Le foto .........

SHOIN SU ROCCIA

Questa pianta è alta all’incirca 10 cm., deriva da una talea fatta circa dieci anni fa ed è impostata in stile moyogi . Si tratta di una thuya occidentalis "rheingold", una specie non molto usuale in bonsai, ma che soprattutto come shoin dà un buon risultato reagendo ottimamente a continue cimature infoltendo molto velocemente ed avendo l’ago giovanile molto piccolo e morbido. Inoltre non ha problemi di attacchi parassitari, ma è necessario di tanto in tanto sfoltirla per evitare il seccume delle zone interne non raggiunte dalla luce. Le radici sono sottili ed abbondanti ed in pochissima terra vive senza alcun problema ,si adatta a tutte le situazioni e caratteristiche del terreno. Teme solo la mancanza di luce che la fa filare ed assumere un aspetto debole e disordinato. E’ piacevole il mutare del colore dei giovani germogli che da giallo intenso quando spuntano divengono poi di un tenero verde, per cambiare ancora con i freddi invernali in un color oro scuro.

Questa è un’azalea a fiore misto rosso, bianco e screziato , i tre tipi di fiori coesistono sulla stessa pianta e per esservi mantenuti sono necessarie accorte potature . In stile bunjin è alta all’incirca 25 cm ed è in coltivazione da 4 anni . Provenendo come piantina di vivaio dal Giappone è stata coltivata in terra kanuma a pH acido per cui non mostra segni di clorosi pur essendo in vaso molto piccolo da tre anni senza rinvasi ed ha formato un ottimo apparato radicale. Purtroppo per le azalee coltivate in torba non si può dire la stessa cosa. Tuttavia questo genere è molto adatto alla coltivazione come bonsai per la capacità di reagire alle potature anche drastiche e , come si vede, a vivere bene anche in vaso molto ridotto. Oltre alla splendida fioritura e alla possibilità di modellare con il filo, in diverse specie si ha anche una splendida colorazione del fogliame autunnale che può andare dal giallo, come quella di questa foto ,a varie tonalità di rosso .

Anche il pino mugo di questa foto ha diversi anni di coltivazione , ed essendo sempre stato in vaso molto piccolo il tronco è ancora sottile , ma l’ago è molto corto. Estremamente poco esigente questo pino richiede pochissime cure, teme solo la mancanza di sole e l’eccesso di umidità, prossimamente lo utilizzerò su roccia per ovviare al tronco ancora troppo sottile. Anche questa specie è molto adatta alla coltivazione bonsai la sua malleabilità con il filo e la sua vigoria vegetativa permettono di ottenere splendidi esemplari.

SHOIN DI AZALEA E PINO MUGO


ISHIZUKI: cotoneaster su roccia

Si tratta di cotoneaster horizontalis in stagione estiva , durante l’autunno il fogliame diventa di un bel rosso intenso e quindi si spoglia parzialmente senza perdere le bacche e rimanendo quindi sempre decorativo. Questa pianta deriva da una talea di una decina d’anni ed è stata posta su roccia per valorizzare il ramo in cascata , essendo una specie strisciante questo stile risulta abbastanza semplice da ottenere. La versatilità del cotoneaster permette di ottenere molto pur non essendo specie di particolare interesse per quanto riguarda la longevità e l’invecchiamento del tronco.

Avendo caratteristiche attraenti in tutte le stagioni , fiori in primavera, bacche in estate – inverno ,colori del fogliame in autunno, è comunque un genere di molto effetto .Molto rustico non teme né potature , né rinvasi , né il filo , talune specie tuttavia, ad es. il c. microphilla possono avere problemi di forti attacchi di cocciniglia in caso la pianta sia debilitata.


Questo esemplare deriva da una pianta di vivaio ed è in lavorazione da tre anni, è ancora una pianta giovane che necessita di invecchiamento e mochicomi. Dovranno essere meglio definiti gli impalchi e sicuramente utilizzato un vaso colorato avendo la fioritura rosa , possibilmente più basso per valorizzare la ceppaia. L’altezza della pianta è all’incirca sui 60-70 cm. In autunno il fogliame prende una bella colorazione rossa- arancio. Rinvaso , potatura e sistemazione con il filo vanno fatti dopo la fioritura e per tutta l’estate se non si cerca la fioritura dell’anno successivo. Con il filo è necessaria un po’ di attenzione poiché i rami talvolta sono fragili. Se eccesso di umidità può essere attaccata da funghi che deformano i germogli e se terriccio troppo compatto e poco drenante teme i marciumi.

