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Il ddl sulla riforma dell’ordinamento giudiziario

Il VERBALE DELLA SEDUTA DEL 4 DICEMBRE 2003

Dal sito del Senato

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(1296) Delega al Governo per la riforma dell’ordinamento giudiziario di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e disposizioni in materia di organico della Corte di cassazione e di conferimento delle funzioni di legittimità

(1050) MARINI ed altri. – Norme in materia di reclutamento e formazione dei magistrati e valutazione della professionalità

(1226) FASSONE ed altri. – Distinzione delle funzioni giudicanti e requirenti

(1258) COSSIGA. – Delega al Governo in materia di giudici e pubblici Ministeri: ruoli, funzioni, carriere

(1259) COSSIGA. – Delega al Governo per la istituzione della Scuola superiore delle professioni legali

(1260) COSSIGA. - Delega al Governo in materia di carriere dei giudici e dei pubblici Ministeri, qualificazioni professionali dei magistrati, temporaneità degli uffici giudiziari direttivi nonché di composizione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura

(1261) COSSIGA. – Delega al Governo in materia di adozione di un codice etico dei giudici e dei pubblici Ministeri e relativa disciplina e incompatibilità

(1367) FASSONE ed altri. – Norme in materia di funzioni dei magistrati e valutazioni di professionalità

(1426) CALVI ed altri. – Norme in materia di istituzione di un centro superiore di studi giuridici per la formazione professionale dei magistrati, in materia di tirocinio, di distinzione delle funzioni giudicanti e requirenti, di funzioni dei magistrati e valutazioni di professionalità e norme in materia di responsabilità disciplinare dei magistrati ordinari, di incompatibilità e di incarichi estranei ai compiti di ufficio e di temporaneità degli incarichi direttivi

(1536) ALBERTI CASELLATI ed altri. – Separazione delle carriere dei magistrati

(Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale)

PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta pomeridiana del 25 novembre si è conclusa la discussione generale.

BOBBIO Luigi, relatore. Dà atto ai senatori dell'opposizione del costruttivo contributo all'elaborazione di un disegno di legge sicuramente utile per il Paese, benché negli interventi in discussione generale abbiano trascurato la situazione in cui versa l'amministrazione della giustizia e criticato in modo non condivisibile il merito del provvedimento. Il disegno di legge si prefigge, senza alcun pregiudiziale rancore nei confronti della magistratura, di recuperare l'efficienza del sistema e di riportare l'ordinamento giudiziario al rispetto dei principi costituzionali che regolano le funzioni e i limiti dei poteri dello Stato: non è quindi una riforma contro la magistratura, ma nell'interesse generale dei cittadini ad un ordine giudiziario operante nel solco della Costituzione. In tale quadro rientra il contenimento dell'eccessiva dilatazione delle funzioni del CSM, svolte oltre e anche contro il dettato costituzionale, attraverso l'istituzione di una scuola per la formazione dei magistrati: una scelta opportuna, che limita l'autoreferenzialità del CSM, troppo legato alla struttura associativa di magistrati. Il modello fondato sui concorsi è l'unico in grado di regolare in modo ampiamente condivisibile la progressione in carriera sulla base del principio del merito, escludendo pertanto l'ampia discrezionalità del CSM che troppo spesso ha assunto le proprie decisioni sulla base di logiche estranee al merito e alla qualità dei candidati. I concorsi, inoltre, non costituiranno un impedimento per il lavoro dei magistrati in quanto porranno in risalto, specie se l'Aula approverà gli emendamenti proposti dal relatore, più la formazione ottenuta attraverso il lavoro che un’astratta dottrina. La previsione di un distinto concorso per requirenti e giudicanti non costituisce una rottura della norma costituzionale, né sono condivisibili le critiche circa un ambiguo rapporto tra il pubblico ministero e la polizia giudiziaria. Infine, le disposizioni in materia disciplinare, sulle quali ha presentato alcuni emendamenti, si prefiggono di tutelare l'interesse del cittadino ad essere giudicato da un magistrato sostanzialmente e formalmente imparziale, senza conculcare l'indispensabile attività interpretativa del giudice che però non può travalicare in attività amministrativa o legislativa. (Applausi dai Gruppi AN e FI e dei senatori Pedrazzini e Magistrelli).

