Il 1950 fu caratterizzato da una
lunga e sanguinosa guerra: la guerra di Corea; ex colonia giapponese,
che era stata divisa in due zone lungo la linea artificiale del 38°
parallelo.
Il Nord era comandato da un regime comunista filosovietico, mentre il
Sud era retto da un regime filoamericano.
Nel 1950 i nordcoreani entrarono nella parte meridionale del paese: gli
Stati Uniti intervennero in forze, penetrando a loro volta nel nord.
Mentre l'Urss appoggiava il governo nord-coreano, sia pure senza
intervenire, la Cina intervenne nei combattimenti.
La guerra, lunga e sanguinosa, si concluse nel 1953 con un compromesso,
che confermava la divisione in due stati della penisola coreana.
Dopo questo scontro ravvicinato, i rapporti fra i due blocchi prese un
andamento meno conflittuale: si aprì il periodo della distensione, che
significò la ripresa del dialogo fra le due parti (seconda metà degli
anni cinquanta), cui subentrò la fase della coesistenza pacifica, vale
a dire della ricerca di soluzioni pacifiche ai problemi internazionali,
nella consapevolezza che un diverso atteggiamento avrebbe messo a
rischio, la vita stessa del pianeta.
Contribuirono a questo mutamento di
clima politico, in primo luogo, le vicende politiche interne delle due
superpotenze.
Nell'Urss, dopo la morte di Stalin (1953), si aprì una fase di
attenuazione della rigida dittatura staliniana, che ebbe come
protagonista il nuovo segretario del Partito comunista, Nikita Chruscev
(1894-1971).
Chruscev concesse un'amnistia per i reati politici, consentì una
maggiore liberà di pensiero e nel 1956 denunciò le violenze e le
sopraffazioni di cui il regime staliniano si era macchiato.
Questo fatto fu accolto positivamente dagli Stati Uniti, dove nel 1960
venne eletto presidente il democratico John Fitzgerald Kennedy.
Kennedy sviluppò all'interno una politica di riforme, soprattutto nel
campo dei diritti civili, dove fu deciso sostenitore della fine di ogni
discriminazione ai danni della popolazione nera, ricercò il dialogo con
Mosca e propose un'immagine degli Stati Uniti come grande paese
democratico per il progresso e la pace di tutta l'umanità.
Il terzo grande protagonista della
distensione fu il pontefice Giovanni XXIII, che convocò il concilio
Vaticano II che apri maggiormente i problemi del presente alla vita
della Chiesa cattolica; come ad esempio il problema della pace, da
ottenersi attraverso lo strumento del dialogo.
La coesistenza pacifica resse i rapporti internazionali per tutti gli
anni sessanta, anche se non mancarono momenti di alta tensione come,
come la crisi di Berlino, provocata dalla decisione della Germania
orientale di costruire un muro che divideva in due parti la città, per
impedire ai berlinesi orientali di emigrare a Oest.
Ma il momento più critico fu la crisi di Cuba (autunno 1962):
nell'isola, in seguito alla vittoriosa rivoluzione guidata nel 1959 da
Fidel Castro (1926) contro il corrotto regime di Fulgencio Batista, si
era affermato un regime di orientamento socialista che si era avvicinato
all'Urss.
Nell'1962, essendo venuto a
conoscenza dell'installazione a Cuba di missili sovietici, in grado di
colpire obiettivi americani, Kennedy decretò il blocco navale
dell'isola. Per alcuni giorni il mondo visse sull'orlo di un conflitto
nucleare, ma infine Chruscev decise il ritiro dei missili, in cambio di
garanzie circa l'indipendenza di Cuba.
Contribuì all'attenuazione del rigido conflitto-scontro bipolare fra
Usa e Urss anche la mutata situazione internazionale; infatti,
l'egemonia dell'Urss fu messa in discussione dalla nascita di una nuova
potenza, la Cina popolare.
In Cina, nel 1912venne proclamata la repubblica, guidata dal
nazionalista del Kuomintang.
Negli anni venti trenta si ebbe il duro scontro fra i nazionalisti di
Chiang Kai-shek e i comunisti, che sotto guida di Mao Tse-tung si erano
radicati nelle campagne, promovendo una riforma agraria.
Non riuscì il tentativo di Chiag di annientare fisicamente i comunisti
e di fronte all'invasione giapponese (1936) i due gruppi dovettero
trovare un momentaneo accordo.
Terminata la guerra e ritiratisi i giapponesi, il conflitto riprese,
concludendosi con la vittoria di Mao, la proclamazione della Repubblica
popolare cinese (1949) e il ritiro di Chiang a Formosa (Taiwan), dove
fondò la Repubblica della Cina nazionalista.
La Cina però aveva una popolazione
elevatissima, un'agricoltura poco produttiva e un reddito pro capite uno
dei più bassi nel mondo.
Il governo maoista puntò alla
ricostruzione del paese attraverso una pianificazione dell'economia. Lo
sviluppo industriale fu promosso attuando la nazionalizzazione delle
imprese concentrando le risorse dell'industria pesante, secondo un
modello affine a quello sovietico.
I risultati furono parzialmente positivi.
In una prima fase, Pechino e Mosca tennero rapporti di stretta alleanza;
ma nella seconda metà degli anni cinquanta si apri una sempre più
grave frattura ideologica fra i due paesi.
Nel 1961 si arrivò alla rottura diplomatica, seguita da scontri armati
lungo il fiume Ussuri, sul confine della Serbia orientale.
Lo scontro tra Urss e Cuna, contribuì a modificare i rapporti
internazionali: dal rigido bipolarismo si passò al multipolarismo,
anche perché, nel corso degli anni sessanta; si ebbe un riavvicinamento
della Cina popolare all'Occidente, culminato nel 1971con il suo ingresso
all'ONU.
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