Le vostre lettere

( ultimo aggiornamento di questa pagina 4/04/03 )


Talvolta riceviamo e-mail che non contengono domande specifiche, bensì considerazioni e/o testimonianze di persone.

Abbiamo perciò ritenuto opportuno introdurre uno spazio apposito per pubblicarne alcune, in quanto reputate di particolare valore e stimolo anche per il generico visitatore del sito. Ovviamente riferimenti a persone e luoghi specifici sono stati omessi ed è stato sempre richiesto il consenso dell'autore alla pubblicazione (specificando se desidera l'anonimato o meno, ed un eventuale inseriento del proprio indirizzo di e-mail). Talvolta, da questi contatti, sono nate nuove idee da proporre nel sito ed addirittura collaborazioni.

Convinti sempre più che il confronto e le esperienze vissute da ciascuno possano risultare utili anche ad altri, vi invitiamo perciò a mandarci le vostre considerazioni e/o a raccontarci le vostre esperienze

 

Indice

 


Form per inviare le vostre considerazioni e/o esperienze:

(Nota: il form può essere inviato anche in forma anonima; ovviamente, in mancanza dell'indirizzo di e-mail, non sarà possibile eventualmente contattarvi da parte nostra o di eventuali visitatori del sito

ATTENZIONE: per rivolgere domande ai medici di www.mammo.it non utilizzate questo modulo, bensì quello della pagina "domande&risposte"; invece, se desiderate  discutere, con altri visitatori del sito, di un certo tema (naturalmente inerente a quelli qui trattati), il posto più opportuno per farlo è il "forum"!! 

Si noti infine che, talvolta, per la natura stessa dell'intervento, questo potrà essere inserito nel "forum" e non in questa pagina)

(*) campi opzionali

(#) campi opzionali che tuttavia si consiglia vivamente di compilare in quanto possono risultare fondamentali per ottenere una più esaustiva risposta.

(+) campo obbligatorio poiché ad alcune domande, reputate troppo specifiche, viene data risposta solo via e-mail. L'indirizzo di e-mail fornito verrà unicamente utilizzato a tale scopo (vedere l'avviso di "tutela della privacy"). Si tenga presente che la pubblicazione dell'indirizzo di e_mail di chi ha proposto una considerazione, può consentire anche una risposta diretta di altri visitatori, favorendo un dialogo più esteso e, quindi,  talvolta auspicabile.

 

 
Nome e Cognome: (*)


Età della persona a cui si riferisce la considerazione: (#)
anni

Indirizzo di e-mail: (+)

In che città abiti? (*)

Acconsenti ad una sua eventuale pubblicazione nel sito?

No Si, con firma Si, in forma anonima

Acconsenti ad un'eventuale pubblicazione del tuo indirizzo di e_mail, associato alla considerazione?(+)

No Si

Considerazioni che desideri proporci:


       

 

ATTENZIONE - Controllate bene la correttezza del vostro indirizzo di e-mail che avete inserito nel modulo
Infatti, talvolta non riusciamo ad inviare la risposta a causa di un suo errato inserimento.

TUTELA DELLA PRIVACY  

Ai sensi della Legge 675/96 si dichiara che compilando il form precedente, l'utente ci autorizza alla detenzione dei dati personali inseriti.
I suddetti dati saranno disponibili solo a noi e ci impegnamo a non cederli in alcuna forma o modo a terzi. Ci impegnamo, altresì,  ad utilizzare detti dati esclusivamente per l'invio della eventuale risposta e per l'eventuale pubblicazione nel sito (solo qualora il mittente abbia acconsentito esplicitamente selezionando l'apposita opzione presente nel modulo).   Anche l'indirizzo di e_mail comparirà nel sito, associato alla considerazione/esperienza, se pubblicata,  solo qualora il mittente abbia acconsentito esplicitamente (selezionando l'apposita opzione presente nel modulo).
Si ricorda, inoltre, che ai sensi dell'articolo 13 della legge 675/96, si ha diritto di chiedere, in qualunque momento, la cancellazione dei propri dati nonchè la trasformazione in forma anonima, il blocco dei dati trattati in violazione di legge, il loro aggiornamento, rettificazione ed integrazione.

 


La lettera di Silvia (27/02/2003, Rimini, 52 anni)

Scrivo la storia di mia madre ...

Tutto è iniziato ad controllo fatto nel 2000 presso il centro oncologico dell'ospedale infermi di Rimini. Dalla mammografia risultano delle piccole macchie niente di preoccupante secondo l'oncologo di turno: noi stiamo in fiducia di ciò che ci è stato detto. Mia madre si sta avvicinando alla menopausa e come tale ha tutti i sintomi del caso, per cui si consiglia spesso con il nostro medico si tiene molto controllata ...

Dicembre 2001 avverte come una grossa palla all'interno qualcosa che quando dorme le duole, le da fastidio. Le viene diagnosticato un Teritoma benigno, a quanto dicono, ma pur sempre da operare. Ha PAURA si vede ... io cerco di sdrammatizzare cercando di farle capire che non è in pericolo di vita. Seppure sia una donna molto forte le parole mie e dei dottori le rimbalzano addosso. "Voi non capite" mi dice "Sono io che mi sento questo 'limone', questa cosa quaggiù che di notte mi toglie il fiato e seppure non sia pericoloso io lo sento crescere". Premetto mia madre è un po' ansiosa ma aveva ragione: non siamo riuscite nemmeno ad arrivare alla data fissata per l'operazione. Il teritoma o come si chiama è scoppiato prima ... operata d'urgenza ... tutto bene fortunatamente.

