L'Unione
musulmani d'Italia:
via il crocefisso dagli edifici pubblici
Non s'è fatta attendere la reazione dei
musulmani all'appello lanciato domenica dal Papa per il crocifisso nelle
scuole.
Ieri infatti, l'"Unione musulmani
d'Italia", uno dei movimenti più radicali, ha chiesto che siano tolti
dagli edifici pubblici la "raffigurazione del cosiddetto crocifisso e
delle madonnine".
Corriere della Sera, 19 settembre 2002
La Moratti: il crocifisso tornerà nelle aule
Il
ministro: ha un valore storico universale.
I
leghisti: esponiamolo in tutti i luoghi pubblici
ROMA - Il crocifisso tornerà nelle aule da
dove, un po' alla volta, è sparito.
L'annuncio, che segue di qualche giorno
l'appello del Papa, è stato fatto dal ministro Moratti.
"Il
crocifisso - ha detto - rappresenta un simbolo della civiltà cristiana, della
sua radice storica e del suo valore universale, che sono elementi essenziali
del patrimonio storico e culturale del nostro Paese". La notizia ha
sollevato critiche ed entusiasmi.
La Lega Nord si è subito detta favorevole
all'affissione della croce sulle pareti di tutti i luoghi pubblici.
E
ha rilanciato una sua proposta di legge ad hoc , sottoscritta da novanta
deputati del centrodestra e anche da quattro esponenti della Margherita,
suscitando la preoccupazione delle comunità ebraiche. Nessuna polemica, invece,
ma una condivisione "piena e totale" da parte del ministro per
l'intervento del capo dello Stato alla cerimonia di inaugurazione dell'anno
scolastico.
Viale Trastevere ha risposto con un secco
comunicato a chi ha interpretato il discorso di Ciampi come una critica alle
riforme del ministro.
LA PROPOSTA –
La
Moratti si è impegnata a far rispettare la legge ricordando, con il sostegno di
una sentenza del Consiglio di Stato, che l'affissione del crocifisso non viola
assolutamente la Costituzione. "Sono personalmente e profondamente
convinta - ha risposto ad un'interrogazione parlamentare di Luca Volontè,
capogruppo Udc alla Camera, nella quale si chiedevano spiegazioni sulle regole
dell'esposizione del simbolo cristiano in luoghi pubblici - che le
considerazioni del Consiglio di Stato siano del tutto condivisibili e mi pare
doveroso assicurare che il crocifisso venga esposto nelle aule scolastiche a
testimonianza della profonda radice cristiana del nostro Paese e di tutta
l'Europa".
Il Consiglio di Stato, con una sentenza del
1988, ha sancito che la norma sull'esposizione del crocifisso nei luoghi
pubblici è tuttora in vigore e va applicata, essendo una legge dello Stato. Il
ministro ha annunciato che la materia sarà presto disciplinata "in maniera
chiara e certa".
IL CROCIFISSO –
"I crocifissi in un numero elevato di scuole
sono stati defissi spesso per cause contingenti e in molti casi non sono stati
più riappesi - ha ricordato Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione
nazionale presidi (Anp) -. Si tratta di una situazione di fatto quasi mai
derivata da una presa di posizione della scuola, ma che contrasta con la norma
concordataria che prevede l'affissione.
Lo stesso è accaduto per la foto del
presidente della Repubblica".
Il Regio Decreto del 1928 che imponeva agli enti locali di fornire
agli istituti il simbolo della cristianità e una legge successiva che stabiliva
l'obbligatorietà dell'affissione della foto del Presidente, stampata dal
Poligrafico dello Stato, sono andati in desuetudine negli ultimi decenni.
Il problema è esploso quando anche le
scuole sono state coinvolte nelle proteste in nome della parità di tutti i
cittadini, cattolici, atei o di altre confessioni, di fronte alla legge.
LE REAZIONI –
L'annuncio del ministro ha ridato fiato
alle polemiche. L'Unione musulmani d'Italia, che da poco aveva rinnovato la
richiesta di allontanare il crocifisso dagli edifici pubblici, reagisce
duramente. "Stiamo prendendo provvedimenti - ha dichiarato il capo dell'Unione,
Abdel Smith - ricorreremo ai tribunali e non escludiamo di portare il caso alla
corte per i diritti umani di Strasburgo". Gli ebrei italiani hanno
espresso preoccupazione per la proposta della Lega Nord.
"Avvertiamo il pericolo - dicono dalle comunità ebraiche -
che questo provvedimento, se approvato, possa aprire la strada ad uno scontro
di civiltà".
"Sul
crocifisso nelle aule, il ministro Moratti offende laici e cattolici insieme,
umiliando le intelligenze", ha affermato Mauro Romanelli, responsabile
scuola dei Verdi. L'iniziativa è invece piaciuta a Baget Bozzo.
Il
prete politologo ha affermato che il ministro difende il crocifisso non solo
come simbolo di una confessione ma della civiltà dell'Occidente".
"La Moratti - ha osserva Riccardo Pedrizzi, responsabile di
An per le politiche della famiglia - ha fatto chiarezza, sgombrando il campo
dagli equivoci una volta per tutte e assumendosi un impegno ben preciso".
IL MINISTRO –
"Condivido pienamente e totalmente le
parole del presidente Ciampi - ha detto il ministro Moratti - e sono felice che
il presidente Ciampi abbia indicato che le risorse da destinare all'istruzione
sono centrali nell'attività di governo".
E' la secca replica di Viale Trastevere agli esponenti del
centrosinistra che hanno letto nel discorso del Capo dello Stato una critica
all'operato del ministro. Giulio Benedetti
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I DECRETI
LE NORME
LE
DISPOSIZIONI Regi decreti
Le
disposizioni che consentono l'esposizione del crocifisso negli uffici pubblici
risalgono a due regi decreti del 1924 e del 1928. Né i Patti Lateranensi, né il
nuovo Concordato tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede contemplano in
alcun modo la materia.
LE NORME
Il Consiglio di Stato
Le
norme vigenti, secondo un recente parere del Consiglio di Stato, non
costituiscono "motivo di costrizione della libertà individuale a
manifestare le proprie convinzioni religiose". Il crocifisso, infatti,
"è da considerare un valore universale"