Verso gli inizi del 1500 sopra gli scogli del Trione sulla <<Punta di Diamante>>
il principe di Bisignano don Girolamo Sanseverino, padrone del territorio di
Diamante dal 1465, fece costruire un torrione di guardia, prima difesa contro le
incursioni Saracene e piratesche evitando di essere sorpresi da eventuali
attacchi da nord o dal mare.
Intorno al torrione dei Sanseverino sorse più tardi un vera e propria
fortificazione del territorio ad opera dell'altro principe di Bisignano
don TIBERIO CARAFA (1599-1692), padrone dei territori di Belvedere M.mo e di
Diamante dal 1622.
All’interno della fortezza nei pressi del torrione (che si trovava quasi
al centro di essa), proprio sull'allora confine col territorio di
Belvedere M.mo, all'incirca dove sorge il palazzo Siniscalchi, il Carafa vi fece costruire il suo palazzo di diporto
(completo di cappella privata come si usava per i nobili dell'epoca),
detto <<u Ritìru>>, del quale si serviva quando veniva nella
"Terra del Diamante" per brevi periodi di riposo o in estate; la fortezza
e l’amministrazione del territorio erano affidate alle cure del suo
bargello.
Nella
prima metà del 1600, il suddetto Principe, ereditando l’Impresa degli
Zuccheri dal suo predecessore don Niccolò Bernardino Sanseverino,
anch’egli principe di Bisignano, diede nuovo incentivo alle coltivazioni
dopo che era passato il pericolo delle incursioni Saracene, iniziando
un’intensa attività di traffici commerciali più immediati.
I
prodotti venivano spediti da Diamante e Cirella con dei bastimenti, verso
Messina e Palermo, e verso Napoli (capitale del Regno).
Il
principe Carafa, tenendo conto del buon esito procurato dall’incremento di
queste attività commerciali, "sposta" definitivamente le prime cinquanta
famiglie da Cetraro nella "Terra del Diamante", facendo sorgere così nel
1638, sotto il torrione e vicino le mura sul Corvino, il primo
agglomerato urbano di Diamante.
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