Menopausa chirurgica la chiamano ... ok del resto mia madre ha 50 anni. Prima o poi doveva succedere. Le viene consigliato molto riposo e di stare sempre riguardata. Soliti controlli di routine mia madre si sente come una ghiandola sotto braccio vicino al seno anticipiamo la mammografia così per scaramanzia. Referto Negativo: la ghiandola non ha niente a che fare con il seno però quelle macchie sono sospette. Quelle stesse macchie che nel 2000/2001 non destarono sospetti per gli oncologi per il Dott. A.R destavano ora sospetto. "Bisogna andare a fondo di questa storia Lidia" disse il Dott. "Ti facciamo un prelievo di una parte di seno per vederne la natura". Adesso abbiamo Paura, ho paura anch'io che cosa gli sta succedendo. Torniamo a casa senza fare tanti commenti ed io penso: "Affrontiamo anche questa è solo un prelievo c'è sempre la speranza che tutto vada a buon fine".

Mia madre desidera essere operata da un certo dott. B, molto bravo a quanto dicono. Vanno tutte da lui, è di poche parole, bisogna cavargliele con le tenaglie le parole ma è bravo. Bene. Ricovero, operazione, siamo tutti uniti. Ritiro del referto: dobbiamo andare nello studio privato del medico perchè nonostante mia madre si sia operata con la MUTUA, il ritiro è a pagamento. Positivo. Bisogna intervenire di nuovo facendo una quadratura: sono delle micro calcificazioni in sito al grado più alto.Tutto quello che abbiamo saputo, glielo abbiamo dovuto CHIEDERE fra le lacrime e la disperazione ma sopratutto la PAURA.

Nuovo intervento, stesso dott.. Mia madre è andata sotto i ferri piangendo ed io con lei, perchè anche se non si è in pericolo di vita ci si sente impotenti e si spera che tutto vada per il meglio. Così è stato, ha reagito bene, esito negativo."Signora per me lei chirurgicamente è a posto" - ( nuovo referto istologico ritirato nello studio privato a pagamento) - "Vada alla visita fissata dopo l'operazione".

Nei giorni seguenti mia madre, guardandosi la ferita sul seno, mi disse: "Sai Silvia hanno fatto anche un bel lavoro non sembra così evidente che mi manchi1/4 di seno". Era vero: avevano fatto un curioso lavoro di precisione. Andiamo al controllo con l'oncologo del centro per parlare anche della radioterapia. "Tutto ok, guardando i referti istologici. Ci rivediamo fra 12 mesi". Ora dobbiamo solo aspettare la data di inizio della radioterapia e parlare con il radioterapista. Come da accordi presi con il dott. A.R tornammo per far controllare gli esiti della seconda operazione. Parlammo da pricipio con un assistente il dott. P. che ci spiegò molto bene quello che era accaduto, compilò tutti i moduli per l'esenzione dal ticket (dovendo affrontare altri esami di controllo). Poi arrivo il dottore, guardò gli ultimi referti e disse: "Ma qui non è ancora finita! Qui c'e ancora del tessuto infiammato sui bordi dei tagli effettuati. Non sappiamo cosa può esserci di là". Guardo mia madre che a quelle parole chiude gli occhi e si morde le labbra per fermare la disperazione. Volle farle fare un'altra mammografia: le microcalcificazioni erano ancora là, nelle vicinanze dei bordi della zona asportata. Ma allora, a che cosa era servita la seconda operazione se c'erano ancora ... a cosa era servita? Ero molto arrabbiata, delusa perchè non ci capivo più niente, non capivo per quale motivo non avessero tolto tutta quella mammella. Il dott. R consigliava di fare comunque la radioterapia. Il radio terapista esclude a tutt'oggi e si rifiuta di farla su un tessuto che è ancora malato.

Ieri siamo state da un nuovo dott. a Forlì. Mia madre sarà operata nuovamente per l'asportazione completa del seno sinistro, il tessuto malato potrebbe degenerare ed andare ad intaccare altre "zone". Lle faranno un prelievo anche al seno dx per controllare che non sia presenti anche lì. Mi è stato risposto che le precedenti operazioni erano di prassi, che si tende sempre a salvare il seno. Sono daccordo anch'io se mia madre avesso avuto la mia età 32 anni. Ma ne ha oramai 52 con tre figli. Ed è pur sempre una donna che ha vissuto una parte della sua vita: il risvolto psicologico di queste donne aperte poco alla volta, prima un pezzettino poi un'altro, poi un'altro ancora, ... nessuno ne tiene conto? E le Lacrime e la Paura ... perchè anche se non si deve morire è sempre tanta e le parole che ti vengono dette che son sempre poche, ... anche di questo tiene conto la prassi.

La verità è che, se nel 2000 il dott. avesse valutato con meno leggerezza quelle macchie, forse oggi Mia madre non avrebbe dovuto subire 2 operazioni (seguendo un'illogica "prassi") ed una terza per l'asportazione completa, grazie ad una insignificante ghiandola scoperta nei primi giorni di dicembre 2002.

CONSIDERAZIONI: fino ad oggi ero un'idealista. Credevo che la professione di Medico fosse una vocazione, spinta da un innato spirito di salvaguardia del prossimo. Non ne sono più convinta. Ogni caso è diverso da un'altro, non bisogna generalizzare. Se il Tumore è in sito o ti ha devastato, perchè chi non sa si affida ai vostri consigli, chi è più scrupoloso chiede pareri ad altri medici ... e non è valido Errare è umano ... se si parla di Tumore.

La nostra risposta

Cara Silvia,

che dirti? A mia madre, quando avevano diagnosticato la presenza di un tumore al seno ad una visita di controllo, il dottore aveva evidenziato che, osservando poi la mammografia dell'anno prima, già in quella era visibile la presenza del tumore (sebbene ovviamente non così evidente come in quella recente!). Incompetenza, superficialità del medico dell'anno prima? ... chissa!

