Prima guerra mondiale

Il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip, uno studente bosniaco di nazionalità serba, uccise in un attentato a Sarajevo (capitale della Bosnia) l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono Austriaco. Attribuendo alla Serbia la responsabilità dell'accaduto, il governo di Vienna prima lanciò un ultimatum al governo di Belgrado, poi, il 28 luglio 1914 dichiarò guerra alla Serbia. La prima potenza a reagire fu la Russia che vedeva minacciata la sua politica nei Balcani; la Francia sua alleata, le si schierò al fianco e così pure fecero Inghilterra e Giappone. Nell'ottobre la Turchia, secolare antagonista della Russia per il potere nell'isola balcanica, si alleò alla Germania e all'Austria. L'Italia rimase per il momento neutrale poiché la Triplice Alleanza stabiliva l'obbligatorietà delle altre nazioni ad intervenire solo se una di esse fosse stata aggredita ed in questo caso non si poteva certo dire che la Serbia avesse aggredito l'Austria. In pochi giorni, quindi, il meccanismo delle alleanze trascinò in guerra la Germania a fianco dell'Austria, cui si contrapposero Francia, Russia e Gran Bretagna. A cento anni dalla conclusione delle guerre napoleonioche l'Europa era nuovamente in guerra. La strategia militare degli imperi centrali (Germania e Austria) prevedeva una guerra lampo, basata sullo sfondamento ad Occidente attraverso il Belgio neutrale, per poi operare ad Oriente contro la Russia, giudicata militarmente debole. 

Potenti offensive tedesche sul fronte occidentale furono fermate dai francesi con enormi costi di vite umane, mentre l’esercito russo riusciva a mobilitare i suoi effettivi e ad impegnare ad oriente l’esercito tedesco, allentando quindi la morsa sulla Francia. L'avanzata tedesca, infatti, fu arrestata dagli anglo-francesi sul fiume Marna, nel settembre 1914 e da li ebbe inizio una guerra del tutto diversa da quella immaginata dagli alti comandanti: una guerra di logoramento, combattuta lungo centinaia di chilometri di trincee, al prezzo di sanguinosi quanto inconcludenti bombardamenti di artiglieria e attacchi di fanteria per conquistare e presto nuovamente perdere, poche centinaia di metri di terreno. Nel 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco della Triplice Intesa; grazie soprattutto allo forte pressione operata dagli interventisti e dai nazionalisti, impegnandosi quindi a conquistare il Trentino e Trieste. La guerra fu caratterizzata da battaglie con enormi perdite di uomini, senza che i fronti avessero apprezzabili variazioni. Il 1917 fu un anno cruciale per le sorti del conflitto. La rivoluzione russa fece sì che quel Paese si ritirasse dal conflitto e il 24 ottobre 1917 l’Italia subì una pesante sconfitta a Caporetto che metteva in serio pericolo la continuazione del conflitto.  

Ma l'evento decisivo e a favore dell'intesa, fu l'intervanto degli Stati Uniti, nell'aprile 1917che rese sempre minime le prospettive della guerra degli Imperi Centrali. Gli Stati Uniti erano entrati in guerra contro la Germania, perché colpito dalla guerra sottomarina di quel Paese e perché intendevano difendere i prestiti concessi alle potenze dell’Intesa. Sul fronte Occidentale le truppe alleate respinsero l'ultima grande offensiva tedesca. Sul fronte italiano, il generale Armando Diaz, succeduto a Cadorna, riuscì ad arrestare l'offensiva degli austriaci sul Piave e poi a sbarrarli a Vittorio Veneto. Il 4 novembre 1918 l'Austria-Ungheria firmò l'armistizio. Anche la Germania, stremata economicamente e militarmente chiese alle potenze dell'Intesa l'armistizio, che fu firmato l'11 novembre 1918, sancendo la fine del conflitto.