Ministero della Giustizia
|
Attività realizzate |
Attori coinvolti |
Realizzazione di una serie di incontri (workshop) con tutti i
Dipartimenti nel quale si sono esplicitate le finalità, le fasi, le modalità e i
risultati attesi dalla predisposizione della Direttiva |
Gabinetto del Ministro Capi Dipartimento |
Predisposizione del materiale tecnico necessario al processo di
predisposizione della Direttiva |
Tavolo tecnico centrale |
Realizzazione di uno specifico incontro con il Gruppo di lavoro dei
tecnici nel quale si sono esplicitate le istruzioni tecnico operative da seguire
allinterno dei Dipartimenti |
Tavolo tecnico centrale Gruppo di lavoro dei tecnici. |
Fase 1. Analisi strategica e individuazione obiettivi generali
Realizzazione di una analisi strategica e focalizzazione delle scelte
che hanno portato alla individuazione di nove obiettivi generali del Ministero della
Giustizia.
Attività realizzate |
Attori coinvolti |
Analisi strategica in termini di obiettivi da raggiungere in coerenza
con il Programma di Governo e con le politiche trasversali esplicitate nella Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 novembre 2001 |
Gabinetto del Ministro |
Individuazione e definizione degli obiettivi generali del Ministro,
trasmessi ai Dipartimenti come base per le proposte in termini di obiettivi specifici. |
Gabinetto del Ministro Tavolo tecnico centrale |
Fase 2. Individuazione degli obiettivi specifici
Individuazione da parte dei Dipartimenti degli obiettivi specifici,
con i fenomeni da osservare ed i relativi indicatori e target (valori) di riferimento da
proporre allAutorità politica per ogni Direzione generale.
Attività realizzate |
Attori coinvolti |
Avvio del processo interno ai singoli Dipartimenti con una assistenza
del Tavolo centrale attraverso degli incontri finalizzati a fornire un supporto
metodologico per lindividuazione degli obiettivi specifici, degli indicatori e dei
target di riferimento da proporre allAutorità politica |
Tavolo tecnico centrale Tecnici delegati di riferimento del Dipartimento Direttori generali |
Prima elencazione degli obiettivi specifici delle Direzioni Generali,
dei fenomeni da osservare, degli indicatori e dei target attraverso la compilazione di
apposite schede fornite dal Tavolo centrale con lassistenza tecnica dei tecnici del
Dipartimento del Gruppo di lavoro tecnico |
Tecnici delegati di riferimento del Dipartimento Direttori generali |
Analisi e convalida di una prima proposta di obiettivi specifici e
loro trasmissione al Gabinetto del Ministro |
Capi Dipartimento Direzioni Generali |
Fase 3. Verifica di coerenza e congruenza degli obiettivi
Verifica trasversale di coerenza tra gli obiettivi dei diversi
Dipartimenti e di congruenza con gli obiettivi generali delle politiche pubbliche del
Ministero che ha portato ad una rivisitazione degli obiettivi, anche a seguito di una
attività di negoziazione interna ai Dipartimenti e con lAutorità politica e alla
definizione dei programmi di azione.
Attività realizzate |
Attori coinvolti |
Verifica di carattere tecnico metodologico sulla compilazione
delle schede di rilevazione degli obiettivi specifici, fenomeni da osservare,
indicatori e target (valori) |
Tavolo tecnico centrale |
Verifica di coerenza e congruenza di merito con le politiche
trasversali del Governo e con gli obiettivi generali del Ministro Gabinetto del Ministro Confronto con i Capi Dipartimenti per una parziale ripianificazione
degli obiettivi attraverso una negoziazione |
Gabinetto del Ministro Capi Dipartimento |
Rivalutazione degli obiettivi specifici e realizzazione dei programmi
dazione come indicato nella Direttiva del Presidente del Consiglio del 15 novembre
2001. A tal fine ogni Capo Dipartimento ha avviato un processo di negoziazione con i
propri Direttori generali |
Capi Dipartimenti Direzioni Generali Tecnici delegati di riferimento del Dipartimento |
Validazione finale del Capo Dipartimento e trasmissione al Gabinetto
del Ministro |
Capi Dipartimenti |
Fase 4. Verifica finale e emanazione Direttiva
Verifica finale da parte dellAutorità politica tramite il
Gabinetto del Ministro e emanazione della Direttiva generale sullattività
amministrativa e sulla gestione del Ministro della Giustizia 2002.