Eppure personalmente ho avuto modo di conoscere molti medici (... mia moglie stessa è un medico anche se non in ambito oncologico) ... e devo dire anche grazie ad alcuni di loro se mia madre ha poi vissuto nella "normalità" per più di dieci anni dopo quella brutta "sorpresa". Ed anche dopo, quando poi la malattia ha avuto il sopravvento, è anche grazie alla sensiilità ed alla capacità di alcuni medici ed operatori sanitari che quella tragedia ha saputo tramutarsi comunque in un'esperienza di vita positiva sia per mia madre sia per tutti noi.

Sicuramente non tutti i medici sono spinti da quello che tu chiami "innato spirito di salvaguardia del prossimo" ... ma credimi se ti dico che almeno alcuni ne ho conosciuti. ... e, forse, anche solo quei pochi bastano per continuare ad essere "idealisti".

Enzo



La lettera di Giuliana (23/10/2002, Mantova, 33 anni)

Un saluto a tutti ... voglio raccontarvi la mia esperienza ... una bella mattina mi alzo ... e noto alla parte superiore del mio seno un gonfiore. Aspetto qualche giorno ... vedo che di giorno in giorno andava scomparendo mi decido ai andare dal mio medico curante che mi dice: "Molto probabilmente è solo una ciste, ma è meglio fare una mammografia". Mi fà quindi l'impegnativa con su scritto urgente ... (x fare prima). Il giorno seguente mi reco all'ospedale per unaa mammografia: c'era un qualcosa che non andava. Dal momento che il radiologo non si decideva a darmi l'esito lo chiedo esplicitamente e mi viene risposto: "Signora deve aspettare che faccio scendere il senologo per eseguire un'ecografia". ... figuriamoci, in un minuto ho capito tutto!. Ok scende il senologo e nello stesso tempo chirurgo. Mi fà l'ecografia e mi dice: "Si tratta di un carcinoma. Se viene oggi in ambulatorio le faccio l'ago aspirato." Viene confermata la necessità di una operazione, mi mette in lista e nel giro di un mese mi
fa' l'intervento ... unaquadrantectomia.

Mi ricordo che ero ancora sotto anestesia e sentivo la voce del chirurgo che era venuto nella mia stanza che diceva: "Signora forse dobbiamo operare ancora ..." ... e io con la testa dicevo sì senza capire di cosa si trattasse ...
Finito l'effetto dell'anestesia viene ancora e mi dice mentre operava aveva visto un'altro nodulo ... doveva aspettare l'esito istologico per poi decidere cosa fare. Arrivato l'esito, il chirurgo mi chiama al telefono. Io nn ero in casa, ero a Cremona a fare la scintigrafia, ...riferisce a mia nipote che ha bisogno di parlare con m. Mi reco quindi in ospedale, andiamo nel suo studio ... mi conferma un altro intervento questa volta radicale ... con ricostruzione
immediata ...

Ecco va' tutto ok, mi dico, e invece no ... dopo qualche settimana la protesi si rompe ... e rieccomi ancora in sala operatoria. Tirano via tutto ... il mio morale era atterra! Per fortuna ho avuto il conforto del'andos ... Intanto faccio la chemio: 6 cicli di quella gialla (leggera) non perdo neanche i capelli ... confortante ... no c'era qualcosa che non andava ... era la mia persona ... non mi sentivo bene con me stessa. Decido di fare un'altro intervento dallo stesso chirurgo ... mi mette l'espansore per poi riempirlo dopo un po' di tempo: ecco adesso mi sento meglio ... sì, nonostante il male posso dire che sto' bene ... e consiglio a tutte le donne mastectomizzate di rifare la ricostruzione: e' molto importante ... e mi raccomando state sù col morale, non lasciate vincere il male, reagite il più che potete.

Io come sto adesso??? Non ci sono problemi: attualmente sono passati più o meno 5 anni. Faccio i miei controlli una volta l'anno e vado avanti così come se niente fosse successo ... provate anche voi!!

Un bacione e un abbraccio a tutte.

Caivano Giuliana

p.s. acconsento alla mia firma perchè non c'è nulla da nascondere ... il male non ce lo siamo cercati noi!

 


La lettera di Giulia (1/9/2002, Cremona)

Ho subito la mastectomia nel maggio del 2000 ho fatto la chemio con tutti i disturbi derivanti, ma ho sempre lavorato e cercato di essere serena. Ma ogni volta che mi guardo allo specchio, nonostante la ricostruzione della mammella operata, per me è sempre un trauma che mi rendo conto di non riuscire a superare. Certamente esistono situazioni ben più gravi e ogni volta vado a fare gli esami di controllo è sempre terrore, ma la vita continua e le mie figlie hanno il diritto di vivere serenamente accanto a me. Ma è così difficile.

 


Difficile dimenticare e capire (10/04/2002, Napoli)

Nell'aprile del 1997 mia madre è stata sottoposta ad un intervento di mastectomia al seno dx. Esito esame istologico: ca duttale non infiltrante con presenza di infiltrazione perinurale. Sottoposta a maggio e giugno dello stesso anno a chemioterapia, è deceduta a luglio 1997 per aplasia midollare...
A distanza di 5 anni non riesco ancora a capire il motivo della morte di mia madre avvenuta in tempi così brevi dopo 15 gg dall' ultima chemio. Vorrei capire se il tipo di carcinoma diagnosticato era in fase così avanzata o la chemioterapia abbia potuto portarla a ciò ...
Appello disperato di una ventenne che non riesce a dimenticare e capire!!!!!!

La nostra risposta

Qualsiasi morte di una persona cara è difficile da dimenticare e da capire, ... e questo forse è vero soprattutto quando c'è una malattia di mezzo.
Non penso proprio che la "colpa" della morte di tua madre, avvenuta in tempi brevi, sia da imputare alla chemioterapia ... ma soprattutto penso che ora (a più di 5 anni di distanza - da quello che ci scrivi) sia più importante per te cercare di superare definitivamente il trauma che una morte inevitabilmente comporta ... e per "maturare un lutto" talvolta non è necessario "capire" le cause di tutto ... Certe esperienze comunque non si possono e non si devono "dimenticare", ma anzi devono servire a migliorare l'atteggiamento con cui vivere la nostra vita.

