai
magistrati militari. Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo) per due edizioni: Codice incontro: 758 I^ edizione dal 19 al 21 maggio 2003 Codice incontro: 771 II^ edizione dal 17 al 19 settembre 2003
QUESTIONI ATTUALI IN MATERIA DI RESPONSABILITA E RISARCIMENTO DA
CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI, NATANTI, TRENI E AEREI La ripartizione di competenza per valore tra
Giudice di Pace e Tribunale relativamente alle cause di risarcimento danni prodotto dalla
circolazione dei veicoli e natanti attribuisce
alla competenza del Tribunale le cause di maggior valore (superiore a 15.493,71). Trattasi, sovente, di sinistri con lesioni mortali o gravi per i danneggiati con conseguenti problematiche relative alla
individuazione dei danni risarcibili a favore degli eredi o degli stessi danneggiati. Verranno affrontate le questioni
attuali e ricorrenti, derivanti dalla
partecipazione al giudizio del Fondo di Garanzia per le vittime della strada , dal diritto vantato dal gestore del
Fondo a rivalersi nei confronti della procedura di liquidazione coatta amministrativa per
il costo degli indennizzi corrisposti per sinistri causati dalla circolazione di veicoli o
natanti assicurati presso la compagnia
insolvente. Saranno anche oggetto di confronto i limiti della
surroga dellassicurazione sociale, anche con riferimento alle nuove voci
risarcitorie (danno edonistico, esistenziale, ecc) La disamina delle varie tecniche risarcitorie
adottate presso le corti di merito, sottoposte
al vaglio della giurisprudenza di legittimità, mira a fornire un quadro quanto più
esaustivo sullargomento. Il dibattito verterà , in base ai più recenti orientamenti della giurisprudenza di
legittimità e di merito, sui criteri risarcitori del danno alla persona, in cui viene in
rilievo il prezzo delluomo, con
particolare attenzione alle modalità di accertamento e
quantificazione del danno biologico , sia per le micropermanenti, che per le macropermanenti. In particolare la l. 5 marzo 2001 n. 57, impone
una riflessione sul sistema di liquidazione delle micropermanenti, sulla
nozione di danno biologico, introdotta dalla stessa legge e
sullindividuazione delle condizioni che permettono il risarcimento del
danno ulteriore ai sensi dellart. 5 della legge in questione e sui nuovi obblighi
posti a carico delle imprese di assicurazione per lofferta e liquidazione dei danni
a cose ed alla persona Verranno anche approfonditi i
criteri risarcitori delle macropermanenti, rimasti al di fuori della
disciplina normativa, ed ancora in attesa di una complessiva risistemazione da parte del
legislatore. Tra gli aspetti da approfondire vi è anche lincidenza
del danno biologico su un soggetto già
parzialmente incapace e i diversi criteri risarcitori
rispetto allipotesi di danno subito da soggetto sano Saranno oggetto di confronto i rapporti tra danno
biologico, danno psichico e danno esistenziale e la possibilità di liquidazione autonoma anche di tali ultime voci di danno, in aggiunta al
collaudato archetipo del danno biologico In tema di risarcimento danni agli
eredi delle vittime della strada verranno esaminate le fattispecie risarcitorie più
frequenti e controverse , quali i limiti risarcitori del danno
biologico da morte iure succesionis, come ridisegnato dalle pronunce della
Suprema Corte (soprattutto nel caso di danno catastrofico) e iure
proprio, il danno edonistico, il danno estetico, il danno alla vita di relazione,
alla vita sessuale, e i criteri risarcitori e le circostanze utili di cui il giudice deve
tenere conto nella liquidazione dei danni subiti dalle varie tipologie di vittime (minori,
studenti, disoccupati, casalinghe, anziani). Sarà anche elaborato un
quesito-tipo da sottoporre al consulente tecnico dUfficio che tenga conto dei nuovi
orientamenti in tema di accertamento del danno alla salute In caso di grave invalidità
permanente saranno analizzate la possibilità di liquidare al danneggiato, in alternativa
ai tradizionali criteri risarcitori, un
assegno periodico vitalizio, rivalutabile e di criteri di liquidazione di tale assegno.
Questione controversa , a cui si tenterà di
fornire una risposta, è costituita dalla generalizzata risarcibilità del danno morale in
caso di violazione di diritti costituzionalmente garantiti e , quindi, della possibilità
di riconoscimento del danno non patrimoniale oltre gli stretti confini del danno morale,
nel caso non infrequente, di presunzione di responsabilità , ai sensi del primo o secondo
comma dellart. 2054 cod. civ., o di assenza di fatto-reato. In tema di danno morale saranno analizzati i più
recenti orientamenti sui criteri risarcitori del danno
morale ai congiunti, sullonere probatorio incombente su questi ultimi e sulla
risarcibilità del danno morale cd affettivo , nel caso, ad esempio, di
perdita, a seguito del sinistro, di animali e beni materiali di
particolare valore affettivo La natura non patrimoniale del danno morale,
riaffermata dalla stessa Corte Costituzionale nei suoi numerosi interventi, pone poi la
necessità di verificare quali parametri risarcitori possano essere adottati, essendo di
per sè suscettibile di discussione qualsiasi criterio con il quale si tenda a monetizzare
la sofferenza ed il dolore, specialmente laddove il danno morale appaia slegato dal danno
biologico, profilandosi quindi quale unica voce risarcitoria . Verrà affrontato anche il tema della
risarcibilità dei danni riflessi, subiti da soggetto diverso da quello immediatamente
oggetto della lesione del diritto, con riferimento al nesso di causalità tra fatto e
evento lesivo. In tema di danni ai veicoli
saranno oggetto di dibattito i criteri di quantificazione del danno , con particolare
attenzione al rapporto tra valore commerciale del veicolo ed eventuali maggiori spese di
riparazione, alla quantificazione del cd fermo tecnico del veicolo, al danno
conseguente alle spese di assicurazione e bollo auto non
goduti. Relativamente ai danni conseguenti alla
circolazione dei natanti, treni e aerei una sessione sarà dedicata ai profili inerenti
alla rispettiva responsabilità, con particolare attenzione alla possibile affermazione di
responsabilità del vettore anche per carenze organizzative o gestionali, non solo nel
caso di sinistro , ma anche per il solo
ritardo colposo nellespletamento del servizio. Destinatari: magistrati di merito e
legittimità che svolgono funzioni civili, nonchè uditori con funzioni. Liniziativa
è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro e funzionari ISVAP. Durata : tre sessioni (un giorno e
mezzo) dal 22 al 23 maggio 2003. Codice incontro: 759
LE PROFESSIONI INTELLETTUALI:
RESPONSABILITA ED ETICA Lincontro ha la funzione di approfondire la
tematica relativa alla responsabilità dei professionisti
in genere (tra cui notai, avvocati, medici, ingegneri geometri ,ragionieri commercialisti)
stante il considerevole aumento delle cause in materia.di responsabilità
professionale. Mira a favorire lo scambio di esperienze tra i
partecipanti in ordine alle varie problematiche relative alla individuazione delle
relative responsabilità civili e penali , individuate in base alle diverse categorie
professionali. Saranno oggetto di approfondimento
laccertamento del criteri di imputazione della responsabilità nei diversi settori
civile e penale, con particolare riferimento ai criteri di accertamento del nesso di causalità tra condotta ed evento. Sotto il profilo penale laccertamento
sarà effettuato con riferimento al reato commissivo
proprio ed a quello commissivo mediante omissione,
tenendo conto della
complessita' della catena causale e degli eventi naturali su cui incidono
una serie indefinita e indefinibile di fattori, ivi compresi la
condotta umana. In particolare , quanto alla
responsabilità professionale medica saranno oggetto di dibattito, le questioni attinenti alla soglia di responsabilità
con particolare riguardo alla responsabilità lieve, al criterio di
individuazione della colpa con riferimento al grado di difficolta' tecnico scientifico in relazione al quale l'errore si
verifica, allobbligo di informazione, al consenso del paziente. La particolare natura degli interventi di
chirurgia plastica , il diverso tipo di informazione richiesto ed il relativo
consenso informato ne consigliano un approfondimento anche in considerazione
del notevole aumento di cause concernenti tale specifica fonte di responsabilità ed in
considerazione dei danni di natura psichica che spesso si aggiungono alle altre voci di
danno. Quanto alla responsabilità dei notai ,
saranno individuati gli obblighi gravanti sul professionista e quelli invece esclusi in relazione ai vari atti da questi redatti, lindividuazione
della condotta negligente o la mancanza di perizia idonee a configurarne la
responsabilità e la natura contrattuale o extracontrattuale delle violazioni ascrivibili. Particolare attenzione sarà dedicata ai
trasferimenti immobiliari. che rappresentano i casi più frequenti di responsabilità
professionale del notaio , ed alle modalità di accertamento della libertà del bene o dei
vincoli gravanti sullimmobile e sulle modalità anche temporali di effettuazione
delle visure. Ulteriori profili di responsabilità, di cui
vanno precisati i limiti soggettivi ed oggettivi, sono
rappresentati dalla falsità in atti , dalla redazione di atti costitutivi di società e
dalla cd lottizzazione abusiva. Saranno approfondite le questioni
della responsabilità penale del notaio rogante nel caso di: partecipazione cosciente e volontaria (es: al piano lottizzatorio), sia le
fattispecie di concorso colposo del
notaio . La responsabilità degli avvocati sarà
esaminata, in particolare, sotto il profilo della scadenza del termine per proporre
appello, della mancata interruzione del
termine prescrizionale ,della proposizione di gravame manifestamente infondato. Sotto il profilo penale sarà oggetto di
dibattito i limiti di liceità dei rapporti col cliente in relazione alle fattispecie di
eventuale concorso di reati . subornazione di testi e favoreggiamento personale. La responsabilità dei ragionieri
e commercialisti sarà trattata con particolare riferimento alla erronea
predisposizione delle denunce fiscali , allerronea determinazione, per eccesso o per
difetto, delle imposte o contributi da versare allerario, all omesso
versamento dei contributi , allinfondato ricorso in Commissione Tributaria o all erronea difesa del contribuente davanti
alle Commissioni tributarie. Sotto il
profilo penale saranno oggetto di dibattito la possibilità di configurare il concorso nei
reati di evasione fiscale e di
bancarotta per distrazione da parte del professionista che indichi al cliente
il mezzo per evadere le tasse, oltre la soglia della punibilità , e per sottrarre i beni alla garanzia dei creditori. La responsabilità professionale delle altre categorie
professionali sarà oggetto di approfondimento
con particolare riferimento alle ipotesi più frequenti, quali, ad esempio , la
responsabilità del progettista, e leventuale concorso con altri corresponsabili o
correi, quali il direttore dei lavori ed il costruttore. Particolare
importanza assumono i criteri risarcitori del
danno conseguente allaccertamento della responsabilità professionale ,anche in
considerazione della individuazione di nuovi tipi di danni (es. danno esistenziale,
danno edonistico il danno riflesso , ecc) e della continua rielaborazione di
categorie di danno tradizionali, quali il danno biologico, il danno biologico iure
proprio,e iure hereditatis, il danno psichico, ecc. Appare, anche
utile suscitare una riflessione tra i partecipanti sulla possibilità di ampliamento della categoria del
danno non patrimoniale , fino a ricomprendere
anche altre voci di danno diverse dal danno morale e sulla possibilità di liquidare il
danno non patrimoniale, conseguente a responsabilità professionale, anche al di fuori della sola ipotesi di fatto-reato
fondata su una interpretazione costituzionale dellart. 2059 c.c., in base al metodo
sistematico interpretativo ricavabile dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale n.
