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Comune di 
VALVERDE

  

VALVERDE

Lo stesso nome Valverde richiama la caratteristica principale del territorio, ricco di boschi, che ornano le alture della suggestiva vallata del torrente Morcione, affluente di sinistra del Tidone. Si tratta dei castagneti che riempiono l'altipiano miocenico posto tra le valli Staffora e Nizza, nei quali si pratica una buona raccolta delle Castagne, dei funghi e dei tartufi.
Nella Valverde esposta prevalentemente ad Est, il clima più fresco consente alla vegetazione di acquisire quel verde brillante che la contraddistingue e da cui forse deriva il toponimo. 
Le radici di Valverde affondano molto lontano nel tempo, come testimoniano i recenti ritrovamenti archeologia. I primi abitanti appartenevano ai "protoliguri", popolazioni di origine nordafricana ben differenziata dal ceppo indoeuropeo. I protoliguri vengono poi quasi completamente assorbiti dall'avvento della civiltà romana. Valverde risulta citata per la prima volta nell'Adbreviatio dell'anno 862 come corte dipendente dal monastero di San Colombano di Bobbio. Nel 1014 passò ai vescovi di Bobbio, unicamente ai territori dipendenti dai castelli di Monfalcone e Verde, attualmente inseriti nel suo territorio comunale. la Diocesi diede quindi il feudo ai Malaspina di Oramala. Nel 1655 i Malaspina lo vendettero agli Spinola; la transazione risultò però difettosa poiché non aveva ricevuto l'assenso reale e Valverde tornò così ai Malaspina. Nel 1929, in seguito ad una ristrutturazione amministrativa, Valverde fu aggregato al comune di Zavattarello; riacquistò l'indipendenza municipale nel 1956. La sede municipale di Valverde è Casa Mombelli (567 m./slm.)

 

LA VEGETAZIONE

Ostryo-Querceto 

E' la formazione più ricorrente dai 300 agli 800 m. di quota in tutto il territorio della Comunità Montana Oltrepò Pavese. Il Carpino nero e La Roverella (spesso ibridata con la Rovere) si alternano alla dominanza di questi boschi. Dove il bosco è sempre stato presente e il taglio non è stato troppo frequente la Roverella tende a dominare il popolamento mentre il Carpino nero e l'Orniello riescono a prevalere sulla Roverella grazie alla loro più rapida crescita iniziale ed alla loro maggiore rusticità. Si tratta quasi sempre di formazioni cedue, talvolta abbandonati ed in fase di conversione naturale verso l'altofusto. Unico assortimento ritraibile da queste formazioni è la legna da ardere.

I castagneti
Significativa nel comune di Valverde è la presenza del castagno che occupa una estesa superficie a partire da Monte Bruno e Monte di Marroni fino all'abitato di Pietragravina. Si tratta prevalentemente di boschi cedui originatesi dalla trasformazione dei vecchi castagneti da frutto in seguito agli attacchi del cancro corticale del castagno. 
Il Castagno è una pianta mesofila per quanto riguarda temperatura ed umidità: necessita di una temperatura media annua compresa fra i 10 e i 15°C. e di precipitazioni annue di 600 - 800 ml.. Dal punto di vista edafico predilige i terreni a reazione da acida a neutra (pH 4.5-7) con una netta preferenza per i terreni di natura silicea e vulcanica. In Italia ed in particolare sull'Appennino mostra tuttavia di tollerare i terreni calcarei. La ottima facoltà pollonifera è una dette peculiarità del Castagno e si conserva fino a 150-200 anni. 
Nel territorio dell'Oltrepò Pavese le formazioni castanili hanno origine dalla sostituzione antropica dell'Ostrio-querceto dell'Appennino calcareo-marnoso come viene confermato dalla frequente ed abbondante colonizzazione da parte del Carpino nero, Orniello e Roverella. Trattandosi di formazioni che hanno origine dalla sostituzione dei popolamenti originari, si assiste in seguito all'abbandono selvicolturale ad un processo di. ricolonizzazione della stazione da parte delle specie originarie.

Le pinete
Si tratta di popolamenti artificiali di Pino nero (cui risulta consociato in modo marginale anche il pino silvestre) realizzata negli anni '60. Gli impianti sono stati effettuati su pascoli abbandonati con una densità iniziale molto alta. 
Obiettivo primario di questi imboschimenti è stato quello di assicurare in modo rapido ed uniforme la copertura forestale ai fini di ridurre i processi di dissesto idrogeologico.
I soprassuoli sono stati oggetto di interventi selvicolturali solo occasionalmente e pertanto presentano oggi una densità eccessiva. 
Il non intervento ha determinato un progressivo degrado della struttura e dello stato fitosanitario del bosco (fusti filati, chiome di ridotto spessore a causa della compressione laterale, individui morti in piedi, aduggiati e schiantati). 

