DOPPIO TRONCO:l'armonia di due piante insieme come padre e figlio

E', questo del doppio tronco, secondo me, uno stile particolarmente bello, che riunisce le caratteristiche della ricerca formale presente nella singola pianta e della ricerca di un equilibrio tra più soggetti presente nel gruppo di piante. In uno stile che contempla la presenza di più piante, infatti, ciò che prevale è l'insieme .Nel bosco , nella ceppaia, ad esempio, l'elemento dominante è l'armonia tra i singoli , che crea una piacevole unità. Qui le piante si completano a vicenda e si fondono dando una sensazione di stabilità , di equilibrio raggiunto in anni di vicendevole integrazione.Tronchi e rami non si intrecciano, le chiome non si ombreggiano, ognuno trova il suo giusto collocamento, la sua nicchia e partecipa all'unità, completa l'unità, e questo è il senso di tale stile.Nella singola pianta , invece prevale la ricerca della forma, lo studio accurato del particolare, di linee ed equilibri tra rami , tronco, radici. L'importanza di tutti i particolari ,così come della corteccia, dei jin ben lavorati , degli shari invecchiati, del movimento dei rami, etc., è fondamentale.
Nel doppio tronco si riuniscono tutti questi elementi, la ricerca delle linee e della bellezza particolare e caratteristica della singola pianta, e l'equilibrio e l'armonia tra le due piante , che si completano formando un tutt'uno, senza apparire in competizione. Per questo è importante partano dalla stessa radice e che le dimensioni tra i due siano molto diverse, altrimenti esprimerebbero un senso di competizione che non si accorda con le sensazioni di naturale serenità ed equilibrio che il bonsai dovrebbe comunicare. Non a caso lo stile doppio tronco viene spesso chiamato " padre e figlio" o "madre e figlia", quando si tratti di latifoglie dall'aspetto aggraziato e leggero. Tra padre e figlio non c'è competizione, ma protezione da un lato ed imitazione dall'altro , per cui la pianta più piccola, unita al piede all'altra, si discosta appena seguendo il movimento della principale. Gli apici avranno la medesima direzione ed i rami della più grande non nasconderanno il sole alla più piccola , né rami bassi del padre entreranno in competizione con il figlio, lasciando quindi libera la parte bassa del tronco. La pianta più piccola non dovrebbe essere sul davanti, ma preferibilmente leggermente arretrata, ed avere più o meno, lo stesso rapporto altezza/diametro della più grande, insomma lo stesso "carattere".
Il figlio ha lo stesso movimento e carattere del padre e l'apice nella stessa posizione
Queste sono le regole tecniche fondamentali per richiamare lo spirito, il senso del doppio tronco. Poi ci sono le regole base della strutturazione della singola pianta e del gruppo di piante, per cui non ci deve essere incrocio di tronchi né di rami , né movimento contrastante dei due tronchi. Non è molto bello neppure se il tronco più piccolo si diparte da una certa altezza dell'altro invece che dal piede. Nelle latifoglie , specie se piuttosto grosse, può essere una via di mezzo tra un secondo tronco ed un primo ramo basso che si volge verso l'alto, non è innaturale né brutto, ma non è esattamente ciò che vuole esprimere l'idea del doppio tronco.
Le due piante si completano, non danno il senso di competere tra loro: il primo ramo del padre è più alto del figlio
Il figlio non davanti al padre, ma leggermente arretrato
   
Il figlio non grosso come il padre alepio alepio alepio alepio alepio Modello ideale


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