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"Caro Salvatore, da quasi un anno, ormai, ma tutti ti ricordano sempre con tanto affetto e con grande rammarico. Vorrei scriverti qualcosa, immaginando di averti ancora qui, per continuare il nostro rapporto di amicizia...", e l'accorata lettera di Pinuccio Sciola continua, in un rincorrersi di parole nere scritte a pennello, giù per una tela che ha i toni della terra.

L'opera-lettera di Sciola è soltanto uno dei ventotto omaggi che altrettanti artisti sardi hanno dedicato allo storico e studioso dell'arte Salvatore Naitza, a un anno dalla sua morte...

Per chi ha conosciuto Salvatore Naitza, per chi è stato suo allievo, per chi, da artista, è stato seguito dalle sue illuminate riflessioni, per chi gli è stato semplicemente amico, questa mostra corrisponde a un luogo di rarefatto raccoglimento, in cui ogni opera assume l'aspetto di una preghiera o di un sorriso, volto a una di quelle persone che si ricordano vivacemente proprio per il loro sorriso, rassicurante, sereno, sincero.

Ora che non c'è più, di questo suo passaggio solare e incisivo restano comunque i segni, non solo quelli dei suoi studi, delle sue pubblicazioni, del suo generale tributo all'arte contemporanea locale, ma quelli, ancor più profondi, impressi nello spirito e nella sensibilità di ognuna delle persone che hanno avuto il privilegio di incontrarlo in qualche modo. E la mostra dedicatagli ne è la conferma: non una collettiva di ventotto artisti ma un'unica, commossa, tenera opera d'arte, un polittico infinito di cui ogni pannello è, allo stesso tempo, parte e opera a sé stante...

(Raffaella Venturi, L'Unione Sarda, 5 gennaio 1997).

Sono ancora vive nella memoria le parole di Salvatore Naitza in occasione dell'inaugurazione del Centro Culturale Man Ray. Da allora sono passati quasi tre anni, durante i quali, grazie al nostro faticoso lavoro sono andati in porto alcuni progetti; fra i quali quello di fare del Centro un luogo d'incontro e socializzazione dove, come disse Salvatore &laqno;costruire e rieducare i sensi». E' in questo spirito che abbiamo lavorato, impegnati non solo a promuovere operazioni artistiche, ma anche a &laqno;imparare a vedere ciò che ci circonda», ad avvicinare ai linguaggi dell'arte contemporanea soprattutto i giovani che arrivano sempre più numerosi perché hanno bisogno di luoghi alternativi alla scuola o al lavoro per confrontarsi e crescere insieme.

Si conclude con Sinnai - dopo essere stata proposta al Centro Man Ray di Cagliari e nei Comuni di San Sperate e di Isili - l'operazione dedicata a Salvatore Naitza. Operazione che non vuole essere una mostra ma un'opera unica, corale, alla cui realizzazione hanno contribuito ventisei artisti, i quali, pur essendo molto diversi tra loro, hanno lavorato con lo stesso spirito di affetto e di riconoscenza per ricordarne la memoria.

Il Centro Culturale Man Ray li ringrazia per questa generosa risposta e ringrazia Wanda Nazzari per aver ideato e curato il progetto dell'iniziativa.

Stefano Grassi - Presidente Centro Sociale e Culturale Man Ray

Per Naitza: ventisette pannelli, con identica dimensione e linguaggi diversi si stringono insieme in una sorta di abbraccio, in un piccolo bosco dei ricordi. Per un tributo e un omaggio.

Per chi, come Salvatore Naitza, ha saputo incoraggiare e capire, con la sapienza di un esperto e la dolcezza di un amico.

Messaggi su tela - potrebbero essere stendardi - cui è affidata una storia che ognuno racconta come unica e sua con parole che diventano segni. C'è anche un video d'artista ad aggiungersi agli altri lavori con un nastro che si dipana e si ripete come il filo della memoria.

Sale e si illumina - dalle strisce ordinate - un ritratto corale, fatto di voci nitide e distinte, che non scolorano né si confondono, anzi trovano un'armonia finale, per comporre un quadro solo, di vivace poesia.

Alessandra Menesini