184 del 14.7.1986 che non consente limitazioni di alcun genere alla tutela di valori
costituzionali. Destinatari: magistrati, giudicanti e
requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni civile e/o penali, nonchè
uditori con funzioni. Liniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del
libero foro, dello Stato, notai e commercialisti: saranno, altresì, invitati medici. Durata: tre giorni: dal 26 al 28 maggio
2003 Codice incontro: 760
I NUOVI PROCEDIMENTI IN MATERIA DI DIRITTO
SOCIETARIO Con i decreti attuativi della legge di riforma del
diritto societario 3 ottobre 2001,n.366 sono state introdotte nuove istituzioni del
diritto processuale, allinsegna oggetto di enunciato referente secondo lart.12
della delega del giusto processo, declinato secondo i canoni di una più rapida
ed efficace definizione. Le scelte compiute esprimono una significativa
discontinuità rispetto ad altre legislazioni di mero adeguamento al novellato parametro
costituzionale dellart.111 Cost. in quanto da un lato introducono una pluralità di
modelli procedimentali, alcuni disponibili nelle iniziative delle parti e dunque almeno
parzialmente alternativi e dallaltro accentuano un disegno di separatezza
organizzativa di un comparto del diritto delleconomia che oltrepassa lo stesso
diritto societario in senso stretto. Le nuove norme, invero, ricomprendono tutte le
controversie genericamente proprie dellexit, cioè della circolazione della
partecipazione del socio e dei diritti ad essa correlati, oltre a riguardare le liti fra
socio e società. Inoltre sono destinate ad applicarsi ai conflitti dellintermediazione
finanziaria latamente intesa anche con riguardo ai servizi dellinvestimento
mobiliare, oltre che alle liti interbancarie, con allargamento del campo di tutela offerto
agli interessi diffusi mediante la loro esponenzialità in capo alle associazioni
consumeristiche e alle camere di commercio. Particolare
attenzione verrà riservata alla modulazione innovativa della competenza collegiale, ora
divenuta la regola del nuovo processo di cognizione ed evocabile dopo una inedita fase di
preparazione, diretta allintervento del giudice ma ancora disponibile
nelliniziativa lasciata così alle parti. Tale potere di scelta del rito è ancora
ravvisabile nellalternativo procedimento sommario di cognizione, affidato al
tribunale in composizione monocratica e previsto
per le cause a base patrimoniale in senso stretto (pagamento di danaro o consegna di beni
mobili). Specifico approfondimento
riguarderà poi la rimodellata opzione cautelare, così come interamente riscritta,
secondo un bisogno di analisi che dovrà investire sia la ricognizione più ampia delle
controversie così come allargate dalla riforma e rispetto a cospicue tradizioni
interpretative circoscriventi la tutela anticipatoria (proprie soprattutto della
responsabilità societaria) sia la portata di fatto concludente che tali giudizi saranno
destinati ad assumere in ragione del riassetto giudiziale del rapporto in conflitto (e quindi oltre i limiti di giudicato). La specialità di tale disciplina anche rispetto al
procedimento cautelare uniforme sarà dunque oggetto di puntuale selezione per il suo
impatto sullorganizzazione del lavoro del giudice, tenuto conto della frequenza con
cui tali controversie già ora intercettano un primo intervento sollecito ed urgente. Gli
oggetti della riflessione, inoltre, terranno conto della marcata caratterizzazione negoziale
che i nuovi rapporti societari hanno assunto con la riforma e dunque del riflesso
imponente che la ricostruzione della volontà dei privati assumerà in sede contenziosa,
essendo in parte evaporato il richiamo di cogenza di norme imperative proprie dellorganizzazione
societaria. In questambito saranno considerati i problemi propri della tutela
cautelare relativa ai rapporti deferiti ad arbitri e più in generale il raccordo con la
tutela conciliativa statutariamente prevista. Ulteriore disamina riguarderà il
procedimento camerale e la nuova disciplina dettata con riferimento alla possibile
destinatarietà dei procedimenti verso una sola ovvero più parti. Il corso, in chiave di
completezza, è poi esteso alla autonoma vicenda del controllo giudiziario secondo la
novellata disposizione di cui allart.2409 c.c., meritando i rispettivi ridisegnati
presupposti un apposito approfondimento. I moduli didattici, oltre a contemplare un
ampio ricorso al materiale (anche comparativo) oggetto di riferimento nei lavori
preparatori della Commissione delegata alla redazione dei decreti legislativi, terranno
conto delle prime riflessioni avviate nellambito scientifico sia dei giuristi che
della cultura aziendalistica e bancaria. Ciò dovrebbe meglio consentire di cogliere le
propensioni riorganizzative dei modelli
contrattuali così come offerti alle imprese societarie
e finanziarie dal legislatore, oltre che di comprendere le aspettative di
notoria prevedibilità delle decisioni sui conflitti alla base delle correlative scelte. Per tale ragione appare del tutto essenziale laccesso
ai corsi dei notai e dei dottori commercialisti, oltre che degli avvocati. Destinatari: magistrati
di merito e di legittimità che svolgono funzioni civili con preferenza per quelli che
trattano la materia societaria e fallimentare. Liniziativa è aperta alla
partecipazione di avvocati del libero foro e dottori commercialisti. Durata: due giorni e
mezzo (cinque sessioni complessive) dal 3 al 5 giugno 2003. Codice incontro: 761
DIRITTO AL SILENZIO E DIRITTO AL CONTRADDITTORIO Laffermazione sul piano costituzionale del
contraddittorio come metodo di formazione della prova implica una compressione dei
tradizionali spazi riservati al diritto al silenzio, quale espressione del diritto alla
difesa, non già perché questultimo riceva oggi una tutela di grado inferiore ma
per levidente esigenza di renderlo compatibile, senza cedimenti, con il nuovo
principio di euristica giudiziaria, al quale non è estranea una componente di diritto
soggettivo processuale in capo alle parti. Si tratta, infatti, di una regola di
conformazione delle conoscenze giudiziarie, che si traduce nel diritto delle parti a
costruire dialetticamente il materiale della decisione. Il legislatore ordinario ha
realizzato la combinazione dei contrapposti principi costituzionali, tracciando i
reciproci confini per mezzo della moltiplicazione delle figure soggettive di dichiaranti,
ciascuna con una propria disciplina, con il risultato di rendere alquanto complessa lopera
di ricostruzione interpretativa. Da qui nasce il bisogno di un approfondimento tematico
sulle regole di formazione della prova dichiarativa. Ma il fine dellincontro non è
solo quello di affinare le conoscenze della elaborata disciplina codicistica sui mezzi di
prova di tipo dichiarativo, che peraltro rivestono particolare importanza in un processo a
tendenza accusatoria. Del pari, infatti, occorre ripensare lintera struttura del
processo, accelerando il mutamento di prospettiva valutativa nella considerazione della
composizione bifasica del procedimento istruttorio, senza possibilità di trasmigrazione
dei risultati dellattività prodromica di raccolta ed individuazione delle fonti di
prova nel patrimonio conoscitivo messo a disposizione del giudizio. Ciò consentirà nel
più breve tempo lacquisizione negli operatori pratici, giudici e pubblici
ministeri, di una consapevolezza di sistema, capace di contenere le tentazioni
interpretative di porre le poche eccezioni normative alla regola della assoluta
separatezza tra la fase delle indagini e quella del processo come premessa di una
rivisitazione in chiave inquisitoria dellintera disciplina istruttoria. Spetta non
solo ai giudici misurarsi con il nuovo impianto probatorio in funzione di un
riassestamento dellimpostazione valutativa; i pubblici ministeri, infatti, devono
farsi carico del non facile compito di mettere a punto nuove strategie investigative e
processuali. Lincontro, pertanto, dedicherà un momento di riflessione anche allistituto
dellinutilizzabilità della prova, sia come risposta fisiologica alla struttura
bifasica del processo, sia come sanzione di comportamenti volti al recupero in funzione
decisoria di materiale informativo probatoriamente inidoneo. Oggetto di approfondimento
sarà, poi, listituto delle letture dibattimentali, nella duplice veste di strumento
di valutazione critica della prova costituenda e di eccezionale mezzo di recupero
istruttorio di elementi informativi preesistenti. In questultimo ambito si
riserverà un momento di riflessione critica al consenso delle parti come contrappeso alla
perdita di contraddittorio, facendo così di questo emergere la componente di situazione
soggettiva delle parti. La struttura dellincontro sarà articolata
su tre sessioni, nella seconda delle quali si svolgerà lavoro in gruppi tematici per il
confronto delle diverse esperienze. Destinatari: magistrati giudicanti e
requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con
funzioni. Liniziativa è aperta ad avvocati del libero foro e magistrati militari. Durata: tre sessioni (un giorno e mezzo) per due edizioni: Codice
incontro: 762 I^ edizione
dal 6 al 7 giugno 2003 Codice incontro: 785 II^ edizione dal 27 al 28 novembre 2003
SESTO CORSO MARIO AMATO DI
APPROFONDIMENTO TEMATICO DELLE TECNICHE DI INDAGINE: I PROTOCOLLI DI INDAGINE Il C.S.M. nella circolare di
formazione delle tabelle ha previsto che nei grandi uffici di procura debba essere
assicurata lunifomita di indirizzo nella conduzione delle indagini
predisponendo dei protocolli di indagine per categorie di procedimenti promuovendo a tale
scopo riunioni periodiche tra i magistrati.
La necessita
di elaborare protocolli di indagine deriva
inoltre direttamente dalla sempre piu complessa realta delle indagini che
spesso richiedono conoscenza di mezzi scientifici o di discipline del tutto estranee al
bagaglio formativo del magistrato.
Il corso e dunque ispirato dalla esigenza di proporre ed
elaborare modelli di indagine che possano essere utili soprattutto per affrontare
correttamente i primi atti, ed in particolare quelli urgenti,
del procedimento.
Il corso si
sviluppera pertanto, con il metodo del
seminario alternanza di relazioni e gruppi di studio - in due direzioni: da una parte di rassegna e scambio di esperienze
gia in corso, e dallaltra di esame di singoli punti problematici di specifiche indagini al fine di elaborare il relativo
protocollo.
Si avra
quindi riguardo a quelle indagini che richiedono interventi urgenti sul luogo del fatto
(quali ad es: lomicidio, la rapina etc.) con particolare riferimento alla tipologia
e alle modalita degli atti da seguire, a seconda, per esempio, della matrice che
pare avere ispirato latto (es: omicidio di criminalita organizzata, atto
terroristico, omicidio seriale etc. etc.), e a quelle che richiedono particolari
conoscenze tecniche, quali le indagini finanziarie e societarie, in particolare con
riferimento anche alle implicazioni nei rapporti internazionali che spesso tali indagini
comportano. Non dovra nemmeno essere tralasciato
lesame del campo delle indagini che riguardano le c.d. fasce deboli e
dunque quei reati che vedano come vittime o autori, minori di eta o infermi
psichici, o persone anziane.
Attraverso lesame delle nuove tecnologie di indagine si esamineranno
anche le possibili scelte che permettano di
coordinare i principi di completezza della indagine e di ragionevole durata del processo.