Un abbraccio

Enzo



La lettera di Laura: un invito a "non mollare" (29/01/2002, 40 anni)

Sono passati sei mesi dall'operazione, e sto bene. Per il momento sto bene. Ho fatto diciotto cicli di chemioterapia e trenta sedute di radioterapia, che ho sopportato egregiamente. Persino i medici sono rimasti stupiti.
Vorrei dire a tutte le donne che, come me, sono state colpite, di non mollare, perchè è una battaglia che si può vincere. Si deve vincere. Durante la cura, io ho continuato la mia vita di prima, anzi, ho fatto di più. Perfino un viaggio in America, con le medicine al seguito. Ho continuato a lavorare, tutti i giorni. Non mi sono mai arresa, e non mi arrendo. Un altro consiglio a tutte voi: pensate in positivo, è molto importante, non abbattetevi mai.

Auguri a tutte.
Laura.


Considerazioni profonde di una paziente di Varese (7/11/2001, Roberta Petrini, 32 anni)

... quante volte sono entrata in www.mammmo.it durante questo ultimo anno. E' trascorso un lungo, doloroso anno. Segnato da tanti ricordi INCANCELLABILI.
Di tutte le lettere che ho letto, ho avuto l'impressione che tutto comincia lì: quando ti dicono "Lei ha un carcinoma maligno". Io solo adesso me ne rendo conto. Ho fatto quasi un anno di chemio, ho perso i capelli, sono stata male, ho pianto, ho cercato di vivere come facevo prima, lavoro, sport, vita sociale...
E ora? Torno normale? No Robertina, niente torna come prima. Niente passa invano. A me ha lasciato tanti grossi indelebili segni. Mi sono svegliata da un incubo e ora raccolgo i pezzettini per cercare di ricostruire una Roberta migliore, più consapevole, più arrabbiata con il mondo ... perchè chi ha visto la morte in faccia INEVITABILMENTE cambia e cambia per sempre.
E' vero che ognuno ha i suoi dolori, ho conosciuto tante persone in questo anno, le loro storie. Ho raccontato la mia. Hanno sgranato gli occhi. Le persone "normali". Il cancro purtroppo lascia tante "cicatrici", non solo quelle visibili. Le più pericolose sono quelle nella mente.
Mi rendo conto che la cosa più difficile è affrontare la malattia, sconfiggerla per uscirne vivi, ma a volte io vorrei urlare la mia
disperazione, quella che mi è rimasta dentro e che forse pochi vedono e comprendono.

Grazie a Voi ho conosciuto tante donne, tante esperienze come la mia, sono entrata in contatto con loro, con qualcuna è nata un'amicizia profonda, scambi di pensieri, emozioni, esperienze, consigli, pareri ... "sentito dire" o provato sulla propria pelle. Mi avete fatto sentire meno ..."sola". Ed è sicuramente un modo per uscire da questo dolore.

Un ringraziamento a tutti Voi che lavorate "dietro" le quinte.

p.s.: Buon Natale ... ( mi piacerebbe anche poterVi essere d'aiuto, se esiste un modo per collaborare.)

Cordiali saluti

Roberta Petrini

La nostra risposta

Un felice Natale anche a te!! E' anche grazie alle lettere come la tua che alcune persone (in verità non molte!) hanno dato vita e continuano a gestire il sito mammo.it !!
Grazie poi della tua offerta di collaborazione: forse non lo sai ma stai già collaborando con noi ogni volta che partecipi al forum del sito o incontri via e-mail le persone che hanno lasciato il loro indirizzo di posta elettronica o quando acconsenti di rendere pubblica nel sito la tua e-mail. Continua a partecipare attivamente al forum di discussione, quindi. Alcune donne della provincia di Teramo (molto lontano da noi che siamo a Torino!) mi hanno contattato via e-mail per chiedermi se potevo inserire una sezione relativa alla loro neonata associazione locale di donne operate al seno: forse in futuro inserirò quindi in mammo una sezione dedicata a dare voce alle diverse associazioni (non necessariamente "ufficiali") che spontaneamente nascono sul territorio nazionale. E' solo un'idea che ti lancio lì, ma se anche tu conosci altre "colleghe" di sventura e desiderate avere una sezione (anche più pagine) del sito dove potete inserire ciò che volete, relativamente al tema in questione, fammelo sapere ...
Infine, se conosci medici e personale infermieristico che operano nel settore, se non conoscono ancora mammo.it faglielo conoscere e chiedi loro se vogliono inserire spiegazioni o sezioni non ancora presenti. Inoltre, come avrai notato, il servizio di domande&risposte che inizialmente avevamo attivato, da diversi mesi non è più attivo! Purtroppo l'impegno dei pochi medici che collaborano con mammo.it nel rispondere a tutte le domande (spesso vere richieste di consulti on-line ... anche se lo scopo non doveva essere quello!) era diventato troppo gravoso per cui si è deciso di interrompere tale servizio, sebbene a mio parere molto utile. Perciò collaborazioni di medici del settore sarebbero ben visti anche in questo senso ...

A presto
Enzo


Esperienza di una paziente della provincia di Messina (12/10/2001, )


Non so da dove cominciare. La mia è una storia lunga. A 17 anni mi viene doiagnosticato un fibroadenoma con aree di iperplasia epiteliare e nel complesso mi fu detto che ero affetta da mastopatia fibrocistica. Da allora mi hanno tolto 4 fibroadenomi (in entrambi le mammelle), di cui l'ultimo dissero essere un filloide.