Attività realizzate |
Attori coinvolti |
Verifica finale di coerenza e congruenza del Ministro tramite il
proprio Gabinetto |
Ministro Gabinetto del Ministro |
Redazione del Documento della Direttiva Gabinetto del Ministro |
Gabinetto del Ministro Tavolo tecnico centrale |
Sottoscrizione ed emanazione della Direttiva da parte del Ministro |
Ministro. |
SEZIONE II
Gli obiettivi generali delle politiche pubbliche in materia di giustizia
Le linee guida politico strategiche per il Ministero
della Giustizia
Le linee guida per la direttiva del Ministero non possono non partire da una
necessaria aspirazione ad un maggiore e più elevato tasso di efficienza ed efficacia dellazione
amministrativa nel settore della giustizia.Una recente indagine demoscopica ha rivelato
che il 73% degli italiani è insoddisfatto di come oggi funziona la Giustizia nel nostro
Paese, mentre soltanto il 13% si dice, al contrario, appagato di come stanno le cose.
Questi dati non fanno altro che dare un volto statistico a un sentimento di malessere
assai diffuso, condiviso da cittadini, avvocati, magistrati, rispetto alla resa della
giustizia nel Paese. Occorre dunque procedere, sulla base del Programma di Governo, ad un
radicale processo di rinnovamento. Ciò deve accadere attraverso il pieno rispetto della
Costituzione e l'attuazione di un complesso di riforme volte a ridare efficienza e
credibilità all'ordinamento giudiziario.
Fra i diritti fondamentali di uno Stato moderno deve principalmente esserci il diritto di
ogni cittadino alla propria sicurezza. Per garantire ai cittadini la libertà dalla paura,
oggi lo Stato, oltre a riacquistare il controllo del territorio, deve innanzitutto
prevenire il crimine e non solo reprimerlo. La prevenzione dei reati si attua attraverso
la riorganizzazione di tutto lapparato dellordine pubblico mentre per la
repressione dei reati è necessario soddisfare tre certezze oggi carenti: la certezza del
reato, la certezza del processo, la certezza della pena.
Nella delicata materia carceraria, massimo sarà lo sforzo finalizzato a prevedere lobbligo
di un'attività lavorativa, legata alla "liberazione per buona condotta", e
realizzazione di "circuiti penitenziari differenziati" e la collocazione fuori
dal "comparto ministeri" del personale civile delle carceri .
Altro punto saliente è rappresentato dal processo civile. L'Italia viene ripetutamente
condannata dall'Europa per la lentezza della Giustizia civile: una giustizia ritardata è
molto spesso una giustizia denegata. Occorre abbreviare la durata dei processi e rendere
più celere lesecutività delle sentenze.
Va poi prestata particolare attenzione agli ordini professionali, ricadenti sotto le
attribuzioni del D.A.G.. Gli ordini esistenti vanno migliorati, resi pienamente
funzionali, né soppressi, né aumentati di numero; vanno fissate regole che migliorino la
loro efficienza nel campo della deontologia, del controllo della formazione continua del
professionista, dell'informazione completa e trasparente verso il cliente, funzioni tutte
di rilevanza e di interesse pubblici. In questi limiti deve muoversi il
legislatore nel dettare norme di funzionamento e disposizioni che non pregiudichino
l'autonomia degli ordini.
Punto saliente del Programma è infine rappresentato dalla riforma dellordinamento
della magistratura. L'ordinamento deve essere ispirato al principio dell'autonomia e
indipendenza, affinché il rispetto della legge sia garantito nei confronti di chiunque, e
al principio dell'efficienza, affinché il servizio giustizia sia reso in tempi e modi
adeguati.
La carente applicazione di entrambi i principi registrata nel nostro Paese ha gravi
conseguenze sul servizio, la cui qualità insufficiente è al centro delle lamentele dei
cittadini e fonte di condanne da parte degli Organismi europei. Risulta pertanto
necessario una inversione di tendenza che non può però essere ottenuta con interventi
improvvisati o ancor peggio col pensare a interventi di carattere punitivo contro la
Magistratura. Tenendo ferma questa idea si è proceduto ad un ripensamento
dell'Ordinamento giudiziario, con la presentazione di un disegno di legge ispirato alle
seguenti tre linee di riforma:
1. riportare la responsabilità della politica giudiziaria, soprattutto in materia
criminale, nell'alveo proprio della sovranità democratica;
2. stabilire un migliore raccordo fra l'esercizio autonomo della funzione giudiziaria e le
esigenze del popolo, nel nome del quale la giustizia è amministrata;
3. introdurre più efficienza nel servizio.