Si dovra
infine anche fare riferimento allopportunita e necessita di elaborare
protocolli di indagine per quei reati ormai
demandati al giudice di pace, al fine di permettere alla polizia giudiziaria che deve
provvedere allelevazione dellimputazione una migliore organizzazione del
lavoro. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché
g.i.p.. Durata: sette sessioni (tre giorni e mezzo): dal 16 al 19
giugno 2003. Codice incontro: 764
LA
TUTELA CIVILE E PENALE DELLE OPERAZIONI SUL CAPITALE
SOCIALE E DELLINVESTIMENTO SOCIETARIO Secondo lopinione
tradizionale, la disciplina codicistica assegna al capitale sociale la funzione precipua
di assicurare la vitalità dellimpresa e di garantire i creditori sociali. Listituto,
posto a tutela dinteressi collettivi, deve oggi confrontarsi, per un verso, con
nuove esigenze di protezione degli investitori e dei risparmiatori, atteso il maggior
ricorso al mercato del capitale di rischio (si pensi, ad es., alle Sicav) ed il varo di uninedita
legislazione sui patrimoni dedicati (in attuazione della l.366/2001); per altro verso, con
una disciplina sanzionatoria che, mossa di recente da una visione privatistico-negoziale
del presidio penale societario (con il ricorso alla punibilità a querela dei reati, con lintroduzione
del requisito del danno patrimoniale, con la predisposizione del risarcimento del danno in
funzione estintiva dei reati e rinnovata attraverso il ridisegno delle azioni di
minoranza, oltre che la riscrittura dellart.2409 c.c.), sembra porre in crisi
profonda lessenzialità delle funzioni tradizionalmente assegnate al capitale
sociale stesso. Con evidenti difetti di
sistematicità, il controllo delle condotte elusive rispetto alla integrità allora e
piuttosto del patrimonio tenendo conto delle nuove frontiere della separazione dei
beni vincolati allo scopo di rischio economico - deve ora declinarsi nella
rappresentazione di una pluralità di livelli di protezione degli interessi: i conflitti
concernono così sia il rapporto fra società e soci, imperniato su un aggiornato
paradigma del danno idoneo a costituire una leva dirimente per lintervento
giurisdizionale sia le relazioni di mercato, ove gli stessi soci o terzi soggetti
(titolari di nuovi strumenti finanziari, creditori sociali classici, creditori
involontari) patiscono frequenti deficit di informazione sui conti essenziali alla
valutazione corretta delle aspettative di rischio e di affidamento. Ovvero, quali soggetti
concorrenti nella definizione di condotte alterative dellequilibrio patrimoniale e
degli indici di rischio dellattività economica, alimentano una apparente vitalità
dellimpresa cui non corrisponde possibilità di adempimento per le obbligazioni
intraprese, così occultando linsolvenza (mediante concessione abusiva del credito)
ovvero non permettendo limmediata scoperta della portata dei vincoli sui beni
introdotti (garanzie date per operazioni del gruppo senza utilità per la controllata)
ovvero anche favorendo un approccio di investimento fondato su conti non veritieri
(cessione di quote di società con perdite) o su traslazioni aziendali spoliative (a
dispetto dello strumento contrattuale usato). La pluralità dei modelli adottati nelle
prassi delle imprese e con riguardo alla circolazione della partecipazione, da
un lato e alle movimentazioni dellazienda dallaltro (affitto, cessione di
ramo) impongono un aggiornamento ricognitivo della complessa
struttura contrattuale e finanziariadelle società. Il corso si propone di cogliere le
implicazioni e i reciproci riflessi tra la disciplina civilistica e quella penalistica in
materia di tutela dellinvestimento e della partecipazione, così da superare la più
tradizionale focalizzazione imperniata sul mero meccanismo societaristico di
corrispondenza del capitale sociale. Ripercorse dunque le teorie
civilistiche sulle funzioni svolte dal capitale sociale, altresì alla luce della
normativa di settore del mercato degli strumenti finanziari e dei nuovi assetti delle
società introdotti dai d.lgs. di attuazione della riforma della l.366/2001, lattenzione
sarà incentrata sulla disciplina - anche di derivazione comunitaria - dei conferimenti,
in particolare di quelli in natura, delle creazioni intellettuali e dei crediti; sui
principali istituti dellexit, secondo le diverse regole di circolazione delle
partecipazioni (nuovi soci, nuove società) e
delle aziende (i meccanismi di trasferimento); sulle principali operazioni infragruppo. Nello studio del microsistema di tutela penale del capitale sociale
(come riformulato dal d.lgs. n. 61/2001) particolare disamina sarà riservata al falso
nelle valutazioni, in particolare alle ipotesi di falso colposo, nonché ai nuovi fatti di
rilevante sopravvalutazione di cui allart. 2632 c.c., con i problemi di interferenze
con le ipotesi di cui agli artt. 2621 e 2622
c.c. Da ultimo, non si mancherà di affrontare
il profilo dellindividuazione dei soggetti attivi dei reati attinenti, nella
rappresentazione informativa, nelle operazioni di disinvestimento, nella circolazione
delle frazioni di partecipazione al capitale sociale, nel finanziamento, alle più comuni
vicende di allarme percepito nel mercato dagli operatori finanziari e dai
creditori sociali.. Il metodo di lavoro può dunque utilmente
avvantaggiarsi della duplice competenza, modulando sessioni in cui ciascun argomento possa
essere subito reinquadrato altresì nellambito
penale e della patologia di funzionamento della prassi negoziale. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità che svolgono funzioni civili e/o penali correlate al diritto dellimpresa,
con preferenza verso coloro che lavorano in sezioni specializzate. Liniziativa è
aperta ai dottori commercialisti e a rappresentanti CONSOB e Banca dItalia. Durata: due giorni e
mezzo (cinque sessioni complessive) dal 23 al 25 giugno 2003. Codice incontro: 765 CORSO FALCONE BORSELLINO. STRATEGIE E TECNICHE
DI CONDUZIONE DELLA CROSS-EXAMINATION Come e ormai noto il corso intitolato a
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e dedicato principalmente alla formazione e allaggiornamento
professionale del pubblico ministero. Modificata la funzione del corso da approfondimento
delle tecniche di indagine a seminario su singole e ampie tematiche si procede anche per il 2003 in questa direzione. Il seminario che viene proposto e la
prosecuzione ideale di quello che nellanno precedente ha visto lesame e lapprofondimento
della fase delle indagini preliminari. E indubbio che le modifiche legislative e
lattuazione dei principi del giusto processo hanno profondamente
influito, oltre che sulla impostazione della fase delle indagini anche sulla gestione del dibattimento e richiedono
ora al pubblico ministero di muoversi in una
visione strategica del processo.
Il seminario,
nella forma dellalternanza fra relazioni e confronto nei gruppi di lavoro, continuera ad articolarsi su di una sola
settimana (nove sessioni complessive), ed alternera momenti di approfondimento
giuridico e teorico, a momenti dedicati ad aspetti piu prettamente pratici e di
tecnica del processo. In particolare si esamineranno le possibili strategie che il pubblico ministero deve rappresentarsi e mettere in
atto al fine di poter salvaguardare la prova. In tale ottica si dovra ,ad esempio,
far riferimento alla necessita e opportunita
dellanticipazione nellassunzione della prova, al fine di
garantire sempre e comunque il contraddittorio richiesto dellart.111 Cost., o allutilizzazione
dei riti alternativi e della separazione dei procedimenti al fine di mutare la qualifica
del dichiarante. Si avra anche riguardo alle regole sulla circolazione della prova,
alla classificazione degli atti e al regime delle prove documentali.
La parte
centrale del seminario sara dedicata allo studio delle tecniche dellesame e
del controesame e dei problemi ad essi connessi, nonche in generale alle
problematiche dellassunzione della prova dichiarativa in dibattimento e ai poteri
del giudice. Si cerchera in particolare di esaminare la trasportabilita nel nostro sistema delle regole elaborate nei
sistemi di common law, e successivamente, attraverso il lavoro ed il confronto in gruppi
ristretti, di elaborare regole applicabili alle peculiarita del nostro processo. Uno spazio sara anche dedicato alle
tecniche per lorganizzazione della requisitoria con riguardo in particolare alla
illustrazione sintetica e coordinata del
materiale probatorio e alle regole dellesposizione orale. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché uditori con funzioni. Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo) per due
edizioni: Codice
incontro: 766 I^ edizione
dal 30 giugno al 2 luglio 2003 Codice incontro: 777 II^ edizione dal 13 al
15 ottobre 2003
I REGIMI DEI PATRIMONI SEPARATI: DAI TRUSTS AI NUOVI MODELLI
DI SEGREGAZIONE DEI BENI Lentrata in vigore, dal 1°
gennaio 1992, della legge 16 ottobre 1989 n. 364, recante ratifica ed esecuzione della XV
convenzione dellAia sulla legge applicabile e sul riconoscimento degli effetti dei trusts,
ha prodotto un diffuso interesse, sia nella dottrina civilistica, ove il tema è stato
ampiamente affrontato da una vasta letteratura, sia nella prassi notarile e finanziaria.
Tale figura di storica emersione anglosassone, prima rarissima nel panorama degli oggetti
del processo italiano, si è posta così con
maggior frequenza allattenzione della giurisprudenza chiamata a risolvere svariate
questioni in materia. Il trust, non più mero
istituto con effetti solo riconosciuti nellordinamento italiano, bensì modello giuridico autonomo, é stato oggetto di numerose ed
in parte spurie filiazioni tecniche da parte del legislatore italiano recente.
Così la disciplina dei fondi pensione, di cui allart. 4 del d.lgs. 124 del 1993, ed alla successiva legge 8
agosto 1995, n. 355; quella, antecedente, dei fondi comuni
di investimento e poi quelle (di
cui ai provvedimenti 130/99, 402/99, 350/2001, 351/2001) che, in tema di
cartolarizzazione, configurano linsieme
dei crediti relativi a ciascuna operazione come patrimonio separato a tutti gli effetti da
quello della società che ne è titolare. Da ultimo lart.4 co.4 lett.b) della l.
366/2001 ha permesso al legislatore dei decreti delegati della riforma societaria di
configurare un assetto regolato per i patrimoni dedicati ad uno specifico affare:
si tratta di una novità senza precedenti che accosta, nellordinamento societario,
una soluzione flebilmente protezionista (e parzialmente derogatoria dei principi della
responsabilità patrimoniale di cui agli artt.2740 e 2741 c.c.) a modelli di secondo
grado, nel solco della tradizione di civil law, imperniati cioè sulla costruzione
di soggetti, distinti dalle persone fisiche, ma in grado di convertire in atti ed
operazioni lesigenza di funzionalizzare una porzione di patrimonio ad una singola
finalità economica (così la s.r.l. unipersonale prima, dal 1993 ed ora anche la s.p.a.
senza pluralità di soci). In questo senso la disciplina dorigine
dei trusts può essere considerata come modello culturale non solo per il
legislatore, ma anche per linterprete, da ora in avanti chiamato a colmare residue
lacune di normative ancora non del tutto chiarite: per tutte, larticolazione dei
rapporti fra le iniziative esecutive sul fondo patrimoniale ex art. 170 c.c. ed il
sopravvenire di più generali procedure (soprattutto concorsuali) a carico del debitore.
