VIA Passeggiata Archeologica TEL. 0922497235 MEZZI DI COLLEGAMENTO: Autobus: 1 - 2 3 ORARIO DI APERTURA: da lun a dom: 8,00 - 12,30; da lun a sab: 14,00 - 16,00 INGRESSO £ 8000 |
|
|
|
1) Antiche
fonti e topografia 2) Ambiente pre-greco 3) Collezioni vascolari 4) Scultura architettonica 5) Santuari dei vari tempi 6) Tempio di Zeus Olympios 7) Antico abitato 8) Epigrafia 9) Numismatica 10) Scultura greco-romana 11) Necropoli dei vari tempi |
12) Preistoria nell'agrigentino 13) Preistoria nell'agrigentino 14) Provincia di Agrigento 15) Gela 16) Topografia del nisseno 17) Provincia di Caltanissetta 18) Mostre temporanee 19) Museo di II scelta 20) Sala Conferenze 21) Biblioteca |
In tempi certamente non remoti la classicità
di Agrigento ispirò più volte il poeta e premio
Nobel siciliano Salvatore Quasimodo.
Una lirica dal titolo "Tempio di Zeus" si chiude col
ricordo del gigante superstite dell'antico monumento.
"Il Telamone é qui, a due passi dall'Ade, disteso
nel giardino di Zeus, e sgretola la sua pietra con pazienza di
verme della aria...".
Oggi quel gigante costituisce elemento di mirabile attrazione
e il centro ideale attorno a cui è stato costruito il Museo
Archeologico di Agrigento.
Inaugurato nel 1967, il Museo sorge infatti nel cuore del complesso
paesaggistico e monumentale quasi al centro dell'area dell'antica
città di Agrigento, con lo sfondo della celeberrima Valle
dei Templi.
Oltre che per le bellezze naturali, il posto in cui é sito
l'edificio é stato scelto per l'esistenza di due insigni
monumenti, uno di età classica noto come l'Oratorio di
Falaride e l'altro di età medievale, costituito dalla chiesa
di San Nicola e da alcuni resti della annessa Abbazia.
Nella maggiore delle 18 sale si osserva l'affascinante figura
del Telamone. Posta in posizione verticale la scultura é
l'unica rimasta pressoché completa delle 38 enormi figure
di Atlanti del Tempio di Giove che l'architetto aveva ideato a
sorreggere, in aiuto alle colonne, l'immensa trabeazione del tempio.
Composto da 26 pezzi tufacei, il Telamone dell'altezza di m. 7,61
simboleggia le forze rozze della natura dominata da Giove.
Non é errato dire che il Museo di San Nicola, con le sue
collezioni statali, civiche e diocesane di materiali archeologici,
costituisce un insieme organico e un enorme rilievo per la comprensione
della città e del territorio.
Si va dal materiale preistorico del II millennio avanti Cristo
alla prima e media età del bronzo per pervenire alla cultura
dell'età del ferro.
Tra le innumerevoli meraviglie si deve citare una scultura greco-romana
"l'Efebo di Agrigento", una figura virile nuda. E' un
kouros del 480 a.C. che simboleggia la bellezza idealizzata mascolina
greca. La statua é stata rinvenuta nel Tempio di Demetra
ed é alta cm. 100.
Un altro reperto di eccezionale interesse é il torso di
marmo greco rinvenuto nella area del Tempio di Giove. Di rara
bellezza stilistica, é una figura atletica che doveva essere
in lotta con un'altra ora perduta. Magnifico originale di V secolo
a.C., fa pensare a un personaggio della Gigantomachia che, secondo
Diodoro, ornava una parte imprecisabile del lato est del grande
tempio.
Molto bella é la collezione preistorica che rappresenta
un tentativo, ben riuscito, di organizzazione di alcuni aspetti
della preistoria dell'agrigentino. Vi sono reperti della Grotta
Zubbia di Palma Montechiaro, la cui stratigrafia ha rivelato una
rigorosa successione di culture, da scarse rappresentanze di Stentinello
(puro eneolitico) a Malpasso, attraverso uno spesso giacimento
della cultura che le é propria. Si osservano ceramiche
monocrome con decorazione a linee e cerchietti incisi, oggetti
d'industria litica, tra cui lame di selce, una testa di mazza
di forma globulare e un frammento di vaso con rappresentazione
plastica a testa umana.
Si ammirano inoltre moltissimi materiali caratteristici della
prima e media Età del Bronzo tra i quali vasi pertinenti
alla cultura di Castelluccio. Sono vasi dalle bellissime e svariatissime
forme, ravvivate da una ricca e vivace ornamentazione geometrica
a colore bruno su fondi rossicci, che può ben considerarsi
tra le cose più piacevoli dell'arte siciliana di tutti
i tempi.
Ancora, da notare una bellissima testa di Atena elmata, prodotto
locale, (circa 490 a.C.), una antefissa arcaica a testa di Gorgone
policromica e un intero deposito (matrici e lucerne soprattutto)
rinvenuto ai piedi di una torre nelle fortificazioni a sud-ovest
del Santuario delle divinità ctonie.
Altrettanto interessante é la grande collezione di anfore,
crateri, coppe, unguentari e un corredo molto ricco che i Micenei
offrivano ai Sicani in cambio di oggetti in metallo: asce, spade,
lance e splendidi vasi di ceramica in cambio di derrate cerealicole
e cavalli.
Abbiamo cercato di dare un'idea di quello che é il museo
di San Nicola, ma ci rendiamo perfettamente conto che é
molto riduttivo chiudere il discorso in questo modo. Ci consola
la consapevolezza che non basterebbero neanche duemila pagine
per descrivere ciò che esso contiene e ciò che significa
per la nostra storia.