Si è previsto poi per i Consigli giudiziari l'ingresso di componenti laici, anche dal
mondo dell'avvocatura. L'accresciuta complessità sociale, la necessità di rappresentare
le esigenze dei diversi operatori di giustizia, il crescente interesse delle regioni per
l'amministrazione della sicurezza e della giustizia nel loro territorio, hanno reso
necessario un ampliamento della composizione dei Consigli giudiziari con l'intervento
delle Regioni cui deve spettare la nomina di propri componenti laici. La composizione dei
Consigli giudiziari rispetta così la proporzione prevista fra membri laici e togati del
Consiglio Superiore della Magistratura, prevede nuove attribuzioni da assegnare ai
Consigli e trasferisce a questi una serie di funzioni.
Per il Consiglio Superiore della Magistratura è stata recentemente varata una
significativa riforma del sistema elettorale, del numero e delle proporzioni tra i
componenti. Premesso il mantenimento dell'attuale composizione del rapporto tra membri
laici e togati, si è resa necessaria una diversa proporzione all'interno della componente
togata fra giudici e pubblici ministeri in modo da rappresentare il rapporto numerico
esistente fra le due componenti. Anche la diversa rappresentanza dei membri togati del
Consiglio è stata realizzata con la citata nuova legge elettorale dando la massima
priorità allesigenza di premiare le caratteristiche culturali, professionali,
morali, degli individui che saranno eletti. Relativamente all'aspetto disciplinare
occorrerà ancora discutere della necessità di scorporare l'Organo disciplinare dal
Plenum del Consiglio al fine di renderlo effettivamente autonomo da tutte le possibile
commistioni. Tale Organo dovrebbe comunque rispettare il principio di proporzione previsto
per il Consiglio Superiore della Magistratura.
Con la riforma dellordinamento giudiziario, inoltre, si tende a valorizzare la
professionalità del magistrato prevedendo che la progressione economica sia legata
all'anzianità e all'inesistenza di demeriti e stabilendo criteri obiettivi legati al
merito per il passaggio alle funzioni superiori, nonché la temporaneità degli incarichi
direttivi.
A garanzia dei cittadini e come posto dall'art. 111 della Costituzione, che prevede che il
giudice debba essere terzo ed imparziale, è apparso non procrastinabile delineare
finalmente una separazione tra giudici e pubblici ministeri. Mantenendo un accesso unico
in magistratura sono state previste, dopo un percorso comune, forme più accentuate di
incompatibilità e si è così stabilito che il cambiamento di ruoli e funzione potrà
avvenire previa partecipazione ad uno specifico corso concorso al termine del quale sarà
valutata l'idoneità professionale ad esercitare la diversa funzione alla quale abbia
chiesto di essere attribuito. Il cambiamento di funzioni e di ruolo dovrà comportare
comunque il cambio del Distretto giudiziario.
Fatta questa doverosa premessa, l'azione di Governo intende svolgersi attraverso linee e
scadenze precise che si riassumono nellindicazione dei dieci obiettivi generali per
lanno 2002.
La giustizia è una grande macchina che produce un servizio di fondamentale
importanza in una società civile e democratica. E' pertanto fondamentale una
organizzazione della macchina che le consenta di funzionare al meglio.
Dando seguito alla riforma Bassanini, il Ministero della Giustizia, riorganizzato nei
quattro dipartimenti previsti dalla legge, ha cominciato la legislatura praticamente
acefalo di tutte le direzioni generali. Ciò da un lato ha consentito di agire all'interno
di quella filosofia dell'alternanza ormai accettata e auspicata da tutti, ponendo a capo
dei dipartimenti figure nuove che agiscono in piena sintonia con il Ministro, applicando
in modo convinto le linee programmatiche del Governo, dall'altro ha rappresentato un
ulteriore gravoso sforzo che altri Ministeri non hanno dovuto affrontare. Partendo da tale
dato di fatto, il Ministero si misura, con la Direttiva presente, nello sforzo di
realizzare gli obiettivi sfidanti e ritenuti di maggiore rilievo, in una sorta di ideale
confronto tra la difficoltà dellobiettivo e le risorse a disposizione per
conseguirlo.
