Quando arrivava il
periodo della cresima, il cresimando chiedeva al proprio genitore di
contattare la persona da lui indicata per essere cresimato. Questi
se riteneva la persona, indicata dal figlio, idonea per cresimare il
ragazzo, spesso e volentieri secondo sue soggettive valutazioni, andava
a chiedere “de
fai su prexeri de fai de pardinu de cresima a su picciocheddu”.
Se invece non riteneva a ciò idonea la persona prescelta,
indirizzava il ragazzino su altra persona. Arrivava il giorno della
cresima, generalmente in primavera, e l'arrivo del Vescovo era
festeggiato con la chiesa tirata a lucido, e con grandi composizioni
floreali sistemate da “is priorissasa”. La domenica mattina
era d'obbligo la sveglia all’alba;
vi erano grandi preparativi, grande attesa, spesso ansiosa; ed arrivava l’ora di andare in
chiesa, il padrino prescelto si recava a casa del cresimando e lo
prelevava per accompagnarlo in chiesa per la funzione religiosa.
Ricevuto il buffetto dal Vescovo, al termine della funzione religiosa, il padrino
portava con sé il cresimato, lo invitava a pranzo e nel pomeriggio,
dopo avergli consegnato il regalo, lo riaccompagnava a casa. Il
regalo di cresima per i maschi consisteva generalmente in un
orologio, mentre per le femmine una catenina con medaglia o
crocifisso.
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