Finita la costruzione
della casa, di competenza dello sposo, la sposa provvedeva ad
arredarla. Essa portava in dote tutti gli arredi ed il corredo che
aveva ricamato negli anni precedenti aiutata dalla mamma, i
copriletto, gli asciugamani, le tovaglie, i tovaglioli e e lenzuola.
I giorni precedenti la cerimonia, i parenti degli sposi, finivano di
sistemare gli arredi ed il corredo in quanto era vietato agli sposi
entrare nella casa se non dopo sposati. La celebrazione “de sa
coja” generalmente avveniva la Domenica. Il pomeriggio della
vigilia, gli sposi si recavano a casa dei padrini e dei parenti più
stretti per salutarli e chiedere scusa di qualche offesa in modo da
sentirsi degni del sacramento che stavano per ricevere. Lo sposo,
prima di lasciare la casa paterna, salutava i genitori i quali con
le lacrime agli occhi ed altrettanto avveniva nella casa della
sposa. Lo sposo accompagnato dai parenti ed amici si recava a casa
della sposa ed aspettava sull’uscio che lei uscisse e si
posizionasse dietro allo sposo. Lo sposo veniva accompagnato
all’altare da una sorella, ed in mancanza di essa da una cugina,
mentre la sposa veniva accompagnata da un fratello o da un cugino.
Il corteo s’incamminava verso la chiesa, lungo il precorso, le
massaie uscivano dalle abitazioni con in mano un piatto contenente
grano, sale e petali di fiori, a significare abbondanza, sapienza ed
amore. Una volta lanciato il contenuto sugli sposi e sul corteo il
piatto veniva rotto ed i cocci non dovevano essere raccolti prima di
una settimana. Accompagnati gli sposi all’altare si procedeva allo
svolgimento della messa. Terminata la messa gli sposi si recavano
alla propria abitazione e nel tragitto veniva ripetuto, da parte
delle massaie che abitavano nelle vie attraversate, il lancio del
grano,del sale e dei petali di fiori. Durante il pranzo agli sposi
venivano rivolti cori di auguri e di scherno cantando una canzoncina
rivolta allo sposo che diceva “gei ddasi fatta bella a di cojai,
piga su piccu e bai a traballai………….” . Terminata la cerimonia e
la festa gli sposi congedavano gli invitati.
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