Forse non tutti sanno che....Sorry, no English version available.

Il titolo di questa pagina e' stato preso in prestito dalla famosissima (alzi la mano chi non ha mai passato qualche
ora, soprattutto in vacanza, facendo qualche cruciverba o altro) Settimana Enigmistica.
Lo scopo di questa pagina e' di riportare alcune notizie curiose ma, soprattutto, incazzose*.
Se volete contribuire a questa pagina scrivetemi all'indirizzo: 
(*incazzoso. Termine impropriamente utilizzato dall'autore, cioe' io, per indicare qualche cosa che mi manda in bestia.)

0001    La tessera della P2 di Silvio Berlusconi e' la n. 1816.

0002    Nel  1945 un certo Herbert Herzog fece ritrovare agli alleati il cosiddetto "tesoro di Salisburgo": la
            bellezza di 4.3 tonnellate (!) di oro. Durante il recupero dei sacchi noto' che erano ancora piombati e
            che portavano la scritta "Banca d'Italia". Ad Herzog venne fatta una promessa:  avrebbe ricevuto una
            ricompensa non appena l'oro fosse stato riconsegnato al legittimo proprietario. Dopo tre anni di inutile
            attesa scopre che l'oro e' stato consegnato nel '47 al governo di Vienna. Gli austriaci avevano "fornito
            prove" che l'oro ritrovato era di legittima proprieta' della banca nazionale austriaca prima
            dell'occupazione dell'Austria da parte dei tedeschi e che non aveva mai lasciato il territorio
           austriaco. Nel 1950 Herzog riesce ad avere una risposta in proposito dalla cancelleria austriaca:
            l'Austria non e' proprietaria dell'oro ma solo detentrice, non e', quindi, autorizzata a dare nessuna
            ricompensa. In seguito Herzog si reca a Roma e, dopo aver ricostruito la storia dell'oro ritrovato a
            Salisburgo (faceva parte di 72 tonnellate di oro rubato dall'Italia e destinato a Berlino), ottiene dal
            governo italiano la promessa di una ricompensa. Il 30 settembre del 1952 la Banca d'Italia sporge
            denuncia contro la Banca nazionale austriaca. Inizia il processo ma, nell'aprile del 1954, viene
            sospeso.  Le 4,3 tonnellate di oro sarebbero state incluse nei conteggi (fatti nel trattato di parigi del
            1946) della ripartizione fra gli stati aventi diritto dell'oro nazista ritrovato dopo la guerra. L'oro in
            questione, si sostenne, era per la maggior parte non identificabile. Herzog non si dette pace e, negli
            anni successivi, raccolse una precisa documentazione con cui ricostrui' oltre cinque anni di trasporti di
            oro attraverso mezza Europa. Tutto questo non basto' ad Herzog per ottenere la sua ricompensa . Mori'
            nel 1977. Nel marzo del 1997 un sociologo tedesco, Herschl Fiscler, mentre conduceva ricerche
            sull'oro nazista ritrovo' negli archivi della Bundesbank tedesca alcuni documenti di Herzog e, in seguito
            ad ulteriori ricerche, anche alcuni microfilm con documenti dettagliati della  Reichsbank (la Banca
            centrale di Hitler) e carte riservate delle autorita' americane di occupazione del primo dopoguerra.
            Nonostante Fiscler abbia reso pubblici questi documenti ad oggi nulla e' cambiato, l'oro e' sempre in
            Austria.......

0003    Pare che Giuliano Ferrara, direttore e socio del "Foglio", abbia trovato un modo per ottenere un po di
            quattrini dallo Stato. In base ad una legge, che prevede il finanziamento da parte del governo per
            giornali di partito, ha pensato bene, in compagnia di Boato e di Pera, di inventarsene uno nuovo (che
            dovrebbe chiamarsi Convenzione per la giustizia) e di utilizzare  il suo "Foglio" come organo ufficiale.
            "Di Pietro lo scroccone!" Questo era uno degli slogan utilizzati da Ferrara durante la campagna
            elettorale del Mugello......da che pulpito....

0004    Si fa tanto parlare negli ultimi tempi, grazie a Bill Clinton, del pompino. Forse non tutti sanno che
            "pompino", in termini giornalistici, sta  ad indicare una  intervista particolarmente "benevola" nei
            confronti dell'intervistato.
            Quante "bocche di rosa" nel giornalismo italiano!


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