ISHIZUKI : STUDIO DELLA PIETRA

Nell'affrontare la composizione di uno stile ishizuki è fondamentale porre molta attenzione nella scelta della pietra in quanto elemento caratterizzante e non modificabile nel tempo. La struttura , la linea, il colore, la superficie, sono tutti elementi che concorrono a determinare la bellezza di una pietra. L'eventuale lavorazione che si rende necessaria in certi casi non è semplice né facile da mascherare e toglie spesso naturalezza, anche la costruzione , mettendo insieme più elementi è complessa e talvolta di incerta tenuta nel tempo. Quando si riesce a trovarne una che appare adatta alla composizione di un ishizuki se ne inizia lo studio come si farebbe su una pianta da impostare. E' importante osservarla bene e valutarne il "carattere", ciò che in essa stimola la fantasia , suggerisce un particolare ambiente naturale , una situazione. Se una pianta si gira, si inclina in modi diversi per cercare il fronte migliore , tanto più lo si farà con la pietra che si potrà anche capovolgere girare ed inclinare in molti modi , vederla in verticale od in orizzontale od inclinata. Le forme possono essere infinite purchè contengano degli elementi di dinamicità e movimento che le rendano particolari ed interessanti. Anche nella pietra infatti staticità e simmetria, assenza di vuoti e linee non sono caratteristiche piacevoli.

Comunque sia posizionata la pietra dovrebbe avere una linea ed una direzione , concavità e convessità, sporgenze, rientranze, buchi, che creino zone esposte e zone d'ombra, avere un apice ed una base. Deve essere stabile ma non massiccia e pesante , non è un "masso", ma una rupe lavorata dal vento e dal gelo, dall'acqua e dal sole, uno scoglio scavato dalle onde, una roccia levigata dal torrente. Senza cercare la perfezione del suiseki dobbiamo però cercare il carattere nella pietra per ishizuki.Il carattere è dato anche dal colore, oltre che dalla forma, struttura, superficie, vecchiaia, etc. Migliore è sempre un colore tendenzialmente scuro, ma non uniforme, poiché crea contrasti e dà più movimento, non mette la pietra nella situazione di eccessiva evidenza. Nella pietra troppo chiara infatti nessun angolo può essere nascosto , non si creano ombre, non c'è mistero , non c'è wabi e sabi per dirla coi i giapponesi. E' comunque molto più difficile da armonizzare con i vari elementi di una composizione , da accostare alle piante senza che le faccia scomparire o sembrare fuori posto, la pietra abbaglia, attira troppo l'attenzione. Tuttavia in certi casi la sua bellezza molto particolare potrà essere utilizzata per ricreare un ambiente caratteristico di zone molto soleggiate ed esposte dove il vento e la luce sono gli elementi dominanti e quindi forti cavità, buchi e una superficie levigata ma con la patina del tempo.
Anche le piante dovranno essere scelte in modo da rispecchiare efficacemente la realtà dell'ambiente , nelle specie, nelle struttura e nella posizione. In generale per quanto riguarda la superficie non c'è una situazione migliore di un'altra , ma solo un carattere diverso da rispettare nell'armonia della composizione attraverso la scelta delle specie, delle piante di compagnia, della forma delle piante, in modo che tutto concorra ad esprimere un'unica idea. Ad esempio avendo una pietra liscia con cavità e spigoli levigati ,linee morbide tendenzialmente orizzontali, l'idea che suggerisce può essere quella dell'acqua che scorre tra le rocce, un ruscello, un ambiente di bassa montagna dove un gruppo di aceri si allunga verso l'acqua oltre le pietre levigate (dis.1).
Viceversa una pietra con superficie aspra , scabra , tormentata, richiamerà un ambiente difficile , dove le condizioni climatiche sgretolano la roccia e le piante sono costrette a sfruttare gli anfratti per ancorarsi saldamente e rimanere accostate nei punti più protetti per poter sopravvivere. (dis. 2).Importante per conferire carattere alla pietra è anche l'aspetto invecchiato della superficie , macchiata, scurita dall'azione degli agenti atmosferici, la cosiddetta patina del tempo.Questo non si può ottenere artificialmente in una pietra lavorata, ma verrà col tempo e l'esposizione alle intemperie ed alla luce.
Per quanto riguarda la linea e la forma , il carattere è dato da particolarità quali ad esempio una forte inclinazione , la presenza di grossa cavità che suggerisca una grotta, l'avere la parte superiore più ampia di quella inferiore, avere dei buchi, dei picchi, delle forti sporgenze, ma quale che sia la caratteristica deve essere sottolineata dalla vegetazione, non nascosta o soffocata.
La pietra verticale ad es. ha un apice che ne sottolinea il carattere "alto", la vegetazione non dovrà coprirlo e nasconderlo , ma metterlo in rilievo restandone al di sotto. L'apice così evidente non dovrà sfuggire all'indietro e la base sarà stabile ma non massiccia, meglio non troppo prominente. Nell'insieme la pietra verticale è meglio sottile ma con profondità, cioè che non appaia piatta; può rappresentare un paesaggio lontano o vicino con la prevalenza o meno dell'elemento vegetale. (dis 3 ed 4).
Molto suggestive sono quelle pietre verticali che hanno l' apice piatto più ampio della parte bassa che è sottile ma stabile, non sono facili da interpretare , ma hanno un fascino particolare. Sono legate alla tradizione cinese e sono state a lungo apprezzate negli ambienti intellettuali in quanto riproducevano le " Isole degli Immortali", luogo lontano dagli affanni della vita comune in cui si ritiravano i saggi che avevano raggiunto lo status di immortali. (dis.5)

