Gli Antichi mestieri.
 

In una economia come quella che vigeva fino a 40-50 anni fa, a Mandas, e nella zona, non esistevano numerose possibilità di poter scegliere il mestiere o la professione che si desiderava. Se si escludevano mestieri come falegname, contadino, commerciante o pastore, che sono esercitati tuttora da molti (sia pure con ritmi di lavoro senza dubbio differenti); le possibilità alternative non erano poi così tante. Si poteva fare il fabbro, il carrettiere e poco altro. Altra possibilità, era quella di studiare, ma bisognava necessariamente recarsi in città fin da subito dopo le scuole elementari. Le donne, oltreché cimentarsi nei lavori domestici, incrementavano talvolta il bilancio familiare con lavori di sartoria. Diverse erano anche le tessitrici, tuttavia, di quest'arte tessile, dei suoi strumenti e dei prodotti forgiati non è rimasto quasi più niente se non qualche telaio conservato in qualche casa. La maggior parte dei telai infatti sono stati bruciati nei primi anni '60 (ai tempi del boom economico), un po' perché troppo voluminosi ma sopratutto per fare legna.

Per la zona geografica in cui Mandas si trova un ruolo essenziale ha ovviamente l'agricoltura: la Trexenta era infatti il cosiddetto granaio di Roma. Le usanze del mondo agreste della fine dell’Ottocento sono vivissime nel ricordo degli adulti che continuano a tramandare le antiche usanze, ed ogni occasione è buona per far riaffiorare antichi ricordi, specialmente in occasione delle tante sagre che vengono organizzate in Trexenta. Il periodo ideale per la mietitura era il mese Giugno, al massimo l'inizio di Luglio. I lavoratori della terra potevano possono essere classificati in varie categorie. Vi era il piccolo coltivatore diretto che, solo per i grandi lavori, quali la mietitura, ricorreva ai lavoratori di giornata. Vi erano i lavoratori di giornata (in sardo gerronaderisi) che, non avendo terreni di proprietà, andavano a giornate in cambio di poche lire o prodotti della terra. Nelle aziende agrarie di dimensioni più grandi della norma vi erano "is srebidoris accordausu", i quali lavoravano tutto l'anno al servizio del possidente; avevano il vitto gratis, talvolta l'alloggio e qualche capo di abbigliamento all'anno. In una società piramidale le altre categorie di lavoratori erano in ordine gerarchico: su sozzu, su bastanti, su mesu bastanti e su boinaxiu. Su sozzu era sempre soltanto uno per ogni azienda, era in pratica l'uomo di fiducia de "su meri".

Fra i mestieri del passato può essere considerato importante quello de “su ferrèri”, il fabbro  che forgiava graticole e zappe, spiedi ed aratri, chiavi e treppiedi, ma aveva anche l’abilità di ferrare i cavalli e de “su maìstr’e carru”, il maestro carraio il quale, oltre a costruire carri agricoli, provvedeva a aggiustare quelli danneggiati.

Molto sviluppata era, ovviamente, vista la conformazione di parte del territorio, anche la pastorizia. A Mandas, infatti i capi di bestiame, sopratutto pecore, erano parecchi. La produzione del latte e lo smercio dello stesso ai caseifici del paese (che erano ben 3) erano un'importante fonte di sussistenza per i pastori non solo del paese ma dell'intero territorio.
 

Data la presenza di un importante snodo ferroviario sono stati molti i mandaresi che hanno avuto, con varie mansioni, la possibilità di lavorare in ferrovia con mansioni che andavano dall'espletamento di lavori prettamente manuali (es. cantoniere, manovale) al personale viaggiante ( es. capotreno, macchinista, controllore) fino ad arrivare alle qualifiche più ambite del personale di terra (es. capostazione ma anche bigliettaio).



 

Mandas è sempre stato un paese a forte vocazione agro-pastorale.

 

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