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MAGISTRATURA INDIPENDENTE

al Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati

dott. Edmondo Bruti Liberati

 

 

  Caro Edmondo, i contenuti assolutamente non condivisibili dell’emendamento al disegno di legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario, approvato dal Consiglio dei Ministri, e quelli di un imminente preannunciato provvedimento di modifica del codice di procedura penale, che se saranno conformi alle anticipazioni della stampa conterranno soluzioni egualmente negative, a mio giudizio richiedono che, al di là delle appartenenze e degli equilibri interni all’Associazione Nazionale Magistrati, tutti noi facciamo il massimo sforzo possibile per contribuire a determinare una volontà politica che possa individuare soluzioni idonee a migliorare, e non peggiorare, la funzionalità dell’amministrazione della giustizia.

  In quest’ottica Ti assicuro il massimo impegno di Magistratura Indipendente, che pure in questo periodo non condivide le responsabilità della guida della nostra comune Associazione, e come primo atto di ciò mi permetto di suggerire alla Giunta da Te presieduta di chiedere immediatamente al Governo della Repubblica un nuovo momento di confronto per esporre tutte le nostre critiche al disegno riformatore delineato e per rappresentare soluzioni alternative, quali, ad esempio, alcune elaborate nei recenti seminari sui temi delle verifiche di professionalità, che mi risulta avessero raccolto giudizi positivi anche all’interno della stessa area di Governo.

  Spero che il risultato finale di un’iniziativa siffatta possa essere positivo, ma ritengo che essa sia comunque doverosa  nei confronti di tutti i cittadini prima ancora che dei magistrati, poiché è nostro dovere, in virtù del ruolo svolto dai magistrati all’interno delle istituzioni e della particolare competenza tecnica che ci caratterizza, percorrere ogni strada possibile per operare, nella difficile contingenza, con la massima chiarezza nel modo più evidentemente costruttivo possibile.

 

  A presto

 

  Roma, 10 marzo 2003

 

Il Segretario Generale

Antonio Patrono