Nella pietra ad andamento orizzontale le piante possono essere anche sulla parte alta in quanto non si dovrà enfatizzare l'altezza, ma anche qui cavità , prominenze, piani diversi , andamento, dovranno essere sottolineati. ( dis.6). Particolari sono le pietre di Kurama utilizzate sia dalla parte concava che da quella convessa . (dis.7 la pianta che si protende sottolinea lo spazio). Quale che sia la forma comunque è importante che la pietra non presenti simmetrie e che sui suoi sei piani presenti particolari interessanti.

Modi diversi di vedere una stessa pietra:

Si tratta di una pietra piuttosto banale , con alcuni difetti, senza elementi che colpiscano immediatamente la fantasia, girandola e cambiandone la posizione si cercherà di trovare qualche elemento d'interesse. Ha una superficie piuttosto aspra ed un colore scuro ,ma troppo uniforme senza quelle variazioni di intensità e toni che danno la sensazione di uno scenario più ampio. Le linee non sono tuttavia spezzate, non presenta spigolosità né una direzione evidente. Nelle diverse posizioni assume un carattere più o meno accentuato, ma non è mai particolarmente bella. Per questo non sarà una pietra da mettere in particolare risalto nella composizione , anzi sarà piuttosto da mascherare con una vegetazione abbondante che lasci emergere solo i particolari migliori.

Disegno 8 : nella posizione verticale è vista dal lato in cui appare più sottile e con più movimento, ha una leggera inclinazione verso sinistra, ma la parte bassa non è bella .La composizione può essere costruita con una sola pianta che esce da dietro con più rami corti a coprire a diversi livelli la zona di destra ed un solo ramo discendente dalla parte alta a sinistra che accentui la zona di vuoto formata dalla concavità, l'apice non va coperto.
Disegno 9 : in questa posizione la pietra presenta un carattere più accentuato definito dal "ponte" che si forma appoggiandola in orizzontale. Le piante dovranno essere sistemate in modo da metterlo in risalto, ad esempio più piante che scendono lungo il lato sinistro molto vicine alla superficie come lungo una cresta esposta , oppure una in cascata sul lato destro ed una molto bassa ed appiattita in alto, si dovrà scegliere una direzione prevalente.
Disegno 10: anche in questo caso la roccia non presenta una direzione precisa né particolarità di rilievo , un punto interessante potrebbe essere la zona in basso a destra , quasi una piccola valle, le piante potrebbero scendere verso di essa quasi come un intero bosco che riveste le pendici.
Disegno 11 : qui è capovolta ed anche in questo caso non ha direzione precisa perchè la cavità sulla sinistra distoglie dal movimento verso destra . Si potrebbe usare una pianta piuttosto grande che ne copra la zona superiore e lasci libero lo spazio vuoto sulla destra , potrebbe ad es. richiamare l'aspetto di una scogliera che si protende sul mare, con piante tenute basse dal vento. La vegetazione in questo caso dovrebbe mascherare leggermente la cavità di sinistra.
Per ognuna di queste situazioni si possono comunque immaginare molte soluzioni ed una pietra piuttosto comune e non bella trasformarsi in un ishizuki particolare e suggestivo. La scelta ed il posizionamento delle piante va fatta quando si è deciso il paesaggio da riprodurre , ma si può anche costruire un ishizuki in forma astratta .Quando la pietra sia particolarmente bella, poca vegetazione, una sola pianta, sottolinea le forme della roccia ( dis. 12).

La pietra può essere utilizzata anche in modo tale da sembrare il vecchio tronco della pianta intorno al quale si dispongono i rami. In generale comunque lo stile , il carattere della pianta deve rispecchiare quello della roccia , deve armonizzare . Nel caso si rappresenti un ambiente le piante dovranno rispettarne la naturalezza nelle forme e nella posizione. Per quanto riguarda il numero di piante ed il loro volume complessivo in rapporto alla pietra non ci sono regole precise , ma tanto maggiore è la vegetazione tanto minore è il risalto della pietra. In genere però quando si usano molte piante è per riprodurre un paesaggio lontano e quindi sono molto piccole e la roccia viene evidenziata. Talvolta si sceglie di nascondere parte della pietra perché non bella in modo da evidenziare solo il punto più interessante. E' importante non nascondere i punti interessanti con le piante , né riempire i vuoti e le cavità , non soffocare i picchi e le sporgenze, le piante devono sottolineare e far risaltare le forme della roccia. Talvolta è invece la pietra che completa una bella una pianta od un gruppo dando risalto, richiamando l'ambiente. Anche nell'uso delle essenze è importante rispettare la veridicità della situazione ambientale. (dis. 13)

 


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