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Soldati in trincea


L'Oltrepò Pavese fu occupato fin dal 1743 dal Regno Sabaudo piemontese, alleato di Maria Teresa d'Asburgo nella Guerra di Successione Austriaca. L'Oltrepo Pavese, durante l'Ottocento, trovandosi sul vecchio confine piemontese-austriaco, ospitò numerosi patrioti lombardi che cercavano di sfuggire alle persecuzioni degli Austriaci. Gli abitanti dell'Oltrepò diedero un grande apporto (anche in termini di vite umane) durante le guerre di indipendenza che portarono all'unificazione politica e territoriale dell'Italia. Così, nel 1859, la zona corrispondente all'attuale Oltrepò Pavese fu riannessa alla Provincia di Pavia. Verso la fine dell'Ottocento le masse lavoratrici dell'Oltrepo Pavese, seguendo gli ideali socialisti, costituirono le prime leghe ed associazioni mutualistiche ed assistenziali nonchè le prime cantine cooperative. Il 23 marzo 1919 Benito Mussolini fondò in Piazza San Sepolcro a Milano il "fascio di combattimento". Fu così che quando sorse il fascismo, queste leghe e cooperative appena nate e conquistate attraverso lotte e sacrifici, diventarono subito dei focolai di resistenza ed il fascismo trovò grosse difficoltà ad imporsi in Oltrepò. Alla fondazione ufficiale del fascismo in Italia partecipava il professor Giovanni Masnata di Stradella che l'11 aprile 1919 fondò il "fascio stradellino", il primo della provincia di Pavia. Dopo vari tentativi falliti, la direzione provinciale del Partito Fascista riuscì, all'inizio del 1921, ad instaurare la dittatura anche nell'Oltrepò Pavese. Alla vigilia della "Marcia su Roma", l'amministrazione socialista di Cigognola (come avvenne anche per gli altri Comuni dell'Oltrepò) si dimise mentre la minoranza popolare dovette accettare, suo malgrado, i nuovi padroni. Lo squadrismo presente in Oltrepò costitú la struttura militare a sostegno del nascente regime, con tre legioni: l'ottava con sede a Stradella, la nona, denominata "Montebello", con sede a Voghera e la decima ("Monte Penice"), con sede a Varzi. Inizia coś la dittatura fascista per Cigognola e tutto l'Oltrepò. Le squadre fasciste avevano armi, mezzi di trasporto, il tacito consenso di Carabinieri e Polizia per cui fu possibile per loro avere il sopravvento anche sui lavoratori più sovversivi come lo erano i contadini dell'Oltrepò Pavese e moltissimi antifascisti finirono in carcere o furono costretti ad espatriare. Il regime fascista raggiunse l'apice dei consensi negli anni Trenta quando Mussolini conquistò l'Etiopia (1935-1936); ben presto però l'Italia, per volere del Duce, entrò nella Seconda Guerra Mondiale al fianco dei tedeschi. L'esercito italiano fu sconfitto in Libia, in Grecia, in Etiopia ed in Russia. Fu subito chiaro come questa guerra, iniziata con l'appoggio dei tedeschi di Hitler, stesse diventando una guerra al loro servizio. A cavallo tra il 1942 ed il 1943 anche le truppe tedesche furono sonoramente sconfitte in Russia ed in Africa; crollò così il mito dell'invincibilità delle armate naziste. La situazione in Italia era drammatica: particolarmente difficile era la situazione nelle grandi città come Milano, Torino, Genova, Pavia e Voghera: ogni notte centinaia di vittime e migliaia di sfollati a causa dei continui bombardamenti aerei. Gli sfollati si rifugiarono così ancora una volta in Oltrepò, ritenuto zona più sicura, provocando disagi notevoli anche agli abitanti del posto. Problemi grossi dovuti alla scarsità di mano d'opera (essendo gli uomini impegnati nella guerra) portarono allo sfruttamento del lavoro femminile e minorile. Un elemento che assunse una grande importanza in questa situazione fu la stampa, arrivata dalle città anche in Oltrepò. Infatti, grazie ad essa, le idee avverse al regime cominciarono ad espandersi a macchia d'olio.
In un simile contesto di malcontento e disagio, la fine del fascismo era alle porte; la popolazione aveva maturato la capacità di mobilitarsi per distruggere l'ultima istituzione nazifascista, la Repubblica Sociale Italiana. Il contenzioso avviato agli inizi degli anni Venti e mai spento negli anni successivi stava per arrivare al suo epilogo. Sarà grazie alla RESISTENZA ed alla durissima e commevente lotta partigiana che il sogno della liberazione dai fascisti si realizzerà.

 

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