Se peraltro il successo storico del modello dei trusts si spiega con la più
accurata disciplina, frutto di esperienza secolare, delle obbligazioni gravanti sul
fiduciario, oltre che con la maggior protezione
offerta al fiduciante grazie alla tecnica della segregazione patrimoniale, va dato atto
che il livello di protezione da questultima offerto è pervenuto ad esattezza
istituzionale, nel nostro ordinamento, solo nel diritto delleconomia. A sua volta la diffusione di una
migliore conoscenza dei meccanismi dei trusts ha condotto ad una rivisitazione del
tema della proprietà fiduciaria, fenomeno cui ha contribuito anche la giurisprudenza,
specie di legittimità, intervenuta con precisazioni di rilievo teorico ed operativo in
materia di strumenti finanziari. Ed in effetti è proprio nel settore dellattività
finanziaria che il fenomeno dei trusts e delle titolarità autonome in generale
incide in modo evidente nelle prassi dei contratti. Ciò anche in ragione del fatto che i
modelli tecnico-operativi diffusi in tale settore tendono ad imitare quelli anglosassoni i
quali, a loro volta, spesso presuppongono la presenza dellistituto del trust
o dei suoi derivati. Un incontro di studio sui trusts,
la proprietà fiduciaria ed i nuovi modelli di segregazione patrimoniale esprime allora un
obiettivo di aggiornamento culturale ed altresì di maggiore confidenza con lintreccio,
davvero polifunzionale, degli scopi economici sottesi a tali operazioni. La loro
delineazione sarà anche la premessa per il ridisegno del quadro delle criticità
deducibili avanti al giudice, dal tradizionale problema della ricognizione dominicale del
bene (e della garanzia statica) alla esclusività della azione esecutiva (con diritti di
preferenza rispetto agli altri creditori del medesimo soggetto) alla individuazione dei
beni futuri oggetto di garanzia patrimoniale (ove la dedica originaria sia
suscettibile di dilatarsi sino a ricomprendere tutte le utilità dellaffare, a
vantaggio dei terzi investitori, dei creditori, dei soci). Il seminario, quindi,
costituirà loccasione per unintroduzione storica degli istituti della
segregazione patrimoniale e per la disamina dellassetto normativo attuale in
materia, con approfondimenti su tematiche di diritto reale, dei contratti e del diritto
dellimpresa, oltre che di diritto dellesecuzione forzata. Al fine di conseguire un proficuo
scambio di esperienze tra i partecipanti,aAppare opportuna lapertura delliniziativa
anche ai notai ed ai dottori commercialisti, categorie già depositarie di un accumulo di
sensibile esperienza operativa in materia. Destinatari: magistrati,
di merito e di legittimità, che svolgono funzioni civili. Liniziativa è aperta
alla partecipazione di notai e di dottori commercialisti. Durata: un giorno e mezzo (tre sessioni complessive) dal 3
al 4 luglio 2003. Codice incontro: 767
LE COMPETENZE E LATTIVITÀ DEI CONSIGLI GIUDIZIARI. Lesperienza giuridica maturata nel corso
degli anni nel settore della < amministrazione
della giurisdizione > ha messo in chiara evidenza il ruolo fondamentale delle
funzioni svolte dai Consigli giudiziari, quali organi periferici necessari e fondamentali
per una corretta e proficua gestione dei rapporti inerenti lo status dei magistrati. La dimensione
territorialmente circoscritta di tali organi e la loro prossimità al territorio
consentono infatti lemergere di situazioni ed istanze proprie dei singoli uffici e
la trasmissioni di conoscenze e fatti destinati a rivelarsi di grande utilità ai fini
dellespletamento dellattività decisionale e provvedimentale conseguente. Muovendosi in questo ordine di idee, lincontro
di studio intende promuovere una riflessione
di approfondimento ad ampio raggio sul funzionamento e
sulle competenze dei Consigli giudiziari, prestando altresì particolare attenzione al
confronto ed allo scambio di esperienze fra i singoli partecipanti. In questa prospettiva si partirà dallesame
della stessa struttura dellorgano, quale collegio perfetto, e dei conseguenti
problemi di funzionalità, con riferimento, in particolare, tanto allattività c.d.
interna che porta alla formazione del deliberato ed alla autonomia della sua
regolamentazione, quanto ai problemi legati ad esempio alla
possibilità di astensione o ricusazione del singolo componente. Si
affronterà quindi il tema del rapporto funzionale tra i Consigli giudiziari ed il
Consiglio superiore, dando conto anche delle
circolari e delle disposizioni adottate da questultimo al fine di disciplinarne in
modo uniforme ed efficace lattività. Particolare spazio, con riguardo alle specifiche
competenze, verrà dedicato allespletamento
della attività consultiva, calata allinterno della dinamica procedimentale, di sui
spesso costituisce la fase centrale, ed alla tecnica di redazione dei pareri, esaminata in relazione alla loro varia tipologia, alla
motivazione ed al contenuto della valutazione
che con essi viene espressa, alle fonti di conoscenza utilizzabili a tale fine. Un attento
esame meriterà anche la partecipazione dellorgano nel procedimento di formazione
dei progetti di organizzazione dei singoli uffici ( c.d.
materia tabellare ), al fine di misurarne in tale ambito le possibilità ed
i limiti dellapporto e le linee guida di intervento. Saranno poi oggetto di trattazione le altre
competenze del Consiglio giudiziario legate al percorso formativo degli uditori, sia con
riguardo alla designazione dei magistrati collaboratori ed alle iniziative più
propriamente legate alla formazione, che con riferimento alla redazione delle valutazioni
al termine del tirocinio generico e di quello mirato. Particolare attenzione sarà inoltre dedicata alle
competenze dellorgano nei confronti dei giudici di pace, funzioni che coinvolgono e
condizionano la sua stessa composizione, integrata dagli avvocati designati dai Consigli
dellOrdine del distretto e, in alcuni casi, allargata ad un rappresentante elettivo
dei giudici di pace. Oggetto di trattazione saranno in materia anche le singole tipologie
dei provvedimenti adottabili dal Consiglio giudiziario, nella forma di pareri e proposte,
con particolare riguardo anche alla attività istruttoria dei relativi procedimenti. Il programma dellincontro terrà infine in
debita considerazione le eventuali innovazioni legislative in materia di ordinamento
giudiziario che dovessero coinvolgere i Consigli giudiziari.
Destinatari: componenti dei Consigli
giudiziari. Durata: dal 10 all11 luglio 2003. Codice incontro: 769
PUBBLICITA E TUTELA DEI
DIRITTI Lincontro di studio si
propone di affrontare alcune tematiche di particolare interesse nellambito degli
istituti disciplinati dal sesto libro del codice civile -escludendo, per motivi di
brevità, il titolo secondo in materia di prove, che sono già oggetto specifico di altri
incontri di studio- cercando di dare un taglio pratico alle problematiche mediante la
preventiva individuazione delle questioni di maggiore complessità che più spesso si
presentano allattenzione del giudicante. In particolare, dopo aver
delineato un quadro generale sulle varie forme di pubblicità esistenti nel nostro
ordinamento giuridico, suddividendole nelle categorie della pubblicità notizia,
pubblicità dichiarativa, pubblicità costitutiva, pubblicità di fatto e pubblicità
sanante, si affronteranno le questioni più spinose e delicate sullistituto della
trascrizione, con particolare attenzione alla pratica attuazione del principio della
continuità delle trascrizioni ed alla trascrizione delle domande giudiziali. Successivamente verranno passati
in rassegna i diritti reali di garanzia, soffermandosi in maniera più approfondita, sugli
istituti del pegno e dellipoteca. In particolare, poi, verranno
esaminate alcune delicate questioni con riferimento ai mezzi di conservazione delle
garanzie patrimoniali, trattando in maniera approfondita dellazione revocatoria,
dellazione surrogatoria e del sequestro conservativo. Particolare attenzione sarà
dedicata, poi, a particolari forme di tutela preventiva del credito, quali il diritto di
ritenzione, lopponibilità della prescrizione da parte di terzi, la decadenza dal
beneficio del termine e limpugnazione della rinuncia alleredità. Si tratterà poi, della tutela
giurisdizionale dei diritti, limitatamente ai profili di diritto sostanziale, ed in
particolare dellesecuzione forzata, analizzando, nellambito dellespropriazione,
alcune questioni relative agli effetti del pignoramento, e con riferimento allesecuzione
forzata in forma specifica, problematiche particolari sullesecuzione specifica dellobbligo
di concludere un contratto (art. 2932 c.c.) Non mancherà, infine, qualche
cenno a problematiche connesse agli istituti della prescrizione e della decadenza. Scopo dellincontro è quello
di dare un taglio particolarmente pratico ai lavori, per cui con particolare riferimento
ai metodi didattici, il modello maggiormente utilizzato sarà quello dei gruppi di lavoro,
sede ideale per un proficuo e serrato dibattito sui vari temi oggetto di discussione. Destinatari: magistrati,
di legittimità e di merito, che svolgono funzioni civili. Liniziativa è aperta
alla partecipazione degli avvocati del libero foro e notai. Durata: tre giorni
(cinque sessioni complessive) dal 14 al 16 luglio 2003 Codice incontro: 770
LISTRUTTORIA
NELLE PROCEDURE CONCORSUALI Nellambito
del diritto concorsuale le tematiche relative allistruttoria prefallimentare
costituiscono un tema oggi centrale nella
riflessione della dottrina e della pratica: ciò sia in considerazione della nuova lettura
dellart. 111 Cost. sia della diffusa consapevolezza del quadro di
criticità (per assenza di istituti ad hoc) che i tentativi di risanamento
aziendale assumono nellambito giudiziario. É invero sempre più frequente il
dilemma fra un impiego rigoroso del paradigma dellurgenza (verso lapertura
della procedura concorsuale) ed il pericolo di
dispersione delle utilità economiche normalmente e solo connesse allesercizio
attuale dellimpresa (con difficile compatibilità di comportamenti giudiziali di
direttive di gestione impartite in tale processo). Saranno oggetto di confronto
sul terreno sistematico di tradizione - le questioni concernenti la natura
inquisitoria ed officiosa del procedimento, i poteri delle parti private, i mezzi di prova
dell'insolvenza, la ricostruzione scientifica aziendalistica della crisi. La portata di
accertamento delle decisioni reiettive, di recente affacciata al dibattito di
legittimità, investe a sua volta gli innumerevoli profili pratici emersi negli ultimi
anni in materia di precedente, ove a conformi decreti assunti allo stato di
una pregressa istruzione corrispondano necessità di rimeditazione, sempre più
configgenti con esigenze di certezza delle relazioni commerciali, proprie delle
qualificazioni esonerative. Così verranno seguiti gli interventi della Corte Cost. in
punto di cessazione ultrannuale dell'attività, fallibilità delle c.d. piccole imprese
commerciali, estensione al socio receduto o morto, qualificazione della illimitata
responsabilità al socio unico di società di capitali, confine con i gestori delle
imprese non nominate (soprattutto associazioni non riconosciute, enti non profit,
fondazioni). Tali temi e questioni, di fatto, hanno recentemente posto lattenzione
sullincrinata unitarietà dellesecuzione forzata, che ha ripreso a declinarsi
in ambiti individuali ove si allarghi il novero dei soggetti responsabili ma non più
fallibili (anche per intempestivo intervento giudiziale). In relazione allesercizio
del diritto di difesa, la disamina concernerà le questioni tuttora oggetto di
contrasti proprie della necessità della convocazione ed audizione del fallendo in
particolari situazioni (nel raffronto anche con la nuova
a.str.), possibilità di audizione da parte del giudice relatore (e portata
della delega allistruzione da parte del collegio), rinnovazione dellaudizione
nel caso di presentazione di nuove istanze di fallimento, consecuzione istruttoria
rispetto alle procedure
diverse alternative (concordato preventivo ed amministrazione controllata), diritto al
contraddittorio, introduzione eventuale della perizia e più in generale diritto allofferta
di prova, necessità della audizione dellerede, esame diretto degli
informatori,mezzi di prova atipici, governo degli organi di polizia. Verranno
affrontate le questioni della rilevanza della effettività della notificazione dell'istanza di
fallimento e del decreto di fissazione dell'udienza di convocazione del debitore ex
art. 145 cod. proc. civ., in caso di violazione delle forme prescritte per la
notificazione, lobbligo di effettuare ulteriori ricerche in caso di irreperibilità,
il valore delle iscrizioni nei pubblici registri, la necessità delle contestazioni delle
informazioni acquisite d'ufficio, da terzi o
dal PM e della contestazione di fatti
emergenti dalle produzioni dell'istante, la portata delle regole presuntive alla base del
ragionamento probatorio, la riservatezza della stessa istruttoria. Il permanere delliniziativa
officiosa, a sua volta, impone lemersione più competa della molteplicità e
ricchezza delle prassi, oggi necessariamente convergenti verso una nuova declinazione
della terzietà del giudice e, dunque, la tipicità del suo agire secondo modelli formali
tendenzialmente predeterminati. Talune sessioni contempleranno