Questi obiettivi si collocano inoltre in una chiave di stretta continuità realizzativa
rispetto alle quattro politiche trasversali (semplificazione amministrativa,
digitalizzazione, riduzione della spesa, miglioramento della qualità dei servizi) che
interessano loperato di tutto il Governo e che trovano spesso espresso riscontro
nellambito delle esigenze del Ministero della Giustizia. In tale senso il Ministero
si impegna nella sfida di realizzare i dieci obiettivi generali, posti a
base della Direttiva, la cui attuazione si pone su un orizzonte temporale di medio termine
e, comunque, entro la naturale scadenza della legislatura. La declinazione annuale degli
obiettivi generali trova la sua enucleazione negli obiettivi specifici (contenuti nella
sezione III del presente documento) alla cui realizzazione è chiamata ciascuna unità
organizzativa del Ministero, nellambito delle proprie competenze Si ritiene
opportuno sottolineare, infine, che alla realizzazione degli obiettivi generali concorrono
strutture e responsabilità istituzionali anche esterne al Ministero (Ufficio legislativo,
C.S.M., Parlamento) in grado di influenzarne il pieno raggiungimento.
OBIETTIVO GENERALE 01
Modifiche della normativa in materia di certezza del reato, del processo, della pena e
della durata ragionevole del processo, al fine di consentire ai cittadini la percezione di
una nuova giustizia.
Le condanne sistematicamente e impietosamente inflitte dalla corte di Strasburgo
dicono che l'Italia è lontanissima dagli standard europei per quel che riguarda la
giustizia civile.
È necessario ripensare alla struttura del processo civile, al fine di assicurare il
servizio giustizia e di utilizzare le risorse umane e organizzative dell'apparato nel modo
più funzionale possibile, al fine di evitare lo spreco di attività giudiziale e di
stroncare tutti gli interventi dilatori di interesse di una delle parti che abbia
convenienza a ritardare le decisioni e che attualmente è ampiamente agevolata nel suo
intento proprio dalla struttura del processo.
Per quanto concerne il sistema di giustizia penale, esso deve soddisfare due esigenze: la
difesa dei cittadini imputati di reato e la difesa della società offesa dallo stesso
reato. La prima è l'esigenza delle garanzie, la seconda è l'esigenza della punizione.
Considerate assieme, costituiscono l'esigenza della Giustizia. Le linee dell'intervento
riformatore, quindi, devono essere le seguenti:
a) La certezza del reato
E necessario definire precisamente la fattispecie di ciò che si ritiene costituisca
reato sulla base di ciò che è realmente avvertito come offensivo dai cittadini.
Occorrono interventi sulla parte speciale del codice e sulla legislazione complementare,
secondo i principi guida della proporzionalità e della sussidiarietà.
b) La certezza del processo
Al fine di rendere più snello ed efficiente il rito penale e rispondente a una necessità
di durata ragionevole occorrerà operare su due direttrici: la fissazione di termini certi
e tassativi per gli atti e gli adempimenti processuali e la fissazione certa dell'oggetto
di istruttoria processuale; dall'altro lato tassatività dei motivi d'appello e
allargamento delle procedure in camera di consiglio, previsione di sbarramenti nella
reiterazione delle domande difensive in materia cautelare, incremento della sanzione
pecuniaria per l'inammissibilità dei motivi di ricorso per Cassazione.
c) La certezza della pena
Garantire la certezza della pena, significa garantire agli onesti cittadini che coloro i
quali commettono reati, se condannati attraverso un equo processo, debbano scontare la
pena che è stata loro comminata.
Per raggiungere tale obiettivo occorre intervenire sul piano delle sanzioni, attraverso la
riduzione dell'area della sanzione detentiva, sviluppando il ricorso a pene non detentive
come pene principali in modo da ottenere un'effettiva efficacia deterrente. E
parallelamente rendere effettiva la pena detentiva al fine di ottenerne la certezza,
operando anche sulla rimodulazione dei limiti edittali previsti, spesso sproporzionati
rispetto alla condotta delittuosa posta in essere.
d) La durata ragionevole del processo.