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AZALEA A CEPPAIA


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COMPOSIZIONE DI COMPAGNIA

Questa composizione di piante perenni su una corteccia è importante accompagnamento ed una pianta sempreverde poiché richiama la stagione con la presenza dei fiori e delle bacche del cotoneaster. E’ comunque anche in sé un piacevole piccolo paesaggio

Si possono utilizzare un’infinità di piantine di piccole dimensioni per comporre piacevoli insiemi con colori, fioriture , dimensioni diverse e che richiamino le diversità stagionali così da avere in un piccolo vaso da poter anche talvolta portare in casa ,le bellezze dei diversi momenti dell’anno.


.In questo gruppo c’è un juniperus chinensis di circa 18 cm. ,un piccolo carpinus betulus di circa 10 cm. ed un cotoneaster horizzontalis. Il ginepro ha solo un paio d’anni di lavorazione ,ma essendo stato coltivato come prebonsai ha già una buona chioma, il vaso è un po’ grande ,ma essendo la pianta non "finita" ci rimarrà ancora per un po’. Il carpino è una piantina da seme coltivata per rimanere di piccole dimensioni senza subire capitozzature per cui il tronco è ancora sottile ed anche in questo caso il vasetto è troppo profondo. Il cotoneaster deriva da una talea di circa otto anni fa ed è molto bello in autunno con il suo colore rosso intenso..

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GRUPPO DI SHOIN


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BOSCHETTO DI OLMI

Sono questi olmi cinesi a foglia molto piccola e ramificazione molto sottile rispetto all’olmo campestre o a quello siberiano che si trovano da noi facilmente.

Sono facilmente utilizzabili quindi per shoin, questo boschetto non supera infatti i 15 cm. La loro coltivazione è estremamente semplice e non hanno problemi di parassiti, come tutte le caducifoglie sono apprezzabili per il cambiamento stagionale che fa godere il bel giallo brillante dell’ autunno, la fine ramificazione durante l’inverno, lo spuntare delle gemme in primavera ed il fresco tenero verde in estate. Questo boschetto ha circa nove anni di coltivazione , ma ha mantenuto la graziosa esilità dei tronchi vivendo in poca terra su una lastra di pietra


Questa pianta è in lavorazione da otto anni , si tratta di juniperus hornibrooki, una specie molto bella per l’ago corto e compatto, ma piuttosto delicata per quanto riguarda l’apparato radicale . Tollera poco le potature alle radici che , per altro sono molto fini e delicate, per questo conviene rinvasare solo se necessario e potare il minimo indispensabile, meglio intervenire lavando le radici per evitare di danneggiarle ed utilizzare naturalmente terriccio ben drenante.

Gli interventi sulla chioma sono quelli classici , ma le cimature tardive, giugno, vanno fatte usando le forbici , cimata correttamente infoltisce rapidamente e rimpicciolisce molto l’ago , purchè sia tenuta ben esposta al sole. E’ comunque necessario che tutti i germogli siano bene esposti alla luce altrimenti indeboliscono molto. Solo se indebolita da rinvasi o terriccio poco adatto o da mancanza di sole, può essere suscettibile di attacchi di cocciniglia molto pericolosi.

Questa specie è particolarmente adatta allo stile bunjin o kengai per il tronco e ramificazione sottili e con molto movimento.

La corteccia è fibrosa ed invecchiata si stacca in lunghe strisce , dando un aspetto forse non troppo ordinato all’insieme.

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BUNJIN


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CHOKKAN

Questo è un cedrus libani "nana" in stile eretto formale, ha sette anni di coltivazione in vaso bonsai ed è piuttosto lento. Non ha purtroppo un piede che soddisfi pienamente lo stile, ma tronco e rami sono perfettamente diritti, necessita comunque di infoltire ancora per presentarsi bene, anche se gli spazi tra i palchi devono essere rispettati sia per esigenze fisiologiche che estetiche. A parte la lentezza e la fragilità dei rami , che devono essere abbassati con molta cautela, è comunque una specie che non teme potature, né la vita nel vaso e non ha problemi di attacchi parassitari, se si eccettuano afidi facilmente debellabili . L’altezza è di circa 40 cm.

Questa è una pianta in formazione ,ha infatti solo due anni di lavorazione dopo la prima impostazione , anche se derivando da coltivazione a prebonsai la chioma era già adatta alla lavorazione con il filo, cioè era molto compatta e vicina al tronco. La pianta per ora non è ancora ben definita. L’altezza è intorno ai 45 cm.

La specie è tra le più usate , nelle diverse cultivar, per bonsai, perché riunisce più caratteristiche ideali, quali la velocità di risposta alle potature, l’adattabilità al vaso , anche piccolo , l’ottima risposta all’impostazione con il filo , la possibilità di lavorare bene la legna secca in jin e shari anche molto ampli senza che la salute della pianta ne sia compromessa. E’ una specie insomma di estrema malleabilità ed adattabilità , assai generosa e forte, l’ideale per il bonsaista.

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JUNIPERUS CHINENSIS

JUNIPERUS CHINENSIS

la partenza a sinistra

la fine a destra


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