altresì gruppi di lavoro organizzati con riguardo a specifici sottotemi e successivo
dibattito in riunione plenaria dopo la selezione delle prassi riscontrate. Destinatari: magistrati di merito e
legittimità che svolgono funzioni civili con preferenza per i giudici che trattano la
materia fallimentare e concorsuale. Liniziativa è aperta alla partecipazione di
avvocati del libero foro e dottori commercialisti. Durata: due giorni e
mezzo (5 sessioni): dal 22 al 24 settembre 2003 Codice incontro: 772
REATI OMISSIVI E POSIZIONE DI GARANZIA
Dal punto di
vista soggettivo, lobbligo giuridico di attivarsi non grava sulla generalità dei
consociati ma si appunta su taluni soggetti che versano in determinate situazioni. Esso è
stabilito in funzione del non avveramento di eventi di danno e di pericolo; si usa dire
perciò che il titolare dellobbligo giuridico di attivarsi è costituito garante dellimpedimento, ovvero del non
avveramento, di un evento concreto di danno o di pericolo. Larea dellobbligo
si restringe, dal punto di vista oggettivo, alle fattispecie causalmente orientate, nel
senso che in tutte le ipotesi nelle quali la descrizione della condotta è fatta dalla
legge in ragione dellidoneità causale, ogni condotta causale è tipica, sia essa
costituita da unazione oppure da unomissione e cioè dal mancato compimento
dellazione impeditiva da parte del soggetto gravato dallobbligo. La rilevanza
dellobbligo dipende dalla sua attualità
riferita al momento dellomissione, nella stretta connessione che deve sussistere tra
titolarità dellobbligo, potere impeditivo e fatto non impedito. Lassenza del
requisito dellattualità è determinata in
primis dal trasferimento di funzioni ma anche da altri fenomeni, perché lobbligo
impeditivo, che è il contenuto della funzione di garanzia, non sussiste in assenza dei
poteri il cui esercizio condiziona limpedimento dellevento. Predicare la
giuridicità dellobbligo significa esigerne il fondamento legale; lindividuazione
delle varie posizioni di garanzia è rilasciata però, dal codice vigente, allaccertamento
concreto e cioè allinterprete. La dottrina è propensa a una formulazione
casistica, che ritiene preferibile allindividuazione interpretativa per rispetto del
principio di determinatezza; su questa opzione si è allineato il progetto di riforma
della parte generale del codice penale, elaborato dalla commissione Grosso. Unattenzione
particolare merita la trattazione delle posizioni di garanzia nelle organizzazioni
complesse, per levidente connessione con la responsabilità da reato delle persone
giuridiche. Date queste premesse lincontro
si ripropone di operare unampia ricognizione dellelaborazione
giurisprudenziale in materia di omissione penalmente rilevante, avendo cura di verificare
levoluzione che nellapplicazione concreta hanno subito istituti come quello
della delega di funzioni, del reato omissivo improprio, della posizione di garanzia ecc.,
con particolare attenzione critica ai presunti eccessi interpretativi spesso addebitati,
dalla dottrina, soprattutto alla giurisprudenza di merito, accusata di dilatare
eccessivamente i confini dei summenzionati istituti al fine di sopperire a presunte o
reali lacune della normativa vigente. La struttura dellincontro
prevede cinque sessioni di cui almeno due dedicate alla riflessione e al confronto tra i
partecipanti allinterno di gruppi di lavoro, dove si procederà altresì allanalisi
di casi giurisprudenziali. Dopo una semisessione introduttiva dedicata allesame
delle premesse teoriche della materia e alle prospettive di riforma delle norme di
riferimento del codice di penale, le seguenti sessioni saranno precipuamente dedicate allapprofondimento
delle problematiche esposte prendendo le mosse, come accennato, dallanalisi dellelaborazione
giurisprudenziale maturata in materia di omissione penalmente rilevante in particolari
settori del diritto penale, come, ad esempio, quello ambientale o economico ovvero icon
riguardo ai reati contro la libertà sessuale, cercando di ricavare progressivamente leffettiva
compatibilità (o incompatibilità) tra i risultati dellinterpretazione
giurisprudenziale e di quella operata dalla dottrina. Apposito spazio verrà riservato
inoltre dedicato allanalisi della responsabilità delle persone giuridiche per
comportamenti omissivi alla luce dei contenuti del d.lgs. n.300/2000. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, che svolgono funzioni penali,
nonché uditori con funzioni. Liniziativa è aperta alla partecipazione degli
avvocati del libero foro e dei magistrati
miliari. Durata: cinque sessioni (due giorni e mezzo): dal 29 settembre
al 1° ottobre 2003. Codice incontro: 773
IL CONTENZIOSO IN MATERIA DI
PREVIDENZA ED ASSISTENZA Il seminario, nel solco di iniziative già
svolte negli anni passati, si incentra sulle più recenti questioni insorte nellambito
del diritto della previdenza sociale aventi maggiore impatto sia quantitativo - attraverso un contenzioso di natura seriale
proliferante in tutte le sedi giudiziarie - sia
qualitativo, perché alla loro soluzione sono sottesi i principi fondamentali della
materia, la cui individuazione e ricognizione allinterno di un tessuto normativo
notoriamente complesso e disorganico, si
appalesa di notevole utilità per favorire
quella omogeneità di orientamenti giurisprudenziali che è il migliore strumento di deflazione del contenzioso. Lincontro di studio si
articola in una prima sessione riservata alle problematiche relative agli obblighi
contributivi, ossia allimponibile contributivo ed al cd. minimale contributivo,
questioni ricorrenti che hanno dato luogo a contrasti sia nella giurisprudenza di merito
che in quella di legittimità, ulteriormente complicate dalla recente introduzione del
particolare regime dei cd. contratti di riallineamento. Segue la trattazione dei problemi,
eminentemente processuali, cui ha dato luogo la nuova disciplina della riscossione dei
crediti degli enti previdenziali, nonché la ricognizione esaustiva delle norme e dei
principi che regolano gli sgravi, sulla cui disciplina stratificatasi nel tempo senza
alcuna organicità, il legislatore è nuovamente intervenuto di recente. La seconda sessione è riservata
alle problematiche relative alle prestazioni: in primo luogo al nutritissimo contenzioso
sulle prestazioni assistenziali, che vede orientamenti giurisprudenziali fortemente
contrastanti in relazione alla individuazione del soggetto titolare dal lato passivo del
rapporto controverso. Verrà poi riservata una esaustiva disamina alle prestazioni di
disoccupazione, in relazione ai complessi problemi che già si pongono soprattutto in
relazione al rapporto di lavoro a tempo parziale, anche in vista delle annunciate
innovazioni legislative. Unaltra sessione è
riservata alla previdenza dei lavoratori agricoli, autonomi e subordinati, che produce un
notevolissimo contenzioso soprattutto nelle sedi giudiziarie del sud. Lanalisi verte
sul complesso il coordinamento tra norme specifiche e principi generali, sul quale sono
intervenute di recente varie pronunzie delle sezioni unite della corte di cassazione. In una ulteriore sessione che si affianca a
quella tradizionalmente riservata ai gruppi di lavoro, verranno affrontate le peculiarità
determinate sotto il profilo processuale dalle controversie in materia previdenziale ed
assistenziale che si riverberano, ad esempio, sulle prassi in tema di riunione ovvero in
materia di liquidazione delle spese di lite. A tale fine appare opportuno un confronto tra
i partecipanti in merito alle diverse procedure o soluzioni adottate presso gli Uffici di
provenienza. Destinatari: magistrati
del lavoro di merito e legittimità, nonché uditori con funzioni. Liniziativa è
aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro, dello Stato e dellINPS e
INAIL, nonché magistrati della Corte dei Conti. Durata: dal 6 all8
ottobre 2003 Codice incontro: 775
IMMIGRAZIONE, DIRITTO PENALE E PROCESSO Il continuo incremento dei flussi
immigratori verso il nostro paese ha rappresentato nel recente passato e rappresenta
tuttora uno dei fenomeni di maggiore impatto sulla società italiana. Lingresso nel
nostro paese nellarco di tempo relativamente breve degli ultimi quindici anni di un
rilevante numero di persone provenienti da zone depresse del pianeta, ha inevitabilmente
comportato che a margine di questi flussi si registrasse lassorbimento di una parte
percentualmente marginale, ma non proprio irrilevante sotto il profilo dellimpatto
sul sistema criminale- di immigrati in attività delittuose. Non solo, lo stesso fenomeno
immigratorio ha finito per divenire progressivamente terreno fertile per la produzione di
cospicui ricavi da parte delle organizzazioni criminali nazionali e di quelle straniere,
che pure hanno trovato il modo di radicarsi nel nostro paese. Tutto ciò ha comportato la
sempre maggior interferenza di questi fenomeni con il lavoro quotidiano del magistrato
penale, sia per la necessità di reprimere i comportamenti illeciti tenuti da alcuni degli
immigrati, sia per quella di incidere sulle dinamiche criminali che spesso vedono gli
stessi immigrati come vittime di turpi traffici gestiti dalla criminalità organizzata. Nel tentativo di governare questi
flussi e di arginare lattività di agevolazione dellimmigrazione clandestina
di cui rapidamente si è appropriato il crimine organizzato, il legislatore negli ultimi
quindici anni è ripetutamente ricorso anche allo strumento penale, da ultimo nel
settembre del 2002; ma certamente non è questo lunico motivo di interesse del
magistrato penale per il fenomeno. Infatti, lingresso nel circuito penale di un
numero crescente di cittadini extracomunitari non solo nella posizione di autori di
reati, naturalmente- pone tanto il giudice, quanto il pubblico ministero nella necessità
di adeguare il proprio strumentario culturale alla situazione e fa sorgere lesigenza,
innanzi tutto, di svolgere una serie riflessione sulla compatibilità della normativa
processuale e delle prassi applicative formatesi in suo nome con il rispetto dei diritti e
delle libertà fondamentali di cui questi soggetti sono portatori. Nel recente passato lattività
di formazione del CSM si è già occupata di questi fenomeni sotto diversi profili e nella
stessa programmazione per il 2003 è previsto un incontro di carattere interdisciplinare
dedicato alla condizione giuridica dello straniero. Sotto laspetto penale lattenzione
si è peraltro fissata sui riflessi transazionali del crimine organizzato e sulle
dinamiche dei traffici da e per lItalia. Lincontro in oggetto vuole invece
concentrarsi ora, da un lato sulla normativa penale in materia di immigrazione, che nel
corso del 2002 peraltro a meno di quattro anni dal precedente intervento del
legislatore- è stata significativamente riformata, come già accennato; dallaltro
ad una analisi delle ripercussioni sul processo penale determinate dalla presenza fra i
suoi protagonisti di cittadini stranieri, soprattutto se immigrati non integrati. Sotto il primo profilo liniziativa
avrà pertanto un contenuto spiccatamente informativo e divulgativo delle linee guida del
nuovo intervento legislativo, cercando comunque di dare idoneo spazio ad un primo
confronto tra le esperienze dei partecipanti. Sotto il secondo lanalisi sarà lo
spunto per la verifica delleffettività delle garanzie processuali nei confronti
degli immigrati (prime fra tutte quelle concernenti il diritto di difesa), per il
confronto tra prassi ed esperienze e per lapprofondimento di delicati snodi
interpretativi, come, ad esempio, quelli concernenti la traduzione degli atti o la loro
notifica allo straniero non radicato. Lincontro si articolerà su
tre sessioni, di cui una in parte dedicata allapprofondimento delle tematiche
trattate in gruppi di lavoro. In una delle sessioni il formato della relazione frontale
sarà in parte sostituito o integrato mediante il ricorso a interventi di analisi di casi
e prassi giurisprudenziali e alla loro immediata analisi critica nel successivo dibattito. Destinatari: magistrati
giudicanti e requirenti, di merito e legittimità, che svolgono funzioni penali, nonché
uditori con funzioni. Durata: tre sessioni (un
giorno e mezzo): dal 9 al 10 ottobre 2003. Codice incontro: 776
QUESTIONI ATTUALI NEL
CONTENZIOSO LAVORISTICO Lincontro di studio si propone in primo luogo la trattazione di
questioni di diritto sostanziale eterogenee ma accomunate dal fatto di avere ricevuto
nuova regolamentazione ad opera di recenti disposizioni sia di diritto interno sia di
diritto comunitario, rendendo così particolarmente opportuno un intervento di sintesi,
che può essere loccasione per affrontare - in maniera sistematica ma con taglio
eminentemente pratico - anche alcune problematiche specifiche, risalenti nel tempo e di
forte impatto quantitativo, ma non esaurientemente risolte dalla giurisprudenza formatasi
alla luce della normativa precedente. Tra dette problematiche vanno sicuramente
annoverate quelle relative allorario di lavoro, per le quali la trattazione verterà in primo luogo sullanalisi delle più recenti
disposizioni nazionali (leggi 196/1997 409/98, 25/99 e 532/99), nonché sulla direttiva
comunitaria 93/104/CE (concernente taluni aspetti dellorganizzazione dellorario
di lavoro) alla luce dei principi enunciati dalla giurisprudenza della Corte di giustizia