All'età di 30 anni, il mio senologo di fiducia mi consigliò di ricostruire la mammella SN, deturpata dalle varie exeresi e mi mise in contatto con un ottimo chirurgo ricostruttivo. Durante l'intervento, sotto la fibrosi, mi venne riscontrato un K duttale infiltrante la cute del capezzolo, non visibile neanche nella mammografia che avevo fatto tre mesi prima. Bella sorpresa!! Quindi, invece di uscire dalla sala operatoria con il seno SN a nuovo, ne uscii senza, anche perchè c'era ben poco da salvare. Per fortuna, dall'esame istologico, i linfonodi risultarono negativi, nonostante le graoose dimensioni del tumore (ca. 3,8 cm). Feci sia chemio sia radio.

Ora sto bene, pur sottoponendomi ai controlli periodici. Sono trascorsi 2 anni ed appena un mese fa ho fatto finalmente la ricostruzione con un muscolo retto addominale. Ho sofferto tanto, ma ora sono serena e credo di aver messo la parola "fine" a 16 anni di tormenti. Spero che questa mia testimonianza serva di aiuto ad altre donne, alle quali voglio dire che bisogna essere più forti della malattia per sconfiggerla!!


Specializzazione in senologia diagnostica? (21/3/2001, Mario Belli )

Si fa un gran parlare dell'importanza delle visite senologiche, della mammografia per la diagnosi precoce del carcinoma mammario. Numerose associazioni di volontariato si occupano delle pazienti con patologie neoplastiche della mammella e cercano di sensibilizzare le donne a sottoporsi a controlli periodici della mammella. Sorgono continuamenti gruppi di ricerca in senologia. Gli ospedali si organizzano per creare centri di senologia diagnostica, ma allo stato non esite ancora il senologo. Il senologo, ma chi é costui? Un radiologo, un chirurgo, un ginecologo, un oncologo?

Nelle università dopo la frammentazione dei vari insegnamenti non esite un corso specifico di senologia per gli studenti in medicina e, soprattutto, manca una specializzazione in senologia. A questa gravissima lacuna bisogna sopperire con l'istituzione, al più presto, della scuola di specializzazione in senologia diagnostica. Solo così avremo degli specialisti aggiornati e preparati che sapranno effettuare ed interpretare correttamente un esame radiologico della mammella, eseguire prelievi bioptici, esami citologici, in altre parole abbiano tutte quelle cognizioni per poter effettuare una corretta diagnosi delle affezioni che colpiscono la mammella, alcune delle quali, oggi, sono putroppo di drammatica attualità. Non devo le difficoltà in tal senso, dal momento che la radiologia, per i grandi progressi realizzati in questo settore, va scindendosi in varie branche: neuroradiologia, radiologia interventistica, etc. Gradirei una risposta al riguardo.


Con i più cordiali saluti.

Mario Belli
Dirigente Struttura Complessa Oncologia
Azienda Sanitaria "Moscati" Avellino
Responsabile Unità Senologia
Lega Tumori Avellino

Il nostro commento

Non possiamo che concordare con Lei. Quindi pubblichiamo con piacere la sua lettera, auspicando che siano proprio i visitatori di mammo.it a fornirle ulteriori risposte al suo interrogativo: ci faccia sapere e grazie dell'intervento.



Esperienza di Roberta una giovane operata (10/12/2000, Roberta Petrini )

Un mese fa  ho fatto il mio controllo annuale dal ginecologo. Mi trova in buona salute, poi controlla il seno: c'è un nodulo. Nello stesso giorno faccio eco, mammo e agoaspirato. Le facce del radiologo e della ginecologa mi fanno già pensare che quello non è un giorno normale. Mi presento il martedì successivo: è un carcinoma mammario maligno. Assorbo il colpo. Io. Lo stesso pomeriggio ho la visita con il chirurgo che mi ha operato. Mi spiega esattamente cosa ho: un grosso nodulo (>3cm) e calcificazioni sparse, suggerisce la mastectomia. Accetto. Senza pensarci troppo ... alle mie magliettine aderenti ... alla mia vita stravolta. Voglio vivere. Anche senza un seno. Eseguo tutti gli esami pre-operatori. Anche la scintigrafia ossea. Sbircio l'esito con una paura folle: negativa! Si, perchè si imparano tante cose ... il carcinoma può attaccare il sistema linfatico, le ossa , i polmoni ...

L'operazione riesce bene. Linfonodo sentinella negativo. Carcinoma duttale infiltrante scarsamente differenziato pT2 g3 con aspetti comedocarcinomatosi e componente intraduttale. Ma due giorni dopo l'operazione mi dimettono e torno al lavoro (!) ... si, sono pazza! Ho un seno nuovo, ricostruito.

La prova più dura è l'esito degli esami.Recettori ormonali negativi, nessuna terapia sostitutiva. Comincia quello che definisco il "calvario": vai da questo, senti quello. Morale: devo fare la chemio (intensa). Comincio domani. La chiamano terapia adiuvante. Ho capito bene cosa vuol dire. Lo devo a me stessa. Ai miei cari. Anche con tutte le spiacevoli conseguenze. Sono arrivata fin qui. Sarebbe assurdo mollare adesso. Ho 31 anni. Ho avuto un tumore. Sono stata molto fortunata nell'averlo diagnosticato. In seguito a quello che mi è accaduto già tre amiche hanno fatto una visita dal senologo. Sono andata all'Andos e intendo diventare volontaria e se solo questa mia esperienza potrà sensibilizzare altre donne e convincerle che questo male (quando c'è) si deve vincere ... vi invito a scrivermi.

Un'ultima cosa importante. Ritengo doveroso un ringraziamento ai "miei dottori", che non solo professionalmente ma anche umanamente hanno seguito il mio caso e mi hanno tenuto per mano. Grazie anche a www.mammo.it, all'opera di prevenzione che spero possa diventare sempre più ampia ... e mi metto a disposizione (chemio permettendo). 

