Il battesimo veniva scandito da precise
regole e cerimoniali, esso, salvo impedimenti particolari, doveva
essere celebrato subito. Ciò sopratutto al fine di eliminare il
peccato originale visto che era possibile il rischio che il bambino
morisse prima di essere battezato. Ora non è più
così, in quanto il bambino viene battezzato ben oltre la settimana
successiva alla nascita. Tradizione voleva che
il padrino e la madrina
si recassero a casa del figlioccio, la domenica pomeriggio per poi
recarsi in chiesa assieme a genitori, amici parenti invitati.
Arrivati sulla soglia di casa i padrini facevano “is Strinasa”
– il regalo, e riconsegnavano il bambino alla mamma per essere
allattato. Gi invitati venivano accolti in “S’apposentu”
camera per ricevere gli ospiti e li iniziava il ricevimento del
battesimo. Venivano offerti liquori e dolci, “Biancheddus,
gueffus e piricchittus”, quindi veniva servito il caffè, e dopo
ciò ognuno faceva rientro nella propria abitazione. La domenica
successiva i genitori con il bambino eseguivano “Sa
cumprascenzia”, ossia restituivano la visita a casa dei padrini e lì si
ripeteva l’invito, con ciò finiva la cerimonia del battesimo.
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