e sulla imminente legge nazionale di attuazione. Seguirà poi la trattazione di problemi ancora fortemente controversi in
giurisprudenza, ossia : lesistenza del
limite giornaliero oltre che del limite settimanale allorario di lavoro; il lavoro
multiperiodale; la misura del compenso per
lavoro straordinario, con particolare riguardo alle disposizioni che escludono gli aumenti
dellindennità di contingenza. Altra sessione è riservata alla
trattazione di centrali problematiche derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale
e comunitaria. Previa illustrazione del ruolo riservato nel diritto comunitario agli
accordi quadro stipulati dalle organizzazioni
intercategoriali, verranno trattati i problemi
di diritto interno di carattere generale, ma che continuamente si ripropongono con
riguardo a fattispecie diverse, che attengono alla individuazione dei diritti quesiti in
caso di successione dei contratti collettivi, al rapporto
tra i contratti collettivi (normativi) ed i
contratti individuali (ad effetto obbligatorio), con particolare riferimento al recesso
dal contratto collettivo ed agli effetti che ne derivano sul contratto individuale
(problematiche relative alla irretroattività del recesso dei contratti di durata; alla
salvaguardia dellart. 36 Costituzione e dellart. 2103 cod. civ.) Segue la sessione incentrata sul contratto di
agenzia, per il quale si pongono rilevanti ed
emblematici problemi di coordinamento tra la disciplina interna e quella comunitaria, che
hanno dato luogo a profondi contrasti giurisprudenziali soprattutto in relazione alla
indennità di cessazione del rapporto ed al patto di non concorrenza. Lultima sessione è
riservata a temi processuali del lavoro e si
incentra sulla illustrazione di recenti
innovativi interventi da parte delle Sezioni
unite della cassazione, a seguito dei quali si rende utile una ricognizione delle regole
del rito speciale per quanto riguarda la individuazione e la delimitazione dei poteri del
giudice (istruttoria dufficio e il cd. dovere di rilevazione). Destinatari: magistrati
del lavoro di merito e legittimità, nonché uditori con funzioni. Liniziativa è
aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e dello Stato. Durata: dal 20 al 22
ottobre 2003 Codice incontro: 778
I CONTRATTI DELLA DISTRIBUZIONE
COMMERCIALE La complessità dei traffici commerciali, la
necessità di raggiungere settori di potenziali acquirenti sempre più vasti, lapertura
dei mercati interni ad operatori commerciali provenienti doltre frontiera, ed in
breve, la globalizzazione delleconomia mondiale, pongono loperatore giuridico
di fronte alle difficoltà di comprendere con il tradizionale strumentario giuridico le
forme e le modalità attraverso cui attualmente gli operatori commerciali provvedono alla
distribuzione dei loro prodotti. La tradizionale figura del piccolo commerciante
che nel proprio esercizio tratta personalmente con lacquirente è ormai del tutto
recessiva, e nuovi e più elaborati canali di distribuzione commerciale si presentano di
giorno in giorno, avvalendosi della progressiva evoluzione delle tecnologie informatiche. Il corso intende fare il punto dellattuale
quadro delle tecniche di distribuzione commerciale, partendo dalle forme più tradizionali
di ausiliari dellimprenditore commerciale, per esaminare i fenomeni solo di recente
apparsi sullo scenario della società. Particolare attenzione sarà quindi dedicata alla
figura dellagente di commercio, la cui disciplina codicistica, proprio al fine di
renderla maggiormente rispondente alle mutate esigenze, è stata negli ultimi anni
interessata da una serie rilevante di interventi del legislatore, sulla scorta delle
indicazioni emerse in sede comunitaria. Nelloccasione saranno approfonditi i tratti
della parasubordinazione, evidenziando i non sempre netti confini tra la competenza del
giudice del lavoro e quella del giudice in sede di cognizione ordinaria. Altrettanto rilevante è poi la distinzione tra
contratto di agenzia e figure affini quale ad esempio quella del procacciatore daffari
o del mediatore unilaterale, distinzione che permetterà di chiarire in che termini
debbano essere intesi i requisiti dellimparzialità e dellindipendenza che
connotano lattività del mediatore. Lincontro si propone quindi di valutare più
specificamente le reti di distribuzione commerciale esistenti nei vari settori di mercato,
ed in particolare in quello assicurativo, immobiliare, bancario e dei valori mobiliari. Per ciò che concerne invece il tradizionale
contratto di compravendita, una relazione avrà cura di chiarire le differenze esistenti
allinterno delle varie figure di affiliazione commerciale tra la fattispecie della
concessione di vendita, quella del franchising, ecc. Una sessione sarà poi dedicata ad illustrare ai
partecipanti le innovazioni arrecate dalla tecnologia nel settore delle transazioni
commerciali con particolare approfondimento alle tecniche di vendita ondine. La concentrazione delle imprese in gruppi di
dimensioni sempre più rilevanti ed a carattere transnazionale, impone poi una riflessione
sulla possibile violazione della normativa antitrust sia nazionale che comunitaria,
nonché sugli strumenti giuridici attraverso i quali è possibile reagire laddove le
regole base della concorrenza vengano ad essere minate da intese o accordi illeciti. Analoga attenzione dovrà poi essere posta sugli
strumenti posti direttamente a tutela del consumatore, a partire dalla disciplina delle
clausole vessatorie, tenuto conto che la progressiva spersonalizzazione delle relazioni
commerciali può favorire lingenerarsi di prassi o modalità di conclusione dei
contratti, gravemente lesive dei diritti del fruitore finale del bene posto in commercio. Infine lapertura dei mercati
nazionali agli operatori stranieri, impone una breve riflessione sia sulle regole
processuali che su quelle sostanziali volte a disciplinare i rapporti in questione,
evidenziandosi in particolare le innovazioni prodotte dalla più recente produzione
normativa comunitaria. Tutte le relazioni saranno
particolarmente attente a cogliere i profili della materia di più immediata rilevanza
pratica, con un costante richiamo ai precedenti giurisprudenziali, sia di merito che di
legittimità. Inoltre al fine di favorire un
diretto confronto tra le esperienze lavorative dei partecipanti, almeno una sessione
pomeridiana sarà caratterizzata dallo svolgimento di gruppi di lavoro. Destinatari: magistrati con funzioni civili giudicanti e del
lavoro. Liniziativa è aperta alla partecipazione di avvocati del libero foro e di
rappresentanti dellAntitrust. Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive) dal 3 al 5
novembre 2003. Codice
incontro: 780
IL
PUNTO SUL RITO CIVILE Il corso intende
proseguire l'attività di formazione del Consiglio dedicata allapplicazione
delle disposizioni processuali civili , realizzata mediante
incontri in cui, pur tenendo conto dell'inquadramento teorico degli
istituti, viene favorito al massimo lo scambio di idee, opinioni, esperienze applicative,
soluzioni operative tra i colleghi. Permangono tuttora attuali le riflessioni
effettuate per la predisposizione dei precedenti incontri
e cioè che si tratti di un percorso formativo di cui è opportuna la
continuazione in quanto il modulo del corso, organizzato attorno alle fasi del processo
ordinario di cognizione, consente ladeguamento dei suoi contenuti alle novità
legislative e giurisprudenziali costituendo uno strumento di costante aggiornamento in
materia. La modifica dellart.111 della Costituzione, i
suoi riflessi sul processo civile, rendono quanto mai attuale una riflessione sul processo civile di cognizione anche nella prospettiva
delle ricadute che i principi costituzionali determinano
sulla disciplina e sullapplicazione giurisprudenziale degli istituti processuali In ordine ai contenuti, verranno trattate alcune
rilevanti questioni che hanno dato luogo a
interessanti interventi giurisprudenziali (invalidità degli atti, intervento in causa del
terzo; udienze di comparizione, di trattazione e istruttorie mutamento e modificabilità
della domanda, poteri del giudice, eccezioni rilevabili dufficio, principio del
contraddittorio, preclusioni di merito e
istruttorie,) facendo il punto su quelle che possono ormai dirsi pacificamente risolte e
su quanto ancora permane di problematico e dedicando al contempo una crescente attenzione
a temi generali e "classici" del processo civile (in particolare l'attività istruttoria e le prove , il giudicato,
la fase della decisione); particolare attenzione verrà dedicata alle questioni
processuali connesse ai profili organizzativi
e deontologici dellattività del giudice, allattuazione del diritto delle
parti ad un giusto processo in tempi rapidi, alle problematiche connesse alla legge sullequa
riparazione per la durata non ragionevole dei procedimenti. Sotto il profilo
didattico il metodo è, come già negli incontri degli anni passati, quello del dibattito immediato, già sperimentato con
successo per questi tipi di incontro fin dal 1996, che si svolge sulla traccia di una
serie di questioni elencate nel programma e preventivamente portate a conoscenza dei
partecipanti; ciascun relatore, nel giorno fissato, procede all'illustrazione sintetica e
rapida (5-10 minuti) della prima questione ed apre quindi il dibattito tra i partecipanti
per un tempo variabile determinato dall'interesse del tema e dalla quantità degli
interventi; si procede quindi all'illustrazione della questione successiva con conseguente
dibattito fino all'esaurimento dei vari punti. Tale metodo, per una riuscita ottimale,
presuppone che i partecipanti giungano preparati sui temi in discussione e siano in grado
di riferire, sulle questioni indicate nel programma e su altre che intendono sottoporre al
dibattito, l'orientamento dell'ufficio di provenienza. Il corso potrebbe
essere preceduto da una tempestiva verifica, effettuata in raccordo con i referenti
distrettuali per la formazione, delle prassi
giurisprudenziali seguite nei principali
uffici giudiziari e sulle questioni maggiormente dibattute. Destinatari:
magistrati, di merito e di legittimità che svolgono funzioni civili, nonché uditori con
funzioni. Liniziativa è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro,
dello Stato, magistrati amministrativi e giudici tributari. Durata: dal
13 al 15 novembre 2003. Codice incontro:
782
I
PROVVEDIMENTI GIURISDIZIONALI PER IL MINORE NELLA CRISI DELLA FAMIGLIA E NELLA CRISI DEL
RAPPORTO GENITORE/PROLE Si è ritenuto di dedicare un
autonomo incontro allesame delle problematiche afferenti lintervento del giudice, in funzione degli
interessi dei minori, nella crisi della famiglia legittima e della famiglia di fatto e
nella crisi del rapporto genitori-prole. Nella materia in questione vengono
in considerazione competenze di giudici diversi, Tribunale ordinario e Tribunale per i
Minorenni, nonché istituti di recente istituzione rispetto allaffidamento e allallontanamento, quale gli ordini di
protezione. Con riguardo ai provvedimenti per il minore nella
crisi della famiglia legittima o di fatto si affronteranno i temi: criteri di
determinazione del genitore affidatario; attività istruttoria; ascolto del minore; ruolo
della consulenza psicologica; elementi di valutazione rilevanti secondo la giurisprudenza;
equilibrio tra affidamento ad uno dei genitori e salvaguardia del rapporto genitoriale tra
il minore e laltro genitore; affidamento congiunto; la modifica dei provvedimenti di
affidamento della prole; laffidamento del minore nella crisi della famiglia di
fatto, il procedimento dinanzi al Tribunale per i Minorenni. Come si è detto in premessa, il
corso tenderà altresì ad approfondire laspetto dellintervento del giudice in
relazione alla crisi del rapporto genitore /figli; in questa ottica, si tratterà: dei
provvedimenti ex art. 330-333 c.c. nonchè dei profili sostanziali e delle novità
procedimentali alla luce dei principi del giusto processo e della L. 149/2001; degli
ordini di protezione ex L. 154/2001; delle situazioni di conflitto tra il minore e chi
esercita la rappresentanza legale; della gestione dei beni del minore tra esercizio della
rappresentanza legale e controllo pubblicistico; dei provvedimenti di sospensione delle
prescrizioni nel procedimento per la dichiarazione di adottabilità . Lincontro di studio verrà strutturato attraverso relazioni e gruppi di
lavoro al fine di consentire uno scambio di esperienze sulla giurisprudenza e sulle
prassi. Destinatari: magistrati giudicanti e requirenti,
di merito e di legittimità, che trattano la materia della famiglia; magistrati in
servizio nei Tribunali per i Minorenni e le relative Procure, nonché uditori con
funzioni. Liniziativa è aperta alla partecipazione
di avvocati del libero foro. Durata: tre
giorni dal 17 al 19 novembre 2003 Codice incontro: 783
LE
MISURE DI PREVENZIONE PATRIMONIALI
Il corso sulle
misure di prevenzione patrimoniali intende rivisitare lintera materia, attesa limportanza
dello strumento di aggressione patrimoniale nellazione di contrasto della
criminalita organizzata, cui è peraltro insito il rischio, ove malamente
utilizzato, di ricadute negative sulleconomia di ampie zone del Paese, nonchè sulle
posizioni soggettive di terzi del tutto incolpevoli.
