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MEDICINA ANDINA

La medicina della Pachamama ha origini molto antiche. Parte delle conoscenze sono state tramandate oralmente e parte sono emerse grazie alle ricerche archeologiche, astronomiche e archeolinguistiche moderne e la quantità di informazioni arrivate fino ad oggi ci fanno capire l'ampio sviluppo di quest'arte presso gli andini.

Durante l'invasione spagnola del 1533, sono stati uccisi moltissimi saggi, sacerdoti, scienziati e artisti detentori di molte conoscenze di questa medicina e sono stati distrutti gli archivi in cui erano conservate le basi di questa conoscenza sotto forma di codici cifrati dipinti sul legno, o sotto forma di Khipus (cordicelle su cui venivano registrate le conoscenze attraverso un sistema alfanumerario di nodi). Il fanatismo e l'ignoranza non permise agli invasori di capire che stavano distruggendo una grande conoscenza.

Alcuni cronisti spagnoli dell'epoca cominciarono a registrare le poche informazioni rimaste dopo la distruzione. In tali scritti però, lasciavano trasparire il loro giudizio sugli antichi peruviani, che descrivevano come selvaggi e detentori di conoscenze mediche empiriche, dichiarando così la superiorità della medicina spagnola rispetto a quella del popolo vinto.

Nel XX secolo archeologi, antropologi e astronomi si interessano alla cultura andina e grazie ai metodi moderni di ricerca (come il carbonio 14, i raggi x, pellicole a raggi infrarossi, risonanza magnetica, programmi computerizzati, spettrografia ecc.), cominciò ad affiorare la verità sulla grandezza della medicina andina: gli spagnoli avevano distrutto una grande cultura e avevano sottovalutato una grande medicina.


Il padre della medicina peruviana fu Wiracocha Imaymana, così come il padre della medicina occidentale fu Ippocrate.

L'antica medicina peruviana considerava l'uomo in senso olistico, quindi non solo da punto di vita fisico ma anche istintuale, emozionale, spirituale e del pensiero, e studiava il rapporto tra l'uomo e la Natura Esterna e tra l'uomo e la sua Natura Interna. I medici peruviani, chiamati Hampi Kamayoq, studiavano l'influenza delle manifestazioni della natura esterna, Hanan, come il sole, la luna, l'energia cosmica e l'energia tellurica, sull'uomo. Conoscevano l'influenza che la terra, l'aria e l'acqua hanno nel processo di guarigione o di malattia.

L'Hurin è la natura interna ed è costituita da tre livelli:

1. il mondo istintivo
2. il mondo affettivo
3. il mondo del pensiero.

Tra i tre livelli esisteva un interrelazione armonica. Quando questa relazione veniva alterata si rompeva l'equilibrio tra la natura esterna (Hanan) e quella interna (Hurin). L'armonia tra la natura esterna (Hanan) e quella interna (Hurin) si traduceva in salute (Qhali), mentre la disarmonia era segno di malattia (Onqoy).

Conoscevano inoltre quell'energia chiamata Kallpa, equivalente ad un energia elettromagnetica, che permea ogni essere umano e tutta la natura. Per questo utilizzavano molti simboli per descrivere l'energia: Yllapa (fulmine) per l'energia elettromagnetica e K'uychi (arcobaleno) per le diverse vibrazioni di quella energia.

I "Hampi Kamayoq", uomini di medicina, usavano, oltre all'osservazione del malato, la premonizione, la chiaroveggenza, la telepatia ma soprattutto l'intuizione, per fare diagnosi. Si servivano di conoscenze di biochimica e biofisica per preparare rimedi medicinali e utilizzavano conoscenze di erboristeria, mineralogia, zoologia, psicoterapia, cromoterapia, aromaterapia, percezione sovrasensoriale, fisioterapia, ipnosi, potere dei massaggi, viaggi nel tempo e nello spazio, nonché l'arteterapia (canto, danza e musica) per risolvere i problemi fisici, mentali e spirituali e aiutare il paziente a ristabilire l'equilibrio tra natura esterna e natura interna. Gli Hampi Kamayoq consideravano che l'inizio di ogni malattia fosse un disturbo spirituale, poi mentale e solo alla fine fisico.

Per diventare Hampi Kamayoq, c'erano tre strade:

1. cercare un curandero e chiedergli il suo insegnamento.
2. recarsi in un villaggio di medicina e vivere a contatto con i curanderi del posto
3. condurre la propria vita come ricercatore delle leggi della natura, finchè non si viene chiamati dagli uomini saggi

Quapaqkuna: "quando l'allievo è pronto il maestro appare", sotto forma di fulmine, tromba d'aria o malattia.
L'apprendistato durava molti anni. Gli studenti imparavano sotto la guida di grandi uomini che trasmettevano le loro conoscenze una alla volta. Così l'allievo cominciava ad imparare le guarigioni più semplici e via via arrivava ad imparare i poteri extrasensoriali, i meccanismi della vita e della morte, il percorso dell'energia e l'arte di riportare l'equilibrio in una persona.

Estratto dal libro: La profezia della curandera

Lo scopo degli uomini di medicina era aiutare a vivere bene e in armonia, oppure, quando il ciclo della vita era concluso, aiutare a viaggiare verso un'altra dimensione, la morte, in pace e senza sofferenze. Per questo spesso questi uomini erano anche sacerdoti. La medicina peruviana era un medicina fondamentalmente preventiva, e molta importanza era data alla corretta informazione sull'alimentazione e il pensiero positivo.

Per avere maggiori informazioni: "Curanderos nelle Ande".