FASSONE, relatore di minoranza. Prende atto con soddisfazione delle dichiarazioni del relatore e di esponenti della maggioranza che assicurano non essere guidati da rancore nei confronti della magistratura e dichiara che nella discussione degli articoli l'opposizione sarà ferma su alcuni aspetti che ritiene irrinunciabili, pur mantenendo un atteggiamento costruttivo. Sebbene il provvedimento non preveda misure dirette di forte influenza sull'indipendenza e l'autonomia della magistratura, una serie di disposizioni, in particolare le norme sui concorsi, quelle in materia disciplinare e la pesante soggezione dei sostituti al capo dell'ufficio di procura, eserciteranno una tendenza all'uniformità e un'apprezzabile influenza nella delicatissima attività del giudicare. E' condivisibile la previsione di una rigorosissima verifica di professionalità dei magistrati, ma non altrettanto lo strumento dei concorsi, che provoca un'eccessiva dispersione di energie nella fase di maggiore produttività e privilegia le conoscenze rispetto al lavoro svolto. Infine, contesta che sia il modello accusatorio ad esigere una separazione delle carriere, poiché esso richiede soltanto l'uguaglianza delle parti di fronte al giudice, mentre la separazione delle funzioni prevista dal disegno di legge non raggiungerà né il condivisibile obiettivo della terzietà del giudice, poiché il pubblico ministero partecipando alla giurisdizione sarà comunque un collega del giudice, né quella di una pubblica accusa più sensibile alla cultura delle giurisdizione, in quanto produrrà inquirenti più attenti ai risultati che alle garanzie processuali. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e del senatore Zavoli).

CASTELLI, ministro della giustizia. Il disegno di legge di riforma dell'ordinamento giudiziario rappresenta un tassello, pur importante, di una serie di interventi tesi a rimuovere le cause della patologica lentezza della giustizia in Italia, imputabili non tanto all'entità di risorse destinate al settore o all'insufficiente numero di magistrati - parametri in linea con gli altri Paesi europei - ma all'eccessiva farraginosità delle norme e alla mancanza assoluta di efficienza da parte del sistema. In ordine alla separazione delle funzioni tra la magistratura requirente e quella giudicante, su cui si è accentrata la gran parte delle critiche della magistratura e dell'opposizione, l'intervento normativo muove all'interno dei paletti indicati dal dettato costituzionale e pertanto non è riscontrabile alcun tipo di controllo da parte dell'Esecutivo sul pubblico ministero, a differenza peraltro di quanto avviene in molti Paesi europei, così come non è ravvisabile nell'istituzione della Scuola superiore alcuna interferenza sulla formazione e sull'aggiornamento professionale dei magistrati. Quanto alla progressione di carriera, il Governo intende presentare un emendamento al fine di semplificare le procedure a dimostrazione concreta della disponibilità al dialogo nei confronti dell'opposizione e dalla magistratura, che auspica venga apprezzato. Ulteriori modifiche occorrerà apportare in particolare riguardo all'ufficio del giudice, a causa di problemi di copertura evidenziati dal Ministero dell'economia, nell'intento di mantenere la figura dell'ausiliario, su cui si sono registrati consensi. Nel riconoscere il contributo fornito dall'opposizione all'esame del provvedimento, rivolge un invito ad evitare toni apocalittici che non trovano fondamento, come dimostrato dal corretto funzionamento di quella riforma del Consiglio superiore della magistratura tanto avversata in occasione della sua discussione. (Applausi dai Gruppi LP, FI, AN e UDC).

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta. Dà annunzio della mozione, dell'interpellanza e delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta pervenute alla Presidenza (v. Allegato B) e toglie la seduta.

La seduta termina alle ore 13,54.