Al di là di interventi normativi è necessario intervenire allinterno delle fasi
del processo individuando procedure e adempimenti su cui è possibile implementare
strumenti informatici e tecnologie telematiche al fine di ridurre tempi e rendere più
efficiente tutta lattività di supporto allo svolgimento del processo. A tale
proposito lattività di riforma normativa dovrà misurarsi sul potenziamento dellausilio
che tali strumenti possono offrire al magistrato.
Quanto alla magistratura sarà necessario ampliare lambito operativo di quella
onoraria potenziandone la professionalità e perseverando in quel percorso formativo
permanente che già la vede interessata. Sarà poi necessario prestare ogni attenzione ad
una effettiva valorizzazione della professionalità della magistratura togata impegnando
le risorse del Ministero, come del resto previsto già con il disegno di legge sulla
riforma dellordinamento giudiziario, al fine di attuare e potenziare la scuola della
magistratura, puntando anche al massimo recupero dei valori di unità della giurisdizione
e di deontologia. Ciò anche al fine di realizzare e consolidare una comune percezione
della separazione dei poteri così come voluta dalla Costituzione.
Altra componente di notevole impatto in questa opera di potenziamento è rappresentata
dalle commissioni di riforma dei codici insediate e in corso di insediamento che con il
loro lavoro offriranno nuovi ulteriori spunti. Ad esempio, la commissione di riforma del
codice penale e lo stesso Ufficio legislativo del Ministero stanno lavorando per una
completa attuazione del rispetto dei valori costituzionali, anche con riferimento al tema
dei reati di opinione ed alla riforma dello stesso art. 68 Cost..
OBIETTIVO GENERALE 02
Miglioramento dellefficacia e dellefficienza della struttura e dei processi
nellAmministrazione della Giustizia.
Il governo attuale ha avviato numerosi progetti per il recupero di efficacia ed
efficienza della Pubblica Amministrazione, al fine di migliorare il profilo organizzativo,
sia nelle proprie risorse interne sia nel servizio al cittadino.
La cultura dellAmministrazione della Giustizia deve essere ispirata al criterio
della rigorosa valutazione della produttività degli Uffici giudiziari e dei singoli
magistrati che li compongono.
E necessario individuare parametri per misurare oggettivamente il lavoro dei giudici
al fine anche di poter svincolare la carriera da datati, meri parametri di anzianità.
Inoltre va modificato il sistema attuale di reclutamento dei magistrati impostato su
criteri sostanzialmente nozionistici, eventualmente prevedendo, in sede di concorso, lattribuzione
di punteggi aggiuntivi da assegnare a candidati già in possesso di determinati titoli e
requisiti.
Lefficienza dellapparato amministrativo va ricercata attraverso lincremento
degli organici, interventi volti al miglioramento delle professionalità del personale in
servizio nonché una migliore gestione delle competenze sul territorio. Recuperi di
efficienza possono anche essere realizzati attraverso interventi di rinnovamento delle
strutture tecnico operative e dei mezzi strumentali.
Occorre inoltre sottolineare che lottimizzazione e la semplificazione delle
procedure e della gestione dei processi interni non può che avere ricadute positive in
termini di efficacia ed efficienza sullintera macchina amministrativa.
OBIETTIVO GENERALE 03
Revisione delle circoscrizioni giudiziarie e avvio del processo di decentramento sul
territorio dellAmministrazione giudiziaria.
Nella direzione di una maggiore efficienza e celerità della giustizia e di una
corrispondenza della organizzazione dellattività e del lavoro degli uffici a
criteri di managerialità e produttività si muovono gli obiettivi di revisione delle
circoscrizioni giudiziarie e di avvio del decentramento del servizio giustizia. Gli
aspetti organizzativi e larticolazione territoriale delle strutture e delle
competenze sono questioni di primaria importanze per ottimizzare il funzionamento della
giustizia e soddisfare le esigenze e le attese del cittadino.
È necessario razionalizzare lambito territoriale di competenza degli uffici
giudiziari e migliorare lallocazione delle risorse umane e strumentali in modo da
rispondere meglio alla domanda di giustizia proveniente dal territorio. A tal fine
occorrerà dare avvio ad un complessivo intervento di revisione delle circoscrizioni
giudiziarie e, conseguentemente, delle relative piante organiche.
