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Il biscione visconteo

 

Il primo vero signore di Cigognola, Alessandro Visconti Scaramuzza, morì a Pavia il 28 Ottobre 1476; alcuni anni dopo, nel 1482 spirò anche la sua consorte Bianca Beccaria, ultima testimone dell'ascesa degli Aicardi a spese dei Beccaria. Castellino, figlio di Alessandro Scaramuzza e Bianca Beccaria, divenne, come il padre, un influente personaggio del Ducato di Milano. Egli è ricordato perchè, fra il 1499 ed il 1510, fece erigere in Zelata di Bereguardo la celebre "Ca' rousa", esempio eccezionale di edilizia residenziale medioevale.
La linea legittima dei Conti di Cigognola proseguì con Carlo Scaramuzza, figlio di Castellino e della sua terza moglie Eleonora Visconti. Carlo Scaramuzza ebbe un ruolo importante durante le guerre franco-ispane per il predominio sull'alta Italia. Appoggiò i francesi e rimase nella memoria un fastoso banchetto che egli offrì a Luigi XII nel 1509 nella sua dimora di Pavia.
I discendenti di Carlo Scaramuzza furono parecchi: i Conti Filippo, Ercole, Federico, Alfonso ed Alessandro e le loro sorelle arricchirono notevolmente Cigognola che, sotto i Visconti Scaramuzza, visse il periodo di maggior splendore. L'ultimo feudatario di Cigognola fu Giuseppe Scaramuzza Visconti, nato nel 1668, il cui territorio risultava enorme: 26.800 pertiche di terreno corredato da casamenti, cascinali, castelli, rustici vari e palazzi. La precisione di questi dati ci è pervenuta grazie alla revisione catastale sabauda, effettuata con il passaggio dell'Oltrepò al Regno Sardo.
Nel 1740 Barbara d'Adda Barbiano di Belgioioso, nipote di Giuseppe Scaramuzza Visconti, fu chiamata ad erede dallo zio; nel 1743 ottenne come ricompensa all'alleanza prestata all'imperatrice Maria Teresa nella guerra contro Filippo V di Spagna, la cessione dell'Oltrepo pavese e del Siccomario, eretti in provincia con il nome di "Provincia di Voghera". Ella sarà l'ultima feudataria di Cigognola.
Infatti, negli ultimi anni del Settecento, il suo figlio primogenito Alberico, alienò i territori di Cigognola, Albaredo, Broni e Valsorda che divennero proprietà dell'avvocato Stefano Pompeo Gazzaniga. Questo passaggio di beni testimonia sia la fine di un'epoca che di una classe sociale, la vecchia aristocrazia feudale, che verrà pian piano surclassata dalla nascente borghesia. Così i Gazzaniga emergeranno prepotentemente sulla scena lombarda ed in breve costituiranno un vero e proprio impero fondiario di cui Cigognola farà parte.


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