Il corso
affrontera aspetti di carattere generale, quali linquadramento sistematico
degli istituti della prevenzione e la loro compatibilità con i principi costituzionali,
in particolare con quelli di cui agli artt. 41 e 42 cost., insieme con aspetti prettamente
pratici, concernenti le tecniche di indagine utilizzabili per laccertamento della
esistenza di beni da sottoporre a sequestro e a confisca. Non mancherà di offrire una
panoramica dellevoluzione della giurisprudenza in materia, sia con riguardo agli aspetti processuali, e dunque al processo di c.d.
giurisdizionalizzazione delle misure, sia a quelli concernenti i rapporti fra il
procedimento penale e quello di prevenzione. Particolare attenzione sarà riservata alle
delicate questioni connesse con lamministrazione dei beni in sequestro e con la
tutela delle posizioni soggettive dei terzi coinvolti dalla misura, settore in cui di
recente si riscontra un intenso e talvolta contraddittorio intervento giurisprudenziale,
nonche alle problematiche riguardanti il concorso fra il procedimento di prevenzione
e le procedure concorsuali. Il corso si articolera nella forma delle
relazioni tradizionali, accompagnate da momenti di approfondimento mediante lavoro di
gruppo. Destinatari: magistrati giudicanti e
requirenti, di legittimità e merito, che svolgono funzioni civili e/o penali. Liniziativa
è aperta alla partecipazione degli avvocati del libero foro. Durata: dal 24 al 26 novembre 2003 Codice incontro: 784
SUCCESSIONI E DIVISIONI Lincontro che, cronologicamente, segue di
tre anni uniniziativa formativa di analogo contenuto, intende proporre allattenzione
dei partecipanti una complessiva panoramica della materia successoria, aggiornando il
quadro offerto nella precedente occasione, con le novità giurisprudenziali intervenute
nel corso dellultimo triennio. Invero, se da un lato le controversie successorie
risultano in parte ridursi in alcune aree geografiche, verosimilmente in ragione dello
svincolamento della ricchezza dalle tradizionali forme di proprietà immobiliare, e della
possibilità di trasmettere il proprio patrimonio con modalità alternative rispetto alle
previsioni codicistiche in tema di successioni, è altrettanto vero che in altri contesti
sociali ed economici, tale contenzioso costituisce tuttora una componente rilevante, oltre
che qualitativamente, anche quantitativamente, del lavoro del giudice. Inoltre, anche laddove il tradizionale strumento
successorio possa apparire in fase recessiva, occorre in ogni caso verificare se e con
quali limiti sia dato allautonomia negoziale percorrere delle strade alternative. Il corso quindi si propone, previa una disamina
del fondamento dellistituto successorio e della portata del divieto dei patti
successori, di valutare le varie fattispecie che in concreto possono porsi come mezzi per
assicurare lato sensu la trasmissione della ricchezza in vista dellevento della
morte, e di verificare, tra latro, la compatibilità con i tradizionali principi del
diritto nazionale, di istituti di derivazione straniera ( si pensi per tutti al trust),
potenzialmente configgenti con le regole del divieto di sostituzione fidecommissaria, o
idonei a ledere i diritti dei legittimari. Lattenzione dei partecipanti verrà quindi
sollecitata sulla problematica della natura negoziale o meno del testamento e della
possibilità di ricorrere, in carenza di una disciplina specifica, alle regole generali in
tema di contratto. Non minore attenzione verrà poi posta si temi della validità del
testamento, dei rapporti tra lazione di nullità per motivi formali e le regole
processuali in tema di disconoscimento, dellinterpretazione della volontà del
testatore. A tal proposito si cercherà di delineare i labili
confini che talvolta esistono tra listituzione di erede e lattribuzione di un
legato, tra divisio inter liberos ed assegni divisionali obbligatori, tra onere e legato
stesso. Appare altresì utile una riflessione circa il
contenuto non patrimoniale del testamento, verificando se debba trattarsi di situazioni
tipizzate del legislatore o se vi siano spazi per lautonomia del de cuius, con un
adeguamento alle nuove situazioni nascenti, ad esempio, dal progresso scientifico (
recenti vicende giurisprudenziali inducono ad interrogarsi circa la possibilità per il
testatore di poter disporre per il momento in cui avrà cessato di vivere, anche dei
proprio ovuli o del proprio liquido seminale). Dopo una riflessione necessaria circa listituto
dellaccettazione delleredità e degli strumenti offerti dal legislatore per
porre rimedio alla sua iniziale mancanza, seguirà unillustrazione dei principi
generali in tema di successione legittima, accompagnata da una verifica circa le
reciproche interferenze con la disciplina della successione dei legittimari ( destinata ad
influire anche nel campo della successione testamentaria), e da unanalisi degli
strumenti posti a tutela dei diritti di questi ultimi. Obbligata a tal fine è anche la disamina delle
varie tipologie di donazioni e di atti compiuti a titolo di liberalità dal de cuius,
risultando estremamente proficua anche in vista dellapprofondimento della disciplina
della collazione. In tale ottica lincontro avrà modo di occuparsi di tematiche
classiche del diritto civile, quale, a titolo esemplificativo, quella dei rapporti tra
negozio simulato e pactum fiduciae, del negozio indiretto e del negozio a causa mista,
nonché di problematiche a cavallo tra il diritto sostanziale e quello processuale, come
quella dei limiti alla prova della donazione dissimulata. Lultima sessione invece sarà dedicata alla
divisione ereditaria, partendo dalla analisi della comunione ereditaria e dei suoi
rapporti con quella ordinaria, dedicando ampio spazio al giudizio di scioglimento delle
comunioni che numericamente anche per la sua funzione di contenitore delle varie
questioni di diritto successorio rappresenta la tipologia di controversia di più
frequente riscontro nelle aule giudiziarie. Come sopra evidenziato, le relazioni saranno
particolarmente attente a cogliere i profili della materia di più immediata rilevanza
pratica, con un costante richiamo ai precedenti giurisprudenziali, sia di merito che di
legittimità. Al fine di favorire un diretto confronto tra le
esperienze lavorative dei partecipanti, almeno una sessione pomeridiana sarà
caratterizzata dal confronto in gruppi di lavoro.
Destinatari: magistrati, di merito e legittimità, che svolgono
funzioni civili nonchè uditori con funzioni. Liniziativa è aperta alla
partecipazione di avvocati del libero foro e notai. Durata: tre giorni (cinque sessioni complessive) dal 1° al 3
dicembre 2003 Codice incontro: 786
ESECUZIONE FORZATE OPPOSIZIONI
Lesecuzione
forzata a seguito della novella del 90 ha subito solo marginali interventi, sul
presupposto che le vere ragioni dei ritardi della giustizia civile risiedessero unicamente
nel processo di cognizione. Tale convincimento si è rivelato però a breve termine del
tutto erroneo, imponendo al legislatore una serie di interventi spesso settoriali (vendite
delegate ai notai), talvolta contenuti in norme di regola non deputate ad accogliere
modifiche processuali (così con la legge finanziaria per il 2002 con le novità in tema
di pubblicità e differenziazione delle condizioni di procedibilità verso le p.a.). Non
da ultimo va ricordato come sia il progetto di riforma urgente del codice di procedura
civile (d.d.l. 21.12.2002 del Governo) sia il pacchetto di proposte di riforma strutturale
dello stesso codice di rito (Commissione Vaccarella) interessino in maniera estremamente
significativa il processo in esame, per cui, ove anche solo la c.d. miniriforma fosse già
divenuta legge, il corso potrebbe costituire unoccasione per una prima riflessione
collettiva. Lattenzione sul processo
esecutivo è divenuta ancor più evidente a seguito del novellato art. 111 Cost. che, nel
porre il principio della durata ragionevole del processo, ha suggerito una revisione circa
la compatibilità con i suoi canoni (giusto processo) delle norme e, soprattutto, delle prassi talora non emerse nel settore dellattuazione
coattiva dei diritti. E non è causale daltronde che le prime pronunce della
Consulta chiamata a valutare la compatibilità del processo civile con il riformato
precetto costituzionale si siano in più occasioni concentrate sulla disciplina del
processo esecutivo.
Proprio il ruolo
fondamentale che svolge lesecuzione forzata in vista dellattuazione del
principio delleffettività della tutela giurisdizionale e la distribuzione spesso
non omogenea di tale competenza negli uffici giudiziari (ove la struttura sezionale
ricorre in misura minoritaria), suggeriscono di riproporre anche per il 2003 un corso
dedicato esclusivamente a tali problematiche. Lincontro sarà unutile
occasione per valutare la praticabilità della soluzione, tesa ad introdurre figure
generali di misure coercitive, strada sulla quale seguendo precise indicazioni del
legislatore comunitario sembra essersi posto anche il legislatore nazionale,
introducendo, con la legge comunitaria per il 2002, una sorta di astreinte per le
violazioni di provvedimenti emessi a favore dei consumatori. Anche la successiva
attuazione della direttiva 2000/35/UE sugli interessi moratori, mirando ad eliminare gli
eccessivi ritardi nelladempimento delle obbligazioni pecuniarie nelle transazioni
commerciali, di fatto enfatizza una ribadita
volontà di accelerazione adempitiva estesa altresì agli interessi, al pari della portata
esecutiva (e non più legata al giudizio di merito) del titolo formatosi nel nuovo
processo sommario societario disegnato dalla riforma di cui alla legge 361/2001.
Accanto a questi temi suggeriti
dallattualità, il corso non mancherà, come nelle precedenti edizioni, di
soffermare lattenzione dei partecipanti sulle problematiche tradizionali del titolo
esecutivo, dalla sua formazione ed interpretazione alla sospensione (interna ed ab
externo) della sua efficacia, nonchè del regime delle opposizioni (oltre alla
controversa distinzione tra opposizioni allesecuzione ed agli atti esecutivi, va
verificata la terzietà del g.e. nei correlativi giudizi di merito). Particolare attenzione sarà
dedicata, nel campo dellesecuzione immobiliare, alle prassi in uso presso ormai
molti uffici giudiziari, verificando la loro diffusione ed i vantaggi (in termini di
trasparente efficienza) dalle stesse arrecate, non trascurando altresì il riscontro circa
linterpretazione e lapplicazione delle norme in tema di delega ai notai: tale
ricognizione oramai si impone, agendo tale ordinamento in un regime di fatto dualistico
rispetto allaccentramento totale delle scelte gestorie in capo al solo ufficio
giudiziario. Utile, in materia, sarebbe altresì lacquisizione preventiva di dati
qualiquantitativi sulla durata dei processi e le percentuali di soddisfacimento dei
creditori.