Le siepi campestri
La siepe riproduce l'ambiente del margine del bosco (ambiente ecotonale) che è il più ricco di specie animali e vegetali. Queste formazioni vegetali svolgono innumerevoli funzioni alcune de.le quali a diretto vantaggio della produzione agricola. 
- Aumentano la complessità ambientale offrendo rifugio ad un numero elevatissimo di animali vertebrati ed invertebrati che viceversa scomparirebbero dalle campagne;
- Riducono la forza del vento anche dei 60% a tutto vantaggio della produttività delle superfici agricole.
- Favoriscono una ricca presenza di fauna invertebrata fra cui numerose specie utili perché predatori o parassiti di insetti dannosi alle coltivazioni;
- Incrementano la presenza di fauna vertebrata e in particolare degli uccelli insettivori.

I Boschi del Castello di Valverde
Il bosco intorno al Castello di Verde è da ricondursi alla tipologia forestale dei Querco-ostryeti tipici delle zone collinari dell'Oltrepò Pavese la cui attuale composizione specifica è legata principalmente alle condizioni orografiche ed al tipo di trattamento cui sono state sottoposte. Le specie dominanti sono la Rovere (spesso ibridata con la Roverella tanto da essere difficilmente distinguibili) ed il Carpino nero, ma è relativamente abbondante anche il Prunus avium. In qualità di specie accessorie compaiono l'Acero campestre, il Maggiociondolo, il Nocciolo e soprattutto l'Orniello che va a costituire il piano dominato. 
La componente arbustiva risulta diffusa e relativamente abbondante ed è costituita da Corniolo (Cornus mas), Berretta da prete (Euonimus europeus), Biancospino (Crataegus monogyna), nelle aree più xeriche fanno la loro comparsa il Ginepro (Juniperus communis) e la Coronilla (Coronilla emerus). 
La parte esposta a Nord risulta più fresca ed in parte a morfologia sub-pianeggiante. Le condizioni stazionali risultano nel complesso più favorevoli allo sviluppo della componente forestale mesofila. Il popolamento arboreo è caratterizzato dalla presenza di imponenti soggetti di Prunus avium insieme alla Rovere, in qualità di specie accompagnatrici compaiono l'Orniello, l'Acero campestre, il Maggiociondolo, e tra gli arbusti sono frequenti il Nocciolo, il Biancospino, il Corniolo ed il Viburno. 
La parte con esposizione Sud-Est presenta invece condizioni microclimatiche più marcatamente xeriche, le pendenze sono decisamente più elevate (40- 70%) ed il suolo molto più superficiale. 
Tali condizioni stazionali si ripercuotono in particolare sull'accrescimento della componente arborea e sulla composizione specifica del popolamento.
Tra le specie presenti si riduce drasticamente la presenza del Ciliegio, mentre nel piano arbustivo compaiono il Ginepro e La Coronilla.

 

ED INOLTRE ...

SERVIZI 

Il comune di Valverde è dotato di scuola elementare e sportello postale.
La ricezione alberghiera supera gli ottanta posti letto nei tre alberghi/ristoranti: Marini - Croce Bianca - La Quercia. Si segnale inoltre il ristorante Da Giulia. Molte le possibilità di soggiorno in case private. Il comune è anche dotato di un centro sportivo polifunzionale. 

COLLEGAMENTI 
E' possibile usufruire di autoservizi per Ponte Nizza, Pavia e Milano, per Casteggio e Varzi. Valverde dista 49 km. da Pavia e 51 km. da Piacenza. La statale 461 agevola il collegamento con le autostrade A7 e A21 in località Casei Gerola, mentre la statale 412 conduce alla A21 a Castel S. Giovanni. 

MANIFESTAZIONI 
Sagra gastronomica la prima domenica di ottobre. 

CRONOLOGIA STORICA

900 a.c. - 200 a.C. Insediamenti liguri e Cetti 
200 a.c. - 476 d.C. Dominazione romana
476 - 774 Regni Longobardi
774 - 833 Regni Carolingi 
833 - 1014 Corte di Verde, giurisdizione del Monastero di Bobbio 
1014 - 1155 Corte di Verde, giurisdizione del Vescovo di Bobbio 
1155 - 1298 circa Feudo piacentino 
1298 - 1351 Feudo dei Landi 
1351 - 1528 Marchesato dei Malaspina 
1528 - 1538, Feudo dei Dal Verme
1538 - 1797 Nuovamente ai Malaspina 
1797 -1814 l'Oltrepò con i[ Piemonte è annesso alta Francia 
1814 - 1929 Regno Sardo e poi Regno d'Italia: Valverde diventa Comune autonomo 
1929 -1956 Annesso al Comune di Zavattarello 
1956 ad oggi Comune autonomo detta Provincia di Pavia
 

IL CASTELLO

Gli abitati sono sovrastati dal Castello di Verde, di cui rimane oggi solo la rocca in parte ristrutturata. Ai mestieri attinenti le forniture ai signori e ai dipendenti del castello vanno senz'altro attribuiti i toponimi di alcuni abitati: Calghera (scarpa), Casa Panattieri (pane), Casa Balestrieri (balestre),... Nei toponimi si tramanda la memoria di queste occupazioni; sovviene pure l'appellativo di 'guelfi" attribuito ai valverdesi, perché il loro castello, nel medioevo, fu sede e rifugio del partito guelfo. 
A Valverde l'agricoltura rappresenta la risorsa economica più significativa, con abbondanza di frumento e foraggio e presenza in diversi appezzamenti di frutteti, anche se gli occupati nel settore sono in costante diminuzione.