Riguardo alleconomicità delle circoscrizioni, i benefici possono derivare dalla
revisione delle circoscrizioni giudiziarie di piccole dimensioni. Nellambito di tale
obiettivo un primo intervento è relativo agli Uffici del giudice di pace, in
considerazione della specificità dellanalisi, e tale revisione includerà oltre a
variabili di tipo economico, anche gli impatti su tutti gli stakeholder del sistema
giustizia.
Inoltre, un miglioramento della macchina della Giustizia deve anche passare attraverso il
processo di decentramento sul territorio dellAmministrazione giudiziaria e, quindi,
occorrerà valutare la possibilità di istituire sedi decentrate per lo svolgimento di
funzioni e attività che sono attualmente svolte solamente a livello centrale. Infatti, il
processo di trasformazione organizzativa che ha recentemente interessato le articolazioni
centrali del Ministero non può non estendersi, in vista di un reale recupero di
efficienza dellapparato giudiziario periferico, in modo da far fronte con
tempestività a tutte le istanze legate alla domanda di giustizia.
Tale processo di decentramento dovrebbe prevedere la creazione di organi gestionali e
decisionali a carattere regionale, così da garantire funzionalità e soprattutto
effettiva rispondenza alle esigenze locali. In tale ottica appare opportuno prevedere una
figura manageriale che possa gestire anche con adeguati criteri aziendalistici le risorse
umane, materiali e finanziarie da destinare alle strutture giudiziarie.
OBIETTIVO GENERALE 04
Rafforzamento delledilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile.
Massimo deve essere lo sforzo per migliorare le strutture giudiziarie esistenti e
per recuperarne di nuove, ciò al fine di garantire un miglioramento del servizio anche
dal punto di vista strutturale e garantire agli operatori ed ai destinatari lespletamento
delle funzioni in ambienti e locali adeguati.
Delicato è poi il discorso per ledilizia penitenziaria. L'attuale situazione
penitenziaria si può riassumere in queste cifre: i posti disponibili, secondo gli attuali
standard sono 45.000. Oggi il numero dei detenuti è di circa 57.000. La situazione dei
penitenziari è variegata: a fronte di carceri di vecchia concezione e in condizioni al
limite dell'accettabilità ci sono strutture di nuova costruzione e nuova concezione,
predisposte anche a favorire l'attività di lavoro all'interno del penitenziario.
In primo luogo, è necessario ampliare la capacità ricettiva del sistema penitenziario,
avviando a pieno regime fin da subito le nuove strutture e valutando la possibilità di
riaprire le strutture abbandonate e di ristrutturare l'esistente. Appare inoltre
necessario potenziare strumenti finanziari alternativi, valutandone però la concreta
percorribilità pratica e relative richieste, quali il leasing, per il quale è in corso
di presentazione un disegno di legge, le permute e il project financing.
Nello stesso modo, limpegno per ledilizia penitenziaria minorile deve tendere
a rendere sempre più adeguate le strutture esistenti alle esigenze della peculiare
popolazione carceraria che le occupa.
OBIETTIVO GENERALE 05.
Favorire la rieducazione del detenuto in vista del reinserimento sociale.
Idealmente, il sistema carcerario è ispirato al principio costituzionale (art.
27) che stabilisce che ogni pena deve tendere alla rieducazione del condannato.
La situazione attuale, però, presenta il rischio di vedere disatteso il dettato
costituzionale in quanto la pena o non viene espiata o viene espiata in strutture,
condizioni e forme che non rispondono al principio della rieducazione dei detenuti.
Occorre impegnarsi con determinazione per dare ai detenuti la possibilità di lavorare
contro la tendenza a delinquere e così recuperare chi ha già sbagliato.
È perciò necessario promuovere una sorta di devoluzione anche nel campo
penitenziario, svincolando le carceri da un centralismo che, partendo da una difficile
comprensione delle diverse situazioni locali, non riesce a dare risposte puntuali ai
problemi. Il carcere non è la stessa cosa ovunque e non ha senso continuare a ignorare le
specificità territoriali. Naturalmente, l'avvio di un processo di decentramento andrà
condotto tenendo ben presente la diversa gestione che richiedono i detenuti per reati di
diversa gravità e con differente pericolosità sociale.