(Varese, 31 anni)

Il nostro commento

Gentile signora,

La ringraziamo per la sua lettera; purtroppo, come forse avrà anche visto dai contributi che ci arrivano, casi come il suo stanno diventando sempre più frequenti. Come da sua richiesta, pubblicheremo in forma anonima la sua lettera.

Intendiamo anche inviare il suo racconto agli iscritti alla mailing list. 

Con i migliori auguri

 


Esperienza di una giovane operata per un carcinoma duttale infiltrante

Sono una ragazza di 22 anni. Il 30 luglio di quest'anno, eseguendo l'autopalpazione, ho notato la presenza di un nodulo. Il mio medico mi ha fatto fare l'ecografia al seno, che evidenziava "mastite", ma prescriveva terapia con antinfiammatori per 10 giorni, successivo controllo ed eventuale mammografia e ago aspirato. Il mio medico ha valutato tale responso troppo allarmante e sconsigliato la mammografia data la giovane età e nonostante mia nonna materna abbia avuto un tumore al seno. Sono andata quindi dopo 15 giorni dalla prima ecografia a Senologia/prevenzione tumori della mia città, e dopo ecografia mi è stato detto che era un "fibroadenoma", ma che dato il precedente familiare era meglio levarlo. Senza ago aspirato perché "non si sa se si prendono le cellule che servono a noi, ed è una perdita di tempo" Operata in anestesia locale per rimuovere questo fibroadenoma il risultato dell'esame istologico ha emesso il suo verdetto: CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE. A 22 anni. 

Mi sono operata nuovamente (ma in altro ospedale) e sono stata sottoposta ad ampia escissione e a svuotamento del cavo ascellare non essendo più possibile eseguire il linfonodo sentinella.
Aspetto ancora i risultati. Poi mi hanno consigliato la adioterapia, ma anche la chemio (per prevenzione, per sicurezza data l'età). 

Ora ho dovuto fare anche la mammografia (ma non ero giovane!?!). ANCHE A 22 ANNI LA VITA PUO' CAMBIARE PER UN CARCINOMA, anche se le statistiche così non dicono. Se qualcuno ha avuto esperienze simili mi scriva. 

Il nostro commento

Gentile signora, abbiamo letto la sua storia con molta attenzione.

L'abbiamo inserita anche nel nostro forum, in considerazione del fatto che lei ci ha inviato la sua e-mail per ricevere risposte da altre donne con storie simili alla sua.

 


La prevenzione mammografica serve? A mia moglie non è servita proprio a niente (1/9/2000, Prof. Cateno Di Salvo)

IN SINTESI:

1) era seguita dallo stesso ginecologo dal 1989 al gennaio 1997 (1 ciste agoaspirata e altre scomparse spontaneamente).

2) gennaio 1997: per autopalpazione la paziente rileva una massa non dolente -> ginecologo -> rilevamento soggettivo di 3,5 cm -> mammografia (negativa) -> agoaspirato( negativo) -> 6 mesi dopo -> mammografia (negativa) -> intanto menopausa accertata -> febbraio 1998 cura con Dufastone e Premarin -> a maggio 1998 il sottoscritto percepisce che il nodulo (sempre palpabile dal gennaio 1997) al tatto era diverso -> visita veloce dallo stesso ginecologo -> mammografia e agoaspirato, sorpresa, positivi : carcinoma al seno) -> QUADRANTECTOMIA nella divisione di ginecologia che detiene l'egemonia specialistica sulla mammella (?,!) -> nodulo di 2,7 cm 3/26 linfonodi interessati -> CMF + 30 sedute di radioterapia + Tamoxifene -> maggio 1999 marcatori di nuovo aumentati -> linfonodi sovraclaveari al tatto dolenti e nodulo ascellare presente -> tac -> metastasi polonari non operabili -> TAXOTERE + NAVELBINA -> ad agosto 1999 -> tac torace collo addome: negativi (non più segni di lesioni) -> arimidex -> gennaio 2000 -> controllo con tac ed eco -> sorpresa: metastasi sparse ai polmoni e al fegato ->_EPIRUBICINA -> TAC ED ECO A MARZO -> miglioramento ai polmoni ma non al fegato (anzi!) -> NOVANTRONE + MITOMICINA -> 12 giugno -> tac testa,collo torace addome -> multilesioni in progressione con altra sorpresa: METASTASI CEREBRALI -> ASSISTENZA ADI A DOMICILIO -> TANTI SACRIFICI -> CORTISONI, MANNITOLO, MORFINA CENTELLINATA .... -> PEGGIORAMENTO. DOLORE, PER FORTUNA IN SOLI 10 GIORNI -> DECESSO 3LUGLIO ORE 13. DOMANDA: COSA NON HA FUNZIONATO? Mia moglie rileva un nodulo (T2) e la mammografia e l'agoaspirato non rilevano lesioni? Il nodulo si è trasformato dopo un anno e mezzzo oppure si doveva già asportarlo all'inizio? Io strada facendo mi sono fatto certe idee ma non sono un medico ma solo un insegnante che a naso intuisce che le cose non sono andate nel verso giusto oppure spesso si deve avere molta fortuna ALLA BELLA FACCIA DELLA PREVENZIONE. CHIEDO SCUSA PER LA CONCLUSIONE GENERICA E QUALUNQUISTA: IO HO 49 ANNI, HO UN FIGLIO DI 20 ANNI E MIA MOGLIE E' MORTA A 48 ANNI NONOSTANTE LA SUA DECENNALE PREVENZIONE.

Prof. Di Salvo (PROVINCIA : CUNEO)

Il nostro commento

Gentile prof. Di Salvo,

è difficile rispondere serenamente ad una domanda, ed una vicenda, come la sua.

In termini generali è accertato che la prevenzione del tumore della mammella serve.

L'effettuazione periodica della mammografia è in grado di ridurre notevolmente la mortalità per carcinoma, aumentando moltissimo la sopravvivenza. L'effetto è variabile a seconda delle modalità di effettuazione dell'indagine, della fascia di età e di altri parametri ancora. La diagnosi precoce, inoltre, ha altri vantaggi, come la possibilità, per combattere la malattia, d'impiegare terapie meno aggressive e mutilanti.

