gli insediamenti rupestri medioevali

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L'orto - il frutteto - la vigna (gli spazi coltivati)

L' ORTO: rappresentava lo spazio produttivo di legumi di ogni genere: ceci, fave, lenticchie, cicerchie, piselli. Vi si coltivavano anche cipolle, cavoli, aglio, porri , zucche (non la zucca gialla, di provenienza americana), cocomeri, erbe aromatiche e medicinali. Erbe selvatiche, finocchio, funghi, tuberi e asparagi venivano raccolti frequentemente nei boschi.

IL FRUTTETO: offriva frutti di ogni genere.

                                                     

A seconda delle stagioni si raccoglievano: mandorle, fichi, pere e pere selvatiche, mele cotogne, noci, carrube, melograni, percochi, ciliegie, gelsi e meloni.

LA VIGNA: rappresentava lo spazio curato per ottenere il vino, la legna da ardere (dalla potatura delle viti) e il grano che cresceva ai piedi delle viti.

I grappoli di quest' uva nera erano di media grandezza, di sapore dolce e il vino duro e buono si conservava a lungo; prediligeva la terra argillosa e le zone collinose.

L ' UVA

Nel Medioevo l' uva era utilizzata sia per la vinificazione, sia come uva da tavola. In ogni caso il vino veniva considerato veicolo di estrema comunione tra l' uomo e la divinità. Sulle tavole dei signori era di solito bianco, servito puro; i contadini, invece, bevevano vino rosso, più adatto a conferire forza fisica, diluito con acqua. Sulle mense dei monaci il vino era consentito, abbondantemente diluito, solo durante le festività solenni.

Il vino, inoltre, era usato anche come moneta di scambio; l' uva come un' autentica medicina. Dopo la caduta dell' Impero romano, la viticoltura continuò ad essere praticata dai cristiani che durante il rito eucaristico utilizzavano il vino come contatto simbolico con la divinità. Il vino era senz' altro la bevanda più usata e il consumo giornaliero era di circa due litri pro capite.

Gli acini di uva sono costituiti dal 90 % circa del loro peso di una polpa acquosa, a sua volta composta da zuccheri secchi: glucosio e fruttosio, sali minerali, potassio, calcio, fluoro, magnesio, zolfo e fibre. Nella polpa sono presenti anche le vitamine: A, B1, B2 e C.

L'uva può vantare proprietà disintossicanti, diuretiche, lassative ed è un ottimo energetico muscolare e nervoso.

IL FICO

Pianta spontanea, la sua chioma compariva all' improvviso tra i mandorli, tra gli ulivi e tra i bassi vigneti.

Il fico era il cibo dei poveri, spesso accompagnamento di un po' di pane, costituiva il nutrimento per l'intera giornata di lavoro e chi non aveva nulla da mangiare andava in giro per viottoli in cerca di questo frutto carnoso.

Il fico era il frutto di tutto l 'anno, d'estate si consumava fresco e succoso, d’inverno essiccato. La tecnica della conservazione, di origine araba, permetteva di ottenere il " Fico secco " che poteva essere così utilizzato per lunghi periodi .

In agosto venivano raccolti i frutti, tagliati a metà ed esposti al sole per giorni e giorni. Alla fine dell'estate, quando il processo dell'essiccamento era al punto giusto, i fichi venivano riempiti con mandorle e seme di finocchio; erano infilzati in uno stelo di giunco, separati da foglie di alloro, e fatti asciugare al calore moderato del forno. Un’altra tecnica consisteva nel fare essiccare al sole i fichi interi, quindi chiuderli in un sacchetto, scottarli in acqua bollente e cenere e, dopo una seconda asciugatura al sole, riporli in un luogo buio.

La foglia del fico, inoltre, era anche utilizzata nella produzione del formaggio, per cagliare il latte, invece, l’arbusto inciso.

Ancora oggi, nell’area ionica italiana, si usa consumare un formaggio prodotto solo con latte cagliato e avvolto in una foglia di fico: la pampanella.

 

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                                             e-mail: manzonimottola@tiscali.it 

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