MAGISTRATURA INDIPENDENTE

 

COMUNICATO STAMPA

 

Sul voto del 4 giugno 2003 della Commissione Giustizia del Senato sul maxiemendamento in materia di Ordinamento Giudiziario

 

  Il 4 giugno 2003, nel colpevole disinteresse generale, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato la parte fondamentale del maxiemendamento al disegno di legge governativo di riforma dell’Ordinamento Giudiziario, i cui contenuti peggiorano oltremisura quelli del progetto originario che aveva determinato la celebrazione dello sciopero dei magistrati il 20 giugno 2002, perchè:

-         annullano in sostanza il principio del governo autonomo della magistratura spogliando di fatto il C.S.M. di tutti i suoi poteri effettivi circa le promozioni, i trasferimenti e l’assegnazione degli uffici direttivi ai magistrati, creando le condizioni per esporre questi ultimi ad  impropri condizionamenti;

-         separano di fatto le carriere dei giudici da quelle dei pubblici ministeri prevedendo concorsi distinti ed ostacolando oltremisura il passaggio dall’una funzione all’altra, così ponendo le basi per avere un pubblico ministero praticamente speculare alla polizia giudiziaria e lontano dalla logica delle garanzie;

-         impediscono l’applicazione dei più efficaci criteri di valutazione dei magistrati nel corso della loro carriera, scegliendo in via prioritaria lo strumento dell’esame teorico piuttosto che quello del giudizio sull’attività concretamente svolta, privilegiando così l’astratta preparazione rispetto all’accertata capacità, al comprovato impegno e al già dimostrato equilibrio nell’esercizio delle funzioni;

-         accentuano sotto molteplici aspetti i profili di gerarchizzazione della magistratura, proponendo un modello di magistrato più propenso ad obbedire a un superiore piuttosto che alla propria coscienza.

Magistratura Indipendente desidera rappresentare a tutti i cittadini che non una delle nuove soluzioni consentirà di abbreviare anche di un solo giorno la durata dei processi, e che la qualità della giustizia non potrà che peggiorare se sarà affidata a giudici e a pubblici ministeri più facilmente condizionabili.

Magistratura Indipendente dichiara che le disfunzioni della giustizia derivano in primo luogo da regole processuali sbagliate, specie nel settore penale, e quindi da difetti organizzativi, e che per ognuno di tali problemi esistono e sono già state indicate le soluzioni opportune.

Magistratura Indipendente auspica una decisa inversione di tendenza nell’approccio del mondo della politica alle riforme necessarie in tema di giustizia, che tenga conto dell’esperienza degli operatori concreti e abbandoni pregiudizi e posizioni preconcette o interessate.

 

Roma, 10 giugno 2003

 

 

Antonio Patrono

Segretario Generale di Magistratura Indipendente