Purtroppo ridurre non vuol dire eliminare. Siamo ancora lontani dal vincere la battaglia contro una malattia terribile, che uccide ogni giorno migliaia di donne nel mondo. La sua vicenda dolorosa purtroppo lo dimostra, e la sua testimonianza serve a ricordarci che dobbiamo fare di più, lavorando ogni giorno per fare in modo che storie come la sua siano sempre meno frequenti.

Possiamo trarre dalla sua esperienza anche un ulteriore insegnamento: non è vero che il tumore colpiscesolo donne di età avanzata; anzi, i casi di malattia nelle donne sotto i 40 anni sono sempre più frequenti. Anche questa classe di età deve essere perciò controllata con estrema attenzione e le campagne di sensibilizzazione ad effettuare lo screening mammografico con periodicità annuale, devono essere sempre più rivolte anche alle quarantenni.

La mammografia non è in grado di rilevare tutti i tumori, ma è comunque la migliore indagine che abbiamo oggi a disposizione. E' un dato di fatto che molte donne siano oggi ancora vive grazie alla mammografia ed alle altre metodologie d'indagine attualmente utilizzate.

La ringraziamo di cuore per il suo intervento che pubblichiamo seguendo le indicazioni espresse nella sua lettera: come molte delle testimonianze che ci arrivano, anche il racconto della sua vicenda aiuta tutti quanti a riflettere.

Cordiali saluti.

I medici di "Mammo.it"

NOTA: poichè questa lettera ha determinato ulteriori interventi, è stata inserita nel Forum: chiunque desideri ampliare la discussione può quindi farlo accedendo al Forum.

 


Richiesta di aiuto per contattare persone che siano già state sottoposte a mastectomia e a ricostruzione della mammella (24/8/2000)

Buongiorno.

Mia moglie nel mese di aprile 2000, a causa di un carcinoma duttale in situ al seno sx, è stata sottoposta ad una mastectomia sottocutanea (asportazione del tessuto ghiandolare della mammella conservando la cute ed il complesso areola – capezzolo) con contemporanea inserzione di una protesi in silicone. In quella occasione sono stati prelevati anche dei linfonodi ascellari.

Mia moglie lamenta quasi sempre dei dolori al braccio e al seno sx che le impediscono anche di dormire.

Siamo pertanto arrivati alla convinzione che sia il caso di sostituire la protesi in silicone con tessuti prelevati dal corpo di mia moglie.

Avremmo però bisogno di metterci in contatto con persone disponibili che abbiano già percorso questa strada o che siano state direttamente ricostruite con propri tessuti. Tutto questo al fine di valutare se vale la pena di affrontare quest’altro calvario o se tenersi stretto quello che già abbiamo.

Confidando nella vostra collaborazione ringrazio anticipatamente.

Il nostro commento

La lettera e le prime risposte di alcuni visitatori del sito sono state inserite nel Forum "discussioni da paziente a paziente". Il modo più appropriato per dialogare con il sig. Antonio è perciò quello entrare nel Forum e rispondere alla sua lettera. Comunque, in alternativa, chiunque desideri contattare questo signore pensando di potergli fornire informazioni utili, può anche scriverci (info@mammo.it) e noi provvederemo comunque ad inoltrargli al più presto il messaggio (è stato richiesto l'anonimato per cui non pubblichiamo la sua e-mail)!

 


Esperienze e considerazioni di una giovane donna operata (Cristina Fanelli)

Ho letto con vivo interesse alcune pagine del vostro sito dedicato a questa patologia, tanto sottovalutata, (checché se ne dica) quanto grave e urgente.

Lo dico per esperienza diretta; la mia vicenda personale, e non solo quella, mi porta a dire questo.

Ho 31 anni e un anno fa esatto mi è stato diagnosticato un carcinoma duttale infiltrante: è seguita la mastectomia e otto cicli di chemioterapia. Il tutto perché esattamente due anni fa, sentito un piccolo nodulo da me segnalato, il mio medico di base "considerata l'età (?) ed il fatto che l'ecografia facesse deporre per un fibroadenoma" decise di stoppare ogni diagnostica approfondita e non mi consigliò nemmeno di monitorare la situazione, ma mi disse semplicemente di stare tranquilla. Io tranquilla ci sono stata - ahimè - finché, un anno dopo, mi sono accorta che il nodulo era cresciuto. Ma ormai era impensabile limitarsi ad un quadrante e quindi ....... demolizione completa - con tutti i traumi che ne conseguono - e ora eccomi qui, a 31 anni con un anno di inferno vissuto intensamente.

Quello che voglio dire, al di là del caso personale, è che fin dall'inizio della mia vicenda, ho avuto l'impressione che in realtà si stia facendo molto poco per sensibilizzare a largo spettro tutti i coinvolti nella patologia: i medici di base, che forse non sono adeguatamente aggiornati, le donne, in particolare quelle giovani - fascia 30-40 anni - che ritengono di essere escluse dal rischio, per no so quale malaugurata convinzione.

Oltre a questo non ho avuto nessun tipo di supporto psicologico, pur essendo stata operata in un grosso centro oncologico del Nord Italia ( ...... - dove, per inciso, non c'è nemmeno un chirurgo plastico!!!!!) e ora devo districarmi fra la scelta di ricostruirmi, scegliere dove, con quali modalità, se nel pubblico o nel privato, con quali esiti e aspettative.

Mi auguro che possiate ampliare il più possibile una sezione dedicata al "dopo": non solo agli aspetti psicologici della vita, in tutte le sue componenti, che deve tornare ad essere normale, ma anche alle cliniche, chirurghi plastici, centri specializzati e quant'altro possa essere utile per saperne di più.

