Moyogi, la bellezza dell'equilibrio

Nello stile moyogi sono probabilmente impostate il maggior numero di piante educate a bonsai, e questo è anche lo stile preferito nel primo approccio con la tecnica bonsaistica. Forse ciò sta a significare che è il modo "più semplice" per riprodurre l'aspetto di un albero, forse che è questa la forma dell'albero nell'immaginario o nel quotidiano. Nell'eretto informale , o eretto casuale, c'è insomma lo spirito della quotidiana normalità che dà quella sensazione di sicurezza e tranquillità. E' pur vero che nella realtà di molte zone tanti alberi sono diritti, ma traducendo in linguaggio bonsai ,dove tronco diritto è sinonimo di chokkan, abbiamo che la perfezione formale del chokkan non è comunque qualcosa che richiami la quotidianità , la normalità. La perfezione formale non è cosa di tutti i giorni ,non è la norma così come tutto ciò che vuol essere perfetto, mentre l'informalità priva di tensioni che si ritrova nel moyogi sì.
Ciò che esprime un eretto informale classico è la placida tranquillità di un ambiente dove non ci sono condizioni difficili da superare con fatica ed estremo adattamento , ma neppure l'assoluta assenza di quei contrasti e piccoli accidenti che finiscono per imprimere al tronco il movimento sinuoso che lo caratterizza. Una qualche pressione ambientale, ombra, presenza di pietre, etc., costringe la giovane pianta a curvare il tronco sottile , ma nella necessità di ritrovare l'equilibrio l'apice tede a tornare in asse con la base curvando quindi nel senso opposto bilanciando così di volta in volta le nuove curve cui è costretto. Così insomma come succede più o meno nella normale vita di ogni giorno delle persone. Per l'occhio non troppo esigente di coloro che non si nutrono di "pane e bonsai" , la forma equilibrata dell'eretto casuale , è probabilmente quella più comprensibile e quindi più avvicinabile , dunque più "bella". La chioma ha di solito un peso notevole, è ricca di vegetazione, in evidenza è soprattutto la prima parte del tronco con un buon piede forte che dà stabilità ed un tachiagari con ampia curva morbida. Nel moyogi classico non c'è solitamente eccesso di jin o legna secca che contrasti con l'aspetto placido del tronco sinuoso e dell'ampia chioma
. Sia la pianta alta e slanciata con curve leggere o più grossa e compatta con curve profonde , è sempre l'equilibrio dato dall'apice che ritorna in asse che dà la caratteristica allo stile. I rami impostati leggermente verso l'alto che si abbassano con il peso del fogliame nella forma tipica delle caducifoglie, o impostati verso il basso in quella delle conifere , saranno comunque in posizione e di peso tali da bilanciare sempre il movimento del tronco e ben distribuiti anche sul retro. Più la curva del tronco è forte, ad es., più il ramo che si diparte da essa deve essere forte, altrimenti c'è uno sbilanciamento della struttura della pianta che si nota nell'aspetto generale come una mancanza di equilibrio piuttosto innaturale.E ,come sempre nel bonsai , tutte le parti devono essere in armonia con il carattere dell'insieme, cioè della pianta.Talvolta si vedono piante impostate in questo stile , senza una buona tecnica, che appaiono piatte, perchè non si ha l'accortezza di dare movimento al tronco su più piani e se questo manca i rami sul retro non sono sufficienti a dare la necessaria profondità.
Purtroppo talvolta si tende a classificare come moyogi un bonsai solo perchè non ha le caratteristiche per rientrare in altri stili, tendendo così a banalizzare considerando che in fondo basti qualche curva sul tronco per ottenere un eretto casuale. Non credo che questo sia corretto perchè carattere e spirito di uno stile sono ben precisi , ed anche se questo è chiamato "informale" o "casuale" non è solo un mancato chokkan.

 


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