Origine del nome Marrubiu Su Marrulleri, il carnevale di Marrubiu Torna alla pagina iniziale Foto varie su momenti del passato di Marrubiu Associazioni di volontariato di Marrubiu

 

la scesa a marrubiu 

 

 

 


 

Ai piedi del Monte Arci sorgeva un piccolo villaggio chiamato Zuradili di cui si hanno notizie certe dai documenti della curia di Oristano, fin dal 1070. Dopo le dominazioni romana e bizantina, appartenne al Giudicato di Arborea e successivamente agli Spagnoli.

Intorno all’anno 1656 il villaggio era abitato da circa 650/700 persone, come risulta dal calcolo delle tasse pagate in quel periodo.

Gli abitanti di quel villaggio erano povera gente, contadini, allevatori, pastori, carbonai, ecc.

Passarono alcuni anni e arrivò un’epidemia che fece morire alcuni abitanti; Quando essi si accorsero della gravità di ciò che stava accadendo, da quel momento i morti non si contarono più: nel giro di quattro, cinque settimane, tra il mese di giugno e luglio del 1656, morirono circa 70 persone.

Il Sindaco si rivolse quindi ad un notaio, chiedendogli di stendere una petizione, in data 23 novembre 1659, per ottenere, dal vicere dell’isola, l’autorizzazione di trasferire i superstiti abitanti di Zuradili alla vicina borgata di Marrubiu che esisteva da tempo, come prova uno stemma datato 1377.

Tra la fine del 1600 e i primi anni del 1700 il villaggio di Marrubiu venne concesso in feudo dall’imperatore Carlo VI a Don Giovanni Battista Borro, marchese di S. Carlo, titolo confermato poi dai Savoia che ebbero il dominio della Sardegna dal 1720. La vita nel piccolo villaggio, che contava circa 800 abitanti, proseguì senza eventi di particolare rilievo fino all’inizio dell’800.

In questo periodo il territorio pedemontano di Marrubiu, intorno a S. Anna era infestato da numerosi banditi, tanto che il Viceré Villamarina ordinò di eliminare con il fuoco il manto boschivo per stanare i briganti.

Dal 1360 in poi si verificarono diverse invasioni di cavallette: un vero flagello che si accompagnava alle frequenti carestie provocate dalla siccità.

Gli amministratori del comune, preoccupati per quanto accadeva, decisero con le delibere n.50 e 51 del 15 maggio 1893 di chiedere al governo l’esenzione dalle imposte per due anni e stabilirono di ricompensare con una lira chiunque avesse raccolto un "cantaro" di cavallette, da sotterrare poi in una grande fossa costruita appositamente.

Così venne debellata l’invasione delle cavallette del 1893 , ma le carestie si ripeterono con frequenza  fino al 1946, anno in cui morirono due giovani impegnati nella lotta contro le cavallette: Mundicheddu Mura e Leonardo Perria, i quali furono colpiti in pieno dallo scoppio di una cisterna che conteneva materiale infiammabile.

Nel 1928, con l’avvento del fascismo, inizia un capitolo squallido sull’esistenza del Comune di Marrubiu: scompare il sindaco e compare il podestà, il quale decide con una delibera di aderire alla fusione del Comune di Terralba e S.N.,d’Arcidano, anche se nel 1927 i Marrubiesi tentarono di evitarla come risulta da una delibera.

Il primo gennaio 1928, Marrubiu perse la sua autonomia diventando frazione di Terralba, assieme a S. Nicolò d’Arcidano, questo fatto aveva le sue radici nella decisione di fondare un nuovo paese sulle terre della bonifica effettuata sul territorio di Terralba e Marrubiu, questo paese ebbe come nome Mussolinia, l'attuale Arborea; Terralba venne così privata di ben 9000 ettari di terreno e quasi per ricompensa gli vengono date le due frazioni. Finita l'epoca del fascismo, dopo la guerra si presentò come primo obiettivo quello di ritrovare l'autonomia perduta. Dopo S.Nicolò d'Arcidano che ritornò autonomo già dal 1947, anche Marrubiu ritrova lo status di comune autonomo, non dopo però una forte opposizione di Terralba che porto ad un episodio molto vivo nella memoria di molti marrubiesi che fu quello dell'occupazione e chiusura di tutte le strade che portavano a Terralba, affinchè si ritornasse ad avere Marrubiu come comune a sè. La protesta durò alcuni  giorni ed ebbe un risvolto sanguinoso, quando uno scontro tra abitanti di Terralba e la forza pubblica venuta per controllare che le operazioni necessarie per riportare l'autonomia a Marrubiu fossero compiute, portò alla morte di uno degli abitanti di Terralba. Anche in seguito a questa protesta Marrubiu ritrovò nel 1948 la sua piena autonomia.