All'effettuazione di un'attività lavorativa va principalmente connessa la possibilità di
accedere alle pene alternative o alla liberazione anticipata e condizionale, cui dovrebbe
essere riconosciuto il carattere di liberazione per buona condotta,
applicabile a tutti sulla base di presupposti definiti.
OBIETTIVO GENERALE 06
Sviluppo della professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria
Si devono stimolare al massimo grado l'impegno e il senso di responsabilità degli
agenti, con un forte recupero del senso della appartenenza al Corpo e della
gerarchia.
Parallelamente, si devono recuperare gli aspetti formali e deontologici, al fine di
mantenere il fondamentale prestigio per il Corpo, ma soprattutto quella necessaria
autorevolezza che è essenziale per il governo dei detenuti, i quali devono immediatamente
percepire nel proprio interlocutore competenza e affidabilità, quale patrimonio tipico
del personale della Polizia penitenziaria. Interventi, infine, devono essere compiuti in
direzione della crescita professionale degli appartenenti al Corpo, che è garanzia di
competenza, di sicurezza e di rispetto della dignità dei detenuti. Particolare attenzione
sarà poi prestata alla posizione del personale civile. Questo
personale è attualmente inquadrato nel "comparto Ministeri". Questa è una
collocazione impropria da correggere, perché non esalta la specialità tipica di
un'attività che, per il fatto di svolgersi all'interno delle mura carcerarie, necessita
di una peculiare professionalità e di una particolare dedizione.
Altrettanta attenzione andrà destinata al servizio sanitario penitenziario. La recente
legislazione (riforma Bindi), che ha previsto il transito di questo settore delicatissimo
nel servizio sanitario nazionale, è foriera di scadimento della professione. La grande
esperienza accumulata nel settore, tale che oggi si può parlare della "medicina
penitenziaria" come di una branca specializzata della medicina, non può andare
perduta all'insegna di una ideologica omogeneizzazione degli ammalati detenuti con gli
altri ammalati affidati al servizio sanitario nazionale.
OBIETTIVO GENERALE 07
Potenziamento delle nuove tecnologie e supporto dei servizi interni dellAmministrazione
e dei servizi rivolti ai cittadini.
Uno snodo fondamentale per l'efficienza della macchina è indubitabilmente
l'informatizzazione dell'intero sistema. Particolare cura sarà dedicata al cosiddetto
processo telematico in cui sarà possibile utilizzare documenti informatici e
avvalersi delle tecnologie telematiche per la loro trasmissione con positivi riflessi
sulla qualità complessiva del servizio e la soddisfazione del cittadino.
Sarà necessario migliorare e accrescere la quantità e la qualità dei servizi forniti al
cittadino attraverso il potenziamento del portale internet, favorendo la diffusione delle
informazioni di interesse generale sullattività amministrativa, sulla normativa e
sulla giurisprudenza nonché sviluppando veri e propri servizi interattivi al fine di
agevolare il cittadino nei rapporti con lamministrazione della Giustizia.
Per quanto riguarda i sevizi interni, si rende necessaria la realizzazione di sistemi
informativi che gestiscano i flussi documentali elettronici fino alla strutturazione e
integrazione di banche dati elettroniche. Si tratta, quindi, di iniziative destinate allinnovazione
tecnologica della struttura e dei processi e finalizzate a migliorare in termini di
efficienza e produttività la gestione dellintera macchina amministrativa.
OBIETTIVO GENERALE 08
Riduzione del sovraffollamento degli Istituti penitenziari.
Il raggiungimento di questo obiettivo è strettamente correlato agli interventi
che si intenderanno attuare nellambito degli obiettivi generali del rafforzamento
delledilizia e della rieducazione del detenuto.
Va, inoltre, studiata la possibilità di definire i circuiti penitenziari
differenziati, con l'applicazione di regimi detentivi particolarmente rigorosi per
certi criminali in dipendenza del reato commesso o della condotta serbata in
carcere e meno severi per gli altri. Utile è anche un circuito per la custodia
attenuata, destinato a soggetti di scarsa pericolosità e bisognosi di trattamento
particolare (ad es. i tossicodipendenti o le persone con disturbi psichici), da collocare
in strutture più leggere, più rapidamente apprestabili, rette da un regime
anche giuridico ad hoc. La stessa liberazione anticipata per buona condotta dovrebbe
essere messa in relazione al regime detentivo.
