Centro Culturale Man Ray Cagliari

Direzione Artistica
Wanda Nazzari

Ufficio Stampa
Rita Atzeri

Organizzazione
Stefano Grassi

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Mostre in archivio


Simone Dulcis
"Isola implode muore"

Clic per ingrandire Inaugurazione
venerdì 2 febbraio 2001 ore 19.00
Centro Culturale Man Ray


dal 2 al 17 febbraio 2001
tutti i giorni ore 18.30/20.30
(esclusa la domenica)



C E N T R O    C U L T U R A L E    M A N    R A Y

SPAZIO POLIVALENTE DEDICATO ALLE SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE CONTEMPORANEE
via Lamarmora, 140 - 09124 Cagliari - Tel e Fax 070/283811 - 0347/3614182

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Battiti sotterranei nei neri rossi consunti di Simone Dulcis. Tatuato sul cuore da un soggiorno africano durato tre anni, il pittore che cercava nei colori bruni della terra acqua grano e polvere, ha trovato la sua radice tra i metalli e i clangori della foresta metropolitana. Dolcissimo guerriero, incide segni propiziatori che si fanno strada nella landa tormentata di colore addensato dal gesso, irruvidito dalla sabbia, scolato da pennelli arrabbiati. Simone si impadronisce del passato negletto di materiali recuperati, meglio se bucati scuciti bruciati, utilizzando pannelli industriali sforacchiati, ruvido truciolare, compensato, tavolacce spaccate, vecchie copertine e scampoli di stoffa d'occasione. Su queste basi irregolari e anarchiche, graffia croci come segni di vita, cerchietti saturi e deserti, e sfere implose in occluse energie. Ascolta il pulsare della città, la pressione sorda del suo inesausto muoversi, trasferendo nei quadri un paesaggio latente, drammatico e vitale.

"Vorrei strapparti il cuore": dal titolo di un’opera presente in mostra, salta fuori selvaggio amore, attrazione cannibalesca per il suo golem personale, per la città che nutre i suoi figli di velenose adrenaliniche scorie. Acrilici e smalti di caustica forza, compongono la rappresentazione pittorica di quello scenario urbano che Dulcis definisce come "il filo del rasoio". Sulla affilata convivenza metropolitana, sui crinali affascinanti delle sue contraddizioni, sulle sue urticanti seduzioni Simone costruisce la sua poetica. Ruvido e sensibile traduttore di sensazioni collettive, cavaliere medievale che combatte draghi ferrigni, traccia segni tribali, danza danze primitive, esercita riti sciamanici e per mezzo di una pittura calda e gestuale attraversa i territori della percezione. Costruttore logico che padroneggia l’istinto, egli delinea spesso sui suoi quadri la sagoma di un’isola cellula, un corpo chiuso nella figura del cerchio (seme, uovo, nucleo), permeabile all’esterno o sbarrato da una croce, simbolo di una comunicazione negata e invocazione estrema, citazione di un verso di Ungaretti "… è il mio cuore il paese più straziato…". Su questo paese, il solo possibile dove ha senso il jazz, occhi attenti individuano il passaggio dei carri anche su cammini asfaltati, accettando la realtà della nuova madre metropolitana. Per metabolizzarla e captarne i tamburi e la musica dissonante e veloce, perché comunque questo è il luogo "where all it happens".

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Simone Dulcis 1971

1994Personale – Jazz Club, Quartu S. Elena (Ca).
1995"Arte e Incontri", collettiva, palazzo Amat, Cagliari.
1996Collettiva, Spazio Comunale, Villasimius .
1998Personale, Galleria "Il Cenacolo" Oristano.
1998Personale, Galleria "La Bacheca", Cagliari.
1999"Pregiudizi", Collettiva Centro Comunale di Cultura, Selargius (Ca).
2000"Metropoli", collettiva Centro Culturale Man Ray, Cagliari.
2000"La memoria nel cassetto", collettiva Sottopiano Beaux Arts, Cagliari.
2000"Appare quando può", collettiva Cittadella dei Musei, Cagliari.