Grazie e complimenti per il sito, al quale peraltro, suggerirei di dare un taglio non solo medico-specialistico ma umano e divulgativo, oltre che psicologico.

Cristina

Il nostro commento

Gentile signora,

prima di tutto la ringrazio per averci scritto. Avere dei commenti è il modo più importante per capire se quello che stiamo facendo può essere utile.

La sua storia, purtroppo, è simile a molte altre che ogni giorno ci troviamo ad affrontare (sono un medico che si occupa di senologia). Forse l'eccezionalità della sua vicenda sta nell'età, veramente giovane per un tumore della mammella. Caso raro, ma non unico.

In ambito di prevenzione, molto si sta facendo in Italia; per motivi economici, di politica sanitaria, tutte le risorse sono tuttavia concentrate per aiutare le fasce di età in cui questa malattia è più frequente. Malattia terribile, la prima causa di morte in Europa per le donne tra i 40 e i 64 anni.

Tuttavia, quando si organizzano questi programmi di prevenzione di massa, non bisogna dimenticarsi dei singoli individui, le donne appunto. I numeri sono importanti, anzi fondamentali, bisogna tenerne conto, ma la vita è fatta di uomini e donne. Ed occorre ricordarsene quando, nella pratica medica di tutti i giorni, ci si trova davanti qualcuno che ci chiede aiuto.

Certamente gli aspetti psicologici e del "dopo" sono fondamentali. Tuttavia abbiamo voluto, all'inizio, privilegiare l'aspetto scientifico, ed in questo abbiamo voluto essere rigorosi. Questo perché nostro obiettivo è raggiungere non solo la gente comune ma anche i medici (bisognosi, come lei stessa segnala, di qualche aggiornamento). Per cui era indispensabile dare informazioni corrette, provate e precise, pur mantenendo un tono complessivo di (relativamente) agevole lettura, almeno nelle sezioni più generiche. Questa sua lettera ci da l'occasione per iniziare ad ampliare il nostro sito e dare spazio ad altri argomenti: aspetti psicologici, situazioni ed esperienze personali, informazioni su strutture di diagnosi e cura. Appunto qualcosa di umano, divulgativo.

Infine, una richiesta: lei è una donna giovane, da come scrive intelligente, moderna, usa Internet. Perché non ci aiuta?

 


I problemi di C., operata in Sudafrica

 Gentile Medico,

ho 46 anni e circa 4 mesi fa, a seguito di una mammografia, mi sono state riscontrate microcalcificazioni "pleomorfiche" al seno sinistro con piccolo nodulo. Non altri segni di trasformazione del seno come dimensione, durezza, no masse di linfonodi palpabili, no segni di indurimento della pelle o modificazioni del capezzolo.

A seguito di questa mammografia mi è stata consigliata una biopsia con localizzazione mediante aghi. Mi sono affrettata a sottopormi al prelievo, con grosse perplessità e può immaginare in quale stato d'animo, dal momento che temevo il peggio.

Fortunatamente, l'analisi effettuata sui tessuti ha dato esito negativo (per il tumore).

La mia perplessità però riguarda il metodo di biopsia che hanno eseguito, perché dopo l'operazione ho scoperto che il prelievo non era stato fatto con l'aspirazione, l'ago e' servito solo a localizzare (così mi e' stato detto) le microcalcificazioni che sono state asportate mediante taglio dei tessuti e adesso mi trovo una cicatrice di circa tre centimetri sulla parte superiore della mammella.

Sono sicuramente contenta dell'esito negativo delle analisi, ma secondo Lei, era necessario tagliare così tanto, oppure si poteva evitare utilizzando un prelievo con ago che aspirasse e basta? Le chiedo consiglio perché ho un altro problema da risolvere e dovrei utilizzare lo stesso chirurgo. Vorrei sapere se affidarmi di nuovo a lui o aspettare di rientrare in Italia e affidarmi ad uno specialista italiano.

Grazie per l'interessamento, spero di avere una risposta in breve per poter prendere una decisione.

C.

Il nostro commento

Gentile signora, 

l'iter diagnostico per le microcalcificazioni prevede, dopo la mammografia, l'esecuzione di mammografie "mirate" sulla zona (eventualmente con ingrandimento).

In seguito può essere valutata la necessità di eseguire una agobiopsia percutanea (con diverse metodiche, le più note sono la FNAB, la CNB ed eventualmente il Mammotome, potrà trovare una descrizione dettagliata sul sito alle sezioni "diagnosi" ed "interventi"). Nel suo caso, poiché segnala la presenza di un nodulo associato, poteva anche essere utile l'esecuzione di una ecotomografia.

Qualora si renda necessario l'intervento chirurgico, dopo l'intervento stesso è molto importante eseguire una radiografia del pezzo operatorio asportato per assicurarsi che in esso siano realmente contenute le calcificazioni.

Non è possibile dare un parere preciso su quanto deciso in quanto occorrerebbe visionare le mammografie effettuate (sede, aspetto e dimensioni delle calcificazioni).

Le ricordo invece che per l'esecuzione di qualunque atto medico (ed in particolare per un intervento chirurgico) occorre che il curante ottenga dal paziente un consenso informato, che non deve consistere in una semplice firma su un modulo prestampato ma deve essere una spiegazione approfondita del tipo di intervento che si dovrà fare, con esaurienti informazioni anche sulle alternative esistenti e sulle possibili complicanze. Nel suo caso questo non sembra essere avvenuto.

Qualora dovesse avere bisogno di ulteriori consulenze al suo rientro in Italia potrà scrivere nuovamente al nostro sito e le consiglieremo la sede più vicina al suo recapito italiano.

 


Le informazioni qui contenute possono essere utilizzate unicamente a fini educativi. In nessun caso possono essere impiegate in sostituzione o in alternativa ad una diagnosi/terapia espressa da un medico.


      Vai all'inizio                 Homepage