Il corso non
mancherà infine di proporre ai partecipanti un approfondimento delle questioni in tema di
esecuzione specifica, in particolare quelle in tema di esecuzione degli obblighi di fare e
non fare e di quelle in tema di esecuzione per rilascio di immobili ai sensi della legge
n. 431/98 e delle recenti proroghe. Unapposita sezione dedicata al pignoramento
presso terzi terrà conto delle novità normative e giurisprudenziali emerse rispetti al
regime di circolazione dei valori mobiliari e delle partecipazioni societarie. Quanto alle modalità di svolgimento sono previste
plurime sessioni pomeridiane dedicate ai gruppi di lavoro, al fine di favorire e stimolare
un proficuo e più immediato confronto tra i partecipanti, sia sui temi già oggetto delle
relazioni del mattino sia su argomenti più specifici. In questambito innovativo
potrebbe essere il ricorso (ed il coinvolgimento) ad osservatori istituzionali ed enti che
già autonomamente monitorano il rapporto fra crediti, garanzie ed efficienza del sistema
coattivo, quali Banca dItalia, A.B.I., Assonime, principali associazioni dei
consumatori.
Destinatari: magistrati di merito e legittimità
che svolgono funzioni civili, con preferenza per i magistrati che trattano la materia dellesecuzione,
nonché uditori con funzioni. Liniziativa è aperta ad avvocati del libero foro,
INPS, INAIL e notai. Durata: 2 giorni e mezzo
(cinque sessioni): dal 10 al 12 dicembre 2003 Codice incontro: 787
LE RIFORME RELATIVE AL DIBATTIMENTO La revisione costituzionale dellautunno
del 1999 e le successive leggi ordinarie dellultimo scorcio della XIII legislatura,
destinate ad attuarne i principi(in particolare la legge n.479 del 1999 e la n.63 del
2001), impongono un ripensamento degli scopi del giudizio penale, delle nozioni teoriche e
delle prassi applicative, anche con riferimento alla fase dibattimentale. La centralità del dibattimento
nella ricostruzione del fatto storico. Il nuovo art 111 cost. supera lantica
antinomia tra contraddittorio e verità. Il metodo dialettico di ricostruzione dei fatti
costituisce, nel contempo, un diritto dellimputato e, grazie alla sua affidabilità
epistemologica, una garanzia per lintera collettività. La scelta del legislatore
costituzionale tradisce lesigenza di restituire centralità al momento
dibattimentale, che aveva subito un duro ridimensionamento da parte della giurisprudenza
costituzionale(sentt.n.24, 254 e 255 del 1992) e delle riforme della stagione dellemergenza-mafia(decreto
legge 306 del 1992 conv.in legge n.356 del 1992). Nellinterpretare il remake dello
spirito del 1989, la legge n.63 del 2001 delinea il nuovo statuto della prova
dichiarativa. Il rafforzamento del sistema del doppio fascicolo avviene
attraverso il ripristino di regole di esclusione probatoria per dichiarazioni
unilateralmente raccolte in sede di indagine. In questo senso le modifiche più
significative coinvolgono gli istituti della contestazione acquisitiva(art 500
comma 2 c.p.p.) e della testimonianza de relato degli ufficiali e degli agenti di polizia
giudiziaria(art 195 comma 4 c.p.p.), nonché il congegno normativo attinente alla
circolazione del materiale probatorio e alla sua utilizzazione in una serie indeterminata
di giudizi(artt.238 e 190 bis c.p.p.). La prassi giudiziaria ha, già, proposto
approcci ermeneutici tendenti ad aggirare quelle novità, in relazione ai quali è
intervenuta la Corte Costituzionale(sent.n.32 del 2002, ord.n.36 del 2002). E, daltronde,
la presenza di eccezioni alla regola del doppio fascicolo, legittimate dallo
stesso art.111 comma 5 cost., fa emergere, in sede applicativa, questioni interpretative
di un certo spessore attorno a previsioni codicistiche che possono definirsi come
nevralgiche per leffettiva attuazione del c.d. giusto processo. Il
dibattito riguarda, in particolare, lo standard probatorio della condotta illecita sulla
fonte di prova che consente la c.d. contestazione acquisitiva(art 500 comma 4
c.p.p.) e il contenuto attribuibile al
concetto di impossibilità di natura oggettiva di ripetizione dellatto(artt.512 e
512 bis c.p.p.). Sono profili che meritano un approfondimento, prestando attenzione alla
continua evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale in materia. La riduzione dellarea del diritto al
silenzio. Le nuove figure di imputato-testimone. La legge n.63 del 2001 ha adottato
strumenti idonei ad incentivare la presenza attiva al dibattimento di tutti gli attori
processuali. La riduzione dellarea del diritto al silenzio è avvenuta attraverso:
a) la revisione dei confini della incompatibilità a testimoniare(ad es. nei confronti dei
soggetti usciti dal processo); b) lapplicazione(parziale) del principio di
responsabilità per gli imputati che rendono dichiarazioni che coinvolgono terze persone;
c) la revocabilità dei benefici premiali per i collaboratori di giustizia che si
avvalgono della facoltà di non rispondere in dibattimento. Ora,
il dato formale rappresentato dallo status dimputato, ancorchè connesso o
collegato, non si traduce, necessariamente, nella radicale incapacità a testimoniare e
nel diritto al silenzio sul fatto altrui. Sono previsti vari livelli di protezione: forme
di tutela calibrate alleffettivo rischio di edere contra se, per soggetti già giudicati con sentenza definitiva, sui fatti per cui
sono chiamati a deporre, e, a certe condizioni, per imputati di reato connesso o
collegato. Costoro, in veste di testimoni
assistiti dal difensore(art 197 bis c.p.p.), hanno lobbligo
di rispondere e dire la verità, sanzionato penalmente(artt 371-bis, 372 c.p.). E godono
di specifici privilegi(art.197-bis comma 4 e 5): la facoltà di non rispondere
alla singola domanda suscettibile di risposta auto-indiziante e linutilizzabilità
contra se della risposta poi rivelatasi nociva. La soluzione, tuttavia, dà vita ad una sorta
di testimonianza ad intermittenza, che moltiplica le figure di dichiarante e
rischia di generare conflitti e incertezze sullobbligo di rispondere o meno. Labbandono
dei precedenti automatismi, legati allo status di imputato, affida soprattutto
al giudice dibattimento il delicato compito di contemperare, in concreto, il diritto al
contraddittorio dellimputato, il diritto a non auto-incriminarsi dellimputato-accusatore,
la funzione conoscitiva del procedimento. Un confronto tra diverse esperienze
professionali può (almeno in parte) colmare le incertezze di una normativa bollata dalla
dottrina più autorevole come caotica e casistica, che non ha
risolto le questioni legate a forme di abuso del diritto al silenzio. Patteggiamento sulla prova, ragionevole durata
del processo e poteri di integrazione probatoria officiosa. Tenuto conto delle risorse
disponibili e del carico complessivo degli affari penali, la praticabilità del modello
accusatorio, implicitamente proposto dal legislatore costituzionale e da parte delle
riforme del codice di rito, richiede una concezione del dibattimento inteso come extrema
ratio, ossia destinato a comporre i conflitti più seri ed impegnativi, con la piena
esplicazione delle rinnovate garanzie. Tale filosofia di fondo viene recepita dal cd
pacchetto Carotti(legge n.479 del 1999). In esso, la necessità di recuperare
tempi ed energie è, innanzitutto, propiziata dal riconoscimento di incentivi ai riti
alternativi, alcuni dei quali a cd cognizione contratta, che spostano,
fatalmente, il baricentro del giudizio verso ludienza preliminare. Ma, linteresse
alla durata ragionevole del processo, ora di rilevanza costituzionale(art 111 comma 2),
coinvolge anche le regole del dibattimento. Tra le novità più rilevanti: lampliamento
dellarea del giudizio monocratico(art 33 bis e 33 ter c.p.p.) e la tipizzazione
delle forme di patteggiamento sulla prova(artt.431 comma 2, 493 comma 3 e 555 comma 4
c.p.p.), non più relegate allinterno di un rito deflattivo e premiale; e come tali
in sintonia con un modello processuale non tanto accusatorio quanto civilistico, sulla
scia di esperienze anglosassoni. Laccordo acquisitivo, peraltro, può riguardare
anche atti di indagine della difesa, la cui rilevanza esce rafforzata dalla legge n.397
del 2000, che vuole attuare quella ègalitè des armes, più volte evocata dai
Giudici di Strasburgo. Ma, la piena utilizzabilità di atti formati unilateralmente da
soggetti processuali connotati da innegabili differenze di funzioni istituzionali e di
doveri processuali propone, in sede valutativa, il tema della attendibilità e dello
spessore probatorio da attribuire a contributi conoscitivi di diversa provenienza. La negozialità acquisitiva
persegue lobiettivo di sgombrare il campo da una serie di accertamenti di fatto per
i quali non vi è interesse ad effettuarli in contraddittorio, concentrando gli sforzi sui
punti realmente controversi, decisivi per le sorti del processo. Ma i patteggiamenti
sulla prova, che aggirano oralità e immediatezza, non sempre hanno quella finalità.
Possono maturare, ad es., quando vi sia lesigenza di tutelare la sfera
fisio-psichica di un teste; o, più banalmente, quando la difesa abbia fretta di
sbarazzarsi di una causa non lucrativa. Certe prassi applicative dimostrano, addirittura,
che, per non perdere tempo, si acconsenta ad acquisizioni in blocco
del fascicolo del PM, realizzando una sorta di abbreviato senza sconto, ossia
di rinuncia dellimputato al contraddittorio senza contropartita. Ed, allora, il tema del laissez faire probatorio,
potenzialmente corrosivo diritti dellimputato, si collega a quello relativo ai
poteri di integrazione probatoria officiosa, il cui riconoscimento è ribadito dalle
recenti modifiche degli artt. 507(art 41 legge 479 del 1999) e 190 bis(art 3 legge n.3 del
2001) c.p.p. Superando lorientamento di pensiero secondo cui i residui casi di
integrazione probatoria officiosa sono qualificabili come elementi puri nellambito
di modello processuale di stampo accusatorio, le recenti opzioni legislative avvertono che
il controllo di natura formale sugli atti acquisiti sullaccordo della parti può non
bastare. Dunque, linterprete viene munito di strumenti più penetranti di controllo
nel merito.
Per evitare labuso
di certi poteri, va chiarita, dal punto di vista teorico, la natura dei rapporti tra il
giudice e la prova, in presenza del forte richiamo costituzionale(art 111 comma 2) alla
terzietà e imparzialità dellorgano giurisdizionale. Liniziativa
probatoria del giudice deve essere sussidiaria rispetto alle iniziative dellaccusa e
della difesa. Il principio dispositivo, di rilevanza costituzionale(art 111 comma 3),
impone di non ostacolare o intralciare il tracciato probatorio delle parti. Ma in sede di
applicazione concreta di certi istituti, vè da chiedersi se il giudice sia
abilitato a supplire alla insufficiente diligenza delle parti; debba impedire che
interessi coincidenti di soggetti solo in apparenza contrapposti, possano nascondere
aspetti rilevanti della verità; possa correggere il prodotto di trattative quasi
private, inevitabilmente, dominate dalla legge del più forte. Destinatari: magistrati
addetti alle funzioni di giudice del dibattimento penale nonchè uditori con funzioni. Liniziativa
è aperta agli avvocati del libero foro e ai magistrati militari. Durata: due giorni e
mezzo: dal 15 al 17 dicembre 2003. Codice incontro: 788
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