Il Castello di Valverde
Il castello, tuttora denominato "Castello di Verde", sorge sulla cima di un cocuzzolo in posizione suggestiva e panoramica, permettendo di spaziare dalle dolci ondulazioni dei rilievi pavesi fino alla pianura padana. Risalente all'XI sec., fu proprietà inizialmente del monastero di Bobbio, quindi del Vescovo di Bobbio, poi del Comune di Piacenza, in seguito del Barbarossa, dei Landi, dei Malaspina, dei Dal Verme e poi nuovamente dei Malaspina.
Nel medioevo il castello fu sede e rifugio del partito guelfo.
Del castello originario rimangono il basamento della torre, in pietra arenaria, ed una stanza forse utilizzata come deposito di viveri in occasione degli assedi. Il particolare torrione rotondo, tipico dell'architettura fortilizia degli Sforza, fa ritenere che almeno questa parte del castello sia di epoca malaspiniana, il nucleo originario risulta invece molto più antico.

Il Castello di Monfalcone 
Il castello di Monfalcone, di cui oggi non rimane che il ricordo, si erigeva su un poggio a mezza costa tra il Monte Bruno e Villa Narigazzi. Ancora oggi quel luogo viene chiamato Castello Vecchio. 
Il castello di Monfalcone, di probabile origine longobarda, raggiunse la notorietà poiché per un lungo periodo divenne rifugio di banditi di ogni specie. 
Già appartenuto ai vescovi di Bobbio, il castello fu assegnato nel 1233 a Guglielmo Lavagna, per passare poi a esponenti delle famiglie locali. Nel 1480, le truppe dei Malaspina presero possesso del castello, che rimase della famiglia fino a che Filippo Maria Visconti, duca di Milano, non lo distrusse e assegnò il suo territorio al conte di Carmagnola. 

La Chiesa di Valverde 
La chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata Vergine del Rosario e a S. Stefano patrono del Comune, si erge su un piccolo spazio pianeggiante, a breve distanza dalla frazione Mombelli sulla provinciale che collega La Val Tidone con la Val di Nizza. L'antico edificio, opera di maestri locali del XIII secolo, malgrado ampliamenti e rifacimenti, conserva ancora importanti elementi architettonici originari che permettono di riconoscere lo stile lombardo (romanico). La facciata è divisa in tre scomparti; L'elegante portate romanico è decorato secondo moduli che si rifanno allo stile corinzio. Il fianco sinistro della chiesa presenta una pregevole cornice di archetti a semicerchio su mensole. All'interno si conserva una _balaustra in marmo rosso dell'altare maggiore, datata XVIII secolo. La fonte battesimale è del 1581. Merita di essere citato l'interessante campanile munito di un particolare "cono cestile", struttura tipica di molte chiese di Milano e del pavese dello stesso periodo.

L'Oratorio
In Prossimità del castello si trova l'Oratorio, un tempo officiante, eretto dai Malaspina nel 1608. in realtà pare che una struttura architettonica risalente all'epoca di fondazione del fortilizio, ancorché diroccata, già esistesse e che il Marchese Gerolamo Malaspina procedette solo al restauro. Questo oratorio di ridotte dimensioni, costruito con conci di arenaria locale, può essere considerato un modello di architettura religiosa minore (povera).

 

LA FAUNA

L'abbandono che in epoca recente ha caratterizzato il territorio montano, ha favorito la riconquista da parte della fauna selvatica di quegli spazi che le erano stati sottratti. In prossimità delle macchie boscate è facile osservare le ghiandaie e le gazze; nei pressi delle cascine le tortore, le cinciallegre, i pettirossi e lo scricciolo. In primavera non è difficile osservare il frenetico volteggiare della ballerina bianca ma anche il più minaccioso volo del falco, dello sparviere e della poiana. A notte fonda si possono ascoltare i richiami della civetta, dei barbagianni, dei gufi e degli allocchi.
Diversi mammiferi piccoli e grandi popolano i campi e i boschi; non è sempre facile scorgerli anche se si possono leggere sul terreno le loro tracce. Pigne rosicchiate sono il segnale inequivocabile della presenza dello scoiattolo, mentre piccole impronte di buffe manine sul terreno indicano il passaggio del riccio. Anche tassi, cinghiali, volpi, caprioli e daini arricchiscono il territorio con la loro presenza.

 

PRODOTTI TIPICI

Ottimi salumi, formaggi, mele fra cui le tradizionali "Frascona, Rostaiola, Renetta"; pere locali "Cavigiona e Giassola". la ricerca e raccolta di tartufi è sempre stata attività praticata nel territorio comunale, favorita dall'altitudine, dal clima, dalla tipologia del terreno e dalla presenza di roveri e noccioli. Il tartufo di Valverde evidenzia caratteristiche organolettiche di prima qualità.