Si dovrà infine intervenire sull'altro grande fattore di affollamento dei penitenziari:
la presenza di molti extracomunitari, attualmente 17.000 individui. Il Governo si sta
ponendo il problema di rimpatriare, dietro precise garanzie di rinuncia al reingresso
clandestino in Italia, i detenuti per reati lievi. Un obiettivo da raggiungersi anche
attraverso provvedimenti normativi e pesanti sanzioni. Esistono però, in proposito,
problemi di natura costituzionale, internazionale e giuridica di non facile soluzione.
OBIETTIVO GENERALE 09.
Miglioramento dei procedimenti di adozione e razionalizzazione delle competenze in
materia di diritto di famiglia e dei minori
Il nuovo regolamento ministeriale prevede un autonomo dipartimento per la
giustizia minorile, ciò in segno dell'attenzione particolare e della diversità della
questione minori rispetto alla complessità del mondo giudiziario. Affinché tale scelta
non rimanga esclusivamente formale, si ritiene di dover prestare particolare attenzione e
interesse a tale materia, operando in maniera assolutamente pragmatica e quanto più
possibile scevra di incrostazioni ideologiche e posizione demagogiche.
La base di qualsiasi discussione non può che essere il riconoscimento della priorità
dell'interesse del minore, in quanto soggetto debole nei cui confronti lo Stato ha
obblighi di protezione e assistenza specifici. Sotto tale profilo, come meglio precisato
nel corso della indicazione degli obiettivi specifici del Dipartimento per la Giustizia
minorile, è stato previsto un costante impegno di studio e monitoraggio in tema di abuso,
immigrazione e sfruttamento del minore, nonché del disagio minorile in generale.
Da tenere in evidenza è la problematica legata alla maturità psicologica del minore e
alla sua responsabilità nei confronti della società.
Altra tematica di forte impatto sociale e di estremo interesse è quella relativa alla
testimonianza del minore, sia relativamente alla sua valenza probatoria, che non può
essere affidata esclusivamente alla valutazione prettamente giudiziaria dei riscontri, sia
soprattutto in relazione alle modalità di acquisizione, che devono il più possibile
garantire non solo l'autenticità e la spontaneità della dichiarazioni, ma anche il reale
impatto emotivo dell'esperienza testimoniale sul soggetto.
Va infine ricordato che in data 8 marzo 2002 è stato presentato il disegno di legge per
la riforma dei tribunali per i minori. Tale disegno di legge delega, allesame del
parlamento, prevede che le cause aventi ad oggetto il diritto di famiglia e dei minori
siano attribuite ad un unico organo giurisdizionale (sezione specializzata presso i
tribunali e le Corti di Appello) in modo da dare una maggiore specializzazione al giudice.
OBIETTIVO GENERALE 10
Attività internazionale, cooperazione giudiziaria e penitenziaria, lotta al terrorismo e
alla immigrazione clandestina.
Massimo impegno verrà profuso dal Ministero nel potenziamento dellattività
internazionale. Attraverso la sua presenza il Ministero garantisce per il tramite del
Gabinetto, dellUCAI e del Dipartimento per gli Affari di giustizia, nonché con
altre diramazioni, la propria sfera di azione in ambito europeo ed internazionale in
generale. Con ladesione a convenzioni internazionali ed inviando i propri esperti ai
tavoli di lavoro si garantisce il sussidio tecnico, anche per altre amministrazioni
nazionali, nellattività di riforma sottesa al processo di integrazione
internazionale e di Unione europea. Sul campo della cooperazione giudiziaria si
proseguirà nellopera che, come recentemente precisato dallOCSE, vede lItalia
in una posizione di avanguardia giuridica e legislativa sul piano della cooperazione
giudiziaria. Incontri e relazioni bilaterali vedono e vedranno impegnato il Dipartimento
dellAmministrazione Penitenziaria sul campo della cooperazione penitenziaria..Il
potenziamento delle strutture e della professionalità degli operatori sarà poi altresì
finalizzato, oltre che per gli altri interessi generali già enunciati, anche al fine di
potenziare e rendere più efficace lattività repressiva della magistratura nel
campo della lotta al terrorismo ed allimmigrazione clandestina, fenomeni tutti di
grave allarme sociale.