Stile a scopa rovesciata

Quando si intraprende l'impostazione di una pianta e si valuta quale stile le si addica, è importante essere a conoscenza del modo in cui spontaneamente la specie considerata si sviluppi, cioè del suo habitus di crescita determinato dai caratteri genetici specifici. Questa valutazione è sempre importante, qualunque stile e specie si stia considerando, ma in modo particolare quando si desidera ottenere un esemplare in forma di scopa rovesciata. Le caratteristiche dello stile richiedono una totale concordanza con l'habitus di crescita altrimenti non si riuscirà ad ottenere risultati apprezzabili dato che l'impiego della tecnica del filo è alquanto marginale e poco determinante. La pianta si costruisce da sé, indirizzata dal bonsaista, prevalentemente tramite l'applicazione di una raffinata tecnica di potatura, che applicata su una specie con caratteristiche idonee dà il miglior risultato. Analizzando quali sono i caratteri salienti dello stile si può risalire anche alle specie più idonee per ottenerlo. Le sensazioni che dovrà trasmettere la pianta sono quelle stesse che si hanno quando ci si trova ad ammirare un vasto paesaggio di pianura o leggera collina, in cui lo sguardo si perde in lontananza in tutte le direzioni fino ad incontrare e fermarsi sul grande albero dalla chioma ampia ed arrotondata che, solitario, domina il vuoto circostante rendendolo ancor più vasto.
Nelle nostre pianure di clima temperato queste piante possono essere, o meglio essere state, Querce, Olmi, Frassini, Aceri, poi anche Celtis, Noci ed altre a grande sviluppo che con l'età presentano una chioma arrotondata ed allargata. Più la pianta ha potuto crescere libera da pressioni ambientali e per lungo tempo, più la sua chioma sarà ampia ed il tronco grosso con un piede forte e ben allargato a sostenere il grande peso di possenti branche e fitto fogliame ben distribuito per cogliere più luce possibile da tutte le direzioni.Per poter riprodurre tali caratteristiche, nel bonsai si ricorre a specie che rispondano ottimamente a frequenti potature con abbondanti emissioni di germogli in tutte le direzioni e foglie in grado di ridurre facilmente le dimensioni. I risultati migliori si sono fino ad ora ottenuti con le ulmacee, Olmi, Zelkove, Celtis, che rispondono in pieno a queste caratteristiche. Talvolta si impostano anche Aceri palmati in questo modo. Una tecnica per ottenere da Olmi e Zekove, già con un tronco sviluppato, una buona chioma a scopa , è quella descritta da J. Naka, ma la stessa tecnica non da buoni risultati su specie non altrettanto veloci a ramificare bene da tronco vecchio capitozzato. Con lo stesso principio si può comunque intervenire con innesti, cioè innestando quelle che saranno le branche principali su un tronco già formato. In questo caso tutta la ramificazione parte da una stessa altezza alla quale , di netto, finisce il tronco, con ciò è spesso difficile evitare un aspetto artificioso e tozzo. È necessario del tempo perché la grossa capitozzatura iniziale si mimetizzi e le dimensioni del tronco si accordino con quelle dei rami primari. È importante fare attenzione in questo caso, poiché forzando troppo una rapida crescita, si rischia di ottenere un ingrossamento sproporzionato dal punto di inserzione delle branche. Per ottenere questo stile comunque si possono utilizzare anche tecniche di potatura meno drastiche e non è indispensabile avere i rami tutti alla stessa altezza. Risulta più armonico anzi, il suddividersi del tronco in due o tre branche le quali a loro volta si suddividono in rami secondari, terziari e così via. Importante per ottenere un effetto naturale è che la ramificazione via via vada assottigliandosi fino agli apici senza ingrossamenti che rendono evidenti errate potature ed una fretta eccessiva nell'ottenere la chioma. Anche in questo caso la predisposizione genetica ad una ramificazione sottile ed abbondante supporta la tecnica di coltivazione corretta. Si tratta di utilizzare la "cosiddetta" sostituzione dell'apice", una potatura che sostituisce con un rametto laterale più sottile l'apice del ramo troppo ingrossato. Si dovranno inoltre operare frequenti sfoltimenti, togliendo tutti quei germogli che crescono sullo stesso nodo e quelli che ,crescendo verso l'interno creerebbero un'eccessiva densità. Questo modo di potare, rallenta senza dubbio, la formazione di una densa chioma , ma permette nel tempo di avere dei risultati migliori, maggior armonia e naturalezza. La struttura della ramificazione dovrà essere costantemente controllata e mantenuta ordinata. Quando, all'inizio della primavera , si accorciano le crescite con un taglio per mantenere la forma della chioma , si dovrà anche sfoltire l'interno per permettere una buona crescita di nuovi germogli sottili. Nella potatura estiva si farà la selezione dei nuovi germogli mantenendo solo quelli in posizione utile ,verso l'esterno e non sullo stesso punto. L'abbondante produzione aiuta ad infoltire pur selezionando correttamente i germogli. L'uso del filo è molto limitato, può correggere in qualunque caso l'inclinazione di un ramo, ma non è utile per cambiarne la direzione né per creare curve e movimento, caratteri non apprezzabili in questo stile La defogliazione è d'uso poiché permette , oltre che diminuire le dimensioni delle foglie. di aumentare la ramificazione indirizzando in questo senso il vigore di piante giovani. Anche dopo la defogliazione si dovranno controllare e sfoltire le nuove crescite. Per ottenere un buon esemplare in stile a scopa sono dunque determinanti anni di attenzioni e costante applicazione di corretta tecnica, che non dovranno essere abbandonate nemmeno quando la pianta potrà essere considerata matura. Non si dovranno trascurare neppure una accorta concimazione ed una adeguata scelta di terriccio e vaso, che, se abbastanza basso, esalterà al meglio la bellezza dello stile a scopa. Anche le bagnature dovranno essere particolarmente attente per non perdere, causa di un colpo di secco, proprio la ramificazione sottile più esposta agli sbalzi di umidità. L'equilibrio tra tutti questi fattori è indispensabile e delicato, frutto di un'attenta esperienza che non si può apprendere che con il tempo e l'applicazione. In questo stile non si deve sottovalutare l'importanza delle tecniche di coltivazione che influiscono in modo determinante, né quella del tempo che garantisce una costruzione più equilibrata della pianta. Ad esempio, quando sarà costruita la struttura primaria, l'altezza del vaso dovrà essere ridotta il più possibile, compatibilmente con l'esigenza di umidità, la granulometria del terriccio verrà ridotta così come l'apporto di azoto per favorire la ramificazione sottile ed internodi corti , anche se con ciò si rallenta la crescita della pianta. Lo stile a scopa insomma richiede una buona padronanza delle tecniche di coltivazione, ma anche una buona dose di sensibilità, disponibilità e dedizione ; In compenso restituisce senza dubbio l'emozione di avere di fronte a se la vastità di grandi pianure, un piccolo spazio infinito nel vaso.

 


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