La maggioranza
tenta il dialogo sulla definizione di legittimo sospetto
(da Diritto e Giustizia
del 7 settembre 2002)
È iniziato ieri alla Camera lesame
delle Commissioni sulle proposte di modifica della remissione dei processi per legittimo
sospetto. Prudenza da entrambi gli schieramenti sulle possibilità di modifica: a
Berlusconi per il quale la legge si può modificare, ha risposto Fassino che chiede
qualcosa in più di un annuncio. Lesordio dei lavori, intanto, è stato segnato da
una dura polemica procedurale non la scia presagire un clima particolarmente
collaborativo. Nel frattempo si profila la possibilità che sul progetto di legge
intervenga, con un proprio documento, anche il Csm.
I lavori parlamentari. La riunione delle commissioni Affari costituzionali e
Giustizia è iniziata poco dopo le 17,30 nella Sala del Mappamondo di Montecitorio. Ed è
stato subito chiaro che sarebbe stato scontro: Pierluigi Mantini (Margherita) e Paolo
Cento (Verdi) hanno contestato la legittimità della convocazione per il mancato rispetto
sia del termine delle 48 ore («lho ricevuta ieri mattina per fax. Così si parte
con il piede sbagliato», ha dichiarato Mantini) che delle modalità di convocazione.
Cento e Mantini hanno annunciato che si rivolgeranno al Presidente della Camera per
violazione del Regolamento.Ai due ha risposto il presidente della commissione Giustizia,
Gaetano Pecorella ribadendo la legittimità della convocazione e dando la parola ai
relatori.
Il primo intervento è stato quello di Isabella Bertolini (Forza Italia), relatrice per la
commissione Giustizia, che ha esposto il contenuto delle 17 proposte allesame della
Camera (la relazione è leggibile tra i documenti correlati) ribadendo che il legittimo
sospetto «rappresenta una insopprimibile esigenza di civiltà giuridica» e la proposta
Cirami «serve a colmare una lacuna i cui effetti negativi si ripercorrono sulla serenità
dei processi». Sulle possibilità di modifica Bertolini ha valutato positivamente la
proposta dellesponente della Margherita, Giuseppe Fanfani (Ddl 3110/C) che punta ad
una più puntuale definizione delle situazioni ambientali che possono condurre alla
rimessione. Devono essere «attuali, gravi e concrete capaci di menomare limparzialità
e la serenità funzionale del giudice compromettendo in tal modo la corretta
amministrazione della giustizia». Secondo Bartolini si tratta dellesplicitazione
della nozione di legittimo sospetto affermatasi in giurisprudenza: «tuttavia una
definizione come quella contenuta nella proposta Fanfani potrebbe essere utilizzata per
superare qualsiasi dubbio sullindeterminatezza della nozione di legittimo
sospetto».
La relazione per la Affari costituzionali è stata affidata a Gianfranco Anedda (Alleanza
nazionale). Lesponente di An ha naturalmente respinto le obiezioni sullincostituzionalità
della proposta Cirami, negando anche il contrasto con la decisione 353/96 della Consulta:
un attenta lettura, scrive Anedda nella sua relazione leggibile integralmente tra i
documenti correlati, dimostra «come la proposta approvata dal Senato abbia colmato le
lacune indicate dalla Corte nel 1996». Ciò perché la decisione della Corte era
«fondata su presupposti diversi da quelli della normativa in esame. Infatti il comma 2
del nuovo articolo 47 Cpp prevede linterruzione del decorso dei termini di
prescrizione nelle more del procedimento di rimessione, così come prevede la sospensione
dei termini della durata massima della carcerazione preventiva. Elimina cioè alla radice
i motivi che determinano la pronuncia della Corte». E nella relazione Anedda cita
testualmente il passaggio rilevante della sentenza costituzionale: «Pienamente libero
nella costruzione delle scansioni processuali, il legislatore non può tuttavia scegliere,
fra i possibili percorsi, quello che comporti, sia pure in casi estremi, la paralisi dellattività
processuale, perché impedendo sistematicamente tale attività, mediante riproposizione
dellistanza di rimessione, si finirebbe col negare la nozione stessa del processo e
si continuerebbe a recare danni evidenti allamministrazione della giustizia».
I lavori proseguiranno con la discussione generale lunedì prossimo alle 10. LUlivo
ha già annunciato gli interventi di Violante e Rutelli.
