Il fidanzamento

 

Normalmente dopo un periodo di “fastiggiu” i due decidevano di fidanzarsi. Il giovane pretendente decideva di fare “Sa domanda”, (chiedere in sposa) e, secondo un rigido rituale, tentava di ottenere l'assenso della famiglia dell’amata. In sintesi egli si recava da “Su parallimpiu”, uomo o donna idifferentemente, necessariamente persona di fiducia del giovane. Il pronubo era una persona di buone qualità dialettiche, intelligente, di buone maniere, che svolgeva il ruolo di "mediatore" al fine di preparare il terreno "po sa domanda". In genere di sabato, a tarda sera, “Su parallimpiu”  si recava a casa della famiglia della ragazza. All’ingresso nella casa salutava lodava il Cristo e gli rispondevano “Sempri sia lodau” (Sempre sia lodato), quindi veniva fatto accomodare in cucina. Se la ragazza era presente, appena vedeva “Su parallimpiu”, intuendo il motivo della visita, si allontanava e si metteva  in disparte ascoltando comunque i discorsi tra questi e il capofamiglia. Dopo che “Su parallimpiu” (il pronubo), ed il capofamiglia discorrevano della situazione generale dell’annata agraria, dei lavori agricoli e dell’allevamento, “Su parallimpiu” incominciava a trattare dell’argomento per cui era in visita.  “Su parallimpiu” continuava tessendo elogi sul carattere, sull’onestà, e sulle possibilità finanziarie del pretendente. Il genitore generalmente prendeva tempo e si riservava di dare una risposta la settimana successiva. Una volta andato via “Su parallimpiu”, il genitore informava la figlia, anche se lei già sapeva tutto, della visita e di ciò che si erano detti. Passati gli otto giorni, il sabato successivo, “Su parallimpiu” (il pronubo), si ripresentava, veniva fatto accomodare in “coxiña” (cucina), in presenza della ragazza. A “Su parallimpiu”, in occasione della seconda visita, veniva offerta una sedia sgangherata. La ragazza controllava come “Su parallimpiu” , si sedeva, se per caso rischiava di cadere, voleva dire che la sera non sarebbe stata la serata conclusiva e quindi si sarebbe dovuta spostare la data del fidanzamento. “Su parallimpiu”, in bilico sullo scanno sgangherato iniziava il discorso cercando di riallacciare quello della settimana precedente. Il genitore della ragazza rispondeva se la ragazza fosse interessata o meno e in caso affermativo  chiedeva un incontro coi genitori del ragazzo in modo da decidere il giorno del fidanzamento). “Su parallimpiu” veniva ricompensato con un modesto regalo, era invitato regolarmente alle nozze e se era impossibilitato ad andarci, gli veniva portato a casa sua un pacco contenente i dolci “de sa coja” (del matrimonio). Il giorno del fidanzamento ufficiale, il pretendente accompagnato dai genitori e da alcuni parenti, si recava a casa della futura sposa. I due fidanzati si sedevano, quindi, uno vicino all’altro e si iniziavano i festeggiamenti del fidanzamento ufficiale con balli fino all'alba. All’indomani del fidanzamento ufficiale i neo fidanzati si recavano in chiesa a “missa cantada” messa di mezzogiorno accompagnati da un gruppetto di parenti ed amici e all’uscita di chiesa  si recavano a pranzo a casa della ragazza. Dopo pranzo i due fidanzati si recavano a far visita ai parenti.

 

 

 

 

 

 

 

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