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Nel
corso del I sec. a.C. avviene una grande ripresa in tutta la campagna
romana: le terre vengono rioccupate e coltivate e ha luogo una nuova ed
intensa attività edilizia. Proprio in questo periodo, nell'area
della Marcigliana, al centro di fondi estesi tra i 20 e i 100 ettari,
furono erette grandi ville alle quali si affiancavano gli edifici delle
aziende agricole dedicate all'allevamento e alla coltivazione di viti,
ulivi, alberi da frutta e grano. I beni prodotti non erano solo destinati
alla tavola della grande famiglia del dominus che viveva nella villa,
ma anche al mercato dell'Urbe, che ogni giorno richiedeva grandi quantità
di prodotti freschi anche di genere voluttuario, come i fiori per decorare
le case ed onorare le divinità. La caduta dell'Impero Romano, e
le successive vicende storiche, dalle invasioni barbariche al passaggio
delle terre alla Chiesa, hanno mantenuto la gestione latifondista di questi
terreni, ostacolando lo sviluppo della zona.
Casale
della MarcigIiana
La Riserva ospita numerosi casali costruiti in
epoche diverse: tra di essi il Il Casale della Marcigliana è stato
costruito nel medioevo sulle rovine di una villa romana. Nell'XI sec.
eraproprietà dell'Abbazia di Farfa, nel XII della Chiesa di S.
Maria in via Lata, per passare poi tra i possedimenti di diverse famiglie
nobili: i Barberini nel 1600, i Gabrielli nel 1700, i Carpegna nel 1800,
i Grazioli dall'inizio del 1900.
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Casale della
Cesarina
Attuale sede di un'azienda
zootecnica è costituito da una costruzione fortificata nella cui
corte sono stati inglobatii resti di una torre medioevale. La costruzione
principale è attorniata da numerosi edifici rurali. Inizialmente
conoscito come casale S. Agata, possedimento della Diaconia S. Agata in
Suburbice, assunse l'attuale nome solo dopo il 1536 quando fu acquistato
dal cardinale Alessandro Cesarini
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