I commenti politici. La disponibilità della maggioranza a modificare la
legge è arrivata direttamente dal premier Silvio Berlusconi, che però ha negato che vi
siano state pressioni in questo senso da parte di Ciampi. Lopposizione, però,
rimane guardinga: «Non ci accontentiamo di annunci propagandistici - ha dichiarato il
segretario dei Ds, Piero Fassino - andremo al dibattito in Parlamento e vedremo se cè
volontà di cambiare il Ddl».
Per il capogruppo dei Ds in commissione Giustizia al Senato, Guido Calvi le modifiche
dovranno «incidere sulla sostanza della legge, ed in particolare sui punti che riguardano
la sospensione del processo e lutilizzabilità degli atti».
Per Giuseppe Fanfani, responsabile giustizia (Margherita): «La legge Cirami, così comè,
è improponibile, perché nasconde alcuni trabocchetti dei quali avvocati bravi e senza
scrupoli potrebbero servirsi per fare estinguere tutti i processi contro delinquenti e
malavitosi». Il primo trabocchetto si avrebbe «con la sospensione del
processo, prevista dallarticolo 3, si sospendono anche i termini della prescrizione
e, se listanza é proposta dallimputato, anche quella della durata massima
della custodia cautelare. Ma attenzione - avverte Fanfani - la sospensione opera solo fino
al provvedimento della Cassazione. Dopo di esso, per proseguire il processo, passeranno
non meno di 6 mesi per le notifiche ed altri adempimenti. Nel frattempo corre la
prescrizione e il termine di custodia cautelare. A ciò si aggiunga che listanza di
rimessione si può riproporre senza limiti per cui, con questo sistema, di 6 mesi in 6
mesi, si arriva dritti alla prescrizione e si rimettono in libertà tutti i delinquenti».
Il secondo trabocchetto starebbe nellobbligo di rinnovare gli atti già
compiuti che produrrebbe una grave dilatazione dei tempi.
A dare manforte allopposizione, non del tutto a sorpresa, è arrivato lex
Guardasigilli, Filippo Mancuso (Gruppo Misto): «La proposta di legge Cirami sul legittimo
sospetto è incostituzionale», poiché il «caso di deroga alla naturalità del giudice
precostituito per legge stabilito dalla nostra Costituzione, non è nel Ddl Cirami
descritto come fattispecie nella concretezza dei suoi elementi. Per questo la legittima
suspicione dedotta per lo spostamento del processo ad altra sede dovrebbe nel suo
contenuto normativo essere individuato dalla Cassazione, la quale però non applicherebbe
una norma che dice quali sono i casi, ma dovrebbe di volta in volta crearseli essa
stessa». Mancuso ha anche aggiunto: «È pacifico che il tentativo di introdurre questa
nuova norma sulla legittima suspicione sia uno dei tanti espedienti per far salvi i timori
di Cesare Previti».
A favore del Ddl Cirami si è schierata lUnione
camere penali: «Si riprende un principio sacrosanto - ha detto ieri il presidente dellUnione camere penali, Giuseppe
Frigo prevedendo tra le cause di trasferimento di un processo il
rischio di perdita dimparzialità di una determinata sede giudiziaria per ragioni
locali e contingenti. Non vedo perché dovremmo continuare a vietarci una norma di tutela
di un bene fondamentale come limparzialità del giudice, la quale ha referenti nei
principi fondamentali della Costituzione».
Sulla Cirami interverrà anche il Csm. Appare ormai certo che
lunedì i togati di Palazzo dei Marescialli presenteranno una richiesta dintervento
del Consiglio sia sul Ddl sul legittimo sospetto che sulla proposta Pittelli.
I contatti vanno avanti da giorni per raccogliere il massimo consenso sulla richiesta:
discutere in VI Commissione, quella che si occupa delle riforme, un parere sulle modifiche
proposte al Cpp. La proposta è nata dai togati di sinistra ma sembra stia raccogliendo
consensi anche tra le altre correnti. Nettamente contrari i laici del Polo: «Il Csm si
deve muovere nel suo alveo fisiologico e istituzionale ha sottolineato Emilio
Nicola Buccico quella dei togati è certamente uniniziativa illegittima
perché non si può trasformare il Csm in una terza e impropria Camera legislativa». Lex
presidente del Cnf confida però nellintervento del vicepresidente del Csm: «sono
convinto che